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Commuovere: trasferire emozioni nel lettore.

P20: Divertire e commuovere diventano sinonimo di comunicare. Buzzati dice che senza

comunicazione non esiterebbero letteratura e arte. Lo stile chiaro è per Buzzati la caratteristica

principale dei grandi talenti. Per Buzzati la chiarezza diventa una vera e propria regola. La scrittura

deve anche essere semplice. La semplicità non vuol dire banalità. Non bisogna essere eccessivi.

Buzzati critica la stampa dell’epoca: gli italiani sbagliano perché usano termini troppo ampollosi

invece di usare un linguaggio semplice. Buzzati ammette che l’esperienza giornalistica è ciò che

serve per imparare a scrivere. La libertà per Buzzati va usata col massimo controllo. Buzzati ha il

desiderio di rivolgersi agli altri. “il

Il romanzo più celebre di Buzzati è deserto dei tartari”. L’ispirazione è nata durante le notti

passate in redazione del Corriere. Tutto secondo Buzzati si basa sull’attesa. Buzzati decide di

traferire il libro dalla redazione al campo di battaglia.

P21: qualcosa era successo: racconto in prima persona di un viaggio in treno: si parla dell’attesa,

del destino e il problema dell’incomunicabilità dei giornali. È narrato in prima persona. tutta la

prima parte del racconto è destinata alla visione del passeggero dal finestrino e osserva le persone.

Nella seconda parte si accorge che forse era successo qualcosa. Fuori dal treno stava succedendo

qualcosa, e il passeggero si accorge che il sospetto sia condiviso anche dagli altri. una donna riesce

a prendere un pezzo di giornale ma non si riesce comunque a capire la notizia. Qui Buzzati vuole

sottolineare l’importanza che ha il giornale ma che talvolta potrebbe essere incapace di comunicare.

:

P22 racconto di un critico che dopo una mostra ha l’intento di scrivere un articolo. Il critico d’arte

scrive una prima bozza ma si preoccupa che sia scritta in modo troppo semplice per il lettore, allora

inizia a lavorarci su per elevare la lingua. La recensione nel successivo passaggio diventa ancor di

più una costruzione difficile. Ma mano che il critico d’arte prosegue con le sue descrizioni,

l’articolo diventa sempre più incomprensibile. Buzzati afferma che certi giornali in certi passaggi

diventano illeggibili per il pubblico.

: “il

P 24 Buzzati parla di cronaca nera per tanto tempo. delitto Rina Fort” delitto di tre bambini con

la madre, uccisi dall’amante del padre. La capacità allora era di Rappresentare in modo tangibile le

cose in modo tale che il lettore potesse immedesimarsi, non c’erano immagini. Buzzati alterna nel

pezzo da una parte la scena di vita quotidiana e dall’altra ciò che accadeva nel luogo del delitto. È

una struttura molto rigorosa quella dell’articolo

:

P25 il dramma di Albenga, 1947. Una motonave affonda con a bordo 84 bambini. Ne muoiono in

44. I bambini sono tutti di Milano. La motonave ha colpito un tubo di scarico della fognatura

dimenticato 8 anni prima. Buzzati viene chiamato ad Albenga come inviato. Il destino è uno dei

temi principali della poetica giornalistica di Buzzati. Buzzati parte introducendo un flashback. In

seguito mette sullo stesso piano temporale momenti diversi che si svolgono in contemporanea. 5

Buzzati mostra una delle sue grandi capacità, ovvero quella di presentarci delle descrizioni (che

sono solo immaginate) ed è capace di ricostruire.

: “natura

P26 crudele: il disastro del Vajont”. 9 ottobre 1963. Buzzati questa volta non trova modo

di raccontare la cronaca di quello che accade. La famiglia di Buzzati era originaria di quelle zone.

Scriverne diventa molto difficile. Nel primo paragrafo descrive cos’è successo prima del disastro.

Quello che accade alle 22.39 per lui è quasi impossibile da costruire. Allora si domanda come

costruire con la mente ciò che è accaduto. Ci consegna dunque una cronaca interamente fatta di

domande. 20/11/15

Buzzati si è occupato di moltissimi ambiti. Nel 1949 segue il giro d’Italia. Il corriere della sera decide di

mandare anche Dino Buzzati per la cronaca del Giro. Il Giro d’Italia diventa un’occasione di unità nazionale

dopo la seconda guerra mondiale. Buzzati sembra voler ammettere di avere delle mancanze dal punto di

vista sportivo. I protagonisti del giro sono Coppi e Bartali. Il giro d’Italia diventa un’occasione di narrazione

popolare. Buzzati utilizza delle parole che riguardano un ambito di battaglia. Buzzati è chiamato a

raccontare non solo i fatti di sport ma anche l’Italia in cui il giro sfila. Buzzati racconta di un villaggio nei

dintorni di Napoli, Cassino, un luogo che era stato distrutto durante la guerra. Nel paese non c’è niente,

tutto è distrutto. Ad un certo punto spunta un vecchio che si domanda cosa sia il Giro. Gli abitanti di

Cassino sono gli unici a non interessarsi al giro. Buzzati si domanda quale senso possa avere una tapa che

passa da lì. Il fatto sportivo diventa il mezzo per riflettere sulle atrocità della guerra appena finita. L’evento

di sport riprende l’immagine di battaglia ma declinato nella sua dimensione vitale. Correre e combattere è

vita. C’è un forte legame tra cronista e narratore. La penna giornalistica si è dedicata a diversi ambiti, e si

amplia anche agli abiti della cultura.

