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LE FAGLIE SI HANNO QUANDO LE ROCCE SI ROMPONO!

Le faglie costituiscono superfici lungo le quali c'è stata perdita di coesione nell'ammasso roccioso con scorrimento delle due parti a contatto. La coesione può essere parzialmente ripristinata grazie alla mineralizzazione depositata dai fluidi circolanti, ma la superficie di faglia costituirà sempre una zona di debolezza.

Le faglie costituiscono superfici di frattura, quindi indicano un comportamento fragile del volume roccioso da esse interessato. Il loro tipico ambiente di formazione è dato dai livelli crostali più superficiali, ove le condizioni di pressione e di temperatura non sono ancora tali da provocare la transizione verso condizioni di deformazione duttile.

Principali tipi di faglie:

Vengono solitamente distinti tre gruppi principali di faglie. Tali gruppi prendono il nome di faglie normali, faglie inverse e faglie trascorrenti.

A. Faglie normali:

di tetto è scorso verso il basso relativamente al letto lungo un piano di faglia inclinato di un certo angolo, non necessariamente costante. L'associazione di tali faglie indica solitamente estensione in senso orizzontale della porzione di crosta interessata.

B. Faglie inverse

Nelle faglie inverse il volume roccioso di tetto è risalito verso l'alto relativamente al letto lungo il piano di faglia; esse si producono quando l'asse di massima compressione e di compressione intermedia sono orientati orizzontalmente e l'asse di minima compressione è verticale, indicando quindi compressione lungo una direzione orizzontale ed estensione lungo la verticale. Le catene montuose si formano con questa configurazione degli assi principali dello stress sviluppata a scala regionale.

C. Faglie trascorrenti e trasformi

Le faglie trascorrenti sono faglie il cui scorrimento avviene lungo la direzione del piano di faglia. Le faglie trascorrenti provocano lo

scorrimento relativo in senso orizzontali dei volumi rocciosi limitrofi, senza provocare significativi dislivelli crostali in senso verticale.

Faglie attive

La mancanza di notizie storiche di attività non è una condizione sufficiente per escluderla; l'indagine va estesa su un più ampio intervallo di tempo per il quale si deve far riferimento a evidenze e/o indizi di tipo geologico e geomorfologico. Questi studi rientrano nel campo di indagine della neotettonica.

Sovrascorrimenti e falde di ricoprimento

Quando la componente di traslazione orizzontale lungo una faglia inversa è di notevole entità, dell'ordine di km o decine di km, si parla di sovrascorrimento. Nel caso più frequente il sovrascorrimento provoca la sovrapposizione di rocce più antiche su rocce più recenti; è stato proprio il riconoscimento di quest'anomalia stratigrafica a suggerire l'esistenza di queste strutture geologiche.

Possono verificarsi

Casi in cui rocce più recenti sovrascorrano sulle rocce più antiche, in tal caso l'ordine stratigrafico viene mantenuto e la presenza del sovrascorrimento deve essere dedotta da rocce di faglia e/o da discordanze angolari non spiegabili altrimenti.

10. Le pieghe

LE PIEGHE SI HANNO QUANDO LE ROCCE SI DEFORMANO!

Le pieghe sono distorsioni di tipo continuo con distribuzione eterogenea che coinvolgono sia rocce stratificate o foliate, sia rocce originariamente massicce o con tessitura statisticamente isotropa, quali ad esempio rocce granitoidi.

Morfologia delle superfici piegate

Immaginiamo una superficie piegata in modo semplice a dare origine ad un profilo sinusoidale. In questo tipo il profilo della piega si ripete identico a se stesso in successive sezioni parallele della superficie piegata; dal punto di vista geometrico queste pieghe vengono denominate cilindriche, in quanto sono generabili dalla traccia lasciata da una linea retta che si muove nello spazio rimanendo

parallela a se stessa. Su tale superficie si distinguono alcune linee salienti. Il luogo dei punti di massima curvatura prende il nome di linea di cerniera o asse della piega.

Le zone in cui la curvatura è minore prendono il nome di fianchi e raccordano zone di massima curvatura in cui alternatamente la concavità della superficie piegata è rivolta in un senso o nell'altro. Le linee di flesso separano domini nei quali la concavità è rivolta in direzione opposta. In una piega cilindrica, le linee di cerniera di flesso sono parallele tra di loro.

Antiformi e sinformi

Quando la concavità della superficie piegata è rivolta verso l'alto, la struttura prende il nome di sinforme, quando è rivolta verso il basso prende il nome di antiforme, quando è rivolta lateralmente prende il nome di piega neutra.

Nei casi più semplici si ha una successione regolare di concavità rivolte da parte opposta rispetto alla superficie virtuale che passa

Per le linee di flesso; la distanza che separa una linea di flesso con la seconda successiva linea di flesso costituisce l'ampiezza della piega. Le superfici tangenti alla superficie piegata lungo le linee di flesso si intersecano definendo l'angolo tra i fianchi della piega, o di interlembo, in base al quale possono venir distinte varie categorie di pieghe.

Anticlinali e sinclinali

Se oltre alla caratterizzazione puramente geometrica di un insieme di strati piegati prendiamo in considerazione anche la successione stratigrafica che si materializzano, possiamo usare la terminologia di pieghe sinclinali e anticlinali. Le sinclinali sono caratterizzate dall'avere le rocce più recenti al nucleo, le anticlinali al nucleo hanno le rocce più antiche. Nei casi più semplici, più ricorrenti nelle successioni sedimentarie non metamorfiche, le pieghe antiformi coincidono con anticlinali e le pieghe sinformi con sinclinali.

