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MIGRAZIONI DA NORD A SUD
Motivi:
- crescita demografica si concentra nel sud del mondo mentre la ricchezza aumenta nel nord
- crescita demografica nei paesi del 3°- 4° mondo dipende anche dalla medicina e dagli sviluppi tecnologici che permettono di abbassare il tasso di mortalità. Ma NON cresce la ricchezza.
- il sud del mondo dipende dal nord nel settore alimentare: importa generi di prima necessità ed esporta prodotti voluttuari con regioni di scambio che rendono impari il commercio.
- tenore di vita 3°-4° mondo peggiora perché cresce più la popolazione della ricchezza nazionale, per questo si dilata il distacco dei paesi opulenti.
- una modernizzazione rapida di questi mondi comporterebbe un aumento della disoccupazione.
- senza capitali la popolazione è disoccupata ed emigra.
- diffusione dei mezzi di comunicazione crea aspettative crescenti nei paesi emergenti che pensano di emigrare per avere delle migliori condizioni di vita.
- se un paese
chiude le porte all'immigrazione, i flussi si dirittano verso il paese confinante e aumentano le correnti clandestine. Categorie eterogenee complessità: immigrati per lavoro, stagionali o a contratto, qualificati e imprenditori; familiari al seguito; rifugiati politico-economici; immigrati irregolari, clandestini; vittime del traffico di esseri umani; migranti di seconda generazione; migranti di ritorno, migrazioni "forzate". Stereotipi e realtà sui migranti: di solito non arrivano mai dai paesi più poveri, ma da quelli con un certo sviluppo e che cercano il successo; spesso hanno titoli di studio o competenze che non vengono riconosciuti nel paese ospitante. N.B. la globalizzazione è un ossimoro e crea nuovi confini geografia tra chi è dentro e chi è fuori (soldi, lingua, cultura). Nel paese d'arrivo si crea un'economia dell'alterità e un'integrazione subalterna: le 5 P precari, pesanti, pericolosi,
poco pagati, penalizzati socialmente. Altre forme di mobilità: i viaggiatori e il turismo (geo inventata e banalizzata), i professionisti che si muovono per lavoro e hanno appuntamenti in tutto il mondo, gli abitanti e i viaggiatori (dei pesi sviluppati, delle élite dei Pvs, della globalizzazione). 11/10/12
LA GEOGRAFIA DELLE LINGUE E LE REGIONI LINGUISTICHE(vedi planisfero slide): divisione e distribuzione linguistica. I confini linguistici non seguono quelli regionali. I fenomeni storici determinano spesso la presenza di varietà linguistiche in paesi con una lingua diversa (emigrazioni, colonie..). Oggi esistono circa 6000 lingue e siamo in caduta libera per la perdita della biodiversità linguistica: circa la metà rischia di sparire nei prossimi 10 anni perché sono lingue parlate da persone marginali; oltre 450 lingue sono a rischio.
Termini negativi della globalizzazione dal punto di vista linguistico! Vi è l'imposizione di lingue
considerate internazionali che condannano le altre lingue dette minoritarie. L'acculturazione dei territori porta all'imposizione totale di un modello da parte dei "colonizzatori", quindi a processi territoriali di identità, migrazioni e mobilità. Es: il catalano è una lingua internazionale e un po' locale: c'è un'area forte (est, catalano duro) e una parte occidentale che si scontra e si fonde col castellano. È una lingua che ha rischiato di scomparire con la dittatura di Francisco Franco, ad eccezione di Andorra. La geografia studia le lingue a diversi livelli: un approccio transcalare e uno che vede la lingua come elemento di cultura che si somma ad altri: - globale planetario: le lingue ponte o internazionali, che creano influenze geo-culturali che mettono in comunicazione regioni anche molto lontane fisicamente; - nazionale/regionale/locale: le lingue nazionali o identitarie che sono veicolo di diversità voluta.minoranze e identità.LA COMUNITÀ ETNICA
La lingua fa parte della comunità etnica. G. Barbina dà la sua definizione: (vedi slide).
Elementi individuati da Breton: in uno spazio fisico possiamo trovare le pre-strutture (dati demografici, lingua, territorio), strutture (cultura non materiale, classi sociali, sistema economico) e post-strutture (istituzioni politiche, metropoli, rete urbana). I vari gruppi urbani non sembrano aver raggiunto tutti e tre i livelli.
