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Speranza di vita tra uomini e donne
Età | Uomini | Donne
65 - 69 anni | 13 | 19
70 - 74 anni | 12 | 16
75 - 80 anni | 10 | 13
80 - 84 anni | 7 | 10
Oltre 80 anni | 6 | 7
Come si deduce dalla tabella, attualmente una donna di 65 anni ha una speranza di vita di 19 anni, mentre un uomo di 65 anni ha una speranza di vita di 13 anni. Pertanto un elemento che caratterizza l'invecchiamento della popolazione è che la vita media delle donne è maggiore di quella degli uomini.
I fattori ritenuti responsabili della maggiore aspettativa di vita della donna sono rappresentati da probabili fattori genetici, dalla azione protettiva antiaterogena degli estrogeni e dalla minore esposizione a noxae ambientali.
La più precoce mortalità degli uomini è attribuibile, oltre che a fattori biologici, anche a fattori socio-economici. Infatti, alcune cause di morte colpiscono più frequentemente il sesso maschile (ad es. incidenti stradali, cardiovascolopatie, ecc.) e tali cause sono legate a specifici fattori di rischio.
fascia di popolazione che è in età lavorativa e quella che è anziana e dipendente. Un alto indice di dipendenza indica una maggiore pressione sul sistema previdenziale e sanitario, in quanto ci sono meno persone in età lavorativa che possono sostenere economicamente e assistenzialmente la popolazione anziana. In generale, la longevità dipende da una combinazione di fattori genetici e ambientali. Tra i fattori di rischio che possono influenzare la longevità ci sono l'alimentazione, le abitudini di vita (come il fumo e l'attività fisica), lo stress e l'accesso alle cure mediche. È interessante notare come ci siano differenze significative nella longevità tra i paesi. Ad esempio, il Giappone ha una delle più alte aspettative di vita per le donne, mentre l'Islanda ha una delle più alte aspettative di vita per gli uomini. L'indice di vecchiaia è un indicatore demografico che mostra la proporzione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione giovane (inferiore a 15 anni). Un indice di vecchiaia basso indica una popolazione giovane e una bassa percentuale di anziani, mentre un indice di vecchiaia alto indica una maggiore percentuale di anziani rispetto alla popolazione giovane. L'indice di dipendenza, invece, mostra la proporzione tra la popolazione anziana (60 anni e oltre) e la popolazione in età lavorativa (20-59 anni). Un alto indice di dipendenza indica una maggiore pressione sul sistema previdenziale e sanitario, in quanto ci sono meno persone in età lavorativa che possono sostenere economicamente e assistenzialmente la popolazione anziana. In conclusione, la longevità e gli indicatori demografici legati all'età sono influenzati da una serie di fattori, tra cui l'alimentazione, le abitudini di vita, lo stress e l'accesso alle cure mediche. È interessante osservare le differenze tra i paesi e monitorare gli indici di vecchiaia e di dipendenza per comprendere meglio la situazione demografica e sociale di una nazione.La popolazione che si trova in piena attività lavorativa rispetto alla quota dei pensionati rappresenta il peso economico che una nazione con una elevata percentuale di popolazione anziana deve sostenere per la spesa previdenziale.
La durata della vita presenta sensibili differenze in rapporto alla classe sociale ed alla attività professionale. Una bassa scolarità e condizioni economiche precarie sono positivamente correlati alla mortalità.
Confrontando la spettanza di vita alla nascita in vari Paesi del mondo, si osserva che le Nazioni caratterizzate da un più basso sviluppo socio-economico e da un modesto tenore di vita (quali quelle del Terzo Mondo) hanno una spettanza di vita media sensibilmente inferiore rispetto ai Paesi Industrializzati.
I fattori determinanti sono molteplici:
- alimentazione ed igiene inadeguate;
- misure di prevenzione insufficienti;
- attività fisica logorante;
- minore diffusione della cultura medica a livello di popolazione;
minore disponibilità e qualificazione dei servizi socio-sanitari.
