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GERMANICO

SETTENTRIONALE Sono affini, infatti tra i parlanti c'è mutua comprensione. Distinguiamo due fasi:

1. Fase Runica (tra I e VIII secolo d.C.): fase unitaria;

2. Fase antico nordica (tra VIII e XV secolo d.C.): divisione tra Nordico orientale

(svedese e danese) e nordico occidentale (norvegese e islandese)

GERMANICO GRUPPO TEDESCO Basso Tedesco:

OCCIDENTALE Zona pianeggiante a Nord.

Basso Sassone o Basso Tedesco (da cui sono

◦ derivati i dialetti Plattdeutsch)

Basso Franco (da cui sono derivati olandese e

◦ fiammingo)

Alto Tedesco:

• zona montuoso a sud, II rotazione consonantica.

Distinguiamo:

Alemanno;

◦ Bavarese;

◦ Franco (da cui deriva lo Yiddish, il dialetto

◦ degli Ebrei in Germania);

Sassone;

◦ Slesiano

Esistono tre fasi:

1. Fase antico alto tedesca (a.a.t.) dal VIII al XII

secolo d.C.

2. Fase Medio alto tedesca (m.a.t) dal XII al XVI

secolo d.C.

3. Fase recente dal XVI sec. Si è avuta la

standarizzazione alla corte di Sassonia grazie alla

traduzione della Bibbia in sassone da parte di

Lutero.

Inglese:

• nel V secolo ci fu l'invasione della Gran Bretagna da

parte degli Angli, Sassoni e Frisi e originarono tre

dialetti:

Anglo (a Nord);

◦ Sassone (a Sud);

◦ Kentico (a Sud Est)

Distinguiamo tre fasi:

GRUPPO ANGLO – 1. Fase anglosassone o antico inglese

FRISONE 2. Fase del medio inglese dal XI sec. (semplificazione

morfologica e apporto di parole francesi da parte dei

Normanni);

3. Inglese moderno dalla fine del XVI sec. (alterazione

della fonologia e grammatica molto semplificata).

Frisone:

• documentato a partire dal XIII secolo in Olanda

Settentrionale e nelle isole tedesche

LINGUE CELTICHE

Lingue celtiche continentali Gallico

• Irlandese

GAELICO Scozzese

• Manx (ormai regresso)

Lingue celtiche insulari Cimrico o Gallese

BRITANNICO Cornico

• Brettone

• Venetico: affine all'illirico

• Messapico: costa pugliese meridionale tra VI e I

• secolo a.C. Affine all'illirico

Umbro: tavole Iguvine trovate a Gubbio, simile

• al latino

LINGUE ITALICHE Osco: vicino all'umbro, popolazioni sannitiche

• Dialetti Italia Centrale: peligno, marruccino,

• vestino, volsco, marso

Leponzio e Siculo

• Latino

LATINO

In origine era un dialetto indoeuropeo. Dal VII al VI secolo a.C l'ascesa di Roma fa si che la lingua di Roma si

imponga a danno dei dialetti confinanti. Attestazioni più antiche:

Cippo del Foro e legge delle XII Tavole del VI e V secolo a.C. Si afferma una tradizione letteraria prestigiosa diversa

dal latino parlato. È la base da cui si sono formate tutte le lingue romanze nelle varie province dell'impero. Con la

caduta dell'impero romano nel 476 d.C. La pressione dal centro si allenta e si passa ai vari tipi di latino regionale

generando una situazione diglottica.

Romanzo Balcanico

• Romeno-Dalmata

• Italoromanzo: dialetti italiani centromeridionali e sardo

• Retoromanzo: dialetti ladini

• Galloromanzo: francese, provenzale, francoprovenzale

• Iberoromanzo: catalano, spagnolo, galiziano e portoghese

La legge di Grimm e la legge di Verner

La legge di Grimm e la legge di Verner sono delle leggi fonetiche che caratterizzano l'evoluzione del germanico

dall'indoeuropeo. Si parla di leggi in quanto fenomeni regolari avvenuti in maniera sistematica in presenza di un

contesto fonetico specifico e di evoluzione diretta dall'indoeuropeo al germanico comune.