La salvaguardia delle culture e lingue minoritarie: la tutela dipende dai vari interventi dall'alto (processi top-down) e dalla capacità di un popolo di prendere in mano il proprio destino (processi bottom-up). Ovviamente bisogna avere un ambiente/stato non ostile.
Per esempio, l'Irlanda era una colonia inglese e quando è diventata indipendente ha acquistato un'identità territoriale assolutamente opposta a quella del vicino inglese. Hanno ottenuto l'euro, la repubblica, il...
cattolicesimo ecc.. ma la politica linguistica? Il ministero per la difesa della lingua celtica, ma la lingua è rimasta solo come ricordo culturale. L'acculturazione della lingua ha avuto i suoi risultati: si è imposta la lingua inglese per mancanza di interventi top-down appropriati! 15/10/12
Spesso la regione politica-amministrativa contiene una o più regioni linguistiche à "La combinazione geografica" Fremont: complessità nello studiare un fenomeno geografico tenendo in considerazione l'aspetto linguistico, economico, politico, sociale.
Esempio molto forte della geografia linguistica, politica e culturale = Irlanda (forte identità) la lingua era l'ultimo elemento che gli mancava per differenziarsi totalmente dall'Inghilterra (à morte del celtico). Questo è un esempio di fallimento di politiche calate dall'alto senza coinvolgere la popolazione dal basso.
Altro caso di acculturazione = la
Francia (Bretagna) è zona in cui si è conservato il bretone (bilinguismo). Lingua ancora “malata” ma più forte rispetto al celtico, in quanto viene anche studiata all’università. Molto diverso è il caso del basco (tra Spagna e Francia) = lingua prelatina e misteriosa a causa della sua posizione. I baschi sono degli esempi molto forti di identità dal basso (ciò che ha consentito al basco di sopravvivere) è dal basso la resistenza è molto forte in presenza di movimenti dall’alto che ostacolano questa cosa (c’è anche chi vorrebbe che questa area linguistica diventasse un’area politica-amministrativa indipendente rispetto alla Spagna e alla Francia). In anni recenti, si è cominciato a recuperare il discorso sulle lingue per mantenere il patrimonio delle lingue in minoranza. Per mantenere delle tracce vennero creati degli archivi etnico-linguistici (creazione di siti Internet) con loscopo di archiviare le parlate più rare e proteggerle dall'oblio. Gli interventi di politiche linguistico-culturali si basano su visioni differenti, che possono essere di tipo: - distruttivo: chi nega e cerca di distruggere le minoranze linguistiche e non si concede il bilinguismo; - evoluzionistico: meno aggressivo, si lasciano andare le cose come vanno (dipende dalle forze della minoranza linguistica) e quindi si può arrivare o alla perdita o al recupero della lingua (es. del bretone); - conservazionista: status-quo, cioè si mantengono le cose come stanno (es. in Canada). Per conservare il rapporto di forza del paese. Si lascia scelta di usare la lingua che si vuole; - protettivo, di tipo ecologista: le lingue che sono sopravvissute si salvano/proteggono in maniera artificiale (attraverso approccio dall'alto/basso/entrambi). Nel 1983 il Parlamento europeo adotta la Risoluzione Kuijpers per la valorizzazione linguistica. In Europa si è deciso perLa maggiore conservazione delle lingue. Questa geografia delle lingue introduce il fatto che ogni cosa che vediamo nello spazio è risultato di un equilibrio dinamico tra permanenza e trasformazione (cose che si mantengono e che cambiano). Il declino linguistico-culturale è il sintomo più evidente di un processo, legato a dinamiche spesso invisibili, che porta a una radicale trasformazione dell'organizzazione sociale e economica della comunità. La percezione da parte dei membri di una comunità di vivere un simile processo rappresenta un'esperienza traumatica, che si tramuta in richiesta di aiuto e di protezione.
Se noi guardiamo l'Europa (mosaico) vi sono Stati in cui è evidente che vi sono più lingue. Più si va verso est più aumenta il bilinguismo.
Regioni politico-amministrative e regioni linguistiche:
- Monolinguismo "perfetto": eccezione. Terra dove tutti parlano la lingua decisa e parlata dall'imperatore.