Estratto del documento

Che cosa comprende la filologia?

-Geografia estremamente importante.

-Scienza dei testi, e ovviamente questi testi sono spesso scritti in

scritture che non sono le nostre (arabo…).

-Storia, storia dei popoli per poter ricostruire la lingua e le varie

parentele.

Classificazione genealogica.

Il lessico è stato il primo elemento che ha generato questo studio

delle lingue, che in realtà è molto più antico anche di Dante, però lui

è stato il primo che l’ha trasmetto storicamente; è il primo filologo

romanzo, il primo che ha saputo distinguere le lingue romanze con

un interesse letterario non linguistico. Egli ha preso la parola “si”,

ha visto come veniva detta in diverse lingue e ha saputo

differenziare le lingue. Possiamo definirlo il primo glottologo

europeo ma con un interesse letterario non linguistico.

Nei diversi secoli siamo arrivati fino a Franz Bopp e i neogrammatici

dove invece possiamo dire che lì è nata la vera linguistica scientifica

indoeuropea.

Dante partiva dal lessico e si fermava lì; da Franz Bopp in poi si

sono capite delle affinità più profonde di natura morfologica. Egli ha

scritto un libro monumentale in cui comparava i sistemi verbali/le

desinenze verbali di 8/10 lingue indoeuropee e da lì ha capito come

a poco a poco poteva fare la parentela.

Come funziona il metodo storico-comparativo?

Partendo dal modello lessicale. Prima di Dante si era scelta la parola

“Dio” per fare uno studio che in realtà funziona ma non funziona per

creare delle piccole parentele. Come si fa a raccogliere i dati?

Vediamo come si dice dio in ogni lingua europea:

-Le lingue romanze (francese, spagnolo, catalano, portoghese…)

hanno fondamentalmente la stessa paroladeus, dios, déu, dieu,

dia…

-Ma se ci spostiamo più a nord (azzurro)gott, god, gud…notiamo

che è identico, è la stessa parola.

-Nel mondo orientalebog, bor, boh, buh…quindi anche qui è

simile.

Questo ci basta per creare delle parentele? Funziona

completamente? No, perché non abbiamo delle conoscenze

pregresse, ma se noi vediamo questi dati diremmo che italiano,

spagnolo, francese non ci stupisce che siano imparentate anche

perché li capiamo (esempio banale); ma italiano, irlandese, lituano

e lettone sono imparentati, sarebbero la stessa linguaquindi in

realtà è già un principio, ci dà sicuramente un aiuto, però no non

funziona completamente.

-Concentriamoci su germanico e slavo (azzurro e verde) che sono le

lingue germaniche e le lingue slave. Qui in realtà il discorso

funziona molto di più perché sono molto vicine geograficamente,

sono lingue che si somigliano, le lingue slave stessa cosa si

somigliano abbastanza anche se si scrivono von alfabeti diversi.

Quindi come si può essere diffusa la stessa parola storicamente?

Può funzionare il discorso del prestito storicamente? Che da una

delle lingue germaniche è arrivata in tutte le altre? Allora

teoricamente funziona, perché i popoli germanici hanno viaggiato in

mezzo mondo, quindi storicamente funziona. Gli slavi possono

avere avuto una parola unica che si è estesa in tutto il resto? Sì,

perché storicamente hanno avuto anche loro una storia di grandi

viaggi. Quindi storicamente questo discorso funziona, però se può

funzionare per il germanico, vendiamo che per lo slavo non

funziona. Dobbiamo quindi utilizzare degli altri criteri, sempre

storici, se vogliamo ragionare in maniera sincronica.

Il prestito non può funzionare, perché per esempio

 storicamente gli italiani non sono andati in Irlanda. Italiani o

francesi o spagnoli o portoghesi non sono mai andati in

Lettonia o in Lituania.

Per cui storicamente non ci sono questi casi, quindi dobbiamo

creare altri strumenti.

-Le lingue romanze si chiamano così perché derivano da Roma, per

cui le lingue romanze discendono dall’impero romano

storicamente sono estese la dove c’era l’impero romano fino alla

Romania (che si chiama così proprio perché è un’isola romana in un

mare slavo, significa territorio di Roma), ma l’impero romano non è

arrivato né in Lettonia né in Lituania né in Irlanda. Per cui funziona

per Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Romania ma non funziona per

Lettonia e Lituania.

-Un altro criterio è quello della religione perché fondamentalmente

questa espansione dei monaci ha portato alla conversione di tutta

Europa, dall’Italia a tutta Europa, però storicamente anche questo

non funziona perché l’Irlanda è cattolica, l’est europeo è perlopiù

ortodosso e tra l’altra Lituania e Lettonia sono due isole, una

luterana e una cattolica; quindi, anche questo non funziona perché

storicamente ha avuto troppi passaggi.

-Quindi dobbiamo andare a vedere qualcosa di più antico ancora,

non ci basta il lessico, bisogna andare ai tratti più tecnicicioè

ragionare sul discorso di un antenato comune che ha un

nomeprotolingua. Il prefisso “proto” in greco vuol dire primo ed è

utilizzato nella linguistica per indicare sempre l’antenato comune di

un elemento; per cui protoindoeuropeo è l’antenato comune di tutti

gli indoeuropei.

Che cos’è la famiglia linguistica?

