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Storia della lingua latina

Spéculum speclummasculus masclusauris oricla (dim.)Nei secoli successivi, più che delle vere e proprie grammatiche, troviamo dei manuali di conversazione, deiglossari, come le Glosse di Kassel ed i Dialoghi Parigini, che ci aiutano anche a capire alcunemodificazioni nella grafia delle parole.Verso il VI/VII Secolo abbiamo un documento molto importante, le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, unavera e propria enciclopedia del sapere dell’epoca, tramandata anche grazie al lavoro degli artigrafi,grammatici che, sul modello di Donato e Prisciano, scrivevano le Artes; Possiamo dire che il lavoro diIsidoro da Siviglia faccia da ponte tra la fase antica e la fase moderna, tale è la mole della sua opera.Intorno al X Secolo, un monaco inglese, Ælfric, scrisse una grammatica latina in inglese antico, usandoparecchi calchi e prestiti (e scrisse inoltre uno dei Dialoghi Parigini sopraccitati).Nel XII Secolo abbiamo in Islanda il primo

Trattato Grammaticale Islandese, senza attribuzioni storiche;

L'autore del trattato si è accorto che i fonemi della lingua islandese erano maggiori di quelli del latino ed come già avevano dovuto fare i (lingua di riferimento), quindi inventa nuovi simboli (ad esempio Nj Ű), parlanti dell'antico inglese (Æ ed æ sono loro convenzioni).

Importante in questo testo è stata l'ipotesi dell'opposizione fonematica, rivelatasi poi esatta 800 anni dopo. Ha una sua importanza nella storia della linguistica, grazie al suo De Vulgari Eloquentia, nel quale presta attenzione ai dialetti italiani ed alle lingue romanze, suddividendoli in base al modo di affermare; Egli riconosce così facendo un gruppo che parla la lingua d'Oc, un gruppo che parla la lingua d'Oïl ed un terzo che parla la lingua del Si.

Nel Medioevo nasce un movimento, detto dei Modistae, che ricalcavano il modello aristotelico delle categorie,

Formattazione del testo

Applicandolo nei "modi significandi". A cavallo tra l'Umanesimo e il Rinascimento, spicca la figura di Filippo Sassetti, un viaggiatore che, recatosi in India, sente alcune forme linguistiche simili a quelle che è abituato a parlare: Sanscrito Italiano saptá setteaśtau ottonava nove.

Verso la fine del 1500 un altro italiano (che viveva in Olanda), Giuseppe Giusto Scaligero, ricalca il lavoro di Dante, raggruppando le lingue europee a seconda del nome che davano a Dio. In questo modo, trovò 11 matrici diverse, tra cui ricordiamo Gott nelle lingue germaniche, Deus nelle lingue romanze e Bogŭ nella lingua slave. Una volta riconosciuti i gruppi, Scaligero ipotizza una parentela tra le lingue che avevano forme simili (quindi non si arriva ancora ad una concezione di lingua indoeuropea); Afferma inoltre che le lingue non derivavano dall'ebraico, come invece si credeva in quanto "lingua di Dio", secondo la Bibbia.

Anche il filosofo René

Descartes (Cartesio) merita di essere citato, in quanto fondatore (nella prima metà del 1600), della scuola di Port-Royal.

Nel 1700 un altro filosofo, Gottfried Wilhelm Leibniz, si schiera a favore dell'ipotesi di Scaligero, e scrive anche qualche testo a proposito dei dialetti germanici; La sua convinzione più grande era la connessione della lingua parlata da un popolo con la sua etnografia, cioè con le sue caratteristiche peculiari.

Qualche anno più tardi, nel 1786, l'inglese William Jones (membro della Compagnia delle Indie), tiene una conferenza alla Reale Società Asiatica a proposito dell'origine della lingua, e sostiene che il sanscrito, le lingue germaniche ed il latino derivano da un ceppo comune, probabilmente estinto, e porta a sostegno della sua tesi alcune prove grammaticali.

Nel 1800 abbiamo la figura di Friedrich Schlegel, che riprende le teorie di Jones sulla lingua originante, però commette l'errore, nei suoi scritti,

di confondere le lettere con i suoni. Nello stesso periodo FranzBopp, un filologo tedesco, compara le grammatiche di diverse lingue, tra cui sanscrito, greco, latino e linguegermaniche: riesce a trovare delle analogie e le evidenzia, esclamando che il sanscrito fosse la lingua da cuitutte le altre sono derivate, salvo poi cambiare idea dopo poco tempo. Bopp ipotizza che le radici delle parolesiano passate da lingua a lingua, modificandosi a seconda delle esigenze dei parlanti. Inoltre asserisce che leGlottologia- Storia della Linguistica 4desinenze dei verbi potevano essere rappresentate come grammaticalizzazioni del verbo essere, e che lediverse terminazioni di esse servono a distinguere il soggetto.Di poco posteriore, il danese Rasmus Kristian Rask è il primo a mettere davvero l'accento sulla linguistica,sebbene lui la vedesse soprattutto dal punto di vista storico. Scopre la Prima Rotazione Consonantica dellelingue germaniche, però non pubblica la sua legge per

mancanza di fondi (saranno poi infatti i fratelli Grimma tradurla e pubblicarla); Rask, che intendeva come lingue sorelle quelle che avevano un lessico di base incomune, si accorge che l'ungherese non è una lingua indoeuropea, e poi decide di occuparsi principalmentedi etimologia.A proposito di indoeuropeo, la parola "indo-european" fu coniata ed usata per la prima volta nel 1813-14 daYoung, un egittologo inglese, che la usava però in ambito geografico; Solo in epoca più tarda il terminepassò alla linguistica.Più o meno contemporaneamente, un altro studioso tedesco, Adelung, scrive la sua opera, "Mithridates"(nome di un re del Ponto, che, secondo la leggenda, conosceva tutte le lingue dell'impero che governava); Ilsuo lavoro era una raccolta di circa 500 tra dialetti e lingue, ed il materiale era classificato secondo lecaratteristiche formali, un fatto piuttosto insolito per l'epoca.Le due figure di maggior

