Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Globalizzazione - Ohmae e Korten Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI

Prof.ssa Emanuela C. Del Re

Modulo 12 La globalizzazione (parte I)

La storia recente della globalizzazione suggerisce che il concetto è strettamente connesso con i cambiamenti nell'economia globale. La crisi economica degli anni 1970 che vide un crollo drammatico dei profitti in tutto il mondo industrializzato, portò al tentativo da parte delle imprese capitaliste di espandere la natura internazionale dei loro processi di produzione e modelli commerciali. Vista in questo contesto, la globalizzazione segna il tentativo del capitale di uscire dagli schemi dei sistemi nazionali di produzione, verso un regime più flessibile e globale.

Così come ha fatto con molti dei concetti fondamentali della sociologia politica, Marx è stato uno dei primi pensatori a sviluppare una teoria della globalizzazione. Nel Manifesto del Comunismo, Marx ed Engels hanno osservato che il capitale inevitabilmente si espande oltre i confini dello

influenzati dalla globalizzazione. Gli individui possono beneficiare della globalizzazione attraverso l'accesso a beni e servizi provenienti da tutto il mondo, nonché attraverso opportunità di lavoro e di studio internazionali. Tuttavia, la globalizzazione può anche portare a una maggiore concorrenza e a una perdita di posti di lavoro a livello locale. Le società per azioni, d'altra parte, possono trarre vantaggio dalla globalizzazione attraverso l'espansione dei loro mercati e l'accesso a nuovi clienti e fornitori internazionali. Tuttavia, la globalizzazione può anche comportare rischi e incertezze, come la volatilità dei mercati finanziari globali e la necessità di adattarsi a normative e regolamentazioni internazionali. In conclusione, la globalizzazione è un fenomeno complesso che ha implicazioni sia positive che negative. È importante considerare le diverse prospettive e teorie sulla globalizzazione al fine di comprendere appieno le sue conseguenze e sviluppare strategie adeguate per affrontarle.oggi influenzati da un mondo al di fuori della loro località e ne sono coscienti, come afferma Giddens in The consequences of Modernity (1990). La minaccia principale della globalizzazione sembra trovarsi nella consapevolezza che una vera comprensione della complessità della vita sociale non può più essere separata da una concentrazione dell'analisi sulla società, specialmente quando essa sia vista come equivalente alla quintessenza della moderna forma di stato-nazione. Questo a dire che è giusto sottolineare i limiti di un approccio centrato sullo stato che ignori le restrizioni esterne imposte agli stati e i legami economici e culturali che connettono diverse società civili. Tuttavia, l'argomento fondamentale che andiamo a trattare suggerisce che la globalizzazione non è stata così dannosa per il potere dello stato così come si è spesso detto. Infatti, molti sviluppi associati con la globalizzazione.possono solo essere compresi nei termini della relazione tra lo stato e le istituzioni della società civile. Vedremo infatti che gli stati restano ancora il punto focale delle attività economiche e culturali, e che le istituzioni della società civile, come le società multinazionali, si appoggiano sulle cornici politiche che forniscono gli stati. Gli approcci moderati alla globalizzazione sostengono che lo stato-nazione continua ad essere il giocatore chiave nell'economia globale contemporanea. La versione più radicale di questa tesi, tuttavia, sottolinea che il declino dello stato come un corpo decisionale autonomo. Vi sono varie teorie interpretative della globalizzazione. La prospettiva della "globalizzazione radicale" sottolinea i seguenti fattori: 1) lo sviluppo e l'ampia disponibilità a basso costo di tecnologia di telecomunicazione come cavi a fibra ottica, macchine per fax, trasmissioni digitali e via satellite, che hasignificatoche le popolazioni degli stati stanno sempre più diventando soggette ad una "cultura globale" che va al di là del potere di controllo dei singoli governi; 2) l'affermazione dei Nuovi Movimenti Sociali che adesso hanno le risorse per diventare irivali di molti stati, ma che a differenza degli stati non sono radicati sul territorio geograficamente, e che sono in grado di trasferirsi seguendo i cambiamenti che avvengono nelle "domande" sociali, e seguendo la disponibilità dei vantaggi locali come salari a basso costo, basse tasse sul lavoro, e sindacati deboli; 3) la crescente natura globale del mercato, che ha reso gli stati incapaci di sviluppare delle politiche economiche efficaci,; gli stati devono sempre più rispondere a fattori che vanno al di là del loro controllo, come le richieste imperiose dei Nuovi Movimenti Sociali e la fluttuazione dei mercati finanziari mondiali; in generale, si sostiene che i mercati mondiali.