È difficile definire una famiglia linguistica, dobbiamo avere diversi

criteri. Quello più basico è la vicinanza geografica, perché spesso le

lingue sono geograficamente vicine oppure possono essere

omogenee su qualunque tipologia (magari hanno una morfologia

simile, magari hanno alcuni tratti fonemici simili, magari hanno

alcuni elementi sintattici simili). Rivelano questa affinità linguistica

(amat e doritla t è la stessa in due lingue non molto

vicinemorfologia simile). Quindi ritorna a un’origine comune, a

una protolingua, ad un antenato comune.

Famiglie linguistiche: gruppi più o meno vicini (geografia) od

 omogenei (tipologia) che nelle relazioni linguistiche rivelano

una affinità (parentela) che rimonta a un’origine comune

(protolingua).

Quali sono le famiglie linguistiche del mondo?

1. Partiamo dal continente madre, l’Africa che è un continente

ricchissimo di lingue, ce ne sono tantissime e sono a poco a

poco sempre più studiate. Vediamo come l’Africa è divisa: a

nord abbiamo delle lingue afroasiatichelingue che si

parlano nell’Africa e nell’Asia.

Tutte le altre lingue che si parlano in Africa (ad esempio

nilosahariane, nigerkordofaniane…) sono definite distinte sulla

base di quelli che sono gli aspetti geografici più importanti in

assoluto, cioè i bacini ideografici, i fiumi (Nilo, Niger, Congo). I

fiumi creano quindi una grande distinzione perché la gente si è

sempre spostata storicamente in base ai fiumi, in base a dove

si trovava l’acqua.

Le lingue autoctone dell’Africa sono il gruppo Nilo-Sahariano,

Niger-Congo tra cui il Bantu e Khoisan.

2. Lingue afroasiatichelingue che si parlano nell’Africa e

nell’Asia. La più parlata è l’arabo, ma non è l’unica perché in

nord-Africa si parla diverse altre lingue che sono imparentate

per esempio le lingue berbere che sono diversi dialetti

berberi dei nomadi del deserto del Sahara che sono lingue

simili all’arabo, ma non sono identiche, hanno una morfologia

e una fonetica differente. Fanno parte di queste lingue anche

l’ebraico, il somalo in Etiopia abbiamo l’aramaico, lingua molto

ricca legata al cristianesimo.

3. Spostandoci a nord abbiamo le popolazioni nomadi che sono le

popolazioni uraliche, si trovano all’estremo nord dell’Europa

e dell’Asia. Fanno parte di questa famiglia: le lingue sami

all’estremo nord della Scandinavia e poi abbiamo delle lingue

più conosciute come per esempio il gruppo

finnico il finlandese, estone sono lingue

l’ungherese,

imparentate con il gruppo finnico, si somigliano abbastanza.

4. Lingue turche: da non confondere solo con il turco, il turco è

una lingua turca, ma è meglio utilizzare un aggettivo che in

italiano non esisteTURCICHE, perché non confonde con il

turco soltanto. Sono lingue che fanno parte delle popolazioni

nomadi dell’Asia centrale. Questa tradizione nomade fa si che,

sapendo che loro sono nomadi e che quindi a volte anche

famiglie vengono divise tantissimo, tendono ad essere molto

conservativi, e tendono a non cambiare molto la loro lingue;

per cui ci sono molte radici che in turco e in ugulo sono

esattamente identiche.

5. Lingue mongoliche: si parlano in Mongolia. I mongoli sono

arrivati fino a Vienna, l’hanno quasi distrutta e si sono spostati

parecchio proprio perché loro non hanno un concetto di

territorio come noi, si stanziano ovunque. Il mongolo non è

l’unica lingua mongolica. Sono arrivati in Asia, fino a Vienna,

sono arrivati dappertutto e hanno lasciato tracce ovunque.

6. Lingue coreaniche: fanno parte dei gruppi ancora

sconosciuti. La lingua coreana la conosciamo molto bene, ma

non sappiamo a che famiglia appartiene e quindi il linguista le

ha definite lingue coreaniche perché appunto si palano in

Corea. In queste lingue si distinguono tre grossi rami: coreano

(lingua ufficiale della Corea del nord e della Corea del sud), jeju

e yukjin (non ufficiali ma altamente parlati), sono differenti tra

loro e hanno una morfologia differente.

7. Lingue nippoliche: giapponese, ci sono molti dialetti e

sottogruppi alcuni anche completamente diversi. Il giapponese

non è l’unico giapponese, abbiamo tre sottogruppi: il

giapponese orientale, il giapponese occidentale e il

giapponese ryukyu; questi sono i tre macrogruppi e

nell’estremo nord del Giappone, nell’isola di Hokkaido, c’è

un’altra lingua che si chiama ainu e non si sa da dove venga,

non si sa niente, è diversa dal giapponese.

8. Lingue caucasiche: dal Caucaso sono passati tutti, è di

passaggio per tutto, fin dal paleolitico ha generato passaggi;

infatti, la parola Caucaso vuol dire passaggio. Si parlano una

marea di lingue ma non tutte sono lingue caucasiche. Quali

sono le lingue caucasiche? Il georgiano, le lingue delle guerre

caucasiche lingue abcase, lingue del cicenia che sono quelle

popolazioni che chiedono un riconoscimento ufficiale da parte

della federazione russa e che non hanno, quindi loro parlano

queste lingue ma non è un riconoscimento ufficiale.

9. Lingue dravidiche: nell’estre

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

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