p.29 à nella terza pagina il giornale all’epoca parlava di cultura. Nel 1961 Buzzati scrive a una

lettera al direttore del Corriere che era stata considerata rivoluzionaria. Le carte di Buzzati sono

stati poi pubblicate nel 2006. Buzzati immagina un nuovo giornale che sia destinato al pubblico del

pomeriggio, sono delle idee che negli anni 50 Buzzati aveva provato di far presenti al direttore

dell’epoca. Buzzati voleva reinventare il giornalismo. Queste idee sono: suggerisce come prima

strada di arricchire il più possibile le pagine di un giornale con le fotografie, L’informazione deve

essere seria e sobria, i periodi devono essere brevi. La brevità è la colonna portante del modo di fare

giornalismo di Buzzati. Buzzati ha delle idee nuove sulla terza pagina: da una parte l’aumento delle

immagini, e dall’altra aprire le porte ad altri argomenti, non solo di cultura. L’importante era far

sparire ciò che nessuno legge. Anche riguardo ai titoli suggerisce qualcosa di nuovo: devono esserci

titoli chiari, informativi.

8 gennaio 1966 à nuova lettera al direttore. C’è un progetto di dar vita a un nuovo tipo di giornale.

“la

Nel 1950 Buzzati aveva ottenuto l’incarico di seguire domenica del corriere”. Nell’immediato

“la

dopoguerra perdeva 3000 copie a settimana, e Buzzati riesce a far ritornare domenica del

corriere” fino a vendere 1milione e 300mila copie. Buzzati individua una popolazione che leggerà

sempre di meno e guarderà molto di più le immagini.

19 gennaio 1966 à Buzzati ha l’idea di legare la terza pagina allo scorrere vero degli eventi.

“Giornale

p.31 à Alberto Bergamini: direttore del D’Italia”. Il questo articolo Bergamini riprende

quella che fu una nascita occasione della terza pagina, che poi è diventata un punto fisso in tutti i

giornali. La terza pagina all’inizio c’erano gli articoli letterari. Si parla di un grande gusto degli

italiani nei confronti dell’arte, della letteratura, del teatro.

9 dicembre 1901 à prima terza pagina in Italia. Per la prima volta si è affidata un’intera pagina alla

cultura. 6

Elzeviro à ultimo articolo prima della terza pagina scritto in un carattere diverso. (pagina 30)

27/11/15

P 33 à Buzzati alla fine del 1963 è inviato del Corriere della Sera. Molti giornalisti partecipano a un

viaggio. Il papa paolo sesto fa una visita a Gerusalemme. È un’occasione storica e senza precedenti.

È il primo papa a viaggiare in aereo, il primo a recarsi in Terrasanta e il primo a recarsi all’estero. Il

Corriere della sera manda in Terrasanta 6 persone, tra cui Buzzati e Montale. Il corriere mette

assieme un team di persone che non appartiene solo all’ambito redazionale, ciascuno ha un compito

diverso. Dino Buzzati vuole riportare un racconto più umano della vicenda. Eugenio Montale è

incaricato di seguire la parte di riflessione e di commento del viaggio. Montale è un giornalista che

si occupa prevalentemente della terza pagina. Montale ci racconta come andò quella visita

nell’occasione della morte del papa nel 1978. All’epoca montale misurava sé stesso con i luoghi che

erano stati la culla del monoteismo. Montale vuole cogliere il senso di eternità. Montale rappresenta

quel margine di tempo che è necessario per far diventare la cronaca poesia. Il margine di tempo di

cui ha bisogno Montale è molto lungo. Il viaggio era nel 64 e pubblica l’articolo nel 78.

“terra

Nell’articolo di Dio” il montale poeta fatica a cogliere la effettiva portata di questo evento

storico e a trasferirla su carta. Montale partecipa al viaggio come giornalista ma lo riporta in veste

“la

di poeta. Quelle note di cronaca Montale le trasferisce poi in poesia. La poesia si intitola lì

morte di Dio” e montale riporta esplicitamente l’esperienza a Gerusalemme. La nota di cronaca

“un

diventa poesia. nella poesia invito a pranzo” montale riferisce molto velocemente un

avvenimento avvenuto sul lago di Tiberiade, dove una suora offre un pesce a montale che in realtà

era destinato al papa. Infine notiamo la descrizione dell’ultima esperienza del papa. Montale riesce

a far cogliere al lettore tutta la portata dell’evento in poche righe. Montale ci consegna un quadro

fatto di una serie di immagini che vanno oltre alla semplice descrizione del luogo. Anche Buzzati è

conscio di quale sia il valore storico dell’incontro, e rende questa importanza grazie a una struttura

ben studiata, che cerca di dare una sorta di cornice elegante. La narrazione dei diversi passaggi della

visita fino ad arrivare al bacio della lastra di pietra, è composta anche da versetti che derivano

direttamente da alcune parti del Vangelo. Di tutto il pellegrinaggio il momento del bacio dovrebbe

essere quello più preponderante, è come se fosse il ritorno di Cristo verso quei luoghi antecedenti

alla sua morte. l’attacco è molto forte ricco di rimandi religiosi che rappresentano la grandissima

sacralità del luogo. Buzzati si abbandona alla descrizione della pietra, e mostra la capacità di

riportare in modo quasi visibile ciò che osserva. La descrizione è precisissima. Nonostante questo

inizio potente, a un certo punto il pezzo di Buzzati subisce una sterzata, e torna a terra. Torna a una

dimensione molto p

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A.A. 2016-2017
8 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sese07 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Italiano per la comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof D'Alessandro Francesca.