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Le lingue ufficialmente riconosciute in parecchi paesi sono più di una e pertanto in alcuni casi il

territorio è suddiviso x lingua ed etnia. Sono i casi di bilinguismo e plurilinguismo, come nella

Repubblica d’Irlanda, Paesi Bassi, Il Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Spagna, Malta.

La distribuzione spaziale delle religioni

Così come accade per le lingue, le religioni professate in Europa presentano una matrice comune,

cioè il Cristianesimo, nato nel Vicino Oriente, da nomadi del deserto, assieme alle altre fedi

monoteiste, cioè Islamismo e Giudaismo.

Inoltre si può fare un interessante correlazione fra le lingue parlate e le religioni professate, tant’è

vero il cattolicesimo si ha nei paesi di lingua romanza, protestantesimo in quelli di lingua germanica

e ortodossia nei paesi di lingua slava. Il Cristianesimo ha lasciato un importante impronta a livello

culturale e si è andato a diffondere soprattutto a livello urbano, con l’epoca romana, infatti vi erano

opposti i pagani, cioè i paesani, gli abitanti della campagna, i quali continuavano a professare la

stessa religione politeista, derivante in principio da quella greca, persiana ed egiziana, nonché dai

popoli slavi che vedevano protettori elementi naturali.

La religione cattolica o apostolica romana viene professata dalle popolazioni neolatine, fatta

esclusione per la Romania, ortodossa e cui va aggiunta l’Irlanda, la Gallia, parte della Germania,

l’Olanda, parte del Belgio, la Polonia e la Slovenia. Il cattolicesimo nasce nel IV secolo d.c. quando

Costantino emana un editto di tolleranza nei confronti dei cristiani, e questa religione sarà destinata

a diventare religione di stato, con il vescovo di Roma ed altri 4 vescovi che controllano l’impero.

Fra il IV e V secolo i missionari cattolici si spingono verso la Germania, e successivamente verso il

nord, in Irlanda, con Patrizio, che sarà poi santificato. Sono poi, dopo la caduta dell’impero,

missionari irlandesi a convertire la tribù pagane germaniche, e con queste la Scandinavia e

l’Ungheria. Nonostante il lavoro compiuto al nord però, al sud della Spagna permane una

maggioranza islamica, per la potenza araba su questo paese.

La religione ortodossa o greco scismatica, invece è professata dai Balcani fino alla Russia, quindi

nelle regioni orientali, poiché a partire dall’XI secolo gli slavi meridionali convertiti al

cristianesimo, fatta eccezione per la Slovenia, decidono di accettare solo in parte la religione

cattolica e da qui deriva lo scisma del 1054, con cui quindi la nuova fede ortodossa riconosceva le

diocesi a livello locale ed era scissa dal papa. Si diffonde quindi in Russia, Ucraina anche attraverso

l’opera di Cirillo e Metodio, con l’utilizzo dell’alfabeto cirillico, derivante dal greco.

La religione protestante è suddivisa in chiesa protestante ed anglicana. Anche queste due

rappresentano un distacco dalla fede cattolica, a partire dalla Germania del 1917, quando Lutero a

Wittemberg aveva messo in atto una protesta contro alcuni aspetti della chiesa cattolica e solo

dodici anni dopo alla chiesa di Spira, si manifesta contro l’accusa che gli viene imposta dalla chiesa

di Roma. Nel 1534 invece si assiste alla creazione del cristianesimo anglicano con Enrico VIII e nel

periodo successivo Calvino porta alla diffusione del puritanesimo in Inghilterra, al

presbiterianesimo in Scozia, al movimento ugonotto in Francia, accanto poi anche allo stesso

Zwigli.

Oggi il protestantesimo è forte in Scandinavia, in Inghilterra sotto anglicanesimo e in Scozia sotto

presbiterianesimo, per una piccola parte in Olanda e in Svizzera.

Fra le religioni non cristiane figura poi il Giudaismo, professato nei ghetti ebraici, un tempo molto

frequenti e l’Islamismo, nella zona balcanica, come in Albania e Kosovo. Oggi si assiste sempre più

ad un cambiamento radicale del paesaggio e della società, dovuto alla emigrazioni di popolazioni di

diversa religione, per motivi etnici o occupazionali, come nel caso appunto del Kosovo, con la

conseguenza di spostamenti verso occidente, non limitati all’area balcanica, ma che si espandono

anche in GB, Francia e Italia, rivendicando i propri diritti religiosi. Infatti si assiste alla costituzione

di moschee e sinagoghe, mentre in alcune aree cambia anche il tipo di economia a seconda della

religione, in particolare al ruolo svolto dalla donna nella società, alle norme e ai tabù alimentari.

Quando quindi in uno stato vigono più religioni, i professanti possono convivere in maniera

pacifica, possono esservi motivi di instabilità e concorrenza oppure si assistono a fenomeni

conflittuali e di intolleranza, come è accaduto nell’isola di Rodi, greca, dove i matrimoni fra

cristiani ed islamici aumentavano sempre più, in modo tale che non si potesse più fare una

distinzione nei limiti di una e dell’altra, che quindi ha portato all’esplosione di conflitti religiosi nei

conflitti scoppiati negli anni ’90.

Come già detto, l’economia di uno stato cambia a seconda della religione, in particolare per il

regime alimentare, come nella zona renana, ma in tutta Europa alla fine, per la coltivazione di grano

e viti destinati alle cerimonie religiose oppure come è successo in GB dal 1534, con lo scisma dalla

chiesa romana, che imponeva nella Quaresima, nell’Avvento e al venerdì il non cibarsi di carne, che

ha portato quindi pescatori a diventare marinai e all’assistere di episodi di pirateria.

Inoltre la religione ha cambiato l’assetto della popolazione con i pellegrinaggi cattolici e le crociate,

specie in quelle città “religiose”, quali Santiago a Saragozza.

Anche alcune pratiche vietate hanno cambiato l’assetto economico, come nel Medioevo il

cattolicesimo vietava la pratica dell’usura e del prestito, al contrario di quanto poi è accaduto nei

paesi protestanti, dove essi sono stati considerati vitali per lo sviluppo economico.

Europa continente?

L’Europa può essere considerata un vasto territorio che si differenzia dalle altre aree per il suo

grado di europanitè. Secondo Levy, infatti la cosiddetta Europa occidentale si è formata con

invasioni di segno positivo e negativo: quelle positive sono la romana e la successiva venuta del

cristianesimo, mentre quelle negative sono caratterizzate dalle invasioni di civiltà di origine esterna,

cioè i controlli delle popolazioni a partire dal XIV secolo. Questo è il nucleo europeo, il gradiente I,

cui seguono il II, cioè l’estensione delle invasioni tardive verso i territori di influenza russa e

ottomana, il III, che riguarda una seconda estensione nei territori dominati dall’impero russo e

ottomano, il IV, con le invasioni nomadi tardive, la quarta espansione invece, il V i dintorni del

nucleo europeo rimasti fuori dalla dominanza europea.

I gradienti di europanitè sono via via meno intensi verso oriente.

L’Europa è un’area con un alto grado di complessità spaziale di densità e diversità, quindi questo

continente esiste perché è differenziato.

Il fenomeno urbano

Le città europee hanno radici antiche, poiché antica è la stessa usanza di concentrare la popolazione

in agglomerati più o meno grandi. Le prime vere città risalgono infatti all’età classica, con Creta,

esse erano indipendenti l’una dall’altra con quindi propria amministrazione. Lo stesso accade poi in

Grecia, dove si contano circa 600 città, formate da mura con teatri, piazze all’interno e con una

fortezza ubicata in alto. Le città greche si espandono anche lungo le coste del Mediterraneo e del

Mar Nero. Lo stesso accade per i Fenici, che avevano creato città lungo l’Africa settentrionale e la

penisola iberica.

I primi centri urbani sorgono in Italia con la civiltà etrusca, i quali vengono poi assoggettati al

dominio romano, che porta al rialzo del numero dei centri e alla loro trasformazione in vere e

proprie città, con ponti, acquedotti, teatri, piazze, terme, bagni pubblici ed altri edifici destinati a

grandi manifestazioni, quali il Colosseo ad esempio, in età augustea; inoltre in questo periodo

sorgono diverse città, fra cui Napoli, Firenze e Colonia. Con il crollo però dell’impero romano si

assiste al ridimensionamento delle città, rimangono in vita solo centri destinati alla funzione

religiosa ed militare.

Nel basso Medioevo con il risorgere dell’attività commerciale risalgono centri urbani, costruiti sulle

rovine delle città romane oppure ex-novo, ciascuna città ha inoltre un suo statuto, cioè delle norme

attraverso le quali ciascun governo può imporre tasse e imposte, ma al tempo stesso il mercante ha

la possibilità di viaggiare su vie di comunicazione libere e sicure. Nel tardo medioevo invece la città

presenta una tale fioritura commerciale tale da ramificare quello che era l’artigianato e ciascuno di

questi aveva collegato delle corporazioni, cioè le gilde. Importante è anche la comunità giudaica,

che forniva prestiti anche ampi, ma che continuavano ad essere segregati nei ghetti, comunque

escluse. Le prime attività e i primi ghetti nascono nel XIV secolo in Spagna, Portogallo e Germania,

mentre in Italia il primo nasce a Venezia nel 1516.

A partire dal 500 cambia totalmente la morfologia e la demografia delle città; infatti grazie

all’incremento dell’artigianato molta popolazione rurale si trasferisce in città e nonostante l’alto

tasso di mortalità, Venezia e Napoli ad esempio sono centri importanti, ad alto tasso demografico,

mentre poi nel ‘700 le città si alzano a 16.

Nel ‘500 nascono le prime città fortificate, come Rochefort, mentre nel successivo ‘700 nascono le

prime città con funzioni termali, come Vichy. Importante è la nascita nel ‘700 del palazzo

aristocratico cittadino, centro propulsore di nuove attività, quali il commercio del tabacco e di altri

generi di lusso. Col passare del tempo si assiste alla nascita della borghesia abbiente e al

cambiamento della città, con nuove vie, palazzi, parchi, giardini fino a che diventa netta la divisione

fra centro urbano, cioè parte del lavoro e parte abitata. Quando però all’inizio dell’800 questa

divisione diventa di troppo non si esita ad abbattere le mura, tanto che si assiste alla costruzione dei

boulevards francesi accanto al ring viennese, ma non solo, anche nelle città più piccole si manifesta

questo cambiamento, infatti vi erano mura circolari che vengono abbattute a favore della mobilità

spaziale di persone.

Inoltre nel ‘700 nascono le prime proteste per le condizioni di immoralità e di degrado delle città,

man

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
64 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliac91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Rocca Giuseppe.