Nelle spiegazioni che seguono i simboli fonetici non sono quelli standard.

L'indoeuropero occidentale aveva tre serie di occlusive:

p t k kw

•sorde: b d g gw

•sonore:

aspirate: bh dh gh gwh

•sonore

La legge di Grimm

La legge di Grimm (o prima rotazione consonantica o Erste Lautverschiebung) prevede i seguenti cambiamenti:

occlusive sorde diventano spiranti sorde (f th h hw)

•Le

occlusive sonore diventano occlusive sorde (p t k kw)

•le occlusive sonore aspirate diventano spiranti sonore (b' d' g') (in inizio di parola o dopo nasale diventano

•le

invece occlusive sonore (b, d, g))

La legge di Grimm spiega delle variazioni costanti tra le parole di diverse lingue indoeuropee. Per esempio La 'p' latina

(o italiana) corrisponde spesso alla 'f' inglese o tedesca proprio per questa legge, mentre 'k' (scritto'c') diventa 'h'.

1. bh, dh, gh > b,d,g

sscr. Nabhas “nebbia” → ted. Nebel

• sscr. Vidhavā “vedova” → ingl. Widow ; ted. Witwe

• sscr. (g)hamsa “oca” → ted. Gans ; ingl.goose

2. b,d,g > p, t, k

lt. sedeo “siedo” → ingl. Sit ; ted. Sitzen

• lt. iugum “giogo” → ingl. Yoke ; ted. Joch

3. p, t, k > f, θ, h

• lt. pungo “pungo” → ingl. Fuck

• lt. tenuis “sottile” → ingl. Thin ; ted. Dünn

• lt. pecus “bestiame” → ted. Vieh

Le occluive sorde originarie si conservano in germanico se precedute da [s, f, h]

gr. astēr “stella” → ted. Stern ; ingl. Star

• lt. captus “prigioniero” → ted. Haft “detenzione”

• lt. nox, noctis “notte” → ted. Nacht ; ingl. Night

Legge di Verner

Le fricative sorde del protogermanico passano a fricative sonore se in contesto intervocalico e se l'accento indoeuropeo

non cadeva nella sillaba immediatamente precedente.

[f, θ, x, s] > [β, ð, γ, z]

gr. hypér “sopra” → p.germ uβer ; ted. Über ; ingl. Over

• gr. patēr “padre” → p.germ. Faðar ; ted. Vater (t<d) ; ingl. Father

• gr. (he)katon “cento” → p.germ. Hunð ; ted. Hundert ; ingl. Hundred

Isoglossa

Un'isoglossa è una linea che, su una carta geografica, delimita la zona di un territorio che condivide un tratto linguistico

comune, di qualunque tipo esso sia: lessicale,fonetico (in questo caso alcuni usano il

termine isofona), morfologico o sintattico. Si noti che un'isobara e un'isoipsa, o curva di livello, sono linee che

invece uniscono la prima i punti con una medesima pressione atmosferica e la seconda i punti che si trovano alla

stessa altitudine.

Per estensione i linguisti chiamano isoglossa anche il tratto linguistico condiviso dai parlanti della zona compresa.

Si dice che la lingua/dialetto A e la lingua/dialetto B condividono o non condividono una data isoglossa a seconda che

abbiano in comune o meno quel certo tratto o fenomeno linguistico. Di fatto, un'isoglossa segna il confine tra due aree

che presentano una o più differenze linguistiche. Essa è impiegata, soprattutto dai dialettologi, per distinguere le varietà

dialettali di una determinata zona geografica.

