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OCEANI – COMPOSIZIONE E MARGINI
I continenti sono localmente interessati da grandi fratture che lacerano l'intera crosta. Nella teoria
della tettonica a zolle sono queste le zone dove la litosfera subisce uno stiramento fino a spezzarsi;
tra le due parti separate e in allontanamento reciproco, può eventualmente risalire in superficie
magma mantellico. L'acqua del mare sommerge il solco in via di allargamento e l'originaria area di
frattura può evolvere fino a trasformarsi in centro di espansione dove si genera nuova crosta
oceanica.
Un rift continentale è una depressione allungata che si forma in aree nelle quali la litosfera ha subito
significative modifiche per estensione, deformandosi.
Ulteriori prodotti da estensione continentale sono i basalti di copertura. I tipi di roccia predominanti
sono basalti tholeitici (quindi relativamente ricchi in silice e poveri di alcani) con a volte lave
piritiche (ricche di olivina) e localmente rocce alcaline. Moho95
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Per le caratteristiche geochimiche, la sorgente primaria del magma è collocata nel mantello
astenosferico, per lo più in corrispondenza di risalita di pennacchi di materiale caldo la cui
espressione superficiale sono i punti caldi (hotspot).
I margini continentali passivi sono margini continentali che si trovano in genere ai bordi di oceani
nati a partire da fratturazione continentale (vedi ad esempio attualmente nel Mar Rosso) in zone di
rift incluse quelle collegate con le faglie trasformi. Gli oceani aventi questi margini sono in fase di
allargamento. In corrispondenza del margine continente-oceano si avrà un passaggio laterale tra
crosta continentale e oceanica; al raccordo vi sono prismi di rocce sedimentarie.
In questi margini si susseguono, a partire dal continente, la piattaforma continentale, la scarpata, il
rialzo continentale ed infine la pianura abissale.
La conoscenza della piattaforma continentale è alquanto progredita grazie alla pesca e alle ricerche
minerarie. Il limite con il ciglio della scarpata si trova a una profondità che può andare dai 100m ai
150 m di profondità. Il fondo marino, la cui profondità è molto ridotta, è costituito prevalentemente
da sedimenti; su di essa i depositi sedimentari formano degli enormi prismi che si affacciano sulla
scarpata. Localmente le piattaforme sono invase dai delta dei maggiori fiumi, il cui materiale è
ridistribuito da onde e correnti.
La scarpata continentale, contrariamente a quanto fa pensare il nome, è in genere poco inclinata ma,
essendo larga fino a 50 e più chilometri, i dislivelli tra parte superiore e inferiore possono essere
considerevoli. I sedimenti che si depositano sulla scarpata sono materiali dilavati dai continenti e
trasportati per mezzo di fiumi.
Le correnti di torbida sono sospensioni di acqua e detriti che scivolano lungo la scarpata, dotate di
alta densità e velocità. Vengono messe in modo per lo più da scosse sismiche che determinano il
franamento del materiale accumulatosi presso il ciglio della scarpata. Come risultato delle correnti
di torbida si ha il trasporto di enormi quantità di argilla, sabbia e materiale anche più grossolano fino
alle grandi profondità marine. Alla base della scarpata questi si accumulano, formando il rialzo
continentale.
La regione che va dalla piattaforma al rialzo continentale costituisce un'area di intensa
sedimentazione nella quale i sedimenti si accumulano in enormi quantità, formando
complessivamente un grande cuneo (o prisma) che segna il raccordo tra continente ed oceano.
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I margini continentali attivi sono le aree più instabili della Terra, dove si ha il maggior numero di
terremoti a magnitudo più elevata.
Nelle zone di subduzione, il bordo della placca superiore raschia i sedimenti accumulatisi sulla
litosfera oceanica che inizia a discendere nel mantello. I blocchi di sedimenti raschiati via si
accatastano sovrapponendosi lungo superfici di scorrimento di cui le inferiori si aggiungono di volta
in volta con il procedere della subduzione e sono di conseguenza le più recenti. Si forma in tal modo
un prisma di accrezione. CICLO GEOLOGICO
Tutti i cicli petrogenetici (magmatico, sedimentario) formano il ciclo geologico di una determinata
zona il quale si studia per mezzo della serie stratigrafica delle rocce ovvero una sequenza di
elementi sovrapposti caratteristici una determinata facies (ambiente) in un determinato tempo t.
Quando il mare regredisce in un determinato luogo (regressione marina), vi è un passaggio da zona
marina a zona continentale. Quest'ultima è soggetta a erosione da parte di agenti meteorici. Se il
mare, in seguito, torna nell'entroterra si passa, viceversa, da zona continentale a zona marina
soggetta alla deposizione marina. Questo ciclo, dovuto all'innalzamento o abbassamento del livello
del mare, è detto "ciclo trasgressivo" e causa la regressione o l'entrata del mare nella zona
continentale. Se, infine, in questa zona sommersa agisce una discontinuità tettonica, vi è
un'emersione continentale in ambiente marino il che crea orogeni dai quali, per mezzo della serie
stratigrafica, si studia quante volte ha subito erosione meteorica e deposizione continentale
(abbassamento del mare) o deposizione marina (innalzamento del mare).