11. Geomorfologia

La forma del rilievo e la

Testimonianza più visibile in superficie di quello che è stata l'evoluzione dell'area studiata. Ambiente costiero Il cambiamento della morfologia del territorio è dovuto allo smantellamento delle aree costiere e al trasporto dei detriti da parte delle onde. Il successivo accumulo dei detriti porta fenomeni come l'avanzamento della linea di costa.

12. Bacini oceanici I bacini oceanici sono le zone della crosta terrestre che hanno la maggiore estensione, interessando il 41% della superficie del globo. La loro profondità media è circa 4000 m sotto il livello del mare.

Fisiografia I fondi oceanici sono per lo più pianeggianti, ma presentano svariati rilievi quali monti sottomarini, le isole oceaniche, i guyot, i rilievi oceanici e le colline abissali.

Costituzione e caratteri geofisici I bacini oceanici sono in genere ricoperti da sedimenti di mare profondo aventi uno spessore medio di circa 300 m, al di sotto dei quali vi sono rocce di natura basaltica.

e sotto ancora gabbri. Il flusso di calore diminuisce con l'aumentare della distanza dalla dorsale, quindi con il crescere dell'età della crosta. La litosfera infatti, migrando dalla dorsale verso il bacino, si raffredda e subisce ispessimento. Due punti nuovomateriale si aggiunge alla sua parte inferiore via via che si perde calore. Allontanandosi dalla dorsale ilmateriale vi viene più freddo, quindi più denso: deve pertanto affrontare nel substrato per mantenerel'equilibrio isostatico. A una certa distanza dalla dorsale la velocità e l'ispessimento rallenta perché, a causa dello stesso aumentodi spessore, diminuiscono le dispersioni di calore. 13. Dorsali oceaniche Presenti in tutti gli oceani, le dorsali oceaniche formano un sistema lungo complessivamente circa 60'000km, coprendo un'area pari a circa il 10% della superficie terrestre elevandosi di 1500-2000 m sulle pianureabissali. Le vulcaniti caratteristiche delle dorsali

Sono basalti con struttura a strati e a cuscini e traggono alimento da sottostanti camere magmatiche. Il magma, oltre che in superficie, può solidificare in profondità formando gabbri oppure all'interno di un sistema di fratture. Di grande interesse è l'attività idrotermale, alla quale si deve la genesi di minerali metallici. L'acqua marina penetra nelle fratture a una certa distanza dalla dorsale e reagisce con i sottostanti basalti caldi estraendo Ca, Fe, MN e S. Ritornando in superficie in prossimità della dorsale, dà luogo a sorgenti idrotermali sottomarine in corrispondenza delle quali, per mescolanza con le fredde acque marine, si ha deposizione di solfuri, ossidi e idrossidi di ferro e manganese. La stessa acqua circolante nelle fratture è inoltre responsabile del metamorfismo dei basalti, localmente trasformati in "spiliti".

14. Sistemi di grandi fratture continentali

Un rift continentale è una depressione

allungata che si forma in aree nelle quali la litosfera ha subito significative modifiche per estensione, deformandosi in maniera fragile nella parte superiore e duttile nella parte inferiore.

I tipi di roccia predominanti sono basalti politici (ricchi in silice).

Margini continentali passivi (di tipo atlantico)

Sono margini continentali che in genere si trovano ai bordi di oceani. In fase di allargamento la dorsale corre nel mezzo dell'oceano tenendosi all'incirca equidistante dai 2 continenti.

In corrispondenza del margine continente oceano si susseguono, a partire dal continente, la piattaforma, la scarpata e il rialzo continentali e, infine, la pianura abissale.

Piattaforma continentale

È la parte sommersa dei continenti. Ha un ampiezza in media di 78 km, potendo estendersi fino a un massimo di 900 km. Il limite con il ciglio della scarpata si trova a una profondità tra 100 e 150 m, ma vi è una notevole variabilità con estremi compresi tra 20 e 550 m.

Il fondo marino è costituito prevalentemente da sedimenti. La piattaforma continentale è il luogo di genesi di buona parte delle rocce sedimentarie esposte in affioramento sulla terraferma. La granulometria dei clasti in linea generale decresce dalla costa fino a una profondità di circa 10-20 m, entro la quale si fa risentire il moto ondoso. Sulla piattaforma continentale si risentono attualmente gli effetti dell'innalzamento di oltre 100 m del livello marino, avvenuto in un lasso di tempo relativamente ristretto (circa 15000 anni), per fusione dei ghiacci dell'ultimo periodo glaciale. L'avanzata del mare ha sommerso vaste aree nelle quali era in corso sedimentazione condizionata dall'ambiente esistente prima dell'annegamento oppure erosione. La scarpata continentale è in genere poco inclinata (1-6°) ma, essendo larga fino a 50 e più km, i dislivelli tra parte superiore e inferiore possono essere considerevoli. Localmente può

avere un inclinazione maggiore (fino a 25°) oppure essere interrotta da grad

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A.A. 2021-2022
37 pagine
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SSD Scienze della terra GEO/05 Geologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Jack di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Saroli Michele.