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VENTILATORI
VOLUMI POLMONARI DINAMICI
• VEMS(Volume Espiratorio Massimo al primo
Secondo): volume di aria espirato entro il primo
secondo di una manovra ad espirazione forzata a
partire dalla capacità vitale: si riduce di 30ml/anno a
partire dai 25 anni;
• CVF(Capacità Vitale Forzata): volume totale di aria
espirata durante un’espirazione forzata a partire
dalla capacità vitale:SI RIDUCE;
• PEF(Picco di Flusso Espiratorio); misura il massimo
flusso espiratorio a partire dalla capacità vitale: SI
RIDUCE
FATTORI ASSOCIATI CON
RIDUZIONE DELLA VEMS
• Fattori associati ad ostruzione delle
vie aeree:
fumo di sigaretta
enfisema o bronchite cronica
episodi di asma
comparsa di sibili durante episodi di
raffreddamento
attività lavorativa
• Fattori associati a restrizione del
volume polmonare:
dispnea
obesità o malnutrizione
importanti alterazioni ECG
edema improntabile alle caviglie
diabete in trattamento
pregressi interventi di chirurgia toracica
• Importante e’ comunque sottolineare che sono i 65-70 anni
la soglia al di là della quale gli effetti dell’età sulla
funzionalità dell’apparato respiratorio divengono
particolarmente evidenti
MODIIFICAZIONE DEGLI
SCAMBI GASSOSI
La tendenza al collasso delle vie aeree durante
l’espirazione che interessa preferibilmente la
basi polmonari-sono le aree che ricevono il
maggior flusso di sangue- ed il conseguente
intrappolamento di gas distalmente alla sede
di chiusura, con conseguente scarso
mescolamento dell’aria inspirata, sono i
principali fattori che spiegano il motivo per
cui nell’anziano risulta ALTERATO IL
RAPPORTO VENTILAZIONE/PERFUSIONE.
A ciò consegue una diminuita diffusione dei gas a livello
alveolare documentata da una riduzione della PO2 arteriosa
e della saturazione arteriosa di ossiemoglobina.
La PaO2 arteriosa si mantiene costante per tutto l’arco della
vita e si assesta intorno a valori di circa 80 mmHg dai 65 ai
90 anni negli anziani sani
MECCANISMI DI DIFESA
• Clearance mucociliare: diminuiscce con l’età la velocità del
trasporto anche in relazione all’aumento della viscosità del
muco
• Perdita di efficacia del riflesso della tosse ma solo nei pz.
neurologici, sedati, disfagici
• Detossificazione cellulare
• Immunità:atrofia tonsillare, riduzione delle IgA secretorie
nel muco, compromessa la risposta infiammatoria acuta,
declino dell’immunità cellulare
IMPLICAZIONI CLINICHE
Con l’ età i cambiamenti strutturali e funzionali dell’ apparato
respiratorio fanno si che l’ anziano sia soggetto ad andare
incontro a significative riduzioni dei livelli ematici di O2 in
presenza di patologie quali asma,BPCO
POLMONITE
• Reazione infiammatoria nei confronti di microorganismi o di
prodotti di microrganismi che interessa il parenchima
polmonare
• Negli anziani è la 4° causa di morte
• Costituisce spesso l’evento terminale dopo una malattia
grave di lunga durata
POLMONITE
• Incidenza annuale negli anziani
• Da 20-40/1000 (polmonite acquisita in
comunità)
• 100-250/1000 (polmonite acquisita nelle
lungodegenze)
• La polmonite nosocomiale è frequente
negli anziani ricoverati in ospedale
sottoposti ad interventi chirurgici toracici o
addominali, ventilazione meccanica o
alimentazione per sondino
Il tasso di mortalità aumenta da 9/100.00 in assenza di altre
affezioni a 979/100.00 in presenza di due o più affezioni ad
alto rischio
Negli anziani è probabile che insorga un maggior numero di
complicanze delle polmoniti come la sepsi, l’empiema o la
meningite ETIOLOGIA
• Steptococcus Pneumoniae: più frequente
nelle collettività
• Bacilli Gram-: più comuni negli ospedali
Klebsiella
Pseudomonas Aeruginosa
Enterobacter
Proteus
Escherichia Coli
I bacilli possono colonizzare il faringe di
anziani gravemente ammalati
EZIOLOGIA
• Batteri anaerobi: la polmonite generalmente è
conseguente ad aspirazione:malattie neurologiche,
astenia, sedativi, alterano lo stato di coscienza
• Haempphilus influenzae: spt. Nei pazienti affetti da
bronchite cronica
• Legionella: ne sono state descritte epidemie negli
alberghi e negli ospedali
• Virus: influenzali, parainffluenzali, virus respiratorio
sinciziale, adenovirus.
