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Demetrio cominciò a diventare un problema più preoccupante per gli altri stati
ellenistici, poiché nello stesso anno tentò un'invasione in Tracia (controllata da
Lisìmaco) e nel 289 a.C. tentò di impossessarsi dell'Epìro; ma furono tentativi inutili.
Così in questi anni i rapporti internazionali furono rimessi in discussione e la coalizione
di Lisìmaco, Tolomeo, Selèuco e Pirro, stanchi dello strapotere di Demetrio, riaprirono
le ostilità e lo batterono a Berèa nel 289 a.C. Demetrio fu cacciato dalla Macedonia,
che venne spartita tra Pirro e Lisìmaco. Demetrio riuscì a fuggire anche stavolta, ma,
giunto in Asia, fu catturato nel 286 a.C. e morì prigioniero di Selèuco nel 283 a.C. Però,
fatto importante, il controllo in Grecia rimaneva alla discendenza di Demetrio, il quale
vi aveva lasciato suo figlio, Antìgono Gònata.
Lisìmaco diventa il nuovo problema: ha troppo potere! Anche gli altri alleati erano
destinati ad aspri conflitti tra di loro. Lisìmaco fu abbandonato dagli altri, perché nel
284 a.C. si impossessò della Macedonia in barba a Pirro: ora Lisìmaco controllava un
territorio molto vasto, che andava dal Danubio fino al Tauro (Macedonia Tessaglia
Tracia, Anatolia sino alla catena del Tauro). Intanto poiché la Macedonia era nelle mani
di Lisìmaco, Atene cacciò via il presidio macedone.
La vittoria di Selèuco a Curupèdio e morte di Lisìmaco (281 a.C.). Lisandra, figlia di
Tolomeo e vedova di Agàtocle, figlio di Lisìmaco, invitò Selèuco a intraprendere una
guerra contro Lisìmaco. Selèuco rispose positivamente: nel 281 a.C. sconfisse
Lisìmaco nella battaglia di Curupèdio (a nord di magnesia al sìpilo in Lidia). Lisìmaco
fu così ucciso e Selèuco si prese tutto.
Selèuco è vicino all’unificazione dell’impero. Morte di Selèuco (281 a.C.). Selèuco era
rimasto l’ultimo dei diàdochi diretti dopo la morte di Alessandro, poiché Tolomeo era
Ciò significava che in breve avrebbe potuto prendere anche l’Egitto
morto nel 283 a.C.
e impadronirsi di tutto quanto. Ma volendo prendere formalmente il potere della
Macedonia a Lisimachia (città fondata da Lisìmaco nel Chersoneso per tenere a bada
quei territori), nel 281 a.C. fu a sua volta ucciso da Tolomeo Ceràuno (il figlio
diseredato di Tolomeo I, che invece aveva assicurato il regno a Tolomeo II), il quale
era riuscito a conquistarsi una posizione di rilievo alla corte di Lisìmaco. Data la sua
posizione svantaggiata, Ceràuno voleva ottenere la Macedonia, come compensazione
dell’allontanamento paterno.
Due regni su tre sono in barca. I tre grandi regni ellenistici sorti dalla divisione
dell’impero alessandrino erano Macedonia/Grecia, Egitto e regno seleucìdico. Ma al
281 a.C. solo due di questi, Egitto (Tolomeo II) e regno di Siria (Antìoco I), erano
stabili e la loro discendenza salva. Nel periodo dal 281 fino al 279 a.C., Ceràuno difese
la Macedonia da Antìoco I e Antìgono Gònata. Ma nel 279 a.C. sarebbe arrivata una
durissima invasione celtica che mise in discussione i loro rapporti.
L’invasione dei Galàti (279-277 a.C.) garantisce la Macedonia agli Antigònidi. Appena
due anni dopo, nel 279 a.C., Ceràuno morì nel tentativo di difendere la Macedonia
dall’invasione dei Celti, chiamati ‘Galàti’ dai Greci, scesi dai Balcani. I Galàti arrivati
a Delfi furono contrastati dai Focesi e soprattutto dalla Lega Etòlica, che fu acclamata
per il suo eroismo e ne ottenne grande prestigio. Altri Celti erano giunti in Tracia nel
277 a.C. ma questi furono bloccati a Lisimachia da Antìgono Gònata, che ebbe così un
valido pretesto per entrare in possesso della Macedonia. Altri Celti passato il
Chersoneso giunsero in Anatolia, dove rimasero per quasi 50 anni, finché il re di
Pergamo Àttalo I intorno al 230 a.C. non li batté facendoli stanziare nella regione
anatolica che prese il nome da loro, la Galazia. La Macedonia, grazie alla vittoria di
Gònata sui Galàti, sarebbe rimasta saldamente nelle mani dei discendenti di Antìgono
Monoftàlmo, gli Antigònidi. Infatti un tentativo fatto da Pirro di impossessarsi della
–
Macedonia nel 274 a.C. si risolse con la sua morte ad Argo nel 272 a.C. Pirro fu un
sovrano sfortunatissimo anche con i Romani (coi quali ottenne esaltanti successi
almeno all’inizio della guerra tarentina). Antìgono Gònata impose tirannidi in ogni città
della Grecia, affinché fossero a lui favorevoli. Però la sua politica opprimente causò
una reazione da parte delle Leghe greche, quella achea e quella Etòlica.
La lega achea. Essa esisteva già nel V e nel IV secolo. Si dovette sciogliere dopo
Cheronea (agosto del 338 a.C.). Ricominciò ad avere importanza a partire dal 280 fino
al 146 a.C.; nel 280 a.C. fu ricostituita con funzione anti-macedone, mentre nel 146
a.C. sarebbe stata sciolta in seguito alla disastrosa guerra acaica. La Lega achea nel III
secolo a.C. era una confederazione formata da Acaia, Arcadia e Argolide. La sua
caratteristica più interessante è che, a differenza delle precedenti Leghe greche, non
permetteva alle singole póleis di sopravanzare le altre (come avevano fatto, tra V e IV
secolo a.C., Sparta con la Lega peloponnesiaca e Atene con le 2 Leghe Delie). Le póleis
partecipavano al sinedrio con un numero fisso di voti e eleggevano annualmente uno
stratego come leader della confederazione, poiché in periodo di guerra era il
comandante dell'esercito confederato. La Lega achea conobbe il suo maggior splendore
con Aràto di Sicione, divenuto capo nel 249 a.C., poiché entrarono nella Lega achea,
oltre a Sicione, Corinto, Mègara, Epidauro Argo.
La Lega Etòlica. Essa era di formazione arcaica, ma ebbe scarsa importanza nel V e
nel IV secolo a.C. Si affermò dopo la morte di Alessandro e in particolare si mise
all'attenzione del mondo greco nel III secolo a.C. come quella achea. Ma soprattutto
procurò l’attenzione dell’anfizionia delfica quando sconfisse i Celti invasori nel 279
l’anfizionia
a.C. (i Galàti); infatti delfica l'accolse. La Lega Etòlica si accrebbe di
Acarnania, Focide, Locride; nel 245 a.C. con la battaglia di Cheronea, sconfitta la
Beozia, annetté anche questa regione. Nel 243 a.C. è dalla sua parte anche l'Elide e la
Messenia.
Le due Leghe greche non furono sempre unite, anzi. Infatti nel 241 a.C. fu combattuto
un conflitto a Pellène (in Acaia), per il possesso dell’Acrocorinto (l'acropoli di
Corinto), tra la Lega achea di arato e la coalizione formata da Antìgono Gònata (che
conservò un regno lungo, dal 277 al 239 a.C.) e la Lega Etòlica. In generale si può dire
che le Leghe serbassero un sentimento anti-macedone, anche se qui la Lega Etòlica era
alleata del macedone Antìgono. Per contro si vide che la Lega achea, soprattutto sotto
Aràto, era profondamente anti-macedone. A ogni modo gli Etòli e Antìgono persero
(l'alleanza tra gli Etòli e la Macedonia resse fino al 239 a.C., quando Antìgono Gònata
morì).
