Geografia Umana 2 semestre
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Capitolo 3: popolazioni. Lasciato in sospeso da 3.5 in poi (migrazioni).
Problema delle migrazioni: inquadrato in 2 ordini di prospettive: una storica e l’altra demografica. La
seconda è stata già affrontata (modelli di transizione, crescita popolazione).
La prima immagini a cui si pensa parlando di migrazioni è l’immagine del barcone. Un flusso di persone
che varca lo stretto di Sicilia (dalla Libia o altri porti sponda sud Mediterraneo) e arriva in Italia. O
attraverso Ceuta e Melilla arriva in Spagna; o in Grecia attraverso il Mar Egeo.
La storia della migrazione è lunga tanto quanto la storia dell’umanità. L’uomo è un animale. Da tanti pdv
si comporta analogamente a molte altre specie animali. Molte migrano, e l’uomo ha sempre migrato. Da
sempre le specie animali si spostano sulla superficie della terra. Col mutare delle condizioni climatiche
muta la disponibilità di risorse alimentari, gazzelle gnu ed elefanti si spostano alla ricerca di pascoli
freschi. Gli animali predatori si spostano seguendo gli altri animali per nutrirsi. Quindi mutamento
dovuto a cambiamento climatico, o stagionale o permanente. Se permanente la specie si disloca da altre
parti. L’uomo da sempre ha fatto lo stesso. L’uomo è un cespuglio, al cui interno c’è un ramo che si
sviluppa più di altri. Nel corso dei migliaia di anni alle spalle l’uomo si è evoluto, comportandosi come
altri animali alla ricerca di risorse. Dato che l’uomo ha qualcosa di più rispetto agli altri animali (capacità
cranica e maggiore dimensione cervello), le sue esigenze sono più complesse, sempre di più
all’aumentare l’evolversi della società. L’uomo man mano che sfrutta risorse sul territorio esaurendole,
o diventando insufficienti, si spostano. La specie umana ha rischiato più volte all’inizio della sua storia
l’estinzione. Bastava una carestia più forte delle altre. L’uomo ha avuto la capacità di spostarsi nello
spazio alla ricerca di nuovi animali da cacciare adattandosi alle nuove situazioni ambientali.
[Lasciare perdere date dalla cartina]
In un lungo percorso si differenzia quella specie che sarà la nostra. L’uomo si sviluppa inizialmente in
Africa, nella sua forma attuale. Stiamo parlando della specie contemporaneamente
sapiens sapiens,
però c’erano altre 5-6 diverse specie analoghe che non hanno avuto la meglio. Questo era nero, con gli
occhi e capelli scuri. Chiari di pelle erano quelli europei, poi scomparsi. Dall’Africa centro-
occidentale/meridionale (tra Etiopia sudoccidentale e Mozambico) si trovano le radici dei primi uomini, i
cui caratteri genetici sono i più affini ai nostri: i Questi uomini progressivamente si
sapiens sapiens.
spostano, sia verso sud nell’attuale Sudafrica dove si fermano; oppure migrano lentamente verso nord,
passando il Mar Rosso (non sappiamo bene dove e quando), passano nella penisola arabica e si spostano
nel vicino e medio oriente. Si parla di centinaia di migliaia di anni fa. Questi uomini, una volta entrati
nello spazio euroasiatico, entrano in contatto con dei loro cugini (contemporaneamente al sapiens
si sviluppano da ceppo comune altri). In parti si incrociano con questo gruppo, in parte entrano
sapiens
in conflitto avendo la meglio. Il si insedia all’interno dell’Europa e poi migra
sapiens sapiens
progressivamente verso l’Asia meridionale verso quella settentrionale. Intanto gli altri gruppi non
scompaiono. Siamo nel pieno delle grandi glaciazioni, tra 20 e 10 mila anni fa. Il mare
sapiens sapiens
era a livello più basso. Gli stretti che ora separano le diverse isole dell’oceano Indiano erano più
facilmente attraversabili. Dall’Asia meridionale la colonizzazione dell’Australia. Intanto gruppi di sapiens
colonizzano l’attuale Siberia. Sono popoli raccoglitori e cacciatori. Vanno a nord, colonizzano la
sapiens
Siberia, essendo cacciatori seguono la preda. Siamo nel 20000 a.C. nel pieno dell’ultima grande
glaciazione: una porzione si superficie terrestre era completamente coperta da ghiaccio. Non sapevano
che sotto al ghiaccio c’era l’oceano Pacifico, seguendo gli orsi finiscono in nord America. Le date sono
approssimative. In tempi di qualche migliaio di anni colonizzano tutte le Americhe, dal nord al sud, fino
alla terra del fuoco. Gran parte della superficie terrestre è colonizzata dagli uomini. Ecumene = parte di
superficie terrestre permanentemente abitata da umani. Rimanevano fuori grandi deserti, porzioni delle
foreste pluviali di America meridionale e Africa e isole del Pacifico, colonizzate in tempi relativamente
recenti. La Nuova Zelanda, abitata prima dei coloni europei dai Maori, è stata colonizzata da questi
intorno al 1000 d.C., non tanto tempo prima degli inglesi. Altre isole ancora dopo, come l’isola di Pasqua.
L’evoluzione umana si è giocata tra due poli, tra i quali si tende un arco di tensione: la parte della
collettività di un uomo a insediarsi, a trasformare uno spazio in territorio; ma dall’altra l’esigenza
costante di spostarsi. Quindi c’erano le esigenze di stabilirsi in un luogo e costruire una società,
difendere il territorio e ampliarlo, dall’altra parte l’esigenza di muoversi per venire incontro a necessità
di dotarsi di nuove risorse. Lì sta la differenza tra la migrazione umana e di qualsiasi altro animale. È
difficile trovare altro animale caratterizzata da altre tensioni. Le rondini vanno e vengono da un nido
all’altro, sempre lo stesso. Animali che si spostano per prede non hanno obiettivo di sedentarizzazione. È
l’uomo che connota questo movimento con intenzioni precise. Questa differenza caratteristica del
genere umano è la capacità di esprimere i propri pensieri in parole.
Una delle ipotesi della scomparsa dell’uomo di Neanderthal è che a differenza dei non
sapiens sapiens
aveva la capacità di parlare. Dipende da come è costruita la nostra bocca. Solo noi siamo in grado di
articolare ampia gamma di suoni che nessun altro animale è in grado di fare. Fa la differenza anche a
livello bellico. Poter parlare è alla base della costruzione delle società umane. Spostandosi, l’uomo porta
con sé la propria cultura, che nel corso degli anni si differenzia, di conseguenza si differenziano anche le
lingue.
Il caso dell’indoeuropeo: non sappiamo quale sia l’area d’origine precisa, si ipotizza sia più o meno nel
Caucaso. A partire da un ceppo linguistico comune si sono originati altri ceppi. Vediamo come si sono
disposte le lingue che ne derivano: la loro differenziazione è la differenza di migrazione, parte un gruppo
che si stanzia in attuale nord dell’India e con passare millenni la sua lingua non è paloindoeuropeo ma
diventa il sanscrito. La migrazione non avviene solo in spazi vuoti, a volte anche in spazi già colonizzati
Ci so o i c oci, p estiti… la diffe e ziazio e
da altri gruppi umani che parlano lingue più o meno diverse.
delle culture è frutto della migrazione.
La migrazione è legata a diverse esigenze dette prima, procurarsi cibo, seguire la preda, ma col passare
dei millenni la società si evolve, diventano società di agricoltori e così nasce anche il commercio. Il
colonizzare diventa una delle espressioni delle nuove forme di economia che si vanno consolidando.
