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ZIVILISATION = CULTURA
Nella letteratura geografica, si è badato alle accezioni che l’attributo culturale assume in connessione
alla geografia. Attraverso l’interpretazione di alcuni autori è stato possibile far emergere, sia le
tradizionali definizioni convenzionali, basate sul modo di vita (way of life) o genere di vita (genre de
vie), sia quelle più nuove che tendono a enfatizzare l’interazione simbolica degli uomini e consentono
di inserire la cultura in un ampio quadro di insieme, valutabile in chiave sistemica.
Della geografia culturale si sono analizzati antecedenti, origini, natura e rapporti con altre discipline, in
particolare storia e antropologia. Soprattutto si sono cercati “riscontri” in autorevoli studiosi che
avvalorassero i percorsi di ricerca. (es. Carl Ortwin Sauer caposcuola della geografia culturale
americana e fondatore negli anni ’20 della scuola californiana di Berkley).
Il tema del paesaggio si inquadra nella disciplina considerata. Si è seguito l’evolversi del concetto
rifacendosi inizialmente all’idea generica per tradurla poi in idea geografica. E ciò affinché vi fosse un
divenire comprensibile e logico nello stesso tempo. Se ne sono cercate le origini che derivano dall’arte
pittorica e se ne è seguito il graduale processo di sviluppo geografico nell’opera dei padri fondatori
della disciplina, sino a che, nel nostro secolo, è divenuto un concetto assai complesso.
In questo testo si è voluto osservare la cultura del uomo che in quel paesaggio si imbatte. Nel
paesaggio, pensato come rapporto tra l’uomo e i luoghi, l’accento è stato messo sul primo. Interessa
l’uomo come individuo inserito in una comunità, più che quando trasforma culturalmente un
paesaggio, quando culturalmente osserva quel paesaggio. Non importa tanto . non importa tanto una
specifica civiltà che ha lasciato specifici segni culturali, quanto una cultura che ammira, approva,
disapprova, consente e critica quei segni. Interessa la reazione culturale del presente sul passato e non
i significati autentici di quel passato.
Il paesaggio è un semplice aspetto geografico quando si propone a un turista disattento e disinformato.
Diviene culturale non appena l’input che eventualmente contiene viene recepito dal visitatore colto e
appassionato. ( paesaggio intellettuale: presente solamente nell’intelletto dell’ osservatore).
(…) RISCONTRI = conferme di una tesi che si è immaginata
testimonianze dei maestri del pensiero geografico in tutte quelle esplicazioni che hanno illuminato il
passato e il divenire di questo nostro pianeta, in rapporto con l’interprete umano.
1. LA GEOGRAFIA CULTURALE
1.1 Che cosa è la geografia culturale?
Possiamo affermare come la geografia culturale sia una disciplina antica e difficile da definire. Negli
anni ’20 ha assunto la sua formazione istituzionale sviluppandosi in Nord America assumendo la sua
formazione istituzionale specializzata con Carl Ortwin Sauer e la scuola californiana di Berkley.
Anche in Europa si sviluppa e continua a crescere convergendo con la geografia umana e sociale della
tradizione classica. M.Mikesell e P.L.Wagner la considerano non come una materia nuova, ma come
una disciplina scientificamente riconosciuta.
La geografia culturale nasce come geografia accademica, della quale se ne possono rintracciare le
origini nelle descrizioni di terre e popoli fatte dai greci e dai latini.
È opportuno affermare che la geografia culturale non è sinonimo di geografia umana, che invece è una
delle suddivisioni sistematiche della geografia. La geografia umana è una sub disciplina, una geografia
“aggettivale”.
Il primo problema che si pone nell’analisi della geografia culturale è il suo rapporto con la geografia
umana. La geografia umana studia l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente, per questo dovrebbero
essere inclusi anche gli aspetti culturali di quell’umanità studiata.
La geografia culturale in conclusione comprende automaticamente la geografia umana.
Vidal de la Blanche sottolineva che la geografia umana è geografia della cultura (o della civiltà) in
quanto la vita sociale degli uomini rappresenta forme di civiltà localmente diverse.
Norton restringe il campo della geografia culturale come una delle sub discipline della geografia ma la
amplia comunque incorporandovi la geografia sociale.
Analogia tra geografia culturale e sociale già messa in evidenza da D. Stamp (primo titolare di una
cattedra di geografia sociale istituita nel 1948 all’Università di Londra).
La geografia sociale si confonde spesso con quella umana (come con Freeman che intitola un capitolo
sulla geografia umana Sociolgeography). Per acquisire del tutto il significato di geografia culturale,
essa si deve appropriare del concetto di durata senza il quale non è possibile né il concetto di cultura
né di civiltà che presuppongono una trasmissione di valori ed uno &