La funzione anti-macedone delle due leghe fu particolarmente viva e organizzata sotto
il regno di Demetrio II (figlio di Antìgono Gònata), il quale regno dal 289 fino al 229
a.C. Gli Etòli, in conflitto coi Macedoni, pur sfruttando l'alleanza della Lega achea e
pure estendendo il proprio controllo in Arcadia, persero molta Grecia centrale.
Purtroppo la comune funzione anti-macedone delle due Leghe venne meno subito dopo
la morte di Demetrio II, sotto Antìgono Dosòne (229-221 a.C.; era il fratello di
Demetrio II), a causa del rinnovato dinamismo spartano.
La breve primavera spartana. Il re spartano Cleòmene III (235-222 a.C.) riuscì in breve
tempo a conferire nuovo vigore alla sua patria, operando delle riforme costituzionali,
allo scopo di riconquistare l'egemonia nel Peloponneso. Fin dal periodo classico il
l’oligantropìa.
problema che aveva attanagliato gli Spartani era stata Perciò Cleòmene
III, molto lucidamente e stranamente per la mentalità spartana (ma questo è un indice
di un profondo cambiamento occorso nella pólis), conferì la cittadinanza a 4000
perieci, ridistribuì le terre ai nuovi cittadini, abolì il prepotente eforato che impacciava
l’azione regia.
La Lega achea di Aràto chiese aiuto ad Antìgono Dosòne, per fronteggiare il pericolo
spartano; invece la Lega Etòlica, fedele ai suoi sentimenti anti-macedoni, stette in
la richiesta d’aiuto
disparte. Dosòne, accettata da parte di Aràto, cercò di costituire un
fronte anti-spartano, ospitando nella coalizione Tessaglia, Beozia, Focide ed Epìro. Le
conseguenze più dirette furono la sconfitta degli Spartani a Sellàsia (222 a.C.; in
Laconia). A seguito della sconfitta, Cleòmene III fuggì in Egitto e le sue avanzate
riforme furono gettate alle ortiche: la breve avventura spartana poteva dirsi conclusa
per sempre, poiché la pólis non si sarebbe mai più rialzata (al tempo di Augusto, Sparta,
che non poteva comunque più nuocere a nessuno, fu completamente smilitarizzata). A
ogni modo a causa di Sparta le due Leghe greche si erano trovate in disaccordo; in più
la Macedonia aveva trovato il modo per tenere le due leghe alla sua mercé, poiché il
maggior contributo della vittoria su Sparta era stato dato proprio da Dosòne. In realtà
a dispetto di questo oggettivo indebolimento delle 2 Leghe greche, la Macedonia
cominciò a essere considerata un attore scomodo da parte dei Romani; dopotutto tolto
il pericolo di Cleòmene III le Leghe non avrebbero avuto più bisogno di continuare
l'amicizia con i Macedoni. Infatti quando i Romani si resero conto del pericoloso
espansionismo della Macedonia, le Leghe greche si tennero neutrali smettendo
tassativamente di appoggiarla.
La guerra sociale (219-217 a.C.). Per quanto i Romani alla fine avrebbero dominato su
tutti, la fortuna degli Etòli cominciò a declinare ancora di più quando nel 221 a.C.
divenne re di Macedonia Filippo V (221-177 a.C.). Infatti con Filippo V la situazione
si ribaltò: la Macedonia ora si alleò con la Lega achea e gli Etòli rimasero fuori da tale
alleanza. La guerra sociale (219-217 a.C.) vide appunto l'amicizia tra Macedonia e
Lega achea; nel 217 a.C. si concluse la pa