Si ha a che fare con movimenti all’interno del bacino mediterraneo, siamo 1000 anni prima di cristo. I
grandi imperi egiziani iniziavano a svilupparsi. In quel contesto si sviluppa la civiltà fenicia. È
caratterizzata da una sorta di talassocrazia basata su creazione di molteplicità di poli commerciali lungo
le coste dell’Europa meridionale. Controllano militarmente il mare, perché si assicuravano il controllo
commerciale. Le città fenicie come Cartagine diventano importanti e ricche città del Mediterraneo.
Avere delle colonie significa che gruppi di popolazioni partono dalle coste dell’attuale Libano e Siria
occidentale, insediandosi in altri posti fondando le città, dove c’erano già altri popoli. Crescono, ne
rimane traccia dal pdv genetico e dai resti archeologici. È una forma di migrazione.
Arrivando alla fine dell’età classica con le invasioni barbariche a sud delle Alpi, mentre a nord sono
grandi movimenti di popoli. Sono popolazioni che si spostano dall’area dell’Europa centro orientale e
settentrionale, penetrando all’interno dei confini romani. Si spostano anche per la spinta di altri popoli
come gli Unni. Questi si spostavano per un periodo di cambiamenti climatici, le temperature sono più
rigide e quindi diminuiscono le precipitazioni. Sono popolazioni nomadi che vigono delle proprie
mandrie, sono ottimi cavalieri. Da lì la necessità di nuove terre fertili per i pascoli, avanzando verso
occidente. Bloccati a oriente per la costruzione della muraglia. Una barriera che verrà superata solo
molto dopo. Entrano nell’impero romano e si trovano testimonianze della civiltà latina.
Le invasioni barbariche non segnano solo la fine della civiltà classica, ma anche la trasformazione del
mondo. Dal punto di vista linguistico per esempio la diffusione delle lingue germaniche, slave, che lascia
tracce in gran parte d’Europa. Lasciano tracce in tutto le forme del nostro lingue, dai toponimi al vestire
e tazio e… u a ig azio e che ci ha eso uelli che sia o
(pantaloni: celti), alla legislazione, all’ali
oggi. Tra il 4 secolo d.C. e il 14 secolo d.C. hanno interessato gran parte d’Europa.
Movimenti di popoli legati all’improvviso esplodere dell’Islam: tribù che conquistano gran parte della
penisola araba, si estendono alla Siria e si espandono in un attimo fino alla penisola iberica. Dal 632 al
712 conquistano tutto il Nordafrica. Sono vittorie di popoli che fino a poco prima erano considerati
barbari. Battono le truppe di Eraclio, imperatore bizantino, che per anni si era scannato per conquistare
Gerusalemme dai persiani (per commerci tra Mediterraneo e oriente). Gli arabi sconfiggono entrambi,
espandendosi ad est e a ovest. Conquistano la Persia, arrivando fino al nord dell’India. Nel 711 varcano
con Tariq lo stretto di Gibilterra. Conquistano Al Andalus, la terra dei Vandali. Dal 250 a.C per mille anni
il Nordafrica era stato culla della civiltà romana. In 80 anni diventa arabizzata: si parla berbero.
Riemergono le antiche forme delle lingue preesistenti alla colonizzazione romana, sempre più poi
prenderà piede l’arabo. Per secoli in popolazioni arabizzate è presente la lingua berbera, che si
oppongono fortemente all’invasione delle orde dall’Arabia. Non è una conquista militare, per cui
partono e tornano indietro, ma si spostano tribù, entrando in conflitto con popoli preesistenti. Questo
movimento porta un cambiamento di cultura: lingua e religione. Sant’Agostino veniva da Ippona, una
città del nord Africa. In 3 secoli tutto questo scompare, c’è un cambiamento radicale. Si instaurano poi
col tempo relazioni più amicali di commerci, scambi. Presto gli scambi tra nord e sud del Mediterraneo si
riattivano e si trasferiscono usanze, costumi, parole. Non si tratta solo di conquista, ma alla lunga queste
migrazioni portano trasformazioni anche nella nostra cultura. Anche nelle abitudini alimentari.
Le invasioni mongole: 13-14 secolo. Prima Gengis Khan verso la Russia e poi i suoi successori. Rimangono
imponenti tracce, legate all’avanzata mongola o legate a questa avanzata: Mosca è stata fondata con
intenzione di contrastare l’avanzata dei Tatari. La presenza tatara nell’est e sud della Russia è durata fino
a poco tempo fa. I Tatari erano discendenti degli antichi Tartari che da Samarcanda si spostano verso
ovest, stanziandosi in Crimea fino alla conquista di potere dei comunisti, con Stalin si riorganizza il
territorio e queste popolazioni vengono dislocate.
Anche gli europei cominciano a migrare, dopo gli sconvolgimenti dell’alto medioevo, col crescere
dell’economia occidentale e delle pestilenze, quindi pressione sulle risorse disponibili. Si assiste a una
spinta demografica, di popolazioni in particolare germaniche, verso est. In questo momento si va
formando ciò che diventerà l’ideologia del 12-13 secolo, i territori occupati da popolazioni
Lebensraum.
germaniche sono quelli compresi tra l’Elba e il Reno. Era lo spazio di insediamento antico di popolazioni
germaniche, come i sassoni. La pressione di queste popolazioni, ormai organizzate, non più tribù,
aumenta. Come risolvere il problema della crescente pressione demografica sulle risorse? O contenendo
la crescita della popolazione; o con la morte a seguito di pestilenze e guerre; o con la conquista di nuovi
spazi in cui coltivare. Questa è l’unica alternativa. Queste popolazioni, piccoli gruppi, iniziano a migrare
verso est: migra in territori prevalentemente occupati da popolazioni di ceppo slavo. Queste popolazioni
vanno a costituire delle colonie in territori sempre più a est: a monte, alle spalle, ci sono comunità
organizzate che favoriscono la partenza; dall’altra parte c’è chi li accoglie, o spazi liberi da colonizzare, o
cmq popolazioni dotate di minore cultura tecnica e bellica, avendo la peggio. C’era quindi una rada
presenza tra popolazioni slave tra cui si insidiano. Buona parte della Prussia occidentale (Polonia) viene
colonizzata, così come la Prussia orientale. In cartina c’è popolazione di territorio (fuxia marcato)
popolate da popolazioni di ceppo germanico che sostituiscono popolazioni di ceppo slavo. I puntini
spa si pe la ca ti a Ma Ne o, C i ea… so o gli i sedia e ti ge a ici che si so o sviluppati i ci ca 2
secoli, tra il 17 e il 18 secolo, soprattutto al tempo dell’imperatrice russa Caterina la Grande. L’impero
russo si espande progressivamente verso est (Siberia) e verso sud (attuali stati indipendenti Asia
centrale), ma anche verso sud Europa orientale (Ucraina e parte Russia). Erano terre popolate da Tartari,
che parlavano lingue affini al turco. L’impero zarista era arretrato dal pdv economico e tecnologico. Era
distante dalla situazione dell’Europa occidentale. L’imperatrice vuole, dopo aver spezzato la resistenza
dei Tartari, ripopolare queste terre in modo che possano contribuire al benessere della nazione.
