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URSS)
2. controllo dei territori periferici più lontani dalla zona-nucleo è difficile e costoso e
quindi tende a svanire
3. ideologie, culture, religioni che assicurano la base di un concetto di civiltà e cultura
sono forti nella zona-nucleo , ma tendono a indebolirsi all’esterno
Queste 3 tendenze sono i 3 cardini del mutamento geopolitico .
Collins sostiene che l’idea di impero mondiale avrebbe senso solo se fosse davvero un
superamento dello stato nazionale. L’evidenza ci dimostra che non è così, perché si
hanno comunque alleanze di stati, anzi nel dopo-guerra le frontiere degli stati sono
molto più messe in sicurezza rispetto a prima, gli stati sono impossibilitati a espandersi.
38
Due blocchi non sono blocchi imperiali omogenei, ma un insieme di stati tenuti insieme
dall’iper-espansione.
Ne consegue che il bipolarismo non è la tendenza a cui va il mondo, ma una condizione
transitoria. Collins capisce che il mondo vive una situazione artificiale. Anzi, il mondo
tende ad andare verso un nuovo multipolarismo (lo scrive tra il 1978 e il 1981
anticipando quindi il multipolarismo). L’evoluzione tecnologica anticipa il crescere di
nuove potenze. Più esse crescono e più il bipolarismo è messo in difficoltà.
Anticipa il multipolarismo lavorando sulla formazione e sul modello militare degli stati.
Usando molti dati storici, analizza le forme di guerra e anticipa le difficoltà delle guerre di
oggi. C’è un crescente ruolo della logistica che è l’elemento più difficile delle guerre
moderne. Lo sforzo della logistica espone gli stati ai condizionamenti geopolitici-classici
perché si ha bisogno di punti di appoggio, centri di stoccaggio e rotte di comunicazione di
cui parlava la geopolitica classica. Questo fa sì che la geopolitica sia utilizzata per le
nuove forme di conflitto tecnologico.
Collins si concentra anche sui concetti di heartland, rimland e sea power, rivisitandoli e
attualizzandoli.
1. Sea power : per alcuni lo sviluppo tecnologico ha eliminato il concetto di vantaggio
posizionale perché oggi con la marina si può attaccare qualsiasi paese con
frontiere marittime. La storia dimostra che la forza delle potenze navali dei paesi
sea power (prima Spagna e poi Gran Bretagna) ha successo e sconfigge le potenze
terrestri solo se queste ultime sono più deboli (imperi Inca, Maya, Aztechi, India).
Se le potenze terrestri però sono forti e organizzate, il sea power ha bisogno
prima che queste vengano logorate combattendo sulla terra. L’unica eccezione di
una potenza esclusivamente sea power che ha successo contro un potere
terrestre ben organizzato è Venezia, però non costruisce un impero territoriale,
ma possiede solo isolette e avamposti commerciali. Da tutto ciò si capisce che
il sea power è particolarmente efficace come potere difensivo, meno come potere
offensivo. Il sea power si deve sempre accompagnare dall’alleanza con poteri
terrestri, cosa che riporta all’importanza della geopolitica e dell’analisi tradizionale
della geopolitica.
2. Forza aerea : il potere aereo è sopravvalutato. Collins anticipa l’idea che le guerre si
potessero vincere solo con missili convenzionali e droni. Con l’arma aerea non si
vince la guerra e non si controllano territori. La forza aerea è decisiva solo se
39 accompagnata da una forza marittima e terrestre che logori il nemico. Alla base
dell’estensione degli stati è necessaria una teoria sulle basi organizzative del
potere militare.
Esistono due gruppi di fattori:
- basi delle risorse militari
armi e struttura militare
→ economia
→ risorse amministrative e culturali
→
- configurazione territoriale dello stato
zona-nucleo
→ barriere naturali efficienti
→ network di relazioni fra le zone-nucleo
→
Riassumendo...
impossibilità delle due super potenze di costruire un impero mondiale
● la geopolitica deve servire a capire che le nuove tecnologie hanno una maggiore
● efficacia difensiva che offensiva (espansione delle potenze sea power limitata)
il bipolarismo è artificiale e il mondo va verso il multipolarismo con i due imperi
● che sono in <<uno stallo prolungato>> che è costoso
i principi fondamentali della geopolitica sono un utile strumento di analisi sia in
● chiave micro che macro, ma devono essere applicati nel medio-lungo periodo.
Nel mondo orientale la dottrina geopolitica non viene applicata.
La geopolitica sovietica si basa sulla prevalenza del discorso ideologico con la dottrina
Breznev dove si ha una visione geopolitica di subordinazione; la patria del comunismo
esiste ed è l’URSS. Gli altri paesi comunisti sono legati da un rapporto con l’URSS e sono
tenuti alla riproduzione del modello sovietico. Gli “stati fratelli” devono per forza replicare
il modello sovietico perché non può esistere un modello alternativo. Quindi nella dottrina
sovietica tutti gli altri modelli sono detti revisionisti. Il revisionismo minaccia le conquiste
mondiali del comunismo.
40
L’assistenza fraterna è l’invasione dell’armata rossa per evitare il modello revisionista,
cioè l'adozione di modelli nazionali.
