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Estratto del documento

RISK MANAGEMENT

Il RISCHIO è definito come l’eventualità di subire un danno più o meno

prevedibile. È un evento potenziale, riferito al futuro e ha ricadute

sull’andamento dell’azienda. Non è sempre

negativo, se gestito bene può portare ad un’opportunità

I rischi sono legati alle scelte, ma anche ai cambiamenti che avvengono. Essi

portano a indeterminatezza, scarsa misurabilità degli obbiettivi, cattiva

gestione delle risorse, errore di interpretazione dei bisogni del mercato.

Ci sono 2 tipi di rischi:

ESOGENI, generati fuori dall’azienda

ENDOGENI, generati all’interno dell’azienda

Classificazione dei rischi:

- R. Tecnici cambiamento della tecnologia produttiva

- R. Commerciali modifiche del rapporto con i fornitori, concorrenza,

variazione del mercato

- R. Finanziari mancata riscossione dei crediti

- R. Politici cambiamento delle normative

Approccio di Risk Management

1. PREVENZIONE: evitare che il rischio e le sue conseguenze si manifestino

2. MITIGAZIONE: individuare le azioni opportune che riducono le

conseguenze dei rischi evitandoli o trasferendoli, affrontandoli e

riparando il danno

3. GESTIONE DELLE CONSEGUENZE: stabilire in anticipo i provvedimenti

necessari in caso di accadimento dell’evento a rischio

Fasi del processo di Risk Management

CONSULTAZIONE E COMUNICAZIONE

1. Definizione del contesto

2. Identificazione del rischio

3. Analisi del rischio

4. Valutazione del rischio

5. Gestione del rischio

MONITORAGGIO E REVISIONE

Step 1. Comunicazione e consultazione

Ha l’obbiettivo di identificare gli attori coinvolti in prima istanza nel processo di

identificazione, analisi e valutazione del rischio, e successivamente nei processi

di gestione, monitoraggio e revisione del rischio

Step 2. Definizione del contesto

È la fase in cui si chiarisce l’ambiente in cui si svilupperà l’analisi del rischio,

suoi obbiettivi e risultati.

Ci sono due contesti:

CONTESTO INTERNO all’azienda CONTESTO ESTERNO all’azienda

La gestione del rischio, per strategia, In questa fase sono considerati

si allinea agli obbiettivi a lungo l’ambiente di riferimento e la

termine. Mi chiedo se le risorse percezione cliente / utenti

interne siano in grado di sostenere gli

obbiettivi. (per risorse interne mi

riferisco ai dipendenti, macchinari,

processi…)

Step 3. Identificazione del rischio

Ci sono due modalità di identificare i rischi:

1. ORIENTAMENTO al PASSATO ovvero si considerano o rischi che si sono

già presentati. Si usano registri incidenti, relazioni. È la modalità più

comune e semplice, è facile stimare il danno di rischi già avvenuti

2. ORIENTAMENTO al FUTURO ovvero si considerano rischi che non sono

ancora avvenuti. È più difficile da identificare, si ricercano nel contesto

economico, politico, consultazioni con persone interne ed esterne

all’azienda

Esempi di tecniche per l’identificazione:

BRAINSTORMING, raggruppa i diversi STAKEHOLDER (soggetto influente

dell’azienda), si considerano tutti i rischi e solo alla fine vengono raggruppati e

classificati per importanza. È utile quando si stanno affrontando progetti o

attività nuovi

SWOT ANALYSIS, strumento usato per valutare i punti di forza, debolezza,

opportunità e minacce. L’analisi dell’ambiente interno rappresenta la forza e la

debolezza. L’analisi dell’ambiente esterno rappresenta l’opportunità e le

minacce

Step 4. Analisi del Rischio

Ci possono essere più danni, non è possibile gestirli tutti, è necessario capire

quali sono i più rilevanti. LIVELLO DEL RISCHIO = CONSEGUENZE x

PROBABILITÀ

Step 5. Valutazione del Rischio

Si determinano le priorità nella gestione del rischio: il risultato è una lista dei

rischi che necessitano ulteriori attenzioni. Alcuni rischi vanno GESTITI, altri

possono essere ACCETTATI. Vengono accettati perché magari il costo per la loro

gestione eccede, o quando il livello di rischio è molto basso, o quando le

opportunità superano i danni, oppure quando non si hanno idee per gestirlo

Step 6. Gestione del Rischio Ha come obbiettivo la gestione dei rischi che

nello step precedente sono stati definiti prioritari

Step 7. Monitoraggio e Revisione Vanno effettuate periodicamente,

soprattutto perché c’è un’alta probabilità che non tutti gli eventi rischiosi siano

stati individuati

ANALISI DI BILANCIO

Il BILANCIO è il documento attraverso il quale è possibile determinare il

REDDITO D’ESERCIZIO e il CAPITALE DI FUNZIONAMENTO dell’azienda. È un

documento finalizzato al soddisfacimento delle esigenze informative di un

insieme eterogeneo di soggetti e persone esterni all’azienda. È lo strumento

attraverso il quale si ricavano informazioni esaurienti ed attendibili sulle

vicende economico – aziendali dell’impresa

CAPITALE DI FUNZIONAMENTO: è il complesso di utilità economiche (beni

materiali e beni immateriali), rappresenta la componente positiva. È un

complesso di obbligazioni, rappresentano la componente negativa

REDDITO D’ESERCIZIO: è la somma algebrica dei componenti positivi e

negativi di reddito registrati dall’impresa in un dato intervallo di tempo

Composizione del Bilancio

SP = Stato Patrimoniale

- Attività: quello che l’azienda possiede e che può sfruttare e che porta

benefici

- Passività: Ciò che l’azienda deve pagare e dare. Interessi e pagamenti

delle risorse per esempio i salari

Attività = passività + patrimonio netto

CE = Conto Economico

È il valore della produzione: ricavi di vendita, incremento, produzione interna.

