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La storia di El Pais e la sua relazione con la politica spagnola

Spagna aderirà nel 1986 con Felipe Gonzalez al governo, il politico al quale El Pais è sempre stato legato, al punto da essere etichettato come giornale filogovernativo. Un ruolo fondamentale, il giornale madrileno, lo interpreta il 23 febbraio del 1981, quando El Pais è con la constitucion con due edizioni a caratteri cubitali dichiara: . Lo stesso linguaggio di re Juan Carlos quando annunciò in televisione lo scampato pericolo del colpo di stato. I redattori del quotidiano madrileno capirono così di aver fatto la scelta giusta: avendo denunciato pubblicamente i militari di Tejera, El Pais si guadagnò la qualifica di giornale più serio, attento ed autorevole della Spagna. I primi problemi sorgeranno durante la lunga epopea socialista, quando la campagna socialista e quella del giornale si fonderanno spesso si confonderanno. A nulla serviranno le giustificazioni del neo direttore Estefania, alla luce dei nuovi scandali che coinvolgeranno i.

dirigenti socialisti: primo fra tutti il caso Gal.

Nel 1983 il governo fece sorgere un vero e proprio apparato militare, i Gruppi Antiterroristici di Liberazione (GAL), col fine di perseguitare gli affiliati dell'Eta, il gruppo terroristico che lotta per l'indipendenza dei paesi baschi: in tre anni furono assassinate 28 persone.

Il magistrato Baltazar Garzon si preoccupò di indagare sulle azioni intraprese dal Gal, facendo andare in carcere il ministro dell'Interno Barrionuevo, oltre a Felipe Gonzalez e al segretario di Stato per la sicurezza, Vera. El Pais ricalcando le parole di Gonzalez, parlò di un'operazione montata ad hoc. Lo stesso si farà con altri scandali, come per i finanziamenti illeciti.

Intanto si affaccia sulla scena editoriale un nuovo e più autorevole rivale che va a sostituire Abc, ovvero El Mundo.

Così si giunge alla terza fase di El Pais, caratterizzata dal cambiamento di direzione: Jesus Cerberio dal 1993 diventa il

responsabile del quotidiano che, qualche anno più tardi passa all'opposizione, criticando aspramente l'operato del neopremier Aznar. Si esprimono dubbi sulle sue reali capacità di governare, soprattutto per le origini estremiste di molti esponenti del suo partito, ma anche per la guerra intrapresa per screditare il gruppo Prisa.

Ciò nonostante, in questa fase l'espansione di "El Pais" è stata enorme, grazie anche alla quotazione in borsa di una quota del gruppo editoriale come forma di garanzia di costante indipendenza pure dalla politica. Nel '96 nasce la versione on line del quotidiano, divenuta complementare a quella cartacea, supportandola.

Sono stati portati avanti anche alcuni progetti di creazione di sinergie editoriali con giornali della stessa matrice culturale: La Repubblica in Italia e l'Indipendent in Inghilterra. Ma il rapporto di collaborazione più stretto oggi è con Le Monde e con

L'International Herald Tribune di New York. Le vendite si sono attestate sulle 450 mila unità durante la settimana, 1 milione quando la domenica è pubblicato il supplemento El Pais Semanal. Maniacale è l'attenzione alla notizia, che se non è confermata da più ruidose fonti è semplicemente un rumore.

L'Italia negli ultimi anni è stata sempre sotto osservazione da El Pais che ha elogiato l'operato di Prodi e D'Alema, ed ha attaccato Berlusconi, definito come "un amalgama di destra, xenofobia e antieuropeismo", arrivando a denunciare i presunti rapporti di Berlusconi con la mafia.

El Mundo: un uomo, un giornale. I motivi del successo di El Mundo, come afferma lo storico Pizarroso, risiedono nel bipolarismo politico che si è rispecchiato sulla carta stampata, con El Mundo a rappresentare la nuova classe dirigente, stanca dell'egemonia della sinistra spagnola, ma anche la risposta di

centro-destra al quotidiano El Pais. El Mundo deve gran parte della sua fortuna all'uomo che è riuscito a trasformarlo in un foglio battagliero: Pedro J. Ramirez, che inizia la sua esperienza lavorativa presso Abc, divenendo uno degli editorialisti più apprezzati (1975-1980). A soli ventotto anni è nominato direttore del Diario 16, che in breve tempo s'impone come l'emblema del giornalismo quotidiano indipendente e investigativo. Da Diario 16 partono quelle inchieste, poi approfondite da El Mundo, che inchioderanno il partito socialista. Lo scandalo Gal è di proporzioni talmente grandi da costringere Ramirez alle dimissioni in quanto la sinistra al governo gli rende la vita impossibile. Sette mesi più tardi però El Mundo fa il suo ingresso sulla scena editoriale. Sin dall'editoriale del primo numero il giornale si autodefinisce un periodico progressista, per la difesa del sistema democratico, delle libertà e dei diritti.

Nel giugno del 1991 arriva la svolta, quando il gruppo Rcs-Rizzoli acquista il 45% dellacasa editrice di El Mundo, che trova così capitali freschi e un partner editoriale forteche gli consente di espandersi. Già nel '92 i dati sul bilancio (utile netto di 32 milioni dipesetas) e sulla diffusione (dai 100 mila ai quasi 200 mila) sono confortanti. In meno di tre anni El Mundo diventa il terzo giornale a diffusione nazionale. Iniziano poi una serie di campagne di stratificazione per radicarsi in tutto il territorio. Nel 1998 arriva il tanto sospirato sorpasso su Abc, grazie anche al successo inaspettato della collana multimediale "La historia visual de El Mundo": con 310 mila copie risulta il secondo quotidiano più venduto in terra iberica. Nel frattempo il giornale trova la sua definitiva collocazione politica appoggiando il partido popular. È questo un periodo molto felice per l'intera nazione sulla scia di un boom economico senza precedenti.