Favoriscono un processo migratorio dalla Germania: campagna reclutamento popolazioni germaniche
destinate a insediarsi in Russia, viene assicurato una terra, l’esenzione dei figli maschi dalla leva,
rendendo conveniente la partenza dalle terre germaniche verso le nuove terre. Non ebbe molto
successo, ma i pochi migliaia che accettano l’invito dalla Russia, nel giro di un paio di secoli crescono e
diventano decine di migliaia. C’è un’elevata [efficienza riproduttiva: non che
fitness riproduttiva
facevano tanti figli, il tasso di fecondità femminile era lo stesso più o meno. Immaginiamo un’isola
isolata, sulla quale arrivano mille individui e basta. Dopo 50 anni ci sono 750 abitanti le condizioni di
quell’isola non erano propizie all’insediamento della popolazione. Se invece gli abitanti sono 1200, sono
stati in gradi di fare figli che generano altri figli. Ci sono condizioni propizie. Nel primo caso c’è una
inferiore ad 1, perché è data dal rapporto tra stock e flusso: se lo stock è uguale a 1
fitness riproduttiva
vuol dire che è uguale, se lo stock è maggiore a 1 vuol dire che cresce nel tempo. È quindi rapporto tra
stock immigrati e il flusso]. I tedeschi crescono rapidamente e costituiscono vivaci comunità. Ci sono
diverse città quasi esclusivamente popolate da tedeschi.
Parallelamente tra l’inizio del 1500 e l’inizio del 1800, gli europei colonizzano le americhe. In America del
nord c’è colonizzazione anglo-francese. In quella caraibica, centrale e meridionale, prevalentemente
iberica e italiani. L’espansione europea interessa gran parte dei due continenti. Stiamo limitando l’analisi
alla prima migrazione, non erano ancora i grandi flussi ottocenteschi. Sono pochi migliaia di individui che
in alcuni casi hanno elevata come i francesi del Québec, che diventano alcuni milioni
fitness riproduttiva,
al giorno d’oggi. Lo stesso vale per i coloni britannici lungo le coste del nordamerica.
Altra migrazione che comincia a svilupparsi tra la fine del 1500 e la fine dell’800: la tratta degli schiavi
dall’Africa.
Due polarità: spostarsi e insediarsi; il motivo sempre costante è quello di nutrirsi e moltiplicarsi, secondo
le necessità del tempo. Nell altro polo del radicamento è comunque legato a migliorare le proprie
condizioni. La tendenza al radicamento è più recente rispetto allo spostarsi. Di tendenza al radicamento
(vita sedentaria) si può parlare da dopo la rivoluzione neolitica. Accade che in diverse aree del mondo,
più o meno simultaneamente ma indipendentemente, si assiste a un processo di nascita di civiltà
urbane. Questa nascita è legata a uno scopo di miglioramento delle condizioni di vita, la città consente
forme di vita più sicure di quelle garantite dal nomadismo precedente. I fenomeni a cui stiamo
assistendo oggi e ai quali hanno assistito i nostri antenati (3-4 generazioni) non sono nuovi. Ci sono tratti
costanti in ogni movimento migratorio, ma ci sono anche aspetti che cambiano.
Ci focalizzeremo sui movimenti migratori dell area euroasiatica-africana. Dal punto di vista geografico è
caratterizzata da un elemento geografico al contempo divisivo e unificante: il mar Mediterraneo. È
l elemento comune a tutte e tre le sponde europea, asiatica e africana. È difficile da solcare ma unisce
diverse aree geografiche. È centro di questi movimenti di popolazioni. I grandi movimenti di popolazione
(eccezione per la colonizzazione fenicia e greca) avvengono via terra. Ci sono fattori geografici che
stanno dietro a questa convergenza: carta degli Urali. In basso a sinistra c è l Europa, sopra Europa
orientale, poi Urali e sopra ancora le steppe. A destra c è l Oceano Indiano. I movimenti seguono la
freccia di puntini, che parte da due punti indicati dal numero 9 (porte di Zungaria). Sono due valichi.
Vivevano di pastorizia ed erano nomadi, cercavano praterie su cui spostarsi. Passano gli Urali, lì non
potevano portare al pascolo le mandrie, vanno a sud verso la soglia kazaka e arrivano in Ucraina, da lì gli
unni spingono verso i goti che a loro volta spingono verso il limes romano. L elemento fisico condiziona
pesantemente il flusso. Questi movimenti non sono casuali. A destra c è un valico, il numero 1, che
immette nella balle del fiume Kabul, c è un passo che è asse di transito tra Afghanistan e pianure
gangetiche. Tentarono di passarci gli inglesi quando volevano occupare l Afghanistan. C è un altro passo
più a sud simile a questo. Nel numero 6 ci sono porte Cilicie. Il movimento tra l area di partenza e quella
di attrazione era stato fortemente condizionato dalle fattezze geografiche dell area che sta lì. Domanda
possibile: quali movimenti di popoli sono stati favoriti dalla presenza delle porte zungariche? Invasioni
mongole.
A fine della scorsa lezione abbiamo parlato di un fenomeno sviluppato nell arco di 5 secoli. Ripensando a
tutti i movimenti visti, vediamo che convergono verso il cuore dell Europa. Anche le invasioni arabe, fino
a Poitiers, stavano arrivando nel cuore d Europa.
Vedendo un altra carta, dice quali sono i grandi movimenti di popoli dalla metà del 500 alla seconda
metà del XX secolo. Le frecce si ribaltano. Se per migliaia di anni l Europa era polo di attrazione di
diverse popolazioni, diventa poi un luogo di partenza per 500 anni, con un movimento inverso al
precedente. Popolazioni di origine europea migrano ovunque nel mondo. Questi secoli cambiano i
connotati, il volto di ampie parti della superficie terrestre. Dal 1492 gli europei giungono con forza nel
nuovo continente, si insediano, installano colonie a nord e a sud, litigano per ripartirsi i territori. Grazie
all intermediazione della Chiesa dividono le terre di competenza spagnola o portoghese. C è un
meridiano, che dal Brasile all Angola, Macao, sono colonie portoghesi e invece a occidente,
dall Argentina, al Perù, Filippine, erano spagnole. Oppure con guerre tra Inghilterra e Francia, come
quella dei 7 anni, con la pace del 1711 per cui il Québec diventa inglese (fino ad allora colonia francese).
Definite ste cose, gli europei mettono piede nel nuovo continente. Nel 18 secolo Cook scopre l Australia,
fonda una colonia penale (Sidney), in cui portava i deportati: futura base della fondazione della colonia
ita i a tutti deli ue ti . Da lì a po o olo izza o la Nuova Zela da, la Tas a ia…
Colonizzazione europea dell Africa è molto più difficile. Il contesto ambientale trovato in nord America
non è molto lontano da quello di partenza europeo. È più rigido, NY ha la stessa latitudine di Napoli e in
inverno fa molto freddo. Però in queste aree avviano attività di tipo economico simile a quelle del
territorio di partenza: allevamento ovino e bovino. Estensioni dedicate all allevamento. Poi sfruttano le
risorse offerte dal territorio: le pelli. Era un prodotto molto pregiato. I numeri sono esigui, le persone
che migrano inizialmente sono poche. Non si ha a che fare con movimenti migratori particolarmente
consistenti, men che meno con movimenti migratori di massa. Concetto importante: quando noi
parliamo di migrazioni, possiamo avere a che fare con due diverse e opposte tipi di movimento:
movimento migratori per infiltrazione e movimenti migratori di massa. Quello di massa non vuol dire un
movimento che comporta grandi numeri, ma un movimento di intere popolazioni. I longobardi che
arrivano in 7 secolo in Italia da nordest vengono da un processo migratorio di massa, ma comunque
erano pochi. Dai 40 ai 60 mila. Non tutti guerrieri, ma famiglie e guerrieri. Si spostano in massa. I goti
partono dalle pianure danubiane, della penisola balcanica, si spostano in massa. Una migrazione per
infiltrazione è quando tanti numeri separati (che complessivamente può essere consistente) giunge in
un luogo. La migrazione europea in America che in un secolo coinvolge 50 milioni di individui, non è
stata una migrazione di massa ma di infiltrazione anche se con numeri consistenti. Anno dopo anno
partono e ne partono molti. Dall Europa c è un momento in cui partono anche un milione all anno.