Situazione Italiana
Rispetto al resto del mondo l'Italia è uno dei paesi dove l'invecchiamento della popolazione è particolarmente significativo (2° posto). Secondo previsioni ISTAT in Italia nel 2018 la durata media della vita raggiungerebbe i 78.8 anni per gli uomini e gli 84.3 anni per le donne. I soggetti con una età superiore a 60 anni raggiungerebbero il 28.9% della popolazione e l'indice di vecchiaia il valore di 184 (Tab.3).
1958 | 1988 | 1998 | 2018 | 2028 | ||
---|---|---|---|---|---|---|
Popolazione (migliaia) | Totale | 49.310 | 57.399 | 57.814 | 53.714 | 49.805 |
60 anni e più | 6.443 | 11.157 | 13.316 | 15.549 | 17.138 | |
80 anni e più | 618 | 1.607 | 2.429 | 3.640 | 3.795 | |
Valori percentuali | 60 anni e più | 13,1 | 19,4 | 23,0 | 28,9 | 34,4 |
80 anni e più | 1,3 | 2,8 | 4,2 | 6,8 | 7,6 | |
% dei grandi vecchi sul totale degli anziani | 9,6 | 14,4 | 18,2 | 23,4 | 22,1 | |
Indicatori | Indice di vecchiaia (a) | 36 | 77 | 117 | 184 | 225 |
Indice di dipendenza degli | 24 | 35 | 41 | 54 |
69anziani (b)Femmine con 80 anni e più per 100 maschi della stessa 136 206 198 178 173 età
(a) (Popolazione con 65 anni ed oltre / popolazione in età 0-14) X 100
(b) (Popolazione on 60 anni ed oltre / popolazione in età 20-59) X 100
Tab. 3 - Popolazione totale, anziana e vecchia ed indicatori dell'invecchiamento. Italia 1958-2028
È significativo in particolare l'incremento della speranza di vita negli ultraottantenni e quindi una significativa crescita delle quote di popolazione di età molto avanzata. Questo dato è predittivo delle complesse ripercussioni che l'invecchiamento demografico avrà sul nostro assetto sociale.
Nella nostra nazione esistono significative divergenze tra la velocità di invecchiamento nelle diverse aree regionali, minore nelle regioni del Sud, che hanno un maggiore quoziente di natalità, maggiore nelle regioni del Centro-Nord. La regione italiana più vecchia è la Liguria
con la conseguente diffusione di nuovi modelli familiari; l'aumento dell'aspettativa di vita e l'invecchiamento della popolazione; l'incremento delle malattie croniche e degenerative; l'aumento delle disuguaglianze sociali e delle povertà; l'evoluzione del concetto di salute e il passaggio da una visione puramente biomedica a unavisione olistica che considera l'individuo nella sua interezza, includendo aspetti fisici,psicologici e sociali.Tutti questi aspetti hanno determinato la necessità di adeguare i servizi socio-sanitari alle nuoveesigenze della popolazione, garantendo un'assistenza adeguata e personalizzata a tutti i cittadini,indipendentemente dall'età, dallo stato di salute e dalle condizioni socio-economiche.In cui diverse generazioni convivevano tra loro, con l'attuale famiglia di tipo nucleare, costituita solo dai genitori e dai figli più giovani;
Il conseguente aumento delle persone anziane che vivono in condizione di solitudine (fenomeno che, a causa della promorienza dei maschi, riguarda in particolare i soggetti di sesso femminile).
Se a ciò si aggiunge il decadere di alcuni principi morali, sostituiti dal materialismo e dal consumismo, e pertanto dalla tendenza a considerare senza valore le persone e le cose che non sono né utili né produttive, ci si rende ampiamente conto delle numerose condizioni di disagio sociale che colpiscono l'anziano nella società moderna, e che hanno importanti riflessi anche sul piano sanitario.
Esse si possono schematicamente così riassumere: