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SEA POWER
Uso della flotta come strumento di proiezione del potere.
Negli oceani la costruzione di dislocazioni strategiche attorno a un piveau è
fondamentale poiché le flotte hanno una rapida capacità di dispersione nel
quadrante strategico e concentrazione in caso di minaccia. Tutte le tesi di Corbett
rappresentano al meglio la strategia inglese,pax britannica, cioè la capacità di
controllare un territorio ricorrendo alla guerra solo in caso di estrema necessità,
tessendo alleanze e occupando zone strategiche. Con la fine della guerra fredda e
una certa riduzione degli armamenti, la strategia corbettiana è stata oggetto di una
forte rivalutazione. La Cina è una potenza corbettiana.
Alfred Mahan
E’ considerato il primo studioso di geopolitica classica, nonostante egli fu allo
stesso tempo uno storico, uno stratega navale e un militare statunitense. Lo storico
e stratega cerco di indagare l’incidenza della potenza marittima sulla storia in modo
sistematico, limitandosi tuttavia al periodo 1660-1815, vale a dire al trionfo della
navigazione moderna dopo le guerre napoleoniche. L’autore si concentrò molto
sulla “visione di insieme”, tralasciando i dettagli di una particolare crisi, etc, seppur
molto importanti. Insisteva su quegli aspetti permanenti, che influenzavano la
politica internazionale. Mahan si occupò dei vari elementi della potenza ma
riconobbe che il più importante è quello della geografia poiché è il più permanente.
L’opera fondamentale di Mahan, che venne presa in considerazione nel pensiero
geopolitica è l’insieme di articoli sotto il nome di “the problem of Asia”.
Il pensiero
Per Mahan, dal punto di vista politico e sociale, il mare si presenta come una
grande strada, dove gli uomini possono muoversi liberamente. Tuttavia alcune linee
di comunicazione sono più cruciali di altre e per questo assumono una grandissima
rilevanza. Il cuore del problema per Mahan è dunque il controllo di questa grande
via unificatrice mondiale che è il mare. Per questo nel suo pensiero non scinde mai
il significato strategico-militare del mare da quello economico-commerciale.
Le condizioni della possibilità della potenza marittima per Mahan dipendono da
condizioni geografiche, sia fisiche che umane.
Mahan individua sei fattori che condizionano la potenza navale:
La posizione geografica
1. La conformazione fisica e la sua relazione con clima e produzioni naturali
2. L’estensione del territorio
3. Il numero di abitanti
4. Il carattere della popolazione
5. Il carattere del governo, comprese le istituzioni nazionali.
6.
Delle 6 caratteristiche, 3 riguardano la geografia fisica, 2 la geografia umana e
culturale e solo 1 la politica in senso stretto.
Il pensiero di Mahan mette in risalto l’importanza dell’elemento umano nella storia;
infatti, per l’autore, senza le giuste decisioni politiche e senza una strategia
adeguata, la potenzialità di una nazione, data da geografia e carattere nazionale,
non poteva essere attuata. Mahon era inoltre convinto della necessità di analizzare
la potenza navale in senso transnazionale; la sicurezza strategica sui mari non
poteva essere garantita se non da un consorzio di stati interessati a preservare la
stabilità dell’oceano(pensiero precursore del pensiero z di Mackinder).
Strettamente collegati a questi 6 fattori vi erano altri elementi della potenza, come
la capacità industriale, lo sviluppo dei mercati, una grande flotta navale, la marina
militare e l’accesso alle basi navali.
Mahan inoltre utilizzava un metodo di indagine assimilabile a quello storico; Sprout
e Sprout riconoscono 4 concetti geopolitici alla base del pensiero di Mahan
riguardo le relazioni internazionali:
La presenza di un unico oceano continuo ed ininterrotto
1. La presenza di un vasto stato intercontinentale, l’impero russo
2. Una fascia di stati marittimi dell’Europa continentale, area delle coste dell’Asia-
3. Pacifico
La presenza di stati insulari,come il Giappone e la Gran Bretagna, ma anche gli
4. Usa, totalmente disconnessi dalla massa euroasiatica.
Lo studioso Kennedy rivalutò il ruolo intellettuale e analitico di Mahan e Mackinder,
contrapponendoli. Kennedy considerava che per Mahan la potenza marittima fosse
un sorta di “variabile indipendente” che contribuiva in modo decisivo a creare la
prosperità economica di una nazione. Per Mackinder invece la potenza navale era
una “variabile dipendente” condizionata dalla forza economica della nazione.
L’analisi geopolitica della potenza marittima fu affrontata da Mahan in un capitolo di
“the influences of sea power upon history”. Nel testo, Mahan espresse la sua
visione sulla funzione strategico-politica della posizione geografica di uno stato,
elemento cruciale per l’analisi geopolitica.
Per Mahan uno stato insulare è più portato a concentrare il proprio sforzo sullo
sviluppo delle risorse marittime e ad espandersi oltremare.
Mahan introduceva inoltre il concetto di “posizione relativa”. In una data epoca
storica la posizione geografica relativa avrebbe potuto conferire un vantaggio
strategico per attaccare un territorio di altri attori geopolitici o per acquistare il
controllo di vie commerciali. Mahan però sottolineava anche che l’importanza
assoluta o relativa di porzioni della superficie terreste variava di epoca in epoca.
