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SEMANTICA

Il significato

• La parte della linguistica che si occupa del piano del significato è la semantica.

Il primo problema da affrontare è la definizione stessa di significato: è

qualcosa di non visibile ed è il punto di contatto tra lingua, mente e mondo

esterno.

• Esistono 2 modi fondamentali di concepire il significato, all’interno dei quali si

possono poi trovare diversi filoni definitori e diversi approcci teorici. Essi sono:

Concezione referenziale (o concettuale): concetto, immagine

o mentale, idea od operazione creata dalla nostra mente, corrispondente a

qualcosa che esiste al di fuori della lingua

Concezione operazionale: funzione dell’uso che si fa dei segni, totalità

o dei contesti in cui può comparire

• In un senso molto generico e preliminare, si può definire il significato come

l’informazione veicolata da un segno od elemento linguistico.

• Si distingue spesso tra:

Denotazione (significato denotativo): inteso nel senso oggettivo, di

o ciò che il segno descrive e rappresenta; corrisponde al valore di

identificazione di un elemento della realtà esterna, un referente

Connotazione (significato connotativo): indotto, soggettivo, connesso

o alle sensazioni suscitate da un segno e alle associazioni a cui esso dà

luogo e da queste inferibile; non ha valore di identificazione di referenti

• Un’altra distinzione utile è tra:

Significato linguistico: significato che un termine ha in quanto

o elemento di un sistema linguistico codificante una rappresentazione

mentale

Significato sociale: significato che un segno può avere in relazione ai

o rapporti tra i parlanti, ciò che esso rappresenta in termini di dimensione

sociale

• Inoltre, si può distinguere tra:

Significato lessicale: proprio dei termini che rappresentano oggetti

o concreti o astratti, entità o concetti della realtà esterna (parole piene)

Significato grammaticale: proprio dei termini che rappresentano

o concetti o rapporti interni al sistema linguistico, alle categorie che questo

prevedere o alle strutture a cui esso dà luogo (parole vuote o

grammaticali o funzionali)

• Il significato fa parte del sapere linguistico, mentre l’enciclopedia fa parte del

sapere in senso generale; come tale, il sapere enciclopedico non ha confini

delimitabili.

• Il senso è il significato contestuale, vale a dire la specificazione e

concretizzazione che il contenuto di un termine assume ogni volta che viene

effettivamente usato in una produzione linguistica in un certo contesto.

• I nomi (che in semantica corrispondono ai nomi propri, ovvero gli antroponimi)

sono etichette, termini a referente unico, che designano un individuo e non una

classe e che hanno solo estensione e non intensione:

Intensione: insieme delle proprietà che costituiscono il concetto

o designato da un termine

Estensione: insieme degli individui (oggetti) a cui il termine si può

o applicare

Il lessico

• L’unità d’analisi minima fondamentale per il livello semantico è il lessema, che

corrisponde ad una parola considerata dal punto di vista del significato.

• L’insieme dei lessemi di una lingua costituisce il suo lessico. Lo studio dei vari

aspetti del lessico è compito della lessicologia, mentre la lessicografia è lo

studio dei metodi e della tecnica di composizione dei vocabolari e dizionari, cioè

le opere che raccolgono e documentano il lessico di una lingua.

• Il lessico, però, presenta alcuni aspetti contrastanti:

È uno dei componenti essenziali di una lingua

o È lo strato più esterno e superficiale di un sistema linguistico, la parte

o meno intima e più visibile esteriormente, più esposta alle varie

circostanze extralinguistiche e più condizionata da fattori estranei

all’organizzazione del sistema

È il livello d’analisi meno linguistico e relativamente meno interessante

o per l’analisi delle strutture e del funzionamento del sistema linguistico

È lo strato della lingua più ampio, comprendente un inventario molto

o numeroso di elementi e meno strutturato

È la parte aperta e fluttuante del sistema, suscettibile di essere

o continuamente incrementata con nuove unità

• Si stima che il lessico di lingue come l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo,

il tedesco, ecc. ammonti ad alcune centinaia di migliaia di lessemi, escludendo i

termini meramente classificatori delle tassonomie scientifiche. I comuni

dizionari contengono tra i 90.000 e il 130.000 lemmi (entrate del dizionario).

• La frequenza d’uso e la disponibilità immediata o meno dividono le parole in

classi che si comportano in maniera molto differenziata.

• Associando alla frequenza la disponibilità (lessemi di valore comune, non

tecnico, che designano oggetti e concetti largamente presenti nella vita

quotidiana), si individua nel lessico un nucleo centrale, il vocabolario di base.

• Per l’italiano, esso risulta costituito da meno di 7000 unità: comprende circa

2000 lessemi di altissima frequenza nell’uso, che costituiscono il vocabolario

fondamentale, e altri lessemi di frequenza relativamente alta o di alta

disponibilità pratica.

Rapporti di significato tra lessemi: omonomia e polisemia

• Un modo per mettere ordine nel lessico è vedere se esistono relazioni di

significato, rapporti semantici, tra un dato lessema e uno o più altri lessemi.