Ei Nuovi Movimenti Sociali siano forze più potenti negli affari internazionali degli stati e che queste nuove forze della globalizzazione non possono essere governate con efficacia. Tali supposte tendenze, sono diventate quasi egemoniche per la loro influenza sui teorici del management, i leader nel mondo degli affari, e i politici neo-liberisti durante gli anni 1990.

Due figure chiave dal mondo degli affari che hanno contribuito alla tesi della globalizzazione radicale sono il guru giapponese degli affari Kenichi Ohmae e David Korten, il presidente di The People-Centred Development Forum (Forum per lo sviluppo incentrato sulla gente). Nel 1995 entrambi hanno scritto testi fondamentali, che pongono le basi in termini chiari l'enorme impatto che si suppone la globalizzazione abbia sul potere dello stato. Come esempi della tesi della globalizzazione radicale essi sono convincenti, nonostante le loro diverse conclusioni sulla desiderabilità o meno di un cambiamento globale.

Essi tuttavia concordano su molti aspetti della vita sociale su cui la globalizzazione ha avuto un impatto. Ohmae The end of the nation-state (1995) definisce il cambiamento globale nei termini di quello che egli chiama le Quattro "I": Investimento, Industria, tecnologia Informatica, Individui consumatori. Sostiene che gli investimenti attraverso i mercati finanziari siano cresciuti rapidamente negli ultimi anni, poiché la tecnologia ha fortemente aumentato l'opportunità per gli speculatori di aggirare i controlli dei governi nazionali. Le opportunità per gli investimenti vengono fornite da società per azioni, le quali a differenza delle vecchie industrie legate ai confini geografici, sono in grado di muoversi verso nuovi mercati in via di sviluppo come l'India e la Cina. Compagnie che hanno meno successo attraggono investimenti individuali attraverso ampi fondi-pensione, con ben noti target, compagnie globali la cui reputazione è.

una garanzia di un buon ritorno economico. Le innovazioni nella tecnologia informatica non soltanto hanno aumentato la mobilità dei capitali, ma hanno anche reso il lavoro degli esperti nel campo dell'ingegneria, della medicina o altro più disponibile attraverso i confini degli stati, utilizzando sofisticati computers, interfacciando con clienti a mille chilometri di distanza. Questi sviluppi sono sostenuti da una crescente consapevolezza dei consumatori della varietà di stili di vita, e di prodotti che sono disponibili per loro nel mercato mondiale. Quindi gli appelli alla lealtà dei consumatori nei confronti del mercato nazionale non viene ascoltato, perché i consumatori cercano l'affare migliore senza tener conto del mercato nazionale. La tesi centrale di Ohmae è che i leader degli stati hanno mancato nel non accettare che le forze elencate sopra sono al di là del controllo degli stati. La chiave di questi sviluppi è la

Rapida espansione dell'economia globale. Per Ohmae, questo deve essere ben accetto perché porta con sé un aumento della prosperità e nuove opportunità che si muovono trasversalmente tra culture nazionali. Le forze globalizzatrici identificate da Ohmae non possono, egli sostiene, essere respinte a lungo da leader politici dalla mentalità ristretta. Le barriere politiche saranno sempre più soggette a cambiamenti dato che il flusso globale delle informazioni assicura che la gente diventerà più consapevole di una cultura consumistica globale e condivisa, che definisce "California-ization" (Californizzazione). Gli individui hanno già cominciato ad affermare la loro sovranità di consumatori al di sopra dei loro legami con lo stato nazione. Come sostiene Ohmae: "il cittadino ben informato di un mercato globale non aspetterà passivamente che lo stato-nazione o i profeti culturali gli forniscano dei."

Miglioramenti tangibili dello stile di vita (...) egli vuole i suoi proprimezzi di accesso diretto a quella che è diventata una autentica economia globale".

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1610 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Del Re Emanuela.