Linea La Spezia-Rimini

Nella linguistica delle lingue romanze, la linea Massa-Senigallia (nota anche, meno correttamente, come "Linea La

Spezia-Rimini") è una linea che si riferisce a un numero d'importanti isoglosse che distinguono le lingue romanze

occidentali da quelle orientali. Le lingue romanze orientali includono l'italiano, il siciliano, ilnapoletano e il rumeno,

mentre lo spagnolo (castigliano), l'aragonese, l'occitano, ilfrancese, il catalano e il portoghese sono rappresentanti del

gruppo occidentale, così come le lingue dell'Italia settentrionale: venete, galloitaliche e il

grupporetoromanzo (composto da romancio, ladino e friulano). Il sardo è generalmente tenuto fuori da questa

ripartizione, a parte il gallurese e il sassarese, che colcòrso, sono talvolta assegnati alle lingue romanze orientali.

La linea corre lungo lo spartiacque tra Italia continentale e peninsulare, tra le cittàdi Massa (in Toscana)

e Senigallia (nelle Marche). La caratteristica più importante della linea riguarda la sonorizzazione di certe consonanti in

posizione intervocalica, in particolare /p/, /t/ /k/ del latino. La sonorizzazione, la lenizione o la caduta di queste

consonanti è caratteristica della parte occidentale, a nord e ovest della linea; il mantenimento della parte orientale, a sud

ed est della medesima. Per esempio, il latino focu(m) (la /m/ finale non era più pronunciata già nel latino classico) è

diventata fuoco in italiano e foc in romeno, ma fogo nelle lingue norditaliche e fuego in spagnolo.

Un'altra importante isoglossa che cade sulla linea riguarda il plurale dei nomi. A nord e ovest della linea deriva

dall'accusativo latino plurale e di solito finisce in /s/ (a parte i parlati italiani settentrionali, che sembrano però averlo

conosciuto in passato[senza fonte], e il francese, dove è caduto in epoca recente, ma si è conservato nella scrittura e

nella liaison), senza distinzione di genere e declinazione. A sud e est della linea il plurale dei nomi finisce in vocale: la

spiegazione di questo fatto è che deriva dal caso nominativo oppure dal cambiamento della /s/ latina in /i/

(iotacizzazione). In parecchi casi, specie nelle varietà in cui cade la vocale finale o si neutralizza in /ə/ spesso cambiano

anche le vocali intermedie, per il fenomeno detto metafonia, conosciuto anche in tedescocome "Umlaut"

Tipologia Sintattica

Tipologia dell'ordine dei costituenti

E' l'approccio più importante nella moderna tipologia linguistica a partire dagli anni '60 grazie a Greenberg. Il suo

parametro fondamentale è l'ordine basico dei costituenti principali della frase dichiarativa indipendente:

Soggetto

• Verbo

• Oggetto diretto

Vi sono sei ordini diversi di S, V, O teoricamente possibili:

1. SOV → (35% - 52%) (turco, giapponese, ungherese, hindi)

2. SVO → (35% - 45%) (lingue romanze, lingue germaniche, lingue slave, ebraico moderno)

3. VSO → (11% - 15%) (arabo, ebraico classico, gallese)

4. VOS → (5% - 10%) (malgascio, lingue dell'America Centrale)

5. OVS → (1% - 5%) (hixkaryana e altre lingue caraibiche)

6. OSV → (1%?) (dyirbal, yamamadi, apurina)

I tipi SOV, SVO e VSO coprono circa il 97% delle lingue del mondo.

L'elemento che accomuna questi tre tipi è l'anteposizione del soggetto rispetto all'oggetto. Quasi tutte le lingue del

mondo antepongono il soggetto all'oggetto nella frase dichiarativa.

Le cause di questa uniformità sono:

Il soggetto solitamente coincide con il tema e il tema, nell'ordine naturale dei costituenti informativi, sta in

• prima posizione

Preminenza e priorità logica del soggetto.

Il pr

Dettagli
A.A. 2012-2013
15 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valerioabbonizio89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Guazzelli Francesca.