Migrazione di massa non vuol dire per forza organizzata e comunque anche quelle di infiltrazione
possono essere organizzate. La migrazione europea negli ultimi 500 anni inizialmente è per infiltrazione
e con numeri limitati.
La colonizzazione del 500 nel nuovo mondo a volte è favorita da condizioni ambientali. Come nel nord
dell America, lo stesso vale per certe zone del Sudamerica, in Argentina o Brasile per esempio. Altrove
questo può non accadere. Nel cuore dell America latina la presenza europea è meno marcata. Ci sono
terre che ad esempio in Nuova Zelanda nella totalità, ci sono caratteristiche climatiche simili delle
regioni europee affacciate all atlantico, un clima oceanico, fresco e umido. In Africa ad esempio questo
non può accadere. Tentano di spartirsi il territorio ma non riescono. Uniche zone in cui c è qualche
risultato sono le zone con caratteristiche ambientali simili, come l Africa meridionale, colonizzata prima
da boeri e poi inglesi; e il Nord Africa, occupata da francesi (Tunisia, Algeria, Marocco). Cosa sta dietro ai
movimenti? È un processo continuo e uniforme o ci sono discontinuità? Le migrazioni della seconda
metà dell 800, si pongono in continuità col processo iniziato intorno al periodo del 16 secolo? No. Anche
se è sempre in corso un espansione europea a livello mondiale. Nella prima fase si ha a che fare con
numeri ridotti, poche migliaia di francesi occupano la valle di San Lorenzo, fondano Québec e diventano
una 15 milioni di abitanti nel nostro secolo. Il flusso di migrazione francese nel nuovo mondo è stato
discontinuo. Poche migliaia di francesi arrivati nel 1608 (partono 15mila e tornano indietro in 10mila)
danno vita a una popolazione di diversi milioni di abitanti. Come esprimere questo successo migratorio
in termini di crescita demografica autonoma, indipendente da continui e ulteriori afflussi di
popolazione? C entra la Contando chi sopravvive c è lo di una popolazione.
fitness riproduttiva. stock
Quelli che arrivano non sono uno stock, sono un flusso. Per calcolare la devo confrontare lo stock
fitness
di una popolazione di un determinato luogo, non autoctona, e il flusso di quelli che sono arrivati. Se in
America lo stock è di 300milioni di individui e la migrazione è stata di 50mln di individui, significa che sti
50mln insediati in nuovi territori nel corso di un secolo, oltre a sopravvivere hanno avuta la possibilità di
riprodursi fino a diventare 4 volte tanto. C è un rapporto 4 a 1. Se non c è la capacità di svilupparsi in
quell area di una popolazione la sarà negativa. In Australia e Nuova Zelanda c era un altissima
fitness
ciò che creano ha fatto sì che potessero crescere dal punto di vista della loro
fitness riproduttiva,
consistenza demografica. Quindi quando partono gli europei c è un elevata che
fitness riproduttiva
favorisce la crescita delle popolazioni. A inizio 800 le popolazioni tra nord e sud America crescono ma la
popolazione è comunque rada.
Quando Colombo arriva a San Salvador e poi le isole delle Antille, trova terre già abitate da 10mila anni.
In particolare quando arriva nei Caraibi trova popolazioni che si chiamano Tainos, abitanti delle isole
scoperte da Colombo. Nell arco di 20 anni questi scompaiono. A cosa si deve questa catastrofe e più
tardi quella dei nativi nordamericani e quelli in Sudamerica? Ci sono stati scontri bellici, come la
conquista di città del Messico. Soldati spagnoli hanno la meglio su eserciti mille volte più numerosi. Non
è stata la sconfitta militare che ha portato alla scomparsa di popolazioni. È vero che portano malattie
sconosciute alle popolazioni locali. In Europa morivano molti per il vaiolo ma si era sviluppata una sorta
di immunità di gregge. C era un terreno vergine, ovvero che non entra in contatto con particolari
patologie. Quando però di verifica nei Caraibi la prima grande epidemia di vaiolo? 1517. In quell anno i
sopravvissuti erano un infima percentuale rispetto a quella trovata da Colombo 27 anni prima. La
popolazione si era già drasticamente ridotta PRIMA del vaiolo. La risposta sta nella distruzione del
sistema economico e sociale. Si sconvolge il loro assetto economico e sociale locale. Non c è ancora una
politica di colonizzazione e di insediamento, ma di uomini che provengono dalla Penisola iberica, soli,
che tentano di fare rapidamente fortuna. Sono uomini che comandano, armati, senza una famiglia alle
spalle. Non sono loro che lavorano nelle miniere. Erano avventurieri. Volevano arricchirsi grazie al lavoro
schiavistico della popolazione locale. Lavorano nelle miniere o nelle coltivazioni di canna da zucchero.
Non tutti gli individui sono abili a svolgere questi lavori. Quelli adatti sono quelli compresi tra i 16-17
anni ai 30 anni. Venivano prelevati e messi a lavorare. Nel villaggio restavano i bambini, gli anziani e le
donne. Non tutte le donne però, una parte veniva estratta e adibita alla riproduzione degli spagnoli.
Qual era il tipo di economia sulla quale si basava la società taino prima degli spagnoli? Un economia
agricola di sussistenza (=la famiglia contadina coltiva sulle terre che procurano ciò che serve a
sopravvivere in funzione delle forze di cui dispone, cioè i figli). Se dalla società estraggo la forza lavoro
maschile rimangono vecchi bambini e donne a fare funzionare la società. La società si disgrega, anche
dal punto di vista economico oltre che da quello del tessuto familiare. Si abbassa il tasso di fertilità
femminile drasticamente. Aumenta la mortalità per fame. A questo punto il crollo demografico di quelle
popolazioni è legato alla distruzione del loro sistema sociale. Non era voluto, ma conseguenza di
qualcosa di voluto: lo sfruttamento nelle coltivazioni e nelle miniere. Comunque la vita di chi veniva
sfruttato non era semplice. Il processo di coltivazione di canna da zucchero è complesso. La mortalità
quindi era altissima. Poi quella del lavoro in miniera, effettuata in altura (scavo, sudo, esco e fa freddo:
muoio). Questo insieme di fattori favorisce il crollo demografico di quelle popolazioni. A questo crollo
demografico legato a questi fattori (encomienda) si somma poi il problema della diffusione delle
malattie: vaiolo, morbillo, influenza che portano gli europei su popolazioni già debilitate. Le popolazioni
caribiche in meno di un secolo scompaiono quasi. Quelle del cono sud, in America meridionale,
scompaiono quasi. È più consistente dove gli europei si insediano stabilmente. Diverso nel tempo ma
non in natura ciò che avviene in Nord America: riduzione e scomparsa di popolazioni native. Il terzo
punto è l introduzione di nuovi animali e di conseguenza i parassiti ad essi legati. Tutto ciò ha
pesantemente influito sul crollo demografico delle popolazioni americane. Lo stesso discorso si fa per
l Australia, peggiore per la Tasmania (ultimo abitante originario morto un secolo fa), meno forte in
Nuova Zelanda dove i maori ancora oggi sono una presenza significativa.
Il tipo di e o o ia usato dai uovi eu opei i No d A e i a: pelli, iso se i e a ie… a alla ase della
colonizzazione c era la possibilità di sfruttare terre vergini con coltura diremmo oggi industriale: cacao,
affè, a a da zu he o… oltivazio i su vaste este sio e sf uttate edia te il lavo o a uale, se vile
o schiavista. Gli schiavi all inizio era la popolazione locale, ma rapidamente declina o oppone resistenza
alla condizione di schiavitù, come in Brasile o al nord. Le soluzioni sono 2: -l applicazione di contratti
schiavistici con europei consenzienti (indentured): per esempio un povero scozzese o norvegese morti di
fame, per sognare di poter tornare a casa con dei soldi, stipulo un contratto col quale mi assoggetto a
lavorare in condizioni non definite come schiavistiche nel contratto ma tali, per un periodo prefissato di
anni 3 o 5, al termine dei quali il padrone mi affranca, ridà al libertà, e mi assegna o un pezzo di terra o
una liquidazione. O mi insedio nelle terre o le vendo e torno in patria col denaro. Le condizioni di vita di
questi erano terribili, anche peggiore degli schiavi neri. Sapendo che la durata è prefissata si cerca di farli
durare il più possibile. Se muore l ultimo giorno di lavoro l ho sfruttato al massimo. La condizione di vita
di questi europei soggetti a questo contratto era terribile. Il loro numero era limitato. Non molti europei
si piegavano a questo. Erano inferiori agli schiavi neri, che venivano prevalentemente dall Africa. La
schiavitù è una cosa molto antica, da sempre gli uomini fanno lavorare altri al posto loro. La società
classica era schiavista. Questa tradizione di schiavitù viene dall Africa, schiavi neri erano ovunque. Chi
sono i soggetti che intervengono in questo traffico umano: da una parte i coloro che si
negrieri,
incaricano del trasporto della merce umana dalle coste africane all America, e dall altra parte chi
provvede a procurare gli schiavi. I negrieri non li procuravano. Le razzie erano frutto da guerre tra diversi
regni oppure da razzie nell interno. La popolazione razziata era portata sulle coste, prevalentemente dal
Senegal all Angola, e da lì caricata sulle navi negriere. Gli schiavi neri erano quindi procurati da schiavi
neri. Lo stesso era effettuato da popolazioni arabizzate nel nord del Sahara, che portava popolazioni
nere verso la costa nordafricana, oppure verso Zanzibar, sull Oceano Indiano, e da lì verso la penisola
arabica. È il movimento che interessa in alcuni secoli circa 30 milioni di individui. Va valutato questo dato
dal punto di vista qualitativo. Chi parte? Uomini, anche qualche donna, in età da lavoro. Conseguenze:
da una parte impoverimento del pool riproduttivo in Africa e dall altra parte c è un punto di domanda.
Qual è la fitness riproduttiva nella zona di esportazione? La dei bianchi è stata più
fitness riproduttiva
altra di popolazioni provenienti dall Africa, il rapporto sarebbe uguale se no. Però su 6 navi negriere
provenienti dall Africa, solo 1 andava a nord. Il resto andava in America caraibica, centrale e
meridionale. Però la componente nera della popolazione americana è elevata = la fitness riproduttiva
della popolazione nera importata era più elevata della popolazione costretta a emigrare in America
meridionale. Perché ci fossero schiavi neri era necessario un continuo afflusso dall Africa.
Le migrazioni dal punto di vista qualitativo non sono uguale: c è una libera e una forzata.
Tratta degli schiavi forma di migrazione forzata. La migrazione si gioca tra due poli, l individuo sceglie
di migrare oppure l individuo è costretto a migrare (in vari modi). Concetto di fitness riproduttiva legato
alle condizioni ambientali, ma anche fattori di ordine economico e sociali. Per esempio l immigrazione
europea (francese) in Canada. I francesi che hanno colonizzato il Québec erano poche migliaia, in poche
decine di anni. La colonizzazione inizia nel 1608. Sono circa 15000. Di essi i 2 terzi tornano indietro, o
falliscono o muoiono. I 5000 crescono rapidamente, c è il trattato di Utrecht, vengono spostati negli stati
francofoni degli USA (Louisiana) ma ciononostante la popolazione francese del Québec è di qualche
milione. La fitness riproduttiva quindi è altissima: da 5mila a 5milioni. È molto più alta degli stessi
francesi in Francia. Non si tratta di fattori biologici. La crescita di una popolazione a seguito di un flusso
migratorio è condizionata da tanti fattori diversi, quelli biologici c entrano poco, quelli ambientali anche,
c entrano soprattutto quelli di ordine economico e sociale. In Québec crescono nonostante l inverno sia
molto rigido e l ambiente non particolarmente fertile.
Nel sud succede il contrario. La popolazione amerindia, come i caribi, scompaiono. Scompaiono quelli
nel cono sud soprattutto. I fattori che determinano la scomparsa sono diversi, come le malattie, ma
soprattutto il fattore sociale.
Abbiamo visto come i flussi migratori nel tempo hanno movimenti di lungo termine. L appendice
occidentale del continente euroasiatico è stata destinazione di imponenti flussi migratori per millenni,
poi dalla metà del 400 o poco prima il movimento si inverte e prosegue per circa 500 anni. L Europa
esporta risorse umane, colonizza gran parte del mondo. Vedi la colonizzazione dell America,
Algeria… gli uo i i sposta dosi
dell Oceania, della Siberia da parte di popolazioni slave, i francesi con l
portano con sé le culture, le lingue, la cultura materiale, alimentare.
Si portano anche le religioni. Abbiamo parlato dell espansione araba, che portano con sé la lingua (ma
non dovunque) e la religione islamica. Nella carta in rosso c è la diffusione dell Islam, e il Nordafrica e il
vicino oriente sono legati all espansione araba. La diffusione del cristianesimo è legata all espansione
coloniale. Meno evidenti sono le diffusioni di altre religioni come l induismo e il buddismo. Il primo
circoscritto al subcontinente indiano, mentre il buddismo che esce fuori dalla culla del nord dell India e
si diffonde nelle sue diverse denominazioni in Tibet, in Cina e nello stesso Giappone (dove non è la
religione più diffusa, c è lo scintoismo). La diffusione delle religione in un certo senso ricalca il
movimento dei popoli. La religione è un aspetto principale della cultura, portare la religione significa
portare usi e costumi della cultura materiale, come gli obblighi religiosi legati al cibo o all abbigliamento
al ool el o do isla i o… . Queste i di azio i si rifletto o
(mangiare pesce al venerdì, non usare l
anche nel paesaggio urbano o nell agricoltura. In India il paesaggio delle mucche sacre che vagano
all interno delle città rinvia a delle condizioni di carattere religioso. In un mondo globalizzato, come
quello attuale, questi movimenti sono più intensi almeno in termini di rapidità. Questi usi si mescolano
ma possono portare anche a dei conflitti. Bisogna tenerlo in considerazione quando si parla di flussi
migratori. Nei giorni attuali è più facile rispetto a un tempo rimanere ancorati alla propria tradizione, ad
esempio grazie a internet, rimanendo in contatto con la propria comunità di origine in modo virtuale,
mantenendo un legame identitario.
Immagine dell immigrazione transoceanica. Tra 700 e 800 la migrazione europea cambia di passo: a
fine 700 la popolazione di origine europea stabilmente insediata nelle Americhe era di circa 5 milioni. I
nativi americani del Nordamerica all arrivo degli europei erano circa 30 milioni. Per l estensione della
superficie sono pochi ma in realtà erano tanti, oggi sono pochi milioni. C è stata una fitness riproduttiva
molto inferiore a 1. Gli europei che si trasferiscono sono quindi relativamente pochi, nonostante la
fitness riproduttiva era forte. A un certo punto c è un balzo: nell arco di un secolo gli europei (non
popolazione di origine europea) che si trasferiscono in America sono 50 milioni. Tra inizio 800 e il 1914
50 milioni di europei si trasferiscono dall Europa al continente americano. La popolazione europea era
circa di 180 milioni, quindi circa un quarto di popolazione (nell arco di un secolo) si trasferisce.
Ciononostante alla fine di questo periodo la popolazione europea supera di molto i 400 milioni di
abitanti. È un fenomeno epocale. A fine 800 dall Italia partivano più di un milione di individui ALL ANNO.
In Italia l anno scorso sono arrivati circa 170mila migranti, non è certo un evento epocale. I 50 milioni
che vanno in America vanno nel nord, in particolare negli Stati Uniti (24-27 milioni) e poi vanno in
Argentina (e Uruguay, verso il Rio de la Plata), dove ritroviamo una gran parte di immigrati italiani. Le
cifre oscillano tra gli 11 e i 15 milioni di italiani che se ne vanno. Una popolazione di 29 milioni di abitanti
nel 1861 in meno di un secolo perde quasi la metà degli abitanti. Sono cifre approssimative, molti di
quelli che partono poi tornano indietro. Il movimento non è simultaneo, non si parte simultaneamente
da tutte le parti d Italia e d Europa. Quando l Italia inizia a muoversi massivamente verso le sponde delle
Americhe, la migrazione britannica era ormai alla fine. La popolazione della Gran Bretagna aveva quasi
terminato l ondata migratoria. All interno dell ondata migratoria italiana comincia per prima quella
Italia sette trio ale Liguria, Pie o te, Lo ardia, Ve eto… solo più tardi i Italia eridio
dell ale.
Dove vanno i migranti italiani? Vanno in Argentina (Buenos Aires) o Uruguay (Montevideo). Chi parte
dalle campagne più povere del nord Italia va in America meridionale. Il porto d imbarco di solito era
Genova. Lì ci si imbarca per andare in America. Le condizioni del viaggio erano molto dure. C erano
viaggiatori di prima, seconda o terza classe, questi ultimi viaggiavano in condizioni penose. Spesso
c erano epidemie, c erano spesso epidemie di colera. Peggiorava quando arrivavano negli USA, gli
immigrati italiani venivano passati al vaglio per verificare avessero i requisiti psicofisici oltre che giuridici
atti a consentire l ingresso in America (c è un museo a Ellis Island). Questa è la migrazione dell Italia.
Cosa sta dietro alla migrazione? Perché c è un improvviso cambio di passo? Per 250 anni francesi, inglesi
(meno tedeschi e spagnoli, pochissimi italiani), partono e vanno in America, poi all improvviso il numero
sale. Succedono 3 cose importanti tra loro legate, non c è un rapporto di causalità, uni influisce
sull altro: la rivoluzione agraria, industriale e la transizione demografica. Vanno di pari passo. Non si
possono staccare. Se non ci fosse stata una di queste non ci sarebbero state neanche le altre 2. Ciò che
ha fatto sì che la mortalità si riducesse (vedi transizione demografica) è che si dispone di maggiore
alimenti, introduzione di innovazioni in campo agricolo. Tutto ciò ha fatto sì che aumentasse la
produttività della terra. Un ettaro di terra alimenta molto più di prima. Però è anche vero che SE da un
ettaro coltivato a grano ottengo 100 quintali di grano, e successivamente con lo stesso ettaro ne
ottengo 1000 c è un incremento di 10 volte della produttività di quel terreno. Su quell ettaro di terreno
applico una forza lavoro. Significa che con la stessa forza lavoro ottengo una grande quantità di grano in
più (aumenta produttività del lavoro). Ma se non ho bisogno di quei 100 quintali, o se li metto sul
mercato ma non c è una domanda adeguata, che ne è del prezzo del grano? Scende. La produttività del
lavoro misurata dal punto di vista economico scende. La quantità di reddito generata da un operaio
agricolo scende. La rivoluzione agricola con certe politiche come quella dell enclosure inglese, determina
l espulsione dalle campagne di ingenti quote di popolazioni. Il miglioramento di condizioni di agricoltura
è che per ottenere lo stesso prodotto ci vogliono molti meno contadini. L efficienza dell agricoltura
porta con sé un sovrappiù di manodopera, non utilizzata. Si parla di piccoli agricoltori, non ne risentono i
latifondisti. Un eccesso di braccia diventa maggiore perché in quegli anni mutano le condizioni sanitarie
che fanno diminuire la mortalità. C è un eccesso di popolazione. Tutto ciò accade nell Europa centro
settentrionale, non in Italia dove avverrà a metà 800, era arretrata. A partire dalla Gran Bretagna prende
l avvio la cosiddetta rivoluzione industriale . Si passa dal sistema della manifattura artigianale alla
produzione in fabbrica, in serie. In poco tempo grazie all incrocio tra innovazione scientifica e
tecnologica, il sistema di produzione di fabbrica si afferma. Ci vogliono quindi gli operai, che sono i
contadini. L eccesso di manodopera nelle campagne trova sfogo nelle aree industriali. La manifattura
comincia a funzionare non più col lavoro animale o naturale tipo vento, ma col vapore e l impiego di
combustibili fossili come il carbone. I minatori del Galles sono contadini espulsi dalle loro terre a causa
anche dell enclosure. L industria però non basta ad assorbire queste eccedenze. C è ancora il modello di
famiglia tradizionale. In fabbrica serve un padre che lavora, la moglie che accudisce la casa e un paio di
figli. Ma se ho un modello familiare tradizionale con alto tasso di natalità ci sono eccedenze che non so
come impiegare. Questo modello però può funzionare laddove ci sono ancora delle terre da colonizzare.
In Europa in conseguenza alle politiche attuate nell arco di un millennio ci sono più pochissime terre da
coltivare. Ci sono politiche però che consentono a chiunque volesse acquisire cittadinanza statunitense
di ottenere la proprietà di un fondo. L eccedenza di popolazione viene in parte assorbita dalla nascente
industria e dalle terre che possono essere colonizzate. Lo slancio parte da dove per primo c è stata la
rivoluzione agricola, il mondo anglosassone. La rivoluzione industriale rallenta, si afferma, ci sono
sempre più industrie e la GB diventa prima potenza industriale del mondo e piò assorbire l eccedenza di
popolazione, la transizione demografica percorre la sua strada e c è stabilità, quindi viene meno la spinta
alla migrazione introno a metà 800. Che ne è dei paesi dell Europa latina? Sono indietro di un secolo. Lì
l agricoltura è ancora di tipo tradizionale, l 80-90% è una popolazione contadina, l agricoltura è
arretrata, in anni 20-30 dell 800 anche lì inizia la rivoluzione agricola e sperimentano ciò che già avevano
sperimentato i paesi anglosassoni. Le aree nelle quali l agricoltura comincia a cambiare più
e il Pie o te… la rivoluzio e i dustriale si avvia i Liguria,
precocemente in Italia sono la Lombardia
Pie o te… a seguito della rivoluzio e e o o i o so iale he fa passare dal ve hio siste a so iale
agricolo al nuovo sistema industriale prende l avvio la grande migrazione. A questo punto si capisce che
la migrazione storicamente non parte dalle aree nelle quali si vive peggio. Non parte da situazioni di
disagio estremo. Parte da dove si verifica un mutamento radicale del sistema economico. Se in Italia e
GB non ci fossero stati quei 3 punti, avremmo continuato ad avere modesti flussi migratori. Si migra
soltanto perché c è una rottura di un sistema sociale consolidato. Il cambiamento del sistema agricolo
meridionale è più tardo.
Si inserisce poi un altro elemento di considerazione. Si parte dall Italia nord occidentale verso l America
meridionale e dall Italia meridionale e insulare verso l America settentrionale. In Argentina metà
popolazione è di origine italiana e la quota di liguri è altissima. Perché vanno a Buenos Aires? C era già
qualcosa. Concetto di e
fronte pioniere fronte d’onda migratoria; catena migratoria.
Concetto di fronte pioniere: la migrazione parte da gruppi di individui che si attestano la proprietà delle
nuove terre. Sono dei pionieri, qualcuno che per primo sperimenta questa possibilità. Immaginandolo
spazialmente ci sono individui che si attestano in tanti punti, quelli più avanzati del processo di
avanzamento. Piccoli gruppi si insediano sparsi, è il fronte pioniere. Dietro questo segue poi l ondata
migratoria, gruppi più consistenti che seguono. In questo processo ci sono degli individui che sono dei
precursori di questo movimento, che più di altri hanno iniziativa e coraggio, per attestare e portare
avanti questo fronte. Lo stesso accada con la migrazione italiana in America. Prendendo i documenti di
archivio vediamo che già in metà 700 piccoli gruppi di individui si insediano all Avana, a Buenos Aires,
Montevideo, Quito... sono commercianti, naviganti. Spesso i commercianti erano proprietari delle navi.
Creano dei primi avamposti che si affermano. In questo modo si innesca il meccanismo della catena
migratoria. Il nome di queste persone, la notizia del loro successo, dopo mesi giunge in patria. Per primi
li seguono i parenti, la catena si allarga e dopo di loro partono altri individui. I primi a muoversi per
l Italia non sono i più poveri ma mercanti e piccoli imprenditori che hanno successo. Solo dopo si
muovono i contadini e operai agricoli, comunque seguendo il percorso tracciato da chi prima di loro
aveva avuto successo. All epoca muoversi era molto più difficile di adesso, per motivi tecnologici in
primis. La prima nave a vapore a solcare l oceano è negli anni 30, le navi a vela ci impiegavano anche più
di un mese. Succede quindi che l emigrato che ha successo informa la famiglia del suo insediamento ma
c è un altro fenomeno: la trappola della migrazione. Chi parte difficilmente, una volta che è a
destinazione, informa esattamente la famiglia da cui è partito, di quelle che sono le reali condizioni di
vita in cui si trova. Se sono pessime si tende ad addolcire l immagine. Torna in patria un immagine meno
dura della realtà che l immigrato trova nella terra di destinazione. Per questo è facile che venga seguito
da altri.
Un altro aspetto rilevante: muoversi implica mezzi tecnici che evolvono rapidamente con la navigazione
a vapore. Però c è l aspetto giuridico: si parla spesso di normativa sull immigrazione. Alcune favorivano e
altre osteggiavano il movimento migratorio. Nell impero austroungarico emigrare era considerato come
un tradimento. Da altre parti era necessario comunque disporre di un passaporto, la cui concessione
non era semplice, bisognava esibire delle garanzie. Prima che venne assicurata la libertà di movimento
passa molto tempo. Le politiche del porto unico praticate dalla Spagna, si poteva andare nelle colonie
spagnole ma era necessario transitare da un unico porto d imbarco spagnolo. Negli USA le normative
erano a favore. In altri no, come paesi in cui la forza lavoro consisteva nel capitale che possedeva il
paese.
Si arriva alle soglie della prima guerra mondiale, anni in cui la migrazione europea verso le Americhe e
nel resto del mondo è al suo massimo. I traffici poi si interrompono con la guerra. Questo crollo
prosegue fin subito dopo la prima guerra mondiale. Negli anni 20 c è una leggera ripresa che ben presto
viene fortemente osteggiata dall avvio di politiche volte a limitare l afflusso dei migranti in particolare
negli Stati Uniti. Ci sono nuovi problemi che ineriscono al mutamento in corso della composizione etnica
della popolazione statunitense. All inizio la migrazione era di provenienza anglosassone. Aumenta la
quota di popolazione proveniente dall Europa meridionale e balcanica, sono sempre meno bianchi,
anglosassoni e protestanti, sono più cattolici e ortodossi. Questo crea dei problemi, da qui l introduzione
in anni 20 che stabilisce tetti massimi di migrazioni con quote che vengono determinate sulla base di
migrazioni prima della guerra. Sono norme volte a assicurare la purezza etnica della popolazione
statunitense, di vuole limitare la presenza di italiani e ispanici. Ciò accade negli USA e lo stesso in
Australia per le popolazioni di origine asiatica. C è ovunque un rallentamento forzato dei flussi migratori,
non perché vengono meno le forze che spingono all immigrazione ma per meccanismi di carattere
sociale e politico, che si rafforzano dalla fine degli anni 20 con la grande crisi, che impone un
ridimensionamento delle attività industriali, non si trova occupazione nell industria.
N altro cambiamento: le strutture familiari erano invariate rispetto alle aree di partenza. Migravano
contadini di famiglie numerose e in America facevano i contadini. Presto però cambia anche il tipo di
manodopera richiesto negli USA che vivono la loro rivoluzione industriale. L industria non richiede le
composizioni familiari che richiede l agricoltura. Gli ultimi migranti trovano delle difficoltà ad adeguarsi
al modello economico in cui dovrebbero inserirsi. Si insedia meglio l uomo singolo rispetto alla famiglia
numerosa.
L Europa ha visto tante migrazioni forzate, anche nel corso del 900. Si può parlare del genocidio degli
armeni, 5-6 milioni di armeni scomparsi. Siamo tra il 1915 e il 1921. Segue un altro grande evento che
inizia la storia delle pulizie etniche: 1920-22, guerra greco-turca. La Turchia era alleata degli imperi
centrali, sconfitta. I vincitori decretano lo smembramento dell impero ottomano. In Turchia c è un
nuovo governo repubblicano, guidato da Mustafa Ataturk, uomo forte. La Grecia crede sia giunto il
momento di dare la spallata finale alla Turchia occupando grandi porzioni di territorio turco, aldilà della
parte della Ionia dove c erano già popolazioni greche. La Grecia però non viene sostenuta dall occidente,
i turchi vincono, gettano a mare i greci. Interviene a questo punto Churchill: ogni stato deve essere uno
stato nazionale (si ipotizza coincidenza tra etnia, nazione e stato). In Grecia ci dovevano essere greci e in
Turchia turchi. Negli accordi di Losanna che definiscono i nuovi confini e danno alla Turchia la Tracia e
l Anatolia, si dice che popolazioni di origine greca nelle coste della ionia devono spostarsi nei nuovi
confini greci, così come le popolazioni turche devono spostarsi nei confini della nuova Turchia. Ci sono
360mila turchi che si spostano da Grecia nordorientale verso la Turchia. È un movimento imponente.
Dalla Grecia si spostano in 350mila. Persone che abbandonano tutto, prendono ciò che hanno e si
spostano. Dove vanno non sono accolti bene perché comunque sono immigrati. È uno dei primi esempi
di migrazione forzata in Europa del secolo scorso, il cosiddetto scambio greco-turco.
Migrazione italiana all estero (in particolare verso le Americhe): dicotomia Genova-Napoli e le
destinazioni tendenzialmente diverse e fruizioni diverse (da Genova partivano per andare in Sudamerica:
verso Rio de la Plata, Buenos Aires e Montevideo. Chi si imbarcava partiva da Piemonte, Lombardia,
Veneto. Si arrivava a Genova vendendo tutto ciò che si aveva per partire. Da Napoli partono invece le
popolazioni meridionali per andare in Nordamerica, New York. Ovviamente è una suddivisione generica,
molti genovesi andavano in America del nord). Ci sono fattori legati alle catene migratorie, di ordine
economico e sociale.
Fattori economico e sociali:
L Italia nel 1861 contava 29 milioni di abitanti. Oggi siamo più del doppio. In quegli anni l Italia era un
paese rispetto alle risorse. Non c erano le condizioni per mantenere una popolazione
sovrappopolato
come quella del tempo. Una larga parte di popolazione era in difficoltà e viveva di agricoltura (circa 5/6).
Queste erano le caratteristiche economiche e sociali del paese, la rivoluzione industriale non si era
ancora affermata. Le prime industrie siderurgiche compaiono a metà 800. Italia è paese agricolo,
arretrato, sovrappopolato, con una popolazione prevalentemente contadina. In quel periodo si
verificano alcuni fenomeni: inizia lo sviluppo industriale soprattutto in Italia del nord, allo sbocco delle
valli alpine. L agricoltura nel frattempo cambia, modernizzandosi, si confronta con la produzione agricola
immessa sul mercato mondiale da altri paesi che avevano già visto la rivoluzione agraria. Ci si confronta
con l apertura di mercati con diverse produzioni. Questi fattori fanno sì che ci siano fasce di popolazione
composte da piccoli proprietari delle proprie terre che potrebbero inserire sul mercato i frutti del
proprio lavoro, e si trovano impoveriti. Costituiscono loro il nervo della prima immigrazione. A emigrare
di solito non sono i più poveri che muoiono di fame, ma coloro che si stanno impoverendo o che non
sono così poveri. I primi a partire dall Italia del nord sono questi piccoli contadini.
Catena migratoria:
Un altro aspetto è quello delle catene migratorie. Quando ci si sposta si cerca per quanto possibile di
avere una base, dei contatti. Seguire le orme di qualcuno che si pensa abbia rotto il ghiaccio, magari che
si è affermato. La migrazione segue un meccanismo di passaparola, di contatto. Chi parte per primo
scopre possibilità di lavoro, lo dice in famiglia e alla fine un parente parte a raggiungerlo.
Tutti questi fenomeni si verificano molto lentamente nel tempo. La composizione professione di chi
migrava: all inizio su 8 che partono nel 1818 solo 3 sono qualificati nei permessi rilasciati come
giornalieri, contadini e lavoranti , alla fine del periodo (1857) questa quota sale: si parla di 300 su 800. I
primi a partire sono naviganti, mercanti (nel nostro caso, localmente), che installano piccole attività
economiche che ne attirano altre. C è un fronte pioniere costituito di individui dietro ai quali poi si
muovono altri soggetti.
Come reagisce l autorità politica di fronte a un fenomeno migratorio? Allora come oggi la reazione è
oscillante, ondìvaga. Ci sono punte in cui in un anno se ne vanno 1 milione di persone dall Italia. Oltre a
un dato statistico, c è una parte di braccia da utilizzare. Non partono solo uomini dai 16 ai 50 anni,
partono anche donne e bambini. Queste braccia che se ne vanno, all epoca erano impiegate
nell agricoltura o nella nascente industria. Si assiste nello stesso periodo a migrazioni interne dalla
campagna alla città. Le industrie necessitano di manodopera: contadini che lavorano le industrie. Ci si
trova quindi di fronte a interessi contrapposti: chi ha bisogno di manodopera e chi non sa più che
farsene della manodopera. Dietro al carattere ondivago della politica migratoria si celano interessi
economici rilevanti. Inoltre andare in America costa. Si vendevano tutto per partire perché dovevano
pagare passaporti, chi procurava i documenti (erano analfabeti e non potevano fare le pratiche) e il
biglietto. Per quanto poco costa un biglietto di terza classe, se si moltiplica per 1 milione di persone che
in un anno se ne fa il volume di affari generato è ampio, nel momento in cui la marineria italiana sta
attraversando un periodo difficile: il passaggio dalla navigazione a vela a quella a vapore. Grandi
compagnie di navigazione con navi a vela a un certo punto non sono più competitive, nel resto d Europa
si inizia ad utilizzare un altro tipo di navi più veloce. Per adeguarsi bisogna comprarle, ma costa. Servono
investimenti che rendano: devi fare navigare le navi con dei carichi, come umani per esempio. Esce fuori
l interesse dei migranti di braccia, coloro che fanno attraversare l atlantico ai contadini che migravano.
Lo stato deve prendere posizione e si deve preoccupare anche però dell accoglienza. È un problema sia
per il paese da cui partono i migranti, sia per chi li accoglie. Come si pongono i diversi stati verso i quali
muove l immigrazione? La politica non è uniforme ma ondivaga, in funzione degli interessi economici
degli stati. Fino agli anni 80 dell 800 l immigrazione negli USA era sostanzialmente libera. Accoglievano
tutti. Da lì in poi cominciano a esserci limitazioni che riguardano non tanto europei e nemmeno i latinos,
quanto piuttosto i cinesi. Questo perché intorno alla 2 metà dell 800 in USA c era una forte migrazione
cinese, reclutati appositamente per essere impiegati nella costruzione delle grandi ferrovie
transcontinentali. La presenza di questa minoranza etnica, molto diversa dalle altre minoranze presenti
in USA, inizia a porre problemi. Le opere in cui erano stati impiegati i cinesi all inizio sono completate.
Veniva meno la necessità di disporre di abbondante manodopera a bassissimo costo che era garantita
dai cinesi. Di conseguenza: reazioni da parte del potere politico introducendo regole che imponevano
che l immigrato fosse solo bianco, latino o nordeuropeo. Non cinese. Si parla di fine 800. Fino all epoca
avevano alle spalle un territorio che era in via di colonizzazione. Pian piano però si avviavano a divenire
anche una grande potenza industriale. In quanto tale necessitano di molta manodopera. Per questo
rimangono aperte le porte all immigrazione europea destinata non alla colonizzazione del West ma
all impiego nelle grandi industrie siderurgiche e metallurgiche negli stati del nord-ovest. Questo
processo prosegue fino agli anni 20, in cui inizia una situazione economicamente meno florida,
s arseggia la e essità di a odopera, si o solida o i si da ati… i so o diversi fattori he spi go o
nella direzione di introdurre anche per una parte delle popolazioni proveniente dall Europa delle
limitazioni. Queste sono giustificate dal dire che sono troppi. Nel 1920 circa il 13% della popolazione
statunitense era nata all estero. Un dato che giustifica questa presa di posizione politica, che
regolamenta l ingresso degli immigrati secondo quote fisse. Quindi quote di popolazione da diversi paesi
di provenienza proporzionali alla composizione etnica degli USA prima della prima guerra mondiale. Così
la composizione etnica statunitense rimane immutata. Possono emigrare solo popolazioni di tipo WASP
(white, anglo-saxon, protestant). In quel momento le popolazioni che emigrano massicciamente verso
gli USA sono latini dall America meridionale. Non hanno quei connotati. Tutto ciò crea problemi. Ci sono
grosse limitazioni.
Lo stesso processo avviene anche in Australia e Nuova Zelanda. La prima diventa un grande paese a
partire dall avvio della colonizzazione britannica a fine 700. Inizia il popolamento britannico in Australia
tramite i deportati dei galeotti. Le immigrazioni avvengono per una spinta di carattere economico e
sociale. Questa spinta si registra in Europa per prima nei paesi che per primi sperimentano la rivoluzione
i dustriale. I pri i a igrare o so o i più poveri. I pri i a igrare so o rita i i, ola desi, tedes hi…
paesi in cui per primi si verifica la rivoluzione agricola e industriale. Questo tipo di rivoluzioni libera della
manodopera. Migliorando le tecnologie al lavoro di un artigiano si sostituisce un lavoro industriale che
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carla.calvini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Genova - Unige o del prof Spotorno Mauro.
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