Lo spicco dell'800 sono forse i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, che studiarono e lavorarono insieme, dando grandissimi contributi alla grammatica, soprattutto delle lingue germaniche. I due fratelli studiarono diritto ma, venendo spesso a contatto con testi antichi, Jacob per primo notò alcuni fenomeni, quali ad esempio la Metafonia Palatale o Umlaut; Successivamente i due si accorsero anche dell'Apofonia (o Ablaut), e suddivisero in base a questa i cosiddetti verbi forti delle lingue germaniche in 7 classi, e i verbi deboli in 3 oppure 4.

Nel 1919 Jacob Grimm fece uscire la prima versione della sua Grammatica Tedesca, seguita poi da una seconda versione nel 1922, in cui era presente anche la legge di Rask, denominata Legge di Rask-Grimm proprio perché edita dal maggiore dei due fratelli tedeschi.

I Grimm adottavano il metodo storico-comparativo per le loro ricerche, e ne erano anche convinti assertori: pensavano però, sbagliando, che la lingua fosse

originariamente perfetta e poi si fosse modificata, passando di bocca in bocca, peggiorando. Nonostante fossero stati allontanati dall'insegnamento per aver lottato a favore della Costituzione (soprattutto Jacob ebbe una vita politica intensa), furono poi reintegrati, e cominciarono (1854) a lavorare sul loro enorme progetto, il Deutscher Wörterbuch, un'opera immensa, poiché non comprendeva solo un semplice dizionario, ma ogni lemma era analizzato anche storicamente, poiché secondo i due fratelli: "La lingua è la nostra storia, con lei capiamo la religione, il diritto, il folklore, la letteratura". Quest'opera immensa fu continuata dopo la loro morte e finita solo un secolo dopo l'inizio. Jacob scrisse inoltre un saggio sull'origine del linguaggio, e poi si impegnò, col fratello, nei campi della letteratura e della favolistica. Negli stessi anni studia invece le lingue romanze un altro grande filologo, Friedrich Diez,

che ha dato il suo contributo alla linguistica, capendo che era necessario studiare il latino anche nelle sue varietà dialettali e opere minori; Diez, mentre insegna all'università di Bonn, scrive trattati sui trovatori, ed una grammatica storica delle lingue romanze, con annesso lessico etimologico. Egli è il primo studioso che afferma la non esistenza di una lingua pura originaria, perché sostiene invece che prima o poi tutte le lingue vengono a contatto, e proprio il contatto con le lingue germaniche è stato determinante per la formazione delle lingue romanze; Inoltre dà grande importanza a tutti gli idiomi, compresi i dialetti e le lingue senza grandissime opere letterarie. Diez ha lodato il lavoro del contemporaneo Wilhelm von Humbolt, uno studioso di lingue germaniche, che però era solito impegnarsi anche in altri campi, quali quello delle lingue romanze. Von Humbolt si è occupato dell'origine e della natura del.

linguaggio: egli ritiene che ci sia una “energeia”, cioè un energiaproduttiva, da distinguere dall’ “ergon”, cioè il prodotto; Grazie a questa forza, l’individuo crea dei concetti,pescando le parole da un unico calderone che spesso viene rimescolato. Quest’idea fa ipotizzare a vonHumbolt l’esistenza di una Innere Sprachform, cioè una forma linguistica coincidente con la nazione o conil popolo che la parla.Von Humbolt imposta anche il problema della tipologia: potevano difatti esistere lingue appartenenti ad unostesso ramo oppure ad una stessa area, ma allo stesso modo potevano esistere lingue senza lessico ogrammatica in comune, che però appartenevano comunque ad un gruppo, o addirittura lingue senza punticomuni, ma che condividevano almeno un universale linguistico.Nello stesso periodo studiano i problemi della lingua anche Max Müller, Alessandro Manzoni e CarloCattaneo.Glottologia- Storia della

un contributo significativo anche nel campo della linguistica. Egli si è interessato principalmente alla questione della lingua italiana e al suo rapporto con le altre lingue europee. Cattaneo sosteneva che la lingua italiana dovesse essere considerata una lingua nazionale e che fosse necessario promuovere la sua diffusione e il suo uso in tutti i settori della società. Inoltre, Cattaneo era convinto che la lingua fosse un elemento fondamentale per l'identità di un popolo e che la sua conservazione e valorizzazione fossero essenziali per la costruzione di una nazione.

Molto anche alla linguistica, poiché riconobbe l'importanza dello studio storico della lingua, e fondò anche una rivista, "Politecnico". Fu il prim

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A.A. 2012-2013
8 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Finazzi Rosa Bianca.