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GESTIONE DEL PROCESSO DI SVILUPPO DI UN NUOVO PRODOTTO
Gli obiettivi del processo di sviluppo di un nuovo prodotto. In molti settori, la capacità di sviluppare
nuovi prodotti in modo rapido, efficace ed efficiente è diventata fondamentale per il successo di
un’impresa. Eppure accade che i tassi di fallimento dei nuovi prodotti restino ancora molto alti.
Affinchè lo sviluppo di un nuovo prodotto possa avere successo, occorre raggiungere 3 obiettivi:
massimizzare la soddisfazione del cliente: il nuovo prodotto deve creare valore per il cliente,
ma spesso molti progetti non riescono a soddisfare tale requisito in quanto l'impresa
potrebbe non individuare gli attributi del prodotto che hanno maggior valore per il cliente.
Le imprese spesso sopravvalutano la disponibilità del cliente a spendere per ottenere
determinate caratteristiche (spingendosi a realizzare prodotti molto sofisticati) o vi sono casi
in cui l'impresa non riesce a fronteggiare l'eterogeneità della domanda del cliente;
ridurre i tempi del ciclo di sviluppo: i prodotti che soddisfano le richieste del cliente rischiano
di fallire se arrivano troppo tardi sul mercato e i clienti potrebbero essere già legati da
relazioni di fiducia con altri prodotti. Molti costi di sviluppo sono correlati al fattore tempo.
Un‘impresa con lunghi tempi nello sviluppo e commercializzazione di un prodotto non può
ammortizzare tutti i costi fissi dello sviluppo, correndo il rischio che, quando introdurranno
i propri prodotti nel mercato, la domanda si stia già orientando a prodotti della generazione
tecnologica successiva. Secondo Dhebar, introdurre prematuramente i prodotti nel mercato
può causare reazioni contrarie dei consumatori, i quali potrebbero rimpiangere gli acquisti
effettuati in passato e mostrarsi diffidenti nei confronti dei nuovi prodotti. Secondo altri, la
rapidità del processo di sviluppo e l’introduzione prematura dei prodotti nel mercato può
compromettere la qualità del prodotto stesso o causare bilanci deludenti e approssimativi;
controllare i costi di sviluppo: a volte le imprese si impegnano a fondo nello sviluppo e nel
lancio di nuovi prodotti, per poi scoprire che i costi di sviluppo si sono gonfiati così tanto da
rendere impossibile il recupero degli investimenti. È dunque importante che i processi di
sviluppo siano non solo efficaci, ma anche efficienti.
Processi di sviluppo sequenziali e paralleli. Fino alla metà degli anni ‘90 la maggior parte delle
imprese procedeva lungo le fasi del processo di sviluppo in modo sequenziale. Il percorso prevedeva
una serie di traguardi intermedi con momenti di verifica (gates) che imponevano al management di
decidere se far passare il progetto alla fase successiva. Per abbreviare i processi di sviluppo ed
evitare lunghi e costosi processi di revisione, molte imprese hanno adottato un modello di sviluppo
parzialmente parallelo (che prevede una sovrapposizione temporale di alcune fasi del processo).
Secondo tale modello, il design di prodotto ha inizio prima che si completi il concept development,
mentre l'ingegnerizzazione di processo comincia prima che la definizione del design di prodotto sia
ultimata, consentendo un maggiore coordinamento tra le fasi del ciclo di sviluppo. Questo approccio
dovrebbe garantire all'impresa di evitare la trappola dell'interazione di processo. I processi di
sviluppo simultanei o a fasi parallele non sono sempre vantaggiosi, in quanto possono comportare
un aumento dei rischi dei costi del processo di sviluppo.
Il project champion. Alcuni studi dedicati allo sviluppo di nuovi prodotti hanno suggerito che,
all'interno dell’impresa, dovrebbe essere nominato un manager esperto (project champion) con il
compito di difendere il progetto di sviluppo di un nuovo prodotto. Il project champion ha il potere
e l’autorità di sostenere un progetto e di battersi per la sua realizzazione, può influire sull'allocazione
delle risorse umane e finanziarie e può incoraggiare la comunicazione e la collaborazione tra le unità
organizzative che partecipano al processo. Il project champion presenta però dei rischi, in quanto
può fornire un giudizio offuscato sull'effettivo valore del progetto. Il management rischia di lasciarsi
coinvolgere sempre di più, rimanendo intrappolato all'interno di una spirale definita impegno
progressivo (esclalating commitment), fino a non essere più in grado o disposto ad ammettere che
il progetto debba essere eliminato. Se da una parte l'autorevolezza di un project champion è un
fattore chiave per accedere alle risorse, dall'altra la sua influenza potrebbe scoraggiare gli altri
membri dell‘organizzazione ad opporsi al progetto anche quando ormai esso difficilmente riuscirà a
creare valore, e per questa ragione le imprese possono istituire un anti-champion con il ruolo di
avvocato del diavolo che si contrappone al project champion.
