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Capitolo 2: Teorie dell'invecchiamento
Negli ultimi decenni sono state formulate molteplici teorie per spiegare il processo dell'invecchiamento. Molte di tali teorie sono basate su dati settoriali derivanti da specifici studi sperimentali. La teoria oggi accettata, definita "unificante", ingloba tutte le teorie precedenti e ne effettua una sintesi. In questo paragrafo si farà cenno alle varie teorie e si esporrà alla fine la "teoria unificante".
Invecchiamento come processo geneticamente controllato
La durata della vita delle varie specie animali, secondo questa teoria, è controllato dai geni. In un celebre esperimento (Hayflick) è stato dimostrato che i fibroblasti embrionali, derivanti da varie specie animali, vanno incontro ad un numero di replicazioni che è proporzionale alla massima durata di vita degli individui appartenenti a quella specie. Secondo gli studi più recenti, sembra che non esistano geni che inducono
senescenza (senescencegenes), bensì geni che assicurano la longevità (longevity assurance genes). Gli studi sui centenari hanno dimostrato che questi soggetti iperlongevi presentano una maggiore prevalenza di alcuni geni rispetto alla popolazione comune. La longevità estrema sembra quindi condizionata da un particolare e complesso pattern genetico e non da pochi geni isolati. Invecchiamento come processo stocastico di deterioramento Secondo queste ipotesi, l'invecchiamento sarebbe dovuto ad un progressivo accumulo di errori a diversi livelli (DNA, RNA, proteine, ecc.), come inevitabile conseguenza di agenti esogeni e/o endogeni danneggianti. Teoria dello stress ossidativo In condizioni fisiologiche gli organismi viventi "aerobi" producono in continuazione "radicali liberi" dell'ossigeno, termine con il quale si intende una qualunque specie chimica, che contenga elettroni spaiati e sia dotata dunque di notevole"potere ossidante", con danno irrimediabile delle strutture biologiche. Ai radicali liberi si oppongono i cosidetti "meccanismi antiossidanti" (enzimatici: superossidodismutasi, catalasi, glutatione perossidasi; non enzimatici: vitamina E, carotene, βvitamina C). Quando questo stato di equilibrio si altera, si viene a determinare la situazione definita di "stress ossidativo". Lo stress ossidativo sarebbe causa dell'invecchiamento progressivo dell'organismo.
Teoria della riparazione del DNA
Il DNA può essere danneggiato da una vasta serie di agenti, di origine esogena ed endogena. Le cellule dispongono di una serie di meccanismi per riparare tali danni, evitando così la trascrizione degli stessi sull'RNA e la traduzione nelle proteine. Tra i processi di riparazione più efficienti ricordiamo la fotoriattivazione, la riparazione per escissione e la riparazione post-replicativa. La capacità di riparazione del DNA
sarebbe positivamente correlata con la longevità in alcune specie di mammifero. Essa si ridurrebbe progressivamente con l'aumentare dell'età, determinando un progressivo aumento del numero di lesioni. Teoria neuro-endocrina Considera la senescenza come espressione di una progressiva disregolazione del sistema neuroendocrino, sede di integrazione tra stimoli esterni e risposta dell'organismo finalizzata a mantenere l'equilibrio omeostatico.