Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 48
Geografia politica ed economica Pag. 1 Geografia politica ed economica Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia politica ed economica Pag. 46
1 su 48
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA

Lezione dell'08/10

Quando parliamo di geografia il termine "scala" è sempre presente come elemento di paragone, rapporto, relazione. La scala geografica è un rapporto che ci permette di rappresentare cartograficamente il fenomeno, che può essere ad esempio una certa conformazione terrestre. La scala è un rapporto tra realtà e rappresentazione: è per questo che si parla di scala da 1:10000, ad esempio. In una scala da 1:200 000, un trattino da 2cm nella realtà misurerà 200000cm (ossia 2000m, 2km). Distinguiamo a tal proposito:

Carte a grande scala: il cui denominatore è piccolo (es. 1:5 000); esse rappresentano una piccola porzione di territorio e per questo motivo possono contenere molti particolari.

Carte a piccola scala: il cui denominatore è grande (es. 1:5 000 000); esse rappresentano porzioni di territorio molto estese e pertanto presentano

pochi particolari. Dall'analisi di una carta geografica possono essere tirate fuori un sacco di considerazioni.

Le categorie specifiche in cui le carte possono essere classificate sono le seguenti:

  • Piante: che rappresentano centri urbani.
  • Mappe: per le aree rurali, con scala non superiore a 1:10 000.
  • Carte topografiche: con scale comprese tra 1:10 000 e 1:100 000; sono molto ricche di particolari e vengono utilizzate per vari scopi che riguardano l'uso e l'organizzazione del territorio.
  • Carte corografiche: con scale comprese tra 1:100 000 e 1:1 000 000; sono utilizzate per rappresentare una regione o uno Stato; ne sono un esempio le carte turistiche in cui si devono mettere in rilievo le vie di comunicazione.
  • Carte fisiche: rappresentano il territorio nella sua fisicità (es. batimetrie, che rappresentano la profondità dei mari; a tal proposito possiamo affermare che un mare poco profondo è più appetibile rispetto a un mare molto profondo.
dovetendenzialmente non vi sono pesci commestibili o petrolio).

Carte politiche: ci dicono molto di meno rispetto alle carte fisiche; ci danno però un'informazione molto importante: lo spazio è diventato territorio delimitato e definito. È una carta che non considera il mare, totalmente centrata sull'elemento "terra". In fondo è una carta che ci dice poco.

Le carte geografiche possono essere inoltre rappresentate in base al loro contenuto. A tal proposito possiamo classificarle in:

Generali: (come ad esempio le carte fisiche e politiche), speciali, costruite per uno scopo specifico (per esempio, le carte nautiche e le carte geologiche)

Tematiche: che descrivono la distribuzione di un particolare fenomeno sul territorio (es. carte climatiche).

Geomorfologiche: rappresentano le forme del terreno e indicano i processi che le hanno originate. Le forme scolpite dagli agenti naturali (valli, rilievi, depositi, ecc.).

Una carta geomorfologica,se studiata attentamente, permette di individuare ipossibili cambiamenti del territorio: processi erosivi, frequenza di frane, rischi dipiena da un fiume. Per questi motivi sono particolarmente utili, per esempio, per laredazione dei piani regolatori comunali.

Pedologiche: rappresentano i tipi di suolo. Offrono suggerimenti preziosi sulle- migliori modalità d'uso del suolo, scegliendo ad esempio le aree da destinare ad usoagricolo e quelle da adibire alla costruzione di case, di strade e in generale a opereurbane. All'agricoltura andranno riservati i suoli più profondi, più fertili, piùfacilmente irrigabili e lavorabili. All'uso urbano saranno destinati i terreni menofertili e più al sicuro da eventuali inondazioni.

Climatiche: danno informazioni sul clima di una regione. Per esempio, sull'entità delle precipitazioni atmosferiche, sulla temperatