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Un altro aspetto è quello delle catene migratorie. Quando ci si sposta si cerca per quanto possibile di

avere una base, dei contatti. Seguire le orme di qualcuno che si pensa abbia rotto il ghiaccio, magari che

si è affermato. La migrazione segue un meccanismo di passaparola, di contatto. Chi parte per primo

scopre possibilità di lavoro, lo dice in famiglia e alla fine un parente parte a raggiungerlo.

Tutti questi fenomeni si verificano molto lentamente nel tempo. La composizione professione di chi

migrava: all inizio su 8 che partono nel 1818 solo 3 sono qualificati nei permessi rilasciati come

giornalieri, contadini e lavoranti , alla fine del periodo (1857) questa quota sale: si parla di 300 su 800. I

primi a partire sono naviganti, mercanti (nel nostro caso, localmente), che installano piccole attività

economiche che ne attirano altre. C è un fronte pioniere costituito di individui dietro ai quali poi si

muovono altri soggetti.

Come reagisce l autorità politica di fronte a un fenomeno migratorio? Allora come oggi la reazione è

oscillante, ondìvaga. Ci sono punte in cui in un anno se ne vanno 1 milione di persone dall Italia. Oltre a

un dato statistico, c è una parte di braccia da utilizzare. Non partono solo uomini dai 16 ai 50 anni,

partono anche donne e bambini. Queste braccia che se ne vanno, all epoca erano impiegate

nell agricoltura o nella nascente industria. Si assiste nello stesso periodo a migrazioni interne dalla

campagna alla città. Le industrie necessitano di manodopera: contadini che lavorano le industrie. Ci si

trova quindi di fronte a interessi contrapposti: chi ha bisogno di manodopera e chi non sa più che

farsene della manodopera. Dietro al carattere ondivago della politica migratoria si celano interessi

economici rilevanti. Inoltre andare in America costa. Si vendevano tutto per partire perché dovevano

pagare passaporti, chi procurava i documenti (erano analfabeti e non potevano fare le pratiche) e il

biglietto. Per quanto poco costa un biglietto di terza classe, se si moltiplica per 1 milione di persone che

in un anno se ne fa il volume di affari generato è ampio, nel momento in cui la marineria italiana sta

attraversando un periodo difficile: il passaggio dalla navigazione a vela a quella a vapore. Grandi

compagnie di navigazione con navi a vela a un certo punto non sono più competitive, nel resto d Europa

si inizia ad utilizzare un altro tipo di navi più veloce. Per adeguarsi bisogna comprarle, ma costa. Servono

investimenti che rendano: devi fare navigare le navi con dei carichi, come umani per esempio. Esce fuori

l interesse dei migranti di braccia, coloro che fanno attraversare l atlantico ai contadini che migravano.

Lo stato deve prendere posizione e si deve preoccupare anche però dell accoglienza. È un problema sia

per il paese da cui partono i migranti, sia per chi li accoglie. Come si pongono i diversi stati verso i quali

muove l immigrazione? La politica non è uniforme ma ondivaga, in funzione degli interessi economici

degli stati. Fino agli anni 80 dell 800 l immigrazione negli USA era sostanzialmente libera. Accoglievano

tutti. Da lì in poi cominciano a esserci limitazioni che riguardano non tanto europei e nemmeno i latinos,

quanto piuttosto i cinesi. Questo perché intorno alla 2 metà dell 800 in USA c era una forte migrazione

cinese, reclutati appositamente per essere impiegati nella costruzione delle grandi ferrovie

transcontinentali. La presenza di questa minoranza etnica, molto diversa dalle altre minoranze presenti

in USA, inizia a porre problemi. Le opere in cui erano stati impiegati i cinesi all inizio sono completate.

Veniva meno la necessità di disporre di abbondante manodopera a bassissimo costo che era garantita

dai cinesi. Di conseguenza: reazioni da parte del potere politico introducendo regole che imponevano

che l immigrato fosse solo bianco, latino o nordeuropeo. Non cinese. Si parla di fine 800. Fino all epoca

avevano alle spalle un territorio che era in via di colonizzazione. Pian piano però si avviavano a divenire

anche una grande potenza industriale. In quanto tale necessitano di molta manodopera. Per questo

rimangono aperte le porte all immigrazione europea destinata non alla colonizzazione del West ma

all impiego nelle grandi industrie siderurgiche e metallurgiche negli stati del nord-ovest. Questo

processo prosegue fino agli anni 20, in cui inizia una situazione economicamente meno florida,

s arseggia la e essità di a odopera, si o solida o i si da ati… i so o diversi fattori he spi go o

nella direzione di introdurre anche per una parte delle popolazioni proveniente dall Europa delle

limitazioni. Queste sono giustificate dal dire che sono troppi. Nel 1920 circa il 13% della popolazione

statunitense era nata all estero. Un dato che giustifica questa presa di posizione politica, che

regolamenta l ingresso degli immigrati secondo quote fisse. Quindi quote di popolazione da diversi paesi

di provenienza proporzionali alla composizione etnica degli USA prima della prima guerra mondiale. Così

la composizione etnica statunitense rimane immutata. Possono emigrare solo popolazioni di tipo WASP

(white, anglo-saxon, protestant). In quel momento le popolazioni che emigrano massicciamente verso

gli USA sono latini dall America meridionale. Non hanno quei connotati. Tutto ciò crea problemi. Ci sono

grosse limitazioni.

Lo stesso processo avviene anche in Australia e Nuova Zelanda. La prima diventa un grande paese a

partire dall avvio della colonizzazione britannica a fine 700. Inizia il popolamento britannico in Australia

tramite i deportati dei galeotti. Le immigrazioni avvengono per una spinta di carattere economico e

sociale. Questa spinta si registra in Europa per prima nei paesi che per primi sperimentano la rivoluzione

i dustriale. I pri i a igrare o so o i più poveri. I pri i a igrare so o rita i i, ola desi, tedes hi…

paesi in cui per primi si verifica la rivoluzione agricola e industriale. Questo tipo di rivoluzioni libera della

manodopera. Migliorando le tecnologie al lavoro di un artigiano si sostituisce un lavoro industriale che

ne produce molto di più, gli artigiani se ne vanno. Intorno a metà 800 però la GB ha completato la sua

transizione economica e sta completando anche quella demografica (processo per cui da alti tassi

natalità e mortalità si passa a bassi tassi con un contemporaneo incremento della popolazione). C è

sempre meno eccedenza di manodopera e quindi meno individui disposti a emigrare. Vengono meno i

flussi verso l Australia. Sempre meno britannici disposti ad andarsene in Australia. L Australia però deve

continuare a crescere diventando una grande potenza economica. Ci sono i cinesi, poveri e vicini disposti

a lavorare a basso costo. Si favorisce l ingresso di immigrati cinesi e da altre colonie britanniche

sovrappopolate come l India o le isole dei Pacifico. Popolazioni che non hanno particolari esigenze

salariali, impiegate in agricoltura, allevamento e industria. Qui come in USA l immissione di questi gruppi

etnicamente diversi crea dei conflitti, che divengono più forti nel momento in cui si consolidano le

posizioni di élites operaie europee che rivendicano salari e stili di vita degni di un operaio C è un

bianco.

conflitto etnico ma anche economico.

Nel 1901 si costituisce il Parlamento Federale australiano, pur continuando a essere di dominio

britannico. Si introduce una politica migratoria volta a consentire l ingresso in Australia di popolazioni

possibilmente WASP, almeno bianche (White Australia Policy)

Lo stesso discorso vale per la Nuova Zelanda. Impongono un emarginazione ai maori. Inizia la

colonizzazione britannica destinata all allevamento di ovini e produzione di lana. Servono agricoltori che

vengono dalla GB, infatti la migrazione dalla GB rimane libera fino al 1974, mentre tutte le altre etnie

necessitano di speciali permessi. Si attiva una legislazione anticinese e anche lì si attua una White New

Zeland policy.

Emigrazione italiana verso l America:

Si possono distinguere 3 fasi

Fase d innesco: non ci sono statistiche ufficiali fino al 1876. Ci sono dati sporadici che danno delle idee.

C è uno sfogo alla presenza di manodopera in eccesso. Esiste però una politica migrazionista da parte di

alcuni governi sudamericani. Ci sono giovani stati americani che diventano indipendenti e necessitano di

mettere a frutto terreni. Si attua quindi una politica migrazionista anche in Argentina e in parte in

Brasile. Serve la manodopera e aprono le porte ai migranti. C è un effetto di spinta, uno di attrazione e

anche il mito. Nasce il mito della terra promessa al Plata. L Argentina come terra promessa dove ci si

propone di costruire una seconda Italia. La popolazione di origine italiana in Argentina è quasi la metà.

Non è un idea di creare una colonia, ma un paese indipendente che abbia legami culturali ed economici

con la madrepatria. Ci sono quindi gli effetti economici: quanti più immigrati abbiamo in Argentina tanto

più noi avremo occasione di vendere in Argentina prodotti di origine italiana. Lì non hanno l olio e lo si

spedisce. Si importa dall Argentina carne a prezzi convenienti. Dall altra parte c erano gli interessi di

coloro che volevano che in Italia ci fosse una disponibilità permanente di manodopera. La Circolare

Lanza del 1873 limita il flusso migratorio. Politiche che ostacolavano l immigrazione erano diffuse in gran

parte dei paesi europei.

Ci sono altri fattori che intervengono: la Spagna popolava i suoi territori con popolazioni tipo ispanici e

cattolici, simili a loro. Inoltre da sempre la Spagna pratica la politica del porto unico. Ciò che entra e esce

dalla Spagna può solo transitare dal porto di Cadice. Il commercio e le relazioni umane tra Spagna e

Sudamerica avvenivano solo in quel porto. La Spagna impediva l ingresso alle colonie a coloro che non

fossero spagnoli. Chi voleva emigrare in America quindi aveva bisogno di stratagemmi: vicino a Cadice

c è un pezzo di terra non spagnolo, Gibilterra, che appartiene ai britannici. Gibilterra è un porto

britannico e a loro non importava che da lì qualcuno andasse in Sudamerica. C era quindi la possibilità di

arrivarci. Un altra strada era di fare una migrazione di rimbalzo: si sta per un po in Spagna e poi si cerca

di partire da Cadice.

Le posizioni di chi sostenevano l opportunità delle migrazioni:

Lettura di un brano di un economista genovese che dice che all epoca grosse fette di popolazioni rurali

riversavano in condizioni di insalubrità e di carenza di abbigliamento adatto. L unico modo per

migliorare le condizioni della popolazione è che una parte di questa emigri.

D altra parte c era chi scoraggiava questa azione. Dicono di far sapere che molti di quelli che emigrano

poi si trovano in posizioni svantaggiose. Il mito dell America terra promessa è un falso mito.

Questo è ciò che si sa della prima fase. Chi vede l immigrazione come s

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A.A. 2017-2018
34 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carla.calvini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Spotorno Mauro.