Giornalismo Americano tra Seicento e Settecento.
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Il giornalismo americano tra Seicento e Settecento.
Nel corso del Seicento, anno in cui comparve la prima rivista americana, le colonie che
abitavano l'America, erano una società molto limitata numericamente, ma si mostrarono subito
per la loro tendenza ad abbracciare nuove idee, intraprendenza e per la loro dinamicità. Essi si
sentivano prima di tutto cittadini inglesi, e in quanto tali, godevano di diritti come la libertà di
stampa e di espressione, le quali inizialmente si scontrarono con l'ìintransigenza ideologica e
teologica delle comunità. La stampa americana si sviluppò più tardi rispetto a quelle europee,
infatti la prima rivista, il "Publick Occurrences, Both Foreign and Domestic" è stata
pubblicata addirittura alla fine del Seicento, nel 1690 a Boston da Benjamin Harris, il cui
giornale uscì per solo un numero, causa la diffidenza delle autorità puritane del Massachusetts.
In questo periodo è proprio Boston la città più importante, nonché il principale centro della
stampa di informazione statunitense. Ed è proprio in questa città che comincia le sue
John Campbell, il "Boston
pubblicazioni una seconda rivista, pubblicata dall'autoritario
Newsletter" (1704), contenente per lo più notizie di ambito commerciale, partenze di navi,
sermoni religiosi ecc. La rivista non andava oltre le 300 copie, che però erano sufficienti per i
profitti di Campbell; essa durò per ben settant'anni. Ancora a Boston venne pubblicato, da
James Franklin il New England Courant, il quale conteneva argomenti per lo più di carattere
sociale, ma soprattutto, non si poneva problemi nel rivolgere alcune critiche all'ordine
costituito. E ciò naturalmente portò James Franklin ad un mese di prigione, mentre in direzione
venne sostituito dal fratello Benjamin, che mutò la rivista portandola ad un ampio successo. Nel
"Philadelphia Gazette" e ne
1729 lo stesso Benjamin si trasferì a Philadelphia, dove acquistò la
fece il primo settimanale su cui si dibatteva il tema dell'indipendenza; Benjamin voleva creare
giornali che potessero assicurare ai lettori affidabilità, piacevolezza e serietà. A partire dal XVIII
secolo il panorama editoriale statunitense si allargò, ma a causa dei diversi provvedimenti
attuati dalle autorità inglesi nei confronti dei coloni non aiutò di certo a una brillante fioritura
delle testate. Nel 1765 infatti gli inglesi imposero una tassa di bollo su ogni foglio stampato, e
ciò naturalmente portò alle accese proteste da parte dei coloni, i quali si unirono in un
movimento finalizzato all'ottenimento dell'indipendenza. Gli anni successivi furono segnati da
riviste sulle quali si dibattevano questioni politiche, leggi istituzionali e altro. Personaggio
importante di questo periodo fu senz'altro Thomas Paine, il quale nel 1776 rese nota la sua
completa rottura con la madrepatria, espondendo il suo pensiero nel Common Sense (in forma
di pamphlet), ritenuto allora il manifesto ideologico della Rivoluzione; ottenne un grandissimo
successo, toccando la straordinaria cifra di 100.000 copie in pochi mesi. La consapevolezza era
ormai stata raggiunta da tutti, e questo grazie alla stampa, ai fogli di informazione che
accompagnarono la popolazione durante le loro manifestazioni. La Rivoluzione scoppiò nel
1775-1776 e finì nel 1783 con il riconoscimento dell'indipendenza degli U.S.A- Due anni dopo,
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher J.lee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Cagliari - Unica o del prof Pisano Laura.
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