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KEY ACCOUNT MANAGEMENT
La logica del key account manager
Il key account management riguarda la gestione dei clienti chiave. L'approccio relazionale andrebbe applicato con tutti i clienti o in maniera più selettiva? Sicuramente la seconda, è un approccio proficuo, ma molto costoso e rischioso. La logica è quella di capire chi sono i clienti più importanti da gestire con questo approccio e quali sono meno importanti e gestirli con altri approcci.
L'utilizzo dell'approccio dipende da:
- Investimento di tempo: è un approccio orientato al medio/lungo periodo e richiede un investimento di risorse (vale la pena di investire tempo e risorse su quel cliente?)
- Disponibilità alla relazione: sia cliente che azienda devono essere disposte a scambiarsi informazioni, partecipare attivamente alla relazione, etc. Se il cliente non è interessato in questa partnership, allora non ha senso investire in questa relazione.
- Prodotto: non tutti i clienti sono adatti per l'approccio del key account management. Dipende dal tipo di prodotto o servizio offerto.
scientifici che indicano con sicurezza chi sono davvero i clienti importanti per l'azienda (capita che i dati smentiscano le percezioni che hanno i venditori).
Ci sono diversi livelli possibili di KAM:
- Nazionale: l'impresa stila una lista dei clienti più importanti per ogni paese in cui opera;
- Internazionale/globale: l'impresa fa una classifica dei clienti a livello mondiale;
- Settoriale: l'impresa stila una classifica dei clienti importanti in base ai settori in cui lavora, questo può essere utile se l'azienda è molto grande e lavora in più settori diversi tra loro. In questo specifico caso, questo approccio può essere rischioso se il key client compra i prodotti di più settori, perché il comportamento dell'azienda cambia nei confronti del cliente a seconda del settore in cui fa l'acquisto (es. azienda X vende chiodi e matite, il cliente Y acquista tantissimi chiodi e poche matite, sarà un
Ci sia una consapevolezza a livello gestione aziendale. La tecnologia consente di conoscere il cliente e lo stato di relazione in corso: con questi input, l'impresa può impostare la strategia relazionale adeguata e attuarla anche attraverso l'impiego di tecnologie di comunicazione e di personalizzazione dell'offerta.
Ranking e matrici di portafoglio
Definiti i parametri e raccolti i dati, occorre utilizzare alcuni strumenti per classificare i clienti e così i vari tipi di key account.
Il primo gruppo riguarda quelli che sono chiamati ranking, delle vere e proprie classifiche, la cui logica è quella di ordinare i clienti dal più importante al meno importante.
L'altro gruppo di strumenti è quello che riguarda le matrici di portafoglio, che sono tabelle applicate al portafoglio dei clienti.
Indici di attrattività: numero associato a ciascun cliente che ne indica l'importanza.
Ranking: analisi abc (grafico)
A, B e C sono tre
gruppi di clienti. I clienti A sono i più importanti, B mediamente importanti, C poco importanti. I veri key account sono gli A.
Per stilare questa lista si numerano i clienti e si ordinano da quello che ha comprato di più a quello che ha comprato di meno. Generalmente, si considerano clienti chiave il primo 20% dei clienti. Sono clienti chiave perché messi insieme contribuiscono alla maggior parte del nostro fatturato e sarebbe disastroso perderli.
Si è dimostrato che mediamente le quantità acquistate da questo 20% contribuisce all'80% del fatturato annuo (piramide rovesciata nel grafico) dell'azienda. Questo approccio viene anche chiamato approccio 80-20 secondo la legge economica di Pareto (per quanto riguarda i redditi, il 20% delle persone al mondo possedevano l'80% della ricchezza).
Il secondo 20% dei clienti è detto clienti B, meno importanti degli A perché comprano meno (compongono circa il 15% del fatturato).
Infine,
l'uso dei tag html per formattare il testo fornito:L'ultimo 60% sono i clienti C, che sono molti ma comprano poco (5% del fatturato). A questi clienti non potremo dare un approccio relazionale, perché sarebbero investimenti molto grandi per l'azienda con pochissimo ritorno.
Non sempre i clienti che comprano di più sono "i migliori", se hanno molte richieste richiedono anche grandissimi costi da parte dell'azienda e possono richiedere forti scontistiche, specialmente se aziende molto grandi/forti.
Analisi ABC avanzata
La prima parte dell'analisi è identica alla prima (ordinamento dei clienti in base a quanto comprano e li applichiamo al fatturato), poi si aggiunge una variabile (ce ne sono molte: solvibilità, profittabilità, etc.).
Esempio: aggiungiamo come variabile la profittabilità del cliente (fatturato - costi che l'azienda ha sostenuto = profitto) e ordiniamo i clienti in base al profitto che ci hanno portato. Non è facile, perché occorre
stimare i costi dei vari clienti. Anche in questo caso si applica la legge di Pareto, i primi 20 clienti faranno l'80% del profitto (clienti A), i secondi venti faranno il 15% dei profitti totali annui (clienti B) e infine il 60% dei clienti rimanenti che tutti insieme ci daranno il 5% del profitto (clienti C) per alcuni di questi ultimi clienti i costi potrebbero superare il profitto. Alla fine di questa analisi, quindi, avremo due classificazioni, due ranking: uno per il fatturato (un cliente può essere A, B, C per il fatturato) e un ranking per la profittabilità (un cliente può essere A, B, C per la profittabilità). Le due classificazioni possono non coincidere: un cliente che compra molto (A di fatturato) può essere cliente C di profittabilità. Per un'analisi completa si uniranno fatturato e profittabilità (verde = cliente chiave; giallo = cliente medio; rosso = cliente non chiave). In verde ci sono i clienti AA, con altofatturatoe alta profittabilità; AB (molto fatturato, unpo’ meno profittevoli); BA (un po’ menofatturato, molto profitto); e così via in giallo epoi in rosso.
Il ranking ABC basico non sempre è completo perché un cliente che apporta molto fatturato può non essereun cliente “top” perché costa molto all’impresa.
I costi importanti che l’impresa sostiene per il cliente sono legati a:
- Costo del prodotto acquistato: più il prodotto è personalizzato, più è costoso;
- Costi dei venditori non dipendenti: più è grande l’ordine del cliente, più l’agente prende sullevendite;
- Scontistiche: cliente importante che compra grandi quantità e quindi chiede sconti sul prezzo;
- Merchandising: prodotti di prova, assaggini, etc.;
- Adattamenti del packaging: il cliente può chiedere di cambiare il formato, il pallet non standard;
- Richieste di magazzino: il cliente,