Ad esempio se in una serie stratigrafica trovo prima ghiaie (tipiche dell'ambiente fluviale e quindi
continentale) e poi sabbie, so che il mare si è alzato e si è entrati in zona marina; viceversa, se trovo
prima sabbie e poi ghiaie so che il mare si è ritirato nel passato e ha lasciato posto alla terra.
Il passaggio tra le varie sedimentazioni crea delle discontinuità stratigrafiche in quanto non sempre
uno strato si sovrappone omogeneamente ad un altro oppure lo strato superiore non sempre trova un
piano orizzontale sul quale posizionarsi. Si riconoscono, così, vari casi: nel primo, detto di ‘non
conformità’, lo strato inferiore ha una determinata inclinazione quindi quello superiore si posiziona
in modo da livellarlo; un altro caso, detto di discordanza angolare, vede lo strato inferiore inclinato
ma eroso quindi lo strato superiore che si va a posizionare trova già un terreno piano; se l'erosione
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ha agito solo in un determinato punto e poi sulla zona si fa a posizionare un altro strato di sedimenti,
erri ricoprono e livellano completamente la parte erosa, in questo caso si parla di disconformità;
infine si parla di paraconcordanza se la stratificazione era già orizzontale quindi non inclinata e non
erosa.
Le varie discontinuità stratigrafiche si formano nel prisma sedimentario ovvero dove ho interazione
tra sedimentazione continentale e sedimentazione marina (formato dalla piattaforma continentale e
dalla scarpata continentale). Se il mare entra, il prisma sedimentario si allunga mentre se il mare
esce il prisma sedimentario regredisce. Lungo la sezione di un prisma sedimentario posso quindi
trovare n volte la sovrapposizione tra sedimenti marini e sedimenti continentali. Se il prisma
sedimentario si sposta in avanti, la sedimentazione neritica va sulla pelagica.
Tutte le differenze di litologia dovute all'avanzamento e alla regressione del mare mi fanno capire
che il margine continentale, pur essendo passivo, mi causa interventi tettonici e climatici
(eustatismo).
La deposizione ciclica della trasgressione del mare, ovvero la rigressione e l'ingressione di esso, è
detto ciclotema.
Il prisma sedimentario è formato da rocce clastiche.
In condizioni climatiche particolati ovvero acqua bassa, calda, limpida e salinità tale da far vivere
gli organismi, si formano le piattaforme carbonatiche; esse, quindi, si formano per lo più nelle fasce
equatoriali e tropicali.
Le piattaforme carbonatiche sono di due tipi: pericontinentali (in prossimità di un continente) e
epioceaniche (in mezzo all'oceano quindi non collegate al continente). Le prime, dette
epicontinentali, si sviluppano su un margine continentale partendo da una determinata zona del
fondale dopo la quale si hanno le condizioni climatiche ottimali (luce e calore) per la vita delle
piattaforme carbonatiche; hanno una profondità massima tra i 30 e i 40 metri. Il livello del mare, per
cause eostatiche, può variare e le zone coralline, così, si spostano oppure sono più concentrate dove
le condizioni sono sempre ottimali nonostante gli innalzamenti o abbassamenti del livello marino. I
coralli che muoiono, sedimentano e formano spessori di rocce carbonatiche. Man mano che i coralli
crescono, la piattaforma sottostante diventa più profonda per compensare il peso ma, se non ci
riesce, la piattaforma rischia di collidere e morire e i coralli sono costretti a migrare. Mano a mano
che la piattaforma cresce, si eleva e tende sempre più ad avvicinarsi al pelo libero del mare; si
forma, in tale modo, una zona in cui l'acqua è racchiusa dalla spiaggia a un lato e dalla piattaforma
carbonatica all'altro: questo ambiente è fortemente evaporitico. In termini appropriati si è soliti
parlare di riff formato da coralli e di sheff ovvero la zona ribassata evaporitica. Se la piattaforma, al
contrario, è di tipo epioceanico, le piattaforme carbonatiche sono come delle cune rialzate e isolate
dalla terraferma.
Anche negli orogeni attuali italiano quali Alpi e Appennini troviamo rocce carbonatiche poiché
milioni di anni fa in Italia vi era l'equatore o i tropici e le caratteristiche di calore, limpidezza e luce
erano adeguate per la crescita coralli. IL CLIMA
Per parlare di variazioni climatiche bisogna innanzitutto dare una definizione di mutamenti climatici
e di clima.
I mutamenti climatici sono variazione delle condizioni climatiche e di alcuni parametri
meteorologici della Terra o di una determinata zona.
Il clima è lo stato medio del tempo atmosferico di una zona in un determinato arco di tempo.
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Le variazioni climatiche sono dovute a cause esterne di tipo atronomico, le quali hanno da sempre
caratterizzato la storia del nostro pianeta, e a cause interne dovute alla dinamica e alla vita del
pianeta Terra. Tra le prime ricordiamo l'attività solare poiché il sole, producendo calore, genera
venti solari che in alcuni periodi alzano la sua temperatura media aumentando le radiazioni che
arrivano sulla Terra; l'impatto meteoritico; le variazioni orbitali. Secondo Milankovich, infatti,
l'oscillazione dell’asse terrestre e le mutazioni dell'orbita provocano variazioni nella quantità di
energia solare che raggiunge la Terra, tali da alterare l'intensità del riscaldamento stagionale; si
ritiene siano stati questi i motivi prin