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LA NASCITA DEL QUOTIDIANO PER TUTTI IN FRANCIA
Emile de Girardin è il primo in Europa a fondare il 1°luglio 1836 un giornale che può essere venduto
sottocosto perché pagato al 50% con gli introiti derivanti dalla pubblicità: le Voleur (il ladro) con cui inventa di fatto
la rassegna stampa. Pubblica i migliori articoli usciti sugli altri giornali e non esistendo ancora i diritti d’autore non
ha compensi da retribuire.
Un anno dopo lancia la Mode destinato specificamente alle donne.
Grazie al buon successo dei suoi giornali, crea un’agenzia che raccoglie notizie e le vende poi ai giornali
locali.
Nel 1831 promuove un’altra invenzione il Journal des conaissances utiles, antenato delle pubblicazioni
pratiche tipo bricolage o dai fa te che offre ogni mese 32 pagine piene di indicazioni utili soprattutto sui progressi
dell’agricoltura.
Nel 1836 lancia la Presse, un quotidiano che costa la metà dei giornali concorrenti. Il basso prezzo di vendita
è consentito grazie alla quarta pagina occupata interamente dagli annunci pubblicitari.
L’abbonamento annuale costa 40 franchi (la metà rispetto agli altri giornali) e in 9 anni raddoppia il numero di
lettori.
Nello stesso anno nasce anche Le Siecle di A.Dutacq che ha un orientamento politico più definito ma la stessa
filosofia di commercializzazione (quarta pagina dedicata interamente agli annunci) e vanta risultati economici
ancora migliori.
Nascono poi diversi tipi di pubblicazioni: riviste illustrate, i magazine, i quotidiani che danno largo spazio a
pettegolezzi e infine i romanzi d’appendice.
Il roman feuilleton deve l’immediato successo popolare alle circostanze della pubblicazione che avviene a
puntate, su fogli quotidiani. La collocazione in cui i quotidiani francesi dell’epoca pubblicano i romanzi a puntate è il
taglio basso della prima pagina, destinato di norma a ospitare articoli di critica teatrale o letteraria.
Nel 1836 La Presse e Le Siecle iniziano a dedicare le pagine dei loro giornali alla narrativa a puntate. All’inizio
si tratta soltanto di romanzi divisi a pezzi, primo fra tutti il celeberrimo Lazarillo de Tormes, ambientato nei
bassifondi della Spagna del Cinquecento.
Nello stesso anno Charles Dickens pubblica il suo The Posthumous Papers of the
Pickvick Club a puntate sulle pagine del maggior quotidiano britannico.
Sempre nel 1836 Honorè de Balzac da inizio con La vieille fille alla pratica di pubblicare
en feuilleton la maggior parte dei suoi romanzi prima di farli uscire in volume.
Anche letterati celebri come George Sand e Alexandre Dumas ricorrono allo spazio
giornalistico per pubblicare a puntate i loro romanzi.
L’archetipo del genere è Les Mysteres du Peuple di E.Sue , per un totale di 147 puntate
riunite poi in 10 volumi.
Il successo di questi romanzi a puntate è dato dal meccanismo di suspance che il testo
riesce a creare.
Il romanzo d’appendice in Italia
In Italia il romanzo d’appendice autoctono (cioè non tradotto dal francese) appare dopo
la metà del secolo e in breve tempo diviene la lettura privilegiata dalla piccola borghesia. A
firmare l’opera che meglio rappresenta la continuità con la tradizione dei feuilleton è il
napoletano Francesco Mastriani che affida al quotidiano Roma la complicata trama de I
misteri di Napoli in 107 puntate.
Altra famosa scrittrice è Carolina Invernizio che accentra l’attenzione sulla famiglia
medio-borghese di fine Ottocento. Scrive circa130 romanzi a puntate sulla Gazzetta di
Torino e molti vennero tradotti in spagnolo.
Ricordiamo poi M.Serao, G.Deledda e G.Verga.
L’Italia verso la stampa moderna: “Il Risorgimento”
Il Risorgimento è un movimento culturale e politico animato dalla borghesia, da
intellettuali eredi della cultura rivoluzionaria che si ispiravano ai principi della rivoluzione
francese che avevano radice nell’illuminismo.
Si tratta del periodo della storia d'Italia durante il quale la penisola italiana conseguì la propria unità nazionale,
riunendo in un solo Stato – il Regno d'Italia – gli stati preunitari.
Nel 1816 nasce il Regno Lombardo-Veneto. Il Regno è un dominio dell'Impero austriaco. Gli austriaci chiudono
[1]
il Giornale di Milano, organo ufficiale del Regno Italico. Al suo posto è pubblicata la Gazzetta di Milano . La
direzione venne inizialmente affidata all'abate Vincenzo Butti. Nel 1817 l'appalto governativo della Gazzetta è
[2]
affidato alla direzione di Francesco Pezzi . Il giornale usciva nel pomeriggio.
La Gazzetta di Parma è un quotidiano italiano edito a Parma e in alcune zone della sua provincia. Oggi è un
quotidiano di informazione generica, ma il primo numero conosciuto della testata, ancora non quotidiana, verrebbe
.
forse datato 19 aprile 1735
Un giornale con la denominazione L'Osservatore Romano uscì a Roma nel 1849 sotto la direzione dell'abate
Battelli. Era la continuazione del periodico Il Costituzionale, fondato l'anno prima. L'obiettivo principale era
smascherare e confutare le calunnie che si scagliavano contro di Roma e del Pontificato Romano.