Rinascita della geopolitica o nuove geopolitiche
Il primo che riprende la parola geopolitica (usata solo negli USA) è Lacoste. Pubblica la
rivista Herodote e crea un numero di studiosi attorno a questa rivista che rilancia il
pensiero geopolitico e storico-geopolitico. Avvengono una serie di avvenimenti che
mandano in crisi il modello bipolare, il frame concettuale a cui eravamo abituati quindi
quello della guerra fredda. Quindi un'analisi basata sulla domino theory e la lettura
esclusivamente bipolare degli avvenimenti. La nuova geopolitica e la svolta del pensiero
di Lacoste si fa risalire alla guerra tra
Vietnam e Cambogia (1978): tutti e due i paesi erano rigide dittature comuniste.
● L'ideologia non riesce e ciò manda in crisi anche la scuola marxista. Scontro
armato tra due potenze comuniste (non spiegabile con le dinamiche del
bipolarismo)
Rivoluzione islamica in Iran
●
Negli anni '80 si hanno numerosi problemi di sicurezza di tipo militare che però non
possono essere spiegati con l'analisi bipolare (cresce la frammentazione e l'islamismo
radicale). A metà anni '80 si ha l'instabilità nel Medioriente (non si legge bipolarmente), la
crescita del radicalismo, il fenomeno dell'immigrazione. Questi non sono problemi di
sicurezza militare quindi le vecchie categorie non bastano, c'è bisogno di nuovi modelli
che vedono la ripresa della geopolitica.
Lacoste è il primo che rilancia questo concetto pur modificandolo molto (egli all'inizio è
marxista quindi privilegia discorsi economici), applica una forte critica metodologica
attaccando la vecchia geografia e gli schematismi delle relazioni internazionali. Lui è un
geografo che usa la storia e si interessa di relazioni internazionali.
La disciplina che mischia tutto è la geopolitica ma quella nuova, tramite articoli e riviste.
Per Lacoste la geopolitica non è una scienza ma uno sguardo dall'alto , è la capacità di
saper pensare lo spazio terrestre e le lotte che vi si svolgono per intervenire con
maggiore efficacia. Quindi la geopolitica non è oggettiva e scientifica, ma un discorso
sociale e politico (riprende Focault) ed è un modo di ragionare e rappresentare
dinamicamente il mondo e gli attori internazionali.
41
Lacoste critica:
la geopolitica classica che è schiava delle ideologie del nazionalismo
● il modo di ragionare della geopolitica classica che propone di trovare
● l'elemento per la dominazione mondiale, le teorie binarie con le
contrapposizioni mare-terra
gli approcci macro: vuole un approccio micro, vuole analizzare il particolare e
● partire dal contesto singolo evitando astrazioni e generalizzazioni.
È fondamentale recuperare l'analisi dei singoli scenari (sub regionali) e capire le
dinamiche locali che portano allo scontro, non tutto è riconducibile allo scontro bipolare
e dell'interesse razionale. Ci sono una serie di elementi che non si spiegano con
l'interesse. Lui anticipa lo scontro basato sull'identità. Bisogna utilizzare i meccanismi
della nuova geopolitica.
La geopolitica serve per raccontare, tramite un discorso sociale, gli avvenimenti in un
contesto rivolto alle opinioni pubbliche occidentali. È necessario veicolare dei messaggi e
formare l'opinione pubblica (per questo servono le riviste) che è fondamentale nel
processo di decisione. Ciò è possibile seguendo differenti livelli di analisi spaziale per
classificare i vari fattori di cambiamento e di conflitto in funzione della grandezza degli
insiemi spaziali in cui ciascuno di essi si manifesta e allo stesso tempo concentrare la
massima attenzione sull'intersezione dei diversi insiemi spaziali, quindi, rifiuto del
semplicismo e spiegazione mono causale, rilancio della complessità del mondo e analisi
internazionale: questi modelli devono essere comparati ai modelli che si manifestano e
bisogna mostrare massima attenzione all'intersezione e cioè dove le cose interagiscono.
La nuova geopolitica guarda attraverso una complessità di approcci, non solo il dato
militare e quantitativo (come la geopolitica classica) ma è più sofisticata e usa una
pluralità di fattori. Ai diversi livelli spaziali si usano meccanismi spaziali diversificati.
Per capire un problema geopolitico seppure a grandi linee non basta più evocare delle
cause generali (est-ovest) ma bisogna andare nello specifico, occorrono informazioni
precise andando a vedere le cause di instabilità sul campo attraverso pluralità di approcci
scientifici.
Dopo il collasso dell'URSS, con la fine della guerra fredda, vi è una pluralità di pensatori
che cerca di offrire nuove interpretazioni delle relazioni internazionali. Si tratta di
pensatori neo-conservatori che riprendono il pensiero geopolitico statunitense, quindi il
42
pensiero antagonista all'URSS e anche quando scompare cercano di mantenere una
struttura quasi bipolare nel mondo post bipolare.
Geopolitics of emotions
Scritto da Moisi nel periodo post-bipolare. Segue alcuni libri di Huntington e Fukuyama.
La fine dell’ideologia ha provocato negli analisti diverse risposte per comprendere il
presente. Lo spazio strategico mutato provoca dei tentativi di risposta. Huntington
riproduce lo schema della guerra fredda.
I fattori importanti: nel sistema