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C
r CR
C
D c C
SR
C
s
σ' σ' σ' logσ'
v0 p vf v
12. Parametri di compressibilità
plastiche è un esempio di incrudimento isotropo.
Avendo ottenuto la tensione di preconsolidazione, come sappiamo
l'OCR è dato da questo valore fratto la tensione attuale del provino.
La costruzione geometrica (metodo di Casagrande) che ci permette
di determinare la tensione di preconsolidazione è la seguente:
e-logσ '
• si considera il punto di massima curvatura della curva : P;
v
• dal punto P si tracciano le rette orizzontale o e tangente t alla cur-
va;
• si traccia la retta b bisettrice dell’angolo che si forma tra le rette
orizzontale e tangente;
• si prolunga linearmente il tratto di compressione;
• l’intersezione di tale prolungamento con la bisettrice b individua
la tensione di snervamento. σ'
Considerata la soggettività insita nella procedura, il valore otte-
p
nuto va confrontato con i valori estremi che ne delimitano il possibi-
le intervallo:
σ'
• è dato dall’intersezione della retta che si ottiene prolungan-
p,min
do il ramo di ricompressione con quella relativa al ramo di com-
pressione;
σ'
• è rappresentato dal punto M che segna l’inizio del tratto li-
p,max
neare di compressione. Prove di laboratorio
48
Indici e rapporti di compressibilità, cedimenti
Vediamo ora sullo stesso grafico quali sono i parametri che carat-
terizzano i vari tratti della curva, parametri che ci permetteranno di
calcolare i cedimenti di un terreno argilloso.
AB BC DC
13. Valroi dei parametri di
compressibilità
Rapporto RR = CR = SR =
Indice Cr = Cc = Cs =
RR = CR = SR =
Dal grafico e dalla tabella allora possiamo osservare che (ricordan-
ΔH = H / (1+e )
do che ):
0 0
Terreno sovraconsolidato (assumendo C =C ),
3) r s
Se il carico è tale da non superare la tensione di preconsolida-
4) zione,
Se il terreno è normalconsolidato,
5) Prova edometrica
49
U m
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100 T
0 0.196 0.2 0.4 0.6 0.8 0.848 1 v
14. Relazione tra grado medio di
consolidazione e fattore tempo
Teoria della consolidazione
La teoria della consolidazione edometrica di Terzaghi si basa sulle
seguenti ipotesi semplificative:
• consolidazione monodimensionale, cioè filtrazione e cedimenti in
una sola direzione (verticale);
ρ ρ
• incompressibilità dell’acqua ( = cost.) e delle particelle solide (
w s
= cost.);
• validità della legge di Darcy;
• terreno saturo, omogeneo, isotropo, con legame sforzi deforma-
zioni elastico lineare, a permeabilità costante nel tempo e nello
spazio;
• validità del principio delle tensioni efficaci.
Partendo dall'equazione generale di flusso, e ricordando la defi-
nizione del coefficiente di compressibilità, utilizzando le ipotesi di
elasticità lineare e con altri espedienti matematici, sia arriva a con-
Prove di laboratorio
50
15. Confronto tra le prove edometrica
ed isotropa.
cludere attraverso procedimenti analitici vale la relazione
T = (c · t) / H
2
6) v v
Già incontrata per determinare il valore di della costante di con-
solidazione per via sperimentale: ecco che quindi i due metodi sono
strettamente connessi, e per il calcolo del tempo di cendimento, t,
possiamo usare una formula inversa della 6, andando a inserire il va-
U T
lore medio di consolidazione attraverso il paramentro , usando
m v
il grafico 14.
Prova edometrica e prova isotropa
Andando a confrontare i risultati delle due prove, graficizzate in
uno schema semilogaritmico con tensioni e volume specifico (che ri-
cordiamoci è strettamente collegato all'indice dei vuoti dalla relazio-
v = 1+e
ne ) si nota come entrambe le prove assumano un andamento
lineare sul tratto NC, e ancora lineare, ma con pendenza decisamen-
te minore nel tratto OC. Le due pendenze, che rispettivamente indi-
λ κ
cheremo coi valori e , sono identiche per le due prove edometrica
ed isotropa: ciò che cambia è una traslazione rigida di un grafico
rispetto all'altro lungo l'asse della tensione media. Questo ci permet-
te di poter sfruttare la prova edometrica invece di quella triassiale
isotropa per ottenere le stesse informazioni, ma con un risparmio
Prova edometrica
51
dovuto alla semplicità della prova edometrica.
Prove di laboratorio
52
Resistenza dei
terreni
Continuiamo in questo capitolo il discorso fatto sui percorsi ten-
sionali, avendo ora le conoscenze adeguate sulle prove di laboratorio
ed i loro risultati, in modo da poter affrontare in modo completo la
rappresentazione e lo studio del legame tra tensioni medie, tensioni
deviatoriche ed indice dei vuoti (nel caso specifico si userà il volume
specifico).
Criteri di resistenza
Abbiamo visto in precedenza grafici p'-q per descrivere lo stato
tensionale di un provino sottoposto a diverse prove. Ma questa re-
lazione può rappresentare un criterio di resistenza del terreno? In
particolare, questi grafici sono legati al tipo di prova effettuata sul
terreno: vogliamo capire se i criteri di resistanza sono individuabili
indipendentemente dalla prova e se quindi i legami tensione-defor-
mazione-volume specifico individuati sono intrinseci del terreno.