Iniziative patriottico-risorgimentali fondato da
Il Conciliatore, detto anche Foglio azzurro per il colore della carta, è stato un periodico italiano
Silvio Pellico , pubblicato a Milano con cadenza bisettimanale, giovedì e domenica, a partire dal 3
settembre 1818.
Il titolo intendeva esprimere la volontà di assumere posizioni non radicali né in politica né in letteratura, ma di
fatto l'orientamento si precisò rapidamente in senso romantico e progressista anti-austriaco, oltre ad opporsi ai
pregiudizi e alle forze ostacolanti quello spirito liberale propulsivo per il progresso europeo. Il periodico era
l’espressione della Carboneria.
La Giovine Italia fu un'associazione politica insurrezionale e al tempo stesso un giornale fondata a Marsiglia nel
luglio 1831 da Giuseppe Mazzini, il cui programma veniva pubblicato su un periodico al quale fu dato lo stesso
nome. L'obiettivo di questa organizzazione era quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria,
secondo i principi di libertà, indipendenza e unità, destituendo i governi dei precedenti stati preunitari.
Antologia fu una rivista con periodicità mensile, pubblicata a Firenze dal 1821. L'indirizzo della rivista fu sempre
nazionale, intendendo abbracciare i problemi generali della cultura italiana del periodo e anche temi molto sensibili
come quello dei diritti umani.
Tuttavia lo sviluppo del mercato editoriale fu sempre limitato dal forte analfabetismo che riguardava circa il 75%
della popolazione e anche dall’arretratezza dei mezzi di trasporto. ,
Giovanni Battista Bottero ha lanciato la Gazzetta del Popolo, quotidiano italiano a Torino il 16 giugno1848. Di
orientamento liberale, monarchico e anticlericale, la Gazzetta appoggiò la politica di Cavour e il
programma risorgimentale di unificazione italiana a Torino
L'Agenzia Stefani è stata la prima agenzia di stampa italiana, fondata da Guglielmo Stefani il 26
, sotto il governo di Cavour. E’ l’attuale ANSA.
gennaio 1853
Nel 1852 avvenne il collegamento telegrafico tra Torino e Parigi.
Lo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848, noto come Statuto
Albertino dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia, fu la costituzione adottata dal Regno
sardo-piemontese il 4 marzo 1848 a Torino.
l'Editto del Re di Sardegna Carlo Alberto del 26 marzo 1848, cambia completamente il concetto di libertà di
stampa: si passa dalla censura preventiva a una censura che colpisce solamente gli "abusi" che si configurano
come reati.
L'Editto e lo Statuto Albertino, cui è collegato, sono un punto di riferimento per la storia del giornalismo italiano,
poiché molte delle norme in esso contenute rimangono in vigore anche dopo la fondazione del Regno d'Italia. Fra i
principi elencati nell'Editto, vi sono: la libertà di manifestazione del pensiero per mezzo della stampa, il diritto per
ogni maggiorenne di pubblicare un giornale o scritti periodici, l’obbligo della stampa della nota di riconoscimento
[24]
del tipografo su ogni pubblicazione e l’istituzione della figura del «gerente responsabile» , inteso come "organo
interposto fra la stampa e i pubblici poteri, sia agli effetti del controllo sulla stampa, sia agli effetti della
responsabilità".
L’Italia verso la stampa moderna: “dall’unità al trasformismo”.
Nella storia politica italiana il trasformismo emerse dopo il 1880 nel Regno d'Italia, come prassi comune ai
gruppi parlamentari, di Destra e Sinistra, di variare le maggioranze in base a convergenze d'intenti su
problemi circoscritti anziché su programmi politici a lungo termine.
Sotto De Pretis i giornali vengono utilizzati per la lotta politica.
I due grandi editori dell’Italia post unitaria furono:
- Emilio Treves ha fondato l’illustrazione italiana, una rivista settimanale con sede a Milano. Insieme
a La Domenica del Corriere e a La Tribuna illustrata è stato il settimanale illustrato preferito dagli
italiani nel periodo che va dalla fine Ottocento all'avvento della televisione.
.
- La Famiglia Sonzogno e il Secolo , un importante quotidiano milanese Di orientamento
[1]
democratico , fu il giornale più venduto in Italia a cavallo tra XIX secolo e XX secolo. Puntò tutto
sulla fattura delle notizie, cercando di distinguersi per la tempestività dei servizi di cronaca. Ha
un’impostazione politica patriottica risorgimentale ma democratica
La Manzoni: è la più antica concessionaria di pubblicità italiana; la sua data di fondazione risale al 1863,
quando il farmacista Attilio Manzoni fonda a Milano, in via San Paolo, la A. Manzoni & C. come società di
commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici e chimici. L'attività inizialmente si sostanzia nella pubblicizzazione
dei prodotti della omonima farmacia di Milano. Successivamente allarga la vendita degli spazi pubblicitari a società
farmaceutiche, introducendo la possibilità di inserire anche disegni dei prodotti all'interno dei riquadri sui giornali. Il
farmacista inizia a vendere pubblicità creando un sistema di compravendita delle inserzioni pubblicitarie,
.
estendendolo a tutti i settori commerciali: fu lui ad inventare i necrologi a pagamento
Il primo giornale italiano a trasformarsi in un’impresa moderna è Il Corriere della Sera , di Eugenio Torelli, le cui
pubblicazioni iniziano nel 1876 in diretta concorrenza con Il Secolo e lo sorpassano agli inizi del Novecento quando
la direzione passa a Luigi Albertini.
Scandalo Oblieght
Lo scandalo della Banca Romana