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7.3: FIGURE TERRITORIALI DEL MITO

Ci sono delle procedure intellettuali attraverso le quali si produce la simbolizzazione territoriale e sono il

frutto di un lavoro sociale e quindi entrano nei meccanismi che assicurano il funzionamento e la

riproduzione sociale. Queste procedure sono numerose; tra di esse una ha carattere di universalità ossia la

TOPOMORFOSI: una procedura di simbolizzazione in virtù della quale un valore sociale non solo si

trasferisce al suolo, ma si trasferisce in un luogo.

La connotazione topomorfica fa dello spazio una fonte di legittimità: le regole stabilite, la parola ispirata, le

decisioni prese in “quel luogo” acquistano le caratteristiche della sacralità, si applicano all’intera società e a

ciascuno dei suoi membri poiché esse sono state ispirate da Dio sia direttamente sia per l’intermediazione

degli antenati.

Quindi si capisce come la topo morfosi sia un potente strumento di elaborazione della “tradizione” la quale,

se da un lato informa la condotta delle persone e rende tollerabile la provvisorietà dei rapporti con il divino,

dall’altro si risolve in procedure di ipostasi (concretizzazione di ciò che è astratto) che tendono a

perpetuare i rapporti sociali e gli assetti di potere esistenti.

7.4: SOCIOTOPIA: UNO SPAZIO PUBBLICO TRA RELIGIOSITà E CITTADINANZA

La cultura africana non è solo una cultura pre-logica governata dalle forze oscure e terribili che dominano la

scena del mondo, ma anche una cultura contemplativa, una cultura politica profondamente impregnata di

spiritualità che crea le condizioni geografiche della sua esistenza e della sua legittimizzazione. È un processo

che si volge per tappe e le formazioni territoriali che garantiscono la cittadinanza assumono la

configurazione di SOCIOTOPIE ovvero degli spazi pubblici che si organizzano in base a tre elementi di fondo:

 Il soggetto agisce in un ambiente intelligente: egli non solo intrattiene rapporti con gli altri uomini,

ma interagisce anche con il territorio il quale è un deposito di sapere e di dispositivi di

comunicazione (composto da artefatti sia simbolici che materiali);

 Il soggetto opera in uno spazio collettivo dunque fortemente codificato: emblemi sociali intuitivi o

complessi come ad esempio la dimora di un capo (intuitivo) o ad esempio lo statuto di un campo

coltivato (complesso);

 L’essenza intima dell’azione soggettiva: esprime una dimensione partecipativa poiché la

cittadinanza può esercitarsi solo nella tradizione (con il proprio lavoro si coopera al benessere di

tutti). Il territorio diventa la scena di un agire comunicativo.

L’uomo africano desidera abitare “nelle vicinanze di Dio” perciò la territorialità fonda un progetto

d’armonia: un compito infinito, ma che resta cruciale in una cultura in cui ogni mutazione è un frammento

del divenire cosmico e dove ogni azione riflette il misticismo delle sue radici mitiche.

Cap.8: Le basi materiali

8.1 Rundi: Luogo,popolo,lingua

In Africa centrale, il Ruanda e il Burundi occupano una parte del braccio occidentale della Rift

Valley. Si tratta di due piccoli Paesi, molto simili tra loro sia sul piano spaziale che per quanto

riguarda i tratti salienti del popolamento: il più meridionale tra essi, il Burundi ha una popolazione

di oltre 5 milioni di abitanti al 1990. In Burundi molte cose sono cambiate negli ultimi anni: le

guerre dette “etniche” gli eccidi, le ondate di profughi, hanno sconvolto questo quadro. Il Bu- rundi,

ossia il luogo fisico, concretamente osservabile nelle sue fattezze materiali e determinabile nella sua

rundi, vale a dire l’insieme di genti che abitano quel luogo; infine

estensione, quindi abbiamo i Ba- 6

ecco il Ki- rundi, ossia la lingua parlata dai Barundi nel Burundi, il simbolo stesso della cultura in

quanto strumento di creazione e trasmissione del pensiero.

Il Burundi richiama nella sua forma la punta di lancia, rilevata al centro e digradante verso i

margini. L’impianto del rilevata tuttavia è alquanto asimmetrico, giacchè la linea di massima

elevazione non corre esattamente al centro, dell’asta verso la punta ma si sviluppa verso il margine

occidentale: è la famosa Cresta Congo Nilo che costituisce nel suo insieme lo spariacque tra i

bacini dei due più grandi fiumi d’Africa. Il clima è retto da meccanismi pluvio geni:

- Al primo tipo di climatico corrisponde grosso modo la Cresta, distribuite in una lunga

stagione umida e in una breve stagione asciutta che va da giugno ad agosto. I

l clima tropicale d’altitudine presenta due

- varianti:

a) La prima caratterizza gli altipiani centrali: temperature moderata, con media annuale

inferiore a 18° C;precipitazioni abbondanti, distribuite in una stagione delle piogge che resta

lunga (ottobre-maggio)

b) La seconda variante tropicale caratterizza invece i bassipiani orientali, settentrionale e

occidentali: temperature piuttosto elevate, con media annuale superiore a 23°C e

precipitazioni scarse

8.2 La casa e la collina

L’unità fondamentale di riferimento geografico, così, è mutumba, la collina, che designa

propriamente il rilievo abitato da una comunità di tipo vicinale, nella quale la densità del

popolamento e l’intensità delle relazioni sono massime. La collina accoglie l’essenziale della