Dal 1996 al 2000 vengono creati un milione e 700 mila nuovi posti di lavoro con la destra al governo. In pochi anni la Spagna si ritrova sotto i riflettori internazionali. La piattaforma del consenso attraverso la quale Aznar ha consolidato la sua immagine è stato proprio El Mundo, che pur riconoscendo al leader del centro destra assoluta integrità morale e politica, non può nascondere gli scandali finanziari scoppiati negli anni in cui il partido popular è al potere. Dopo la soddisfazione per aver fatto arrestare l'ex capo di Stato Gonzalez, insieme a Barrionuevo e Vera, sulla lista degli imputati di Ramirez e di El Mundo, compare un altro nome eccellente: Silvio Berlusconi per l'affare Telecinco. La magistratura spagnola apre quindi un'inchiesta in cui B. viene indagato per frode fiscale, con l'effetto di alzare un polverone anche in Italia dove si era in piena campagna elettorale. Eppure i rapporti tra El Mundo e Berlusconi non erano mai stati tesi.datoche il giornale ne aveva appoggiato la discesa nell'arena politica. A detta dello stesso Ramirez poi, nonostante B. sia l'alleato europeo di Aznar, i due sono agli antipodi. Dunque Aznar avrebbe avallato l'ingresso di Forza Italia nel partito popolare europeo solo per rafforzare il centrodestra europeo. Infatti-come spiega Ramirez- in Spagna basterebbe soltanto il caso Telecinco per mettere fuori gioco un candidato come Berlusconi. Il braccio di ferro è continuato in un articolo comparso sul giornale il 13 maggio del 2002, rimproverando al premier italiano di non aver ridotto le tasse, senza nemmeno risolvere il conflitto d'interessi. Paradossalmente pur essendo un giornale conservatore, El Mundo ha servito al meglio l'immagine della sinistra italiana, appoggiando l'ascesa del "serio e rigoroso" D'Alema. Due esempi, quelli di B. e D'Alema, a testimoniare l'indipendenza editoriale di El Mundo. Nel '95 viene lanciata

L'edizione on line, poi rinnovata nel 2000. Un giornale serio e battagliero che proprio per la sua indipendenza ha dovuto pagare con due lutti: Lopez de Calle in un attentato dell'Eta e Julio Fuentes, inviato in Afghanistan.

La doppia vita del monarchico ABC. Viene fondato nel 1903 da Torquato Luca De Tena e diventa un vero e proprio quotidiano due anni più tardi con l'avallo della casa reale. Si distingue immediatamente come un giornale monarchico, cattolico, conservatore e di destra, rappresentando l'identità nazionale della Spagna; acerrimo nemico dei nazionalismi (catalano e basco). Non tarda ad arrivare il gradimento del pubblico che lo premia con 200 mila copie di diffusione, grazie anche all'introduzione della fotografia (1908) e del colore (1930). Negli anni della guerra civile (1932-1935) l'anima di ABC è Juan Ignacio de Tena che si schiera a favore del generale Francisco Franco. Durante il conflitto l'edizione madrilena.

viene confiscata dai repubblicani, ma ciò non impedisce a Juan Ignacio di continuare ad aggregare intorno al giornale alcuni intellettuali destinati a ricoprire incarichi prestigiosi sotto l'ala protettiva del Caudillo, come lo scrittore falangista Rafael Sanchez Mazas, futuro ministro della Cultura. Per ABC la vittoria di Franco è l'unica soluzione auspicabile alla guerra fratricida. Naturale la sua investitura di organo ufficiale della dittatura. In questi anni inizia una lunga campagna, poi rinnegata, nei confronti delle autonomie locali, in particolare contro i nazionalismi catalano e basco, propugnando l'ideale di una Spagna unita, forte e nazionale. La parabola discendente comincia con la morte del Caudillo. Così Guillermo Luca de Tena, nuovo direttore dal 1978, decide di rinnegare il passato del giornale, che diventa antifranchista e si dichiara a favore delle autonomie. Una politica editoriale che sortisce un doppio effetto indesiderato, sconcertandoi lettori più fedeli, senza attrarne degli altri. Già nel 1981 El Pais mette a punto lo storico sorpasso, diventando il primo quotidiano spagnolo. Tuttavia durante l'epopea socialista ABC si mantiene sulle 300 mila copie, perché diventa foglio d'opposizione. Tra il '94 e il '98 vive una profonda crisi con l'abbandono di numerosi lettori. Alla base di ciò innanzitutto la mancanza di una linea editoriale certa e l'incapacità di rinnovarsi: non basta più dichiararsi liberal conservatori e monarchici, quando ormai la Corona in Spagna è solo un simbolo. Il definitivo tracollo viene scongiurato nel 2001, quando la famiglia De Tena decide la fusione col gruppo Correo, per cercare di costituire il primo polo giornalistico spagnolo. Infatti El Correo possiede ben 16 quotidiani locali e con ABC può aver trovato la sua punta di diamante per sfondare anche sul piano nazionale. La direzione è stata affidatamo: ad uno dei giornalisti più attivi nella lotta contro il terrorismo:
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A.A. 2011-2012
42 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Giornalismo internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Milan Marina.