Dal grafico 1, di una prova TxCID, vediamo quale sia la relazione
tra deformazione assiale e tensione deviatorica, e come questa si rap-
porta con tensione deviatorica-tensione media. Notiamo inoltre che
in quest'ultimo piano i punti a rottura si dispongono su di una retta,
che chiameremo dello stato critico. Volendo inserire nella rappresen-
tazione anche il volume specifico, in un grafico volume specifico-ten-
sione media, ecco che abbiamo tre piani che rappresentano tutte le
caratteristiche principali graficizzabili di più provini portati a rot-
53
q
q B4
4 B3
3 B2
2 B1
1 A4
A1 A2 A3
ε p'
a
ε v
a A1 A2 A3 A4
1-4 B1 LNC
B2 CSL
B3 B4
q/p' p'
c
1. Grafici degli stati tensionali di
quattro provini sui vari piani di
rappresentazione. Prova TxCID q-ε
tura. Andando poi a normalizzare la curva rispetto la tensione
a
di consolidazione, quella di cella, ottengo una serie di curve pratica-
mente coincidenti: ciò mi ci fa capire che il terreno ha caratteristiche
intriseche indipendenti dal metodo di carico, e che la rigidezza del
materiale è proporzionale allo stato tensionale applicato.
Continuiamo su questo percorso, verificando che anche in prove
non drenate si possa arrivare alle stesse conclusioni. Abbiamo già
visto il grafico q-p,p' relativo alle tensioni totali ed efficaci per una
prova CIU in un grafico t-s. Vediamo ora quattro percorsi tensionali
con diverse pressioni di cella iniziali. Si può facilmente notare che il
comportamento è assolutamente dello stesso tipo rispetto alla prova
drenata, considerano ora però la presenza di tensioni totali e tensio-
ni efficaci. Andando a rappresentare inoltre tensioni medie efficaci
e volume specifico in un grafico semilogaritmico, si nota come la
linea di normal consolidazione NCL e quella dello stato critico CSL —
Resistenza dei terreni
54
q
q B4
B3
B2
B'4
B1
B'3
B'2
B'1 A4
A1 A2 A3
ε p'
a
LNC v
v A1
A1 A2
B'1 B'1 A2
A3
B'2 A3
A4 B'2
B'3 A4
B'4 LNC
B'3
B1
B1 B'4
CSL B2
B2 B3 CSL
B4
B3 lnp' p'
2. Grafici degli stati tensionali di
quattro provini sui vari piani di
rappresentazione. Prova TxCIU
la dove avviene il punto di rottura del provino — sono praticamente
parallele.
Andando oltre, posso pensare dato che le stesse grandezze sono
p'-v p'-q
riportate nei due grafici , , di unire i due grafici planari in uno
tridimensionale: questo mi permette di descrivere lo stato di NC, OC
e quello critico mediante curve spaziali. Tutti i percorsi tensionali
efficaci, di prove drenate e non drenate, che dalla linea di consolida-
zione normale NCL pervengono alla linea di stato critico CSL giaccio-
p’-q-v
no su una superficie nello spazio , detta Superficie di Roscoe,
che limita il dominio degli stati tensionali possibili, rappresentata in
figura 4.
Se un provino di argilla satura è isotropicamente consolidato, ad
p’
una pressione efficace , e poi isotropicamente decompresso in con-
c p’
dizioni drenate, fino ad una pressione efficace in modo da diveni-
0
re fortemente sovraconsolidato, ed è infine sottoposto a compressio-
Criteri di resistenza
55
3. Comportamento di un provino
di argilla satura fortemente
sovraconsolidato in prova TxCID
ne drenata, esso mostra un comportamento tensionale e deformativo
durante la fase di compressione del tipo di quello descritto in Figura
3. Si può osservare che la condizione di rottura non coincide con la
ε -q
condizione di stato critico. Infatti la curva presenta un massimo
a
(q ) a rottura (punto B), poi decresce fino a stabilizzarsi su un valore
f
minore (q che corrisponde allo stato critico (punto C). Il volume del
cs)
provino prima diminuisce, poi aumenta, supera il valore iniziale e
infine tende a stabilizzarsi.
La linea inviluppo a rottura, per i terreni sovraconsolidati, ha
equazione:
q = q + m · p '
1) f f
Tale retta, che rappresenta il luogo dei punti di rottura per le ar-
p’-q-v
gille sovraconsolidate, corrisponde nello spazio ad una superfi-
cie piana detta Superficie di Hvorslev, rappresentata in figura 5.
È importante notare che ci si muove da NCL a CSL su dei percorsi
che sono differenti nei casi di prove drenate o non drenate: questo è
Resistenza dei terreni
56
4. Superficie di Roscoe nei piani p'-q-v
5. Superficie di Roscoe e Hvroslev nei
piani p'-q-v Criteri di resistenza
57
6. Percorsi drenati e non drenati sulla
superficie di Roscoe.
rappresentato nella figura 6, dove si nota che i percorsi drenati, come
già sappiamo, avvengono su un piano a volume costante, mentre i
percorsi drenati su un piano inclinato di 1:3 rispettp agli assi p'-q.
È logico pensare che il comportamento di provini sovraconsolidati
vari rispetto