Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'AVVICINAMENTO AL NATURALISMO DI CARAVAGGIO
Crocifissione di San Pietro, 1604-1605
Commissionata dal Cardinale Aldobrandini.
L'opera riecheggia quella di Caravaggio, a partire dalla riproposizione al grado zero dell'episodio sacro, che si evince, innanzitutto, dall'aspetto umano del Santo, raffigurato come un comune uomo anziano che si dimena spaventato, e dalla descrizione fredda e meccanica e brutale del lavoro che i tre aguzzini stanno compiendo, senza mostrare alcun tipo di emozione o di coinvolgimento empatico nella drammaticità dell'episodio.
Poi anche per l'analisi e la riproduzione della consistenza ottico materica di tutti gli elementi della rappresentazione, che vengono equiparati: la consistenza lignea della croce equiparata alla resa delle stoffe, degli incarnati o alla costruzione plastica dei corpi, costruiti attraverso in contrasto netto tra luce tersa e ombre nette generate dall'incidenza della luce.
Questa citazione Caravaggesca è...
comunque depurata e filtrata attraverso il rigorismo classicista di Annibale, che accentua ancora di più, che si evince dalla ricostruzione della scena, secondo una composizione rigorosamente piramidale di stampo classicista: la croce è costruita perfettamente, seguendo i criteri classicisti, il corpo del Santo è perfettamente in asse, i tre aguzzini sono disposti in modo tale da individuare i due lati del triangolo e il vertice (individuato dal cappello rosso) e lo spazio è organizzato razionalmente, con questo paesaggio naturale che si intravede sullo sfondo, definito per macchie di colore soffuso evaporoso (vaporosità dell'albero), di stampo Correggesco (retaggio dello studio del linguaggio eclettico di Annibale). E' proprio questo rigorismo classicista, che allontana questo dipinto da quello di Caravaggio, dal fondale neutro e privo di qualsiasi rigore compositivo, con la croce che taglia obliquamente la scena stessa. L'opera, quindi, attestaQuesto atteggiamento di maggior apertura di Guido Reni, rispetto al Domenichino, nell'avvicinarsi anche ad altri modelli (il naturalismo di Caravaggio in questo caso), MA SEMPRE rimanendo fedele al rigorismo classicista di Annibale.
La strage degli Innocenti, pinacoteca di Bologna, 1611-1612
Avvicinamento al naturalismo di Caravaggio: per la riproposizione al grado zero dell'episodio, rappresentato come una vera e propria carneficina, in tutta la sua drammaticità, crudeltà e violenza, come si evince dai corpi morti dei bambini in primo piano o dalla brutalità degli aguzzini, intenti a compiere meccanicamente queste loro azioni violente, senza mostrare alcun tipo di partecipazione empatica al pathos della situazione (quello che sta per pugnalare il bambino al centro e quello che afferra e trascina violentemente a sé la donna, che spalanca gli occhi e la bocca, terrorizzata). Come Caravaggio, quindi, anche Guido Reni analizza e riproduce verosimilmente gli stati.
d'animo dei personaggi, realizzando un vero e proprio campionario dei diversi modi di esprimere il dolore, lo spavento, la disperazione. Analisi ottico-materica. Anche qui, la citazione Caravaggesca viene depurata e filtrata attraverso il rigorismo classicista di Annibale, che accentua ancora di più: composizione dinamica, ma rigorosamente costruita, rispettando i canoni classicisti di ordine, armonia ed equilibrio. Ciò si evince dal fatto che i protagonisti sono disposti in modo tale da individuare una sorta di triangolo al centro e da questo pugnale, fulcro della violenza e delladrammaticità dell'episodio, perfettamente in asse con il bambino sottostante. Anche quest'opera attesta l'atteggiamento più aperto e libero di sperimentare di Guido Reni, rimanendo sempre fedele al dato classicista, che accentua ancora di più. LA SEMPLIFICAZIONE CLASSICISTA L'Aurora, Casino dell'Aurora, Palazzo Pallavicini Rospigliosi, 1613-1614 L'operaè stata realizzata PER Scipione Borghese, quando ilCasino era ancora di sua proprietà.Campeggia sulla volta della Sala Principale, all'interno di unacornice in stucco dorato bianco. Finto quadro riportato su unavolta completamente bianca. Altra committenza di ScipioneBorghese, ancor prima che il Casino venisse venduto ai PallaviciniRospigliosi.
MANIFESTO DEL RIGORISMO CLASSICISTA DI GUIDO RENIPer la SEMPLIFICAZIONE classicistadell'organizzazione strutturale della volta, dato cheo concepisce l'affresco come un semplice fintoquadro, illusionisticamente appeso sul soffitto biancodella volta, all'interno di una cornice dorata, senzapreoccuparsi di inquadrarlo all'interno di unastruttura architettonica (anche solo illusionisticamentedipinta. Quindi, prende spunto dall'impostazionestrutturale della volta di Annibale, che, però, semplificaancora di più, eliminando il sistema della finta quadraturae, quindi, il finto illusionismo.