• Omonimia:

Sono omonimi lessemi che hanno lo stesso significante, ma a cui

o corrispondono significati diversi, non imparentati tra loro e non derivabili

l’uno dall’altro.

A seconda che l’omonimia riguardi solo la grafia, oppure anche la

o pronuncia, possiamo distinguere più precisamente tra termini omografi e

termini omofoni.

Gli omonimi spesso non appartengono alla stessa categoria lessicale e, di

o solito, hanno anche diversa origine etimologica.

• Polisemia:

Se i diversi significati associati ad uno stesso significante sono

o imparentati tra loro e derivati (o derivabili) l’uno dall’altro, si tratta di

polisemia.

In questo caso, un unico lessema ha più significati.

o

• Enantiosemia:

Caso molto speciale di polisemia che si ha quando significati diversi dello

o stesso termine sono tra di loro in un rapporto di opposizione (es. ospite è

sia chi ospita, sia chi viene ospitato).

Rapporti di similarità

• I rapporti possono essere basati sulla compatibilità o somiglianza e vicinanza

semantica tra lessemi.

• Sinonimia:

Sono sinonimi lessemi diversi che hanno lo stesso significato.

o Spesso la sostituzione di un termine con il suo sinonimo crea delle

o sfumature diverse di significato, aggiungendo valori connotativi, o implica

una diversa varietà di lingua, o non è possibile in un dato contesto.

Occorre quindi valutare la sinonimia nei confronti del solo significato

o denotativo e, più che di sinonimia, sarebbe quindi esatto parlare di quasi

sinonimia.

I sinonimi veri (totali e completi) sono assai rari e sembrano ridursi a casi

o di varianti formali come tra/fra, devo/debbo, che sarebbero però

presumibilmente da trattare piuttosto in termini di allomorfia.

• Iponimia:

Si tratta di una relazione di inclusione semantica: il significato di un

o lessema rientra in un significato più ampio e generico, rappresentato da

un altro lessema.

Si ha iponimia tra due lessemi x e y quando “tutti gli x sono y ma non

o tutti gli y sono x”. In questo caso, x è iponimo di y e y è iperonimo di x.

In termini di intensione/estensione, l’iponimo ha un’intensione più ampia

o ma, proprio per questo, ha un’estensione minore rispetto al suo

iperonimo.

In questi termini, la sinonimia si può definire come iponimia

o bilaterale: “tutti gli x sono y e tutti gli y sono x”.

I rapporti iponimici possono costituire delle serie che percorrono il lessico.

o Si tratta di catene iponimiche in cui ogni termine è iponimo diretto del

successivo.

• Meronimia:

Rapporto che si ha tra i termini che designano una parte specifica di un

o tutto unico e il termine che designa il tutto.

• Mentre la sinonimia e l’iponimia sono rapporti di carattere paradigmatico,

esistono anche rapporti di compatibilità semantica sull’asse sintagmatico, come

la solidarietà semantica:

Basata sulla cooccorrenza obbligatoria o fortemente preferenziale di un

o lessema con un altro, nel senso che la selezione di un termine è

dipendente dall’altro e la possibilità di essere usato in combinazione con

altri lessemi è fortemente ridotta, se non assente.

• Collocazioni:

Rapporti tra lessemi fondati su cooccorrenze regolari nel discorso, ma

o meno semanticamente determinate che nel caso delle solidarietà, si

hanno anche nelle collocazioni.

A differenza del rapporto di solidarietà, che è basato sulle proprietà e

o restrizioni semantiche previste dal sistema linguistico, il rapporto di

collocazione riflette piuttosto convenzioni tipiche dell’uso della singola

lingua e del costume linguistico di una certa comunità parlante.

La nozione di collocazione, quindi, non è ben definibile dal punto di vista

o linguistico e non sembra portare alcun contributo di rilievo allo studio dei

rapporti semantici.

Rapporti di opposizione

• Antonimia:

Sono antonimi due lessemi di significato contrario, nel senso che

o designano i poli opposti di una scala, i due estremi di una dimensione

graduale.

Fra gli antonimi esistono sempre gradini intermedi lessicalizzabili e gli

o antonimi, in quanto indicano una proprietà relativa, sono modificabili con

forme elative.

• Complementarità:

Sono complementari due lessemi di cui uno è la negazione dell’altro, in

o quanto spartiscono uno stesso spazio semantico in due sezioni opposte

(es. maschio/femmina).

• Inversione (o simmetria):

Sono inversi (o simmetrici) due lessemi di significato relazionale che

o esprimono la stessa relazione semantica vista da due direzioni opposte,

secondo la prospettiva dell’una o dell’altra parte (es. marito/moglie).

Insiemi lessicali

• È possibile individuare insiemi o sottoinsiemi lessicali, cioè gruppi di lessemi

che costituiscono complessi organizzati, in cui ogni elemento è unito agli altri da

rapporti di significato.

• Campo semantico (o campo lessicale) è un termine polisemico che indica:

L’insieme dei significati che un certo lessema può assumere (area

o semantica)

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
14 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonora.c93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bonfadini Giovanni.