Coinvolgimento dei clienti nel progetto di sviluppo. Spesso il management prende decisioni relative
ai progetti di sviluppo basandosi sulle considerazioni di ordine finanziario senza lasciarsi guidare dai
desideri di marketing. I processi di valutazione selettiva dovrebbero focalizzarsi sui vantaggi del
nuovo prodotto e sulla capacità di creare un valore superiore per il cliente. In molti casi nessuno,
meglio del cliente, è in grado di indicare le prestazioni massime desiderate e la qualità minima attesa
da un nuovo prodotto. Per ottenere informazioni da parte dei propri clienti, molte imprese ricorrono
al beta testing. Con le versioni beta, l'impresa segnala al mercato le caratteristiche di base del nuovo
prodotto prima ancora di pervenire alla versione definitiva. I lead user (clienti pilota: utilizzatori che
sperimentano per primi i nuovi prodotti) sono dunque fondamentali per testare le nuove tecnologie,
correggere gli errori di progettazione e perfezionare la soluzione definitiva.
Coinvolgimento dei fornitori nel progetto di sviluppo e crowdsourcing. La base di conoscenze dei
fornitori rappresenta un‘importante fonte di informazioni a cui l'impresa può attingere, per cui il
management può decidere di includere anche i fornitori nel team di prodotto, i quali possono
contribuire con nuove idee al miglioramento del prodotto. La ricerca empirica ha infatti dimostrato
che molte imprese riescono a produrre nuovi prodotti in tempi più brevi, con costi più bassi e con
standard di qualità più elevati se integrano i fornitori all‘interno dei vari processi di sviluppo.
Per Asmus e Griffin, con l‘integrazione dei fornitori, le imprese possono ridurre i costi e i rischi,
anticipare le prime adozioni e abbreviare la durata dei cicli di sviluppo. Anche Bonaccorsi e Lipparini
hanno affermato che le alleanze strategiche con i fornitori determinano una riduzione dei cicli di
sviluppo e un miglioramento del prodotto finale. Negli ultimi anni sono aumentate le imprese che
alimentano il proprio processo di innovazione attingendo all'esterno, collaborando con i fornitori di
competenze specialistiche. Questo fenomeno è noto come crowdsourcing (modello economico
basato sulla condivisione di conoscenze su larga scala per ideare, sviluppare e realizzare i progetti).
Gli strumenti per il miglioramento del processo di sviluppo dei nuovi prodotti. Sono:
processi stage-gate (a fase e cancello);
metodo QFD (Quality Function Deployment, detto anche “casa della qualità”);
metodo DFM (Design For Manufacturing);
metodo FMEA (Failure Modes and Effects Analysis);
sistemi CAM e CAD.
L’utilizzo di questi strumenti può accelerare il processo di sviluppo e massimizzare la capacità di
risposta e di adattamento del prodotto alle esigenze del cliente.
Processi state-gate. È un metodo che fornisce uno schema per monitorare l'evoluzione del progetto
attraverso gli stadi successivi dello sviluppo. In ogni fase un team interfunzionale intraprende delle
attività in parallelo per ridurre i rischi del progetto. A proposito delle fasi:
fase 1: il team svolge una rapida analisi del progetto e ridefinisce il concept di prodotto;
fase 2: il team elabora il piano di business;
fase 3: il team intraprende il processo di design e di sviluppo del prodotto;
fase 4: il team svolge processi di verifiche del nuovo prodotto;
fase 5: il prodotto è pronto per il lancio sul mercato.
Prima di ogni stadio, il progetto deve superare un punto di sbarramento per verificarne la validità.
Questi sbarramenti fungono da filtro per scartare i progetti non validi. Ogni sbarramento è costituito
da informazioni di base, criteri di valutazione e risultati del processo.
Metodo QFD. È un modello che guida il manager lungo un processo di problem solving. La cornice
di questo modello è nota come casa della qualità, ovvero una matrice che mette a confronto le
preferenze, le esigenze e le richieste del cliente con gli attributi e le caratteristiche del prodotto.
La costruzione della matrice prevede i seguenti passaggi:
1) identificare e valutare le preferenze e le esigenze del cliente;
2) individuare le caratteristiche tecniche di progettazione (cioè la performance del prodotto);
3) inserire, nella matrice, il grado di correlazione tra le caratteristiche tecniche del prodotto;
4) compilare il corpo centrale della matrice (ogni cella indica la relazione tra un elemento
tecnico di progettazione e una richiesta del cliente. La cella situata nell‘intersezione tra riga
e colonna viene riempita con un numero che indica il grado di relazione tra le 2 variabili);
5) moltiplicare i valori che rappresentano l‘importanza percepita dal cliente, riguardo a ciascun
attributo, per il grado di relazione tra le 2 variabili determinate nella fase precedente;
6) confrontare le offerte proposte della concorrenza;
7) stabilire dei valori target per ciascun elemento progettuale;
8) valutare il nuovo design progettato sulla base dei target stabiliti nella fase precedente.
Il punto di forza di tale modello consiste nella sua capacità di offrire uno schema integrato con cui i
membri del project team siano in grado di dialogare e interagire. Una caratteristica importante di
tale modello è il suo effetto positivo sulla comunicazione interfunzionale, sulla durata del ciclo di
sviluppo e sulla capacità del prodotto di rispondere alle richieste del cliente.
Metodo DFM. È un metodo in grado di tracciare un percorso strutturato per il processo di sviluppo
dei nuovi prodotti. Il suo scopo è quello di determinare una riduzione dei costi e un incremento della
qualità del prodotto. Quanto più semplice è il processo di produzione, tanto minore sarà il numero
delle fasi di montaggio, accrescendo così la produttività del lavoro e riducendo i costi unitari.
Metodo FMEA. È un metodo con il quale le imprese identi