prospettico .dell'organizzazione compositiva della scena, che sio muove da sx verso dx, ma tutta su unico piano,privo di profondità prospettica e con tutti ipersonaggi allineati e accostati ( cavallisemplicemente accostati). Recupera, quindi, la strutturacompositiva delle decorazioni a rilievo delle fronti deisarcofagi antichi (tutte allineate) e riecheggia anche ilTrionfo di Bacco e Arianna di Annibale, di cui, però,accentua ancora di più il rigorismo e l'eroismoclassicista : si tratta di una composizionerigorosamente costruita, armonica, equilibrata, congli stessi personaggi che si muovono e si atteggiano,rispettano i canoni classicisti di ordine, armonia edequilibrio (forme ideali e antinaturalistiche dei panneggigonfiati dal vento, come quello dell'Aurora).Tutti i personaggi, soprattutto le personificazioni femminili delle Ore,ricordano, per la loro grazia e raffinatezza, le figureRaffaellesche (l'Aurora la Galatea), reinterpretate comunque
Inchiave classicista. San Filippo Neri, Cappella Maggiore dell piano superiore di Santa Maria in Valicella, 1615 (all'interno del complesso dell'oratorio di San Filippo Neri)
CAPACITÀ RITRATTISTICA, non solo fisiognomica, nel cogliere il rapporto o legame intimistico tra il Santo e la Vergine (interiorità dei personaggi).
Nesso e Dejanira, Louvre, 1621
Rapimento di Dejanira da parte di Nesso, mentre, sul fondo, si scorge Ercole, intento a lanciare la freccia dall'arco. Realizzata per la Ferdinando Gonzaga (Duca di Mantova). Al Louvre, come Morte della Vergine di Caravaggio, perché, come tutta la collezione dei Gonzaga, venne venduta a Carlo I. Poi, dopo la Rivoluzione, venne venduto al collezionista Francese, che li donò a Luigi 14° (prima Versailles e poi Louvre). Stessa storia del dipinto di Caravaggio, con la differenza che si tratta di una commissione diretta del Duca.
Viene raffigurato il rapimento di Dejanira da parte di Nesso e, in particolare, il...
momento in cui Nesso sta rapendo Dejanira, mentre, sullo sfondo, si intravede Ercole, che sta per lanciare la freccia dall'arco. Alcune novità, rispetto all'estremo rigorismo e all'estrema semplificazione classicista delle opere precedenti: innanzitutto, per l'esplosione dinamica dei corpi, che creano un senso di movimento che va da sx verso dx e che riecheggia il Prosperpina di Bernini, soprattutto per l'idea di rappresentare un momento di transitorietà, carico di drammaticità. Poi, anche per il corpo di Nesso, plastico, possente e muscoloso, che si allontana dalla grazia delle figure dell'Aurora e ricorda molte figure Caravaggesche. Infine per il tenebrismo del cielo, definito per macchie di colore vibranti e squarciate da effetti luministici, di ascendenza Veneta, soprattutto Tintorettesca, che caratterizza anche le opere di Guercino. Nonostante ciò, la composizione è sempre rigorosamente costruita, rispettando i canoni.Classicisti di ordine, armonia ed equilibrio. Ma questo stesso dato classicista viene comunque rinnovato da queste soluzioni innovative e protobarocche, ovvero, questo dato dinamico, coloristico e luministico, assolutamente innovativo, che lo avvicina alle soluzioni protobarocche di Guercino e di Lanfranco, da cui attingerà lo stesso Pietro da Cortona.
L'opera, quindi, attesta la FLESSIBILITÀ di Guido Reni che, soprattutto nelle sue ultime opere, inizia a sperimentare nuove soluzioni (che possono essere definite protobarocche) con cui rinnova anche lo stesso rigorismo classicista, a cui rimane comunque legato.
Atlanta e Ippomene, 1625, Galleria di Capodimonte
Accentuazione del dato dinamico. Guarda su.
GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI, DETTO IL GUERCINO
È il più giovane tra gli allievi dei Carracci ed è l'unico a non aver frequentato l'Accademia, ma ad essersi formato a contatto con Ludovico (il che significa che la cultura pittorica Carraccesca su cui si basa
il cui linguaggio artistico è un mix di influenze. La sua principale fonte di ispirazione è Annibale Carracci, ma anche la cultura pittorica ferrarese, in particolare di Dosso Dossi, e quella veneta, soprattutto di Tintoretto. Ludovico elabora un linguaggio originale, caratterizzato da soluzioni protobarocche, che verranno poi riprese e rielaborate da artisti come Bernini e Pietro da Cortona. Egli sintetizza e accentua le sue fonti di ispirazione: mescola gli effetti luministici di Dosso Dossi con il colore vibrante veneto e la pittura lampeggiante e filiforme di Tintoretto. Il risultato è un senso di dinamismo luministico e coloristico, imbevuto di una carica drammatica tipica di Ludovico, che anima le scene. Un esempio di questa fusione di stili è rappresentato dall'opera "Erminia e Tancredi" nella Galleria Doria Pamphilij, realizzata tra il 1618 e il 1619. La scena è dominata da questa carica drammatica tipica di Ludovico,che attesta che la cultura Carraccesca a cui Guercino si ispira (inizialmente) è quella di Ludovico e non di Annibale (non avendo frequentato l'Accademia). Enfatizzata da questa esplosione di dinamismo che deriva, innanzitutto, dalle forme irrazionali e antinaturalistiche, che i panneggi assumono, gonfiati e accartocciati dal vento. Questi sembrano anticipare quelle vesti irrazionali tipicamente Berniniane, di opere come la Trasverberazione, segno che, probabilmente, Bernini prenderà spunto da queste vesti, per poi rielaborarle e adattarle al proprio linguaggio, per raggiungere gli esiti voluti. Il tutto è collocato all'interno di questo paesaggio naturale di ascendenza Vene