popolazione, ne difende la vita e ne favorisce lo sviluppo. Mutumba ospita tradizionalmente

diversi lignaggi distribuiti in tutto il Paese. Tra gli abitanti della collina si stabiliscono reti di

relazioni dense ed assai variante tipo logicamente (es. parentela,matrimoni..). quanto allo scambio

esso ha per oggetto prodotti agricoli, dell’allevamento (burro,bestiame), dell’artigianato

di beni,

(zappe in ferro, panieri e vasellami ..). la transazione può avvenire sulla base di un baratto, ma

altresì utilizzando come moneta di scambio la birra. La birra riveste non solo un ruolo economico

di primo piano, ma altresì un ruolo sociale di grande significato giacché essa è offerta nelle

occasioni solenni, e consumata collettivamente nel corso di feste e riunioni. Lo stesso

riconoscimento dell’autorità politica trova nella birra un suo primario mezzo di espressione: essa

serve al pagamento del tributo e viene consumata per sancire un patto di alleanza o un atto di

sottomissione.

La singola dimora familiare si chiama il rugo: può essere piccolo o grande, a seconda della

numerosità della famiglia, e più o meno complesso, a seconda della ricchezza e dell’importanza del

personaggio che lo abita. La dimora di un ricco allevatore è cosa diversa dalla dimora di un modesto

contadino che possiede solo qualche capo di bestiame. Il rugo è una dimora complessa che

comprende un insieme di abitazioni e di corti di forma circolare è imperniata su una corte centrale,

preceduta e seguita da due corti secondarie situate sullo stesso asse. La corte centrale è destinata

essenzialmente ad accogliere il parco bestiame durante la notte inoltre su di essa si affaccia

l’abitazione cupoliforme principale, quella del capofamiglia, che ricomprende abitualmente tre

grandi spazi ben definiti e separati da leggeri paraventi di bambu o di papiro intrecciato. Il rugu

7

trova la sua localizzazione ideale sul fianco della collina, generalmente all’apice dei campi e pascoli

che andranno successivamente a costituire le terre familiari.

8.3 Specializzazione sociale, integrazione territoriale –

Questa terra così ben individualizzata dal punto di vista geografico e socio culturale resta a lungo

protetta dal suo stesso isolamento. Gli europei cominciarono a parlare di questi luoghi verso la metà

del XIX sec. Stanley e Livigstone sono sul lago Tanganica nel 1871; ma la penetrazione vera e

propria a inizio solo alla fine del XIX se. : esploratori missionari in particolare i Padri Bianchi.

I Burundi gente che dal punto di vista di una certa classificazione “razziale” possono essere

“bantu”, “pigmei”

considerati diversi: gli uni sarebbero una minoranza di e gli altri sarebbero,

“camiti”,

invece, minoritari e comunque sopravvenuti rispetto ai precedenti. Questi tre gruppi

chiamati in altri modi parlano la stessa lingua bantu, praticano la stessa religione, sono tutti

ugualmente sottomessi all’autorità del mwami, il monarca sacro. Dal punto di vista sociale, essi

esprimono un momento della complessificazione della collettività, una differenziazione funzionale

che la comunità riconosce ed accetta. I Buhutu sono per eccellenza agricoltori, mentre i Batutsi

sono allevatori di bovini: quanto ai Batwa, data la riduzione drastica della foresta, sono

sedentarizzati ed integrati nella società burundese, nella quale diventano cacciatori e artigiani, in

particolare specialisti del vasellame e della lavorazione del ferro.

I Buhutu sono spesso possessori di vacche, i Batutsi sono volentieri agricoltori mentre gli uni e gli

altri praticano correntemente la caccia. Le relazioni sociali sono assai complesse e tessono alla scala

della collina dei legami di vicinato che includono aspetti di parentela e matrimoniali, economici,

cerimoniali. Esistono dei contadini senza terra, classificabili in due gruppi:

- Bushumba: completamenti privi di mezzi di produzione, dipendenti di capi politici o

agricoltori allevatori ricchi, sono esonerati dal pagamento del tributo.

- Bagererwa: sono contadini che ricevono un pezzo di terra da coltivare, in cambio di

prestazioni dovute contrattualmente a coloro da cui hanno avuto il campo concessione

Il complesso sistema agro- pastorale consente una straordinaria crescita demografica grazie alla

moltiplicazione di piccole entità e si divide in due fasi:

giunge il ferro e se ne diffonde l’uso per scopi agrari. La rudimentale agricoltura di

1) Quando

foresta basata sul fuoco e sui lunghissimi periodi di riposo. La sparizione della foresta porta

alla comparsa di una prateria d’altitudine dove l’erba resta lunghissimo tempo verde, grazie

alle temperature fresche e alle piogge abbondanti e ben distribuite nel corso dell’anno. Si

creano le condizioni ideali per un allevamento sedentario e relativamente intensivo. Al

termine della prima fase agricoltura ed allevamento coesistono in un quadro ambientale

piuttosto favorevole

La seconda fase ha origine nel XVII sec. Con l’introduzione e l’adozione generalizzata delle

2) colture americane, accanto a quelle africane. L’anno agrario viene organizzato in due cicli

colturali ben distinti:

L’agatasi

- da settembre a dicembre- gennaio, riservato alle piante americane

L’impeshi

- da gennaio- febbraio a maggio: un periodo favorevole indicato anche come

“piccola stagione asciutta” a causa di una caduta dell’intensit&agra

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
38 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mecchina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia sociale e culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Gamberoni Emanuela.