Ed è il costo della produzione.

La differenza tra valore e costo mi dà la PRODUZIONE NETTA, che è il risultato

operativo globale

Nota Integrativa

È un documento che ha la funzione di chiarire, analizzare e integrare il

contenuto di SP e CE

Relazione sulla Gestione

Illustra l’andamento dell’azienda e informa le politiche gestionali adottate in

base alla situazione attuale ed alle prospettive future

Per LEGGERE IL BILANCIO bisogna interpretare alcuni indicatori che sono quello

di REDDITIVITÀ, di LIQUIDITÀ e di STRUTTURA PATRIMONIALE

ROI è il ritorno sull’investimento. Esprime il guadagno rispetto al costo

 

totale dell’investimento. ROI = REDDITO OPERATIVO (RO) / CAPITALE

INVESTITO (CI)

ROE è il ritorno sul capitale. Esprime il guadagno rospetto al costo

 

personale. ROE = REDDITO NETTO (RN) / MEZZI PROPRI (MP)

TF è il tasso di onerosità finanziamenti. TF = ONERI FINANZIARI (OF) /

 

PASSIVITÀ (P)

DECISIONI A LUNGO TERMINE E SCELTA DI

INVESTIMENTI

INVESTIMENTO:

Richiede notevoli impieghi iniziali di denaro

 Genera risultati incerti

 Ha una bassa reversibilità

Esempi: sostituzione di un macchinario, computer, espansione dei locali,

sviluppo nuovi prodotti / servizi

Un INVESTIMENTO è un impegno di risorse monetarie di lungo periodo per il

quale si ipotizza un recupero dell’investimento e un ritorno economico.

La spesa iniziale e i flussi di cassa generati da un investimento si fanno in

tempi diversi e non possono essere confrontati direttamente

MONTANTE: valore monetario riferito al termine di un intervallo di tempo

comprensivo del capitale iniziale e degli interessi maturati nella fascia di

tempo. M = CAPITALE INIZIALE

+ INTERESSE MATURATO

= Capitale iniziale (1 + tasso interesse) numero di periodi

M = Co (1 + n

)

Esempio: importo versato in banca 1000 euro,

tasso interesse () = 5% 5/100 = 0,05

periodo 10 anni

M = Co (1 + = 1000 (1 + 0,05) = 1628

n 10

)

1628 > 1000 è un investimento CERTO con l’impostazione del mio tasso di

interesse

Il TASSO D’INTERESSE rappresenta il costo opportuno del capitale

Per valutare un investimento dovrò utilizzare il costo opportunità del capitale, e

calcolare quanto vale oggi l’incasso che avrò domani.

Infatti il potere d’acquisto del denaro cambia nel tempo a seguito

dell’INFLAZIONE (aumento): ogni volta che si valuta un investimento calcolo il

VALORE NETTO ATTUALE dell’investimento che intendo fare. Calcolo prima

quello attuale, poi quello netto

VALORE ATTUALE

VA = MONTANTE / (1 + tasso interesse) nperiodo

VA= INCASSO FUTURO x (1/(1 + tasso interesse) )

nperiodo

Esempio: tempo 15 anni

incasso futuro 25000

tasso interesse (costo opportunità) 7%

VA = 2500 x 1/(1 + 0,07) = 9061,1 euro

15

VALORE ATTUALE NETTO (VAN): è la somma algebrica dei flussi di cassa

originati da un investimento

VAN>0, allora l’investimento produce valore

o VAN<0, l’investimento non produce valore

o

Esempio: una proposta di investimento di 1000 euro prospetta incassi annuali

pari a 625 euro per i prossimi 2 anni. Il costo di opportunità del capitale è il

14%. L’investimento è conveniente?

VA = incasso futuro x 1/(1 + interessi) = 625 x 1/(1 + 0,14) = 548

periodo 1

1°anno

euro

VA = 625 x 1/(1 + 0,14) = 481 euro

2

2°anno

VALORE ATTUALE TOTALE = 548 + 481 = 1029 euro

VAN = VAtot – INVESTIMENTO = 1029 – 1000 = 29 euro è conveniente

Gli investimenti hanno a che fare con i FLUSSI DI CASSA (spesa iniziale e

incassi) e non con concetti economici come costi, ricavi e utile.

IL LEASING FINANZIARIO o Locazione Finanziaria

È un contratto di locazione di beni mobili o immobili acquistati o fatti costruire

dal locatore (SOCIETÀ DI LEASING) su scelta o indicazione del conduttore

(IMPRESA UTILIZZATRICE) che ne assume tutti i rischi.

Alla scadenza del contratto, il conduttore ha la possibilità di diventare

proprietario dei beni locati dietro il versamento di un prezzo stabilito (PREZZO

DI RISCATTO)

L’impresa utilizzatrice non diventa proprietaria del bene strumentale, ma ha il

vantaggio di utilizzarlo senza dover sostenere una spesa finanziaria così grossa

come quella rischiesta in caso di acquisto.

Spesa che deve fare:

- 25% del valore del bene

- Pagamento di canoni periodici

- Nel caso in cui voglia riscattare il bene paga il prezzo del riscatto

Operazione semplice o rapida, consentita anche dalle piccole imprese con

limitate risorse economiche

SOCIETA’ DI LEASING: è il proprietario del bene

IMPRESA: affitta

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
39 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher piccipicci4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Contri Mirko.