L’influenza è la causa principale di polmonite
nell’anziano PATOGENESI
• COLONIZZAZIONE OROFARINGEA
Scarsa igiene orale
Anomalie della deglutizione
Adesività di b. Gram- alle mucose
Debilitazione da:
Malattie cardiache, respiratorie,
neoplastiche
Riduzione della deambulazione
Antibiotici a largo spettro
PATOGENESI
• ASPIRAZIONE INAVVERTITE DELLE
SECREZIONI OROFARINGEE
Alcoolismo
Sedativi o narcotici
Malattie cerebrovascolari
Intubazione nasogastrica
Disturbi esofagei
PATOGENESI
• I microrganismi raggiungono l’albero bronchiale:
Inalazione
Aspirazione
Inoculazione diretta da sedi contigue
Diffusione ematogena
POLMONITE DA INALAZIONE
• Gli agenti patogeni contenuti nelle goccioline di
aerosol vengono inalati fino alle vie respiratorie
inferiori
M.tuberculosis
Virus influenzali
Trasmessi attraverso la tosse
Legionnella:non per contagio interumano, ma
inalando particelle di aerosol infette provenienti da
fonti a contatto con l’acqua(condizionatori,diffusori
docce)
Trasmessi attraverso strumentazione chirurgica, ecc.
POLMONITE DA ASPIRAZIONE
• Batteri anaerobi che risiedono normalmente nei solchi
gengivali: collettività
• Bacilli Gram-: nosocomiale
SEGNI E SINTOMI
Febbre, tosse, escreato:spesso sfumate (solo nel 33%)
Confusione, delirio, deterioramento delle funzioni( più spesso)
Tachipnea, tachicardia
RX torace:talvolta interessa più lobi
Leucocitosi neutrofila
Emoculture DIAGNOSI
• La coltura dell’espettorato spesso non
consente la distinzione tra una
contaminazione esterna e una vera
infezione polmonare. Tuttavia:
• M.tuberculosis,funghi,Legionella: utili
• Colorazione di Gram: utile se prevale un
solo microrganismo
• Aspirazione trans-tracheale,transtoracica,
broncoscopia
PREVENZIONE
• Vaccini annuali contro l’influenza
• Vaccino pneumococcico
Negli anziani ad alto rischio(IRC, diabetici,BPCO,scompenso
cardiaco) anche ogni 5 anni
ASPETTI RELATIVI AL PAZIENTE
E ALLA SUA ASSISTENZA
• Anziani stabili, non patologie concomitanti: trattamento
domiciliare
• Nell’anziano la polmonite è spesso l’evento terminale di
patologie concomitanti: diabete mellito, bpco, scompenso
cardiaco,neoplasie, demenza
LA POLMONITE
• Lo S. pneumoniae è la causa di polmonite batterica
più comunemente identificata e rappresenta i due
terzi delle polmoniti batteriche contratte in comunità.
La polmonite pneumococcica generalmente si verifica
sporadicamente, ma con maggiore frequenza in
inverno. Essa colpisce più spesso i più piccoli e i più
anziani. Studi sulla flora faringea indicano che
il 5-25% delle persone sane sono portatrici di
pneumococchi, con la massima prevalenza in inverno
nei bambini e nei genitori di bambini piccoli. Ci sono
> 80 sierotipi (caratterizzati da polisaccaridi delle
capsula antigenicamente distinti).