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LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA

La globalizzazione economica designa l'intensificazione e l'estensione delle connessioni economiche a livello planetario. Giganteschi flussi di capitale mediati dalla tecnologia digitale hanno stimolato l'interscambio di beni e servizi. Estendendo la propria portata a tutto il mondo, i mercati hanno conquistato il cyberspazio e hanno creato nuovi collegamenti tra economie nazionali e regionali. Grandi aziende transnazionali e vastissimi sistemi regionali di libero scambio come l'UE sono i blocchi fondativi su cui poggia l'ordine economico globale del 21 secolo.

La globalizzazione economica contemporanea può essere fatta risalire alla progressiva affermazione di un nuovo ordine economico internazionale, definito nel corso di una conferenza economica tenutasi verso la fine della 2WW a Bretton Woods. Sotto la guida di USA e UK, le maggiori potenze economiche del Nord Globale abbandonarono le politiche protezionistiche del periodo tra le due guerre.

impegnandosi a espandere il commercio internazionale e ad adottare regole vincolanti sulle attività economiche internazionali. Decisero di instaurare un sistema più stabile di cambi, in cui il valore della moneta di ogni stato fosse ancorato al controvalore fisso in oro del dollaro. All'interno di questi limiti, i singoli stati erano poi liberi di controllare e decidere dei loro confini, il che permetteva di fissare la propria personale agenda politica ed economica. Bret Woods pose anche le basi istituzionali per la nascita di 3 organizzazioni economiche internazionali: FMI creato per amministrare il sistema monetario internazionale; la Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo poi rinominata BANCA MONDALE, inizialmente progettata per erogare prestiti funzionali alla ricostruzione post bellica in Europa, successivamente la sua finalità divenne quella di finanziare vari progetti industriali in paesi in via di sviluppo; L'accordo generale sui dazi esue nazione, decise di abbandonare il sistema di Bretton Woods e di svalutare il dollaro rispetto all'oro. Questo evento segnò l'inizio di un periodo di instabilità economica e finanziaria a livello globale. Negli anni successivi, si assistette a una crescente liberalizzazione dei mercati finanziari e commerciali, con la diffusione di politiche neoliberiste che promuovevano la deregolamentazione e la privatizzazione. Questo portò a una maggiore integrazione economica tra i paesi, ma anche a una crescente disuguaglianza sociale e a una diminuzione del potere dei lavoratori. Negli anni '90, l'Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) assunse un ruolo sempre più importante nel promuovere la liberalizzazione del commercio internazionale. Tuttavia, ciò portò anche a una serie di controversie e proteste da parte di movimenti sociali e ambientalisti che denunciavano gli effetti negativi di questa politica sui lavoratori e sull'ambiente. Negli ultimi anni, si è assistito a una crescente critica nei confronti del sistema di libero scambio e delle politiche neoliberiste. Molti paesi hanno adottato politiche protezionistiche e nazionaliste, cercando di proteggere le proprie industrie e i propri lavoratori. In conclusione, il sistema di Bretton Woods ha avuto un impatto significativo sull'economia mondiale, contribuendo alla costruzione di un'età dell'oro del capitalismo regolamentato. Tuttavia, il crollo di questo sistema ha portato a una serie di cambiamenti e sfide, con l'ascesa del neoliberismo e la crescente disuguaglianza sociale. Oggi, il dibattito sul commercio internazionale e sulle politiche economiche è ancora molto vivo, con diverse visioni e posizioni che cercano di trovare un equilibrio tra liberalizzazione e protezione dei lavoratori e dell'ambiente.industrie americane, decide l'abbandono del sistema dei cambi fissi legato al controvalore in oro del dollaro, cioè del dollar standard. Il decennio successivo fu caratterizzato da una forte instabilità economica globale, con elevata inflazione, bassa crescita, disoccupazione, deficit enorme del settore pubblico e due crisi energetiche legate all'OPEC e al conflitto arabo israeliano. A ciò va aggiunta la sconfitta elettorale di quelle forze politiche si identificavano con il modello del capitalismo controllato e l'ascesa invece di partiti legati ad un approccio neoliberista alla politica economica e sociale. Negli anni 80, Margaret Tatcher e Reagan guidarono la rivoluzione neoliberista in opposizione alle politiche keynesiane, in favore di un programma politico che promuoveva la liberazione delle economie regolamentate. Questo ordine economico neoliberista ebbe un'ulteriore legittimazione tra 89 e 91 con il crollo del comunismo. (NEOLIBERISMO LEGATO A)