Terre considerate strategiche in alcune ere non lo erano più in altre a causa del
sorgere di nuovi centri di potere politico.
Per quanto riguarda le vie d’acqua e la navigazione, Mahan rivelata come esse
fossero sempre state un aspetto cruciale nei rapporti di forza internazionali, ma
come, allo stesso tempo, il mutare delle condizioni socio-economiche e
tecnologiche avesse spostato l’attenzione dai fiumi ai mari e dai mari chiusi agli
oceani.
Mahan inoltre individuò una differenza tra Stati Uniti e Europa. Mentre gli Stati Uniti
erano la vera unica potenza di terra nel bacino nordamericano, nel mar
mediterraneo molti stati competevano per l’egemonia. Mahan era inoltre convinto
che, a causa della geogragia, gli Stati Uniti non avessero alcun competitore di pari
rango nell’emisfero occidentale. Questa idea era ben lontana dal pessimismo
mackinderiano, secondo il quale il centro del mondo rimaneva l’eurasia.
Topografia e demografia
Per Mahan la conformazione fisica del territorio era molto importante. In relazione
alla potenzialità marittima, non solo l’estensione delle coste ma anche la loro
topografia rivestiva per Mahan un’importanza particolare. I territori con molti porti e
con porti di alta qualità permettevano agli Stati che li controllavano un migliore e più
continuo accesso al commercio. Il carattere peninsulare ed insulare inoltre
condizionava fortemente la sua storia politica. L’estensione del territorio invece era
considerata dall’autore sempre in relazione con la densità della popolazione. Uno
stato con un vasto territorio con ampio accesso al mare e la cui popolazione fosse
relativamente esigua si esponeva di più agli effetti di un blocco navale. Tuttavia
uno dei fattori che influenzano la potenza marittima secondo l’autore è il “carattere
nazionale” frutto di evoluzione storiche. Una nazione propensa al commercio
marittimo e alla navigazione avrebbe potuto contare su un maggior numero di
personale navale.
Decisione strategica e diplomazia
In Mahan il legame tra condizionamento geografico e scelta politico-strategica è
molto complesso. Lo stratega deve saper leggere la realtà geopolitica e compiere
delle scelte che possono essere logiche o errate. La geopolitica condiziona ma non
determina l’evoluzione storica, perché i decisori di uno Stato possono prendere
strade diverse da quelle che la realtà geopolitica suggerisce. L’attrazione verso
l’importanza delle decisioni politiche e strategiche nella storia mondiale spinse
Mahan ad ammonire gli Stati Uniti contro le tentazione “isolazioniste”, che Mahan
conosceva bene, essendone stato un sostenitore. Il Mahan geopolitico era
profondamente convito che qualora Washington non avesse accelerato la
costruzione di una flotta militare e commerciale, gli Stati Uniti avrebbero fallito nel
compito di sfruttare il vantaggio geografico e strategico.
In un altro libro Mahan tentò di capire come la potenza marittima fosse stata
decisiva contro una potenza terreste, prendendo in analisi la grande strategia
navale dell’impero britannico messa in atto nello scontro con Napoleone.
Questi studi lo portarono ad avvicinarsi al “determinismo geografico”. Sembrava
essere convinto che contro uno stato insulare sarebbe stato praticamente
impossibile prevalere da parte di grandi potenze peninsulari o terrestri.
Precursore della Global Geopolitica
La preferenza mahaniana per un’alleanza strategica britannico-statunitense non
deriva dall’ammirazione per la civiltà britannica ma dalla convinzione che le due
potenze condividessero alcuni interessi geopolitici. Per quanto fosse sospettoso
della Germania Mahan non smise mai di credere che per gli Stati Uniti la vera
minaccia sorgesse in Asia e non in Europa.
Mahan scriveva un’opera classica di global geopolitics senza mai utilizzare il
concetto di geopolitica. Nelle sue riflessioni sull’Asia, rivolse la propria attenzione
anche alla Russia. A suo parere le condizioni naturali avevano conferito alla Russia
una preminenza che si avvicinava all’esclusività. Egli sosteneva che la posizione
geografica dava alla Russia la possibilità di espandersi in tutte le direzioni senza
trovare opposizioni. Ma allo stesso tempo avanzava l’ipotesi che il carattere quasi
intercluso della posizione russa rendeva possibile da parte occidentale anticiparne
le mosse: lo scopo finale dell’espansione russa era lo sbocco ai mari aperti, per cui,
secondo Mahan, ci si sarebbe dovuti aspettare una spinta verso la costa cinese. A
differenza di Mackinder però Mahan non metteva l’accento sull’impatto della
tecnologia sulla capacità russa di sfruttare l’area perno.
Geografia e mobilità commerciale e militare
Ai sei fattori della potenza marittima Mahan aggiunse una considerazione decisiva
per la logica geopolitica: quella della convenienza economica del trasporto su
acqua rispetto a quello su terra.
Mahan non sottovalutava l’impatto delle ferrovie ma si diceva convinto che tutte le
medie e grandi potenze avrebbero continuato a sviluppare la tecnologia navale.
E’ su questo punto che la percezione del futuro di Mahan si differenzia da quella di
Mackinder. Quest’ultimo era giunto alla conclusione che le nuove te