(SMITH E RICARDO)Da allora i 3 sviluppi più significativi collegati alla globalizzazione economica sono stati: internalizzazione del commercio e della finanza; la crescita del potere delle multinazionali e delle grandi banche di investimento; il ruolo più attivo esercitato dal FMI, BM e dal WTO.

INTERNALIZZAZIONE DEL COMMERCIO E FINANZA

Molti associano la globalizzazione economica al tema del libero commercio, in effetti il valore del commercio mondiale è cresciuto enormemente tra il 47 e il 2010, anno in cui la Cina era primo paese produttore del mondo, generava l'11% dell'export globale, mentre gli USA, primo paese consumatore, assorbivano il 13% dell'import globale. Il dibatto sui benefici e sui limiti del libero mercato prosegue con diverse polemiche, in quanto i paesi ricchi del nord globale e i blocchi commerciali regionali hanno accentuato gli sforzi per la creazione di un unico mercato globale tramite accordi di vasta portata per la liberalizzazione.

d'accordo con l'obiettivo di promuovere relazioni internazionali pacifiche e diffondere l'innovazione tecnologica a vantaggio di tutti. Le misure neoliberiste adottate includono la privatizzazione delle imprese, la deregolamentazione dell'economia, la liberalizzazione del commercio e la riduzione delle imposte. È stato dimostrato che alcune economie nazionali hanno aumentato la loro produttività attraverso il libero commercio, consentendo a milioni di persone di uscire dalla povertà in paesi in via di sviluppo come la Cina e l'India, raggiungendo il primo obiettivo del millennio dell'ONU di dimezzare la povertà estrema entro il 2015, con tre anni di anticipo. Tuttavia, è importante chiedersi se questi benefici siano distribuiti equamente tra le società e all'interno di esse. Diversi studi infatti dimostrano che il divario tra paesi ricchi e poveri si è rapidamente ampliato. L'internazionalizzazione del commercio ha avuto un impatto significativo sulla crescita economica, ma è necessario valutare attentamente le sue conseguenze sociali e ambientali.

Pari passo con la liberalizzazione delle transazioni finanziarie, le cui componenti principali includono la deregolamentazione dei tassi di interesse, l'eliminazione dei controlli sul credito, la privatizzazione delle banche e delle istituzioni finanziarie di proprietà del governo e la crescita dell'investment banking. La globalizzazione delle attività finanziarie consente una maggiore mobilità tra i diversi segmenti del settore finanziario con maggiori opportunità di investimento. Tale struttura finanziaria è emersa negli anni 80 con la progressiva deregolamentazione dei mercati azionari e dei k in UE, USA, Asia orientale, Australia e Nuova Zelanda. Un decennio dopo si sono aggiunti anche paesi del sud-est asiatico e dell'India e Africa. Negli anni novanta, l'enorme sviluppo delle tecnologie e l'iniziale accesso ad internet ha permesso ulteriormente di accelerare la liberalizzazione delle transazioni finanziarie, milioni

diinvestitori usano reti globali di investimento elettronico per ricevere preziose info sugli sviluppieconomici e per inviare i propri ordini. La crescita finanziaria è avvenuta sotto forma di HEDGEFUNDS ad alto rischio e altri mercati puramente valutari e mobiliari su cui si negoziano i profittiderivanti dalla produzione futura. Gli investitori scommettono su merci o tassi di cambio che nonesistono ancora. I sistemi finanziari, dominati da mercati azionari ultrasensibili, sono ormaicaratterizzati da una volatilità elevatissima, da una competizione feroce e da forte insicurezza. GliSpeculatori approfittano spesso della scarsa regolamentazione dei settori bancario e finanziario perfare enormi profitti nei mercati emergenti dei pvs ma, tuttavia, poiché si possono invertirevelocemente, questi flussi internazionali di k sono in grado di creare cicli artificiosi di espansionemettendo in pericolo il benessere di intere regioni. Nei primi anni 80, questa sempremaggiorevolatilità si è combinata con due decenni di deregulation neoliberista e infine, ha dato vita alla crisi finanziaria globale, crisi più grave della storia dopo quella degli anni 30. Le possibili conseguenze negative di una infrastruttura finanziaria globale deregolamentata erano già visibili nella crisi asiatica del 97-98; nei primi anni 90 infatti i governi asiatici avevano abbandonato il controllo sui movimenti interni di capitale per attirare investimenti esteri diretti. Questo afflusso di investimenti si è tradotto in un aumento vertiginoso delle quotazioni azionarie e dei prezzi immobiliari in tutto il sud-est asiatico. Quando gli investitori si sono resi conto che i prezzi si erano gonfiati ben oltre il valore effettivo dei titoli e degli immobili, hanno ritirato 105 miliardi di dollari da quei paesi. L'output economico è crollato, la disoccupazione aumentata e i salari sono diminuiti. Alla fine del 97 l'intera regione viveva una crisi.

finanziaria che minacciava di mandare in recessione l'economia globale. Questo esito fu scongiurato dalla combinazione di interventi internazionali di salvataggio e la vendita immediata di asset commerciali nel sud-est asiatico.

Un decennio dopo, il crack del 2008. Esso affondava le sue radici negli anni 80 e 90, quando le tre amministrazioni americane di Reagan, Bush padre e Clinton, attuarono la deregolamentazione dei servizi finanziari. L'iniziativa più importante fu l'abolizione nel '99 del Glass-Steagall Act, promulgato da Roosevelt nel '33 per impedire alle banche commerciali di fare investimenti a Wall Street. La deregulation neoliberista provocò un'onda di fusioni che fecero nascere enormi conglomerati di servizi finanziari ansiosi di lanciarsi nelle speculazioni che non necessariamente facevano parte del business sottostante. In questo contesto, le istituzioni finanziarie si prestavano soldi a vicenda e vendevano quei prestiti come titoli trasferendo il

rischio ai loro acquirenti. Supportate da politiche monetariste volte a tenere bassi i tassi di interesse e a sostenere il flusso del credito, le banche di investimenti hanno esteso la ricerca di capitali all'acquisto di rischiosi mutui subprime da broker che accettavano domande di mutui immobiliari praticamente senza anticipi e senza controlli sulla solvibilità dei richiedenti. Le banche di investimenti rastrellarono questi mutui sperando di poterli rivendere insieme al rischio che comportavano, accorpandoli in titoli compositi non assoggettati alla regolamentazione governativa. Gli elevati rendimenti dei fondi che collocavano questi titoli attiravano sempre più gli investitori di tutto il mondo, globalizzando rapidamente titoli tossici per oltre un trilione di dollari. A metà del 2007, quando i prezzi ultravvalutati degli immobili americani iniziarono a scendere ed esplosero i pignoramenti, iniziò il declino. Gli investitori compresero i rischi che siaccompagnavano ai mercati mobiliari e persero fiducia, il valore dei fondi che vendevano mutui cartolarizzati crollò e le banche tentarono di fare sparire i debiti presenti nei loro stati patrimoniali. Istituzioni finanziarie tra
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Publisher
A.A. 2021-2022
4 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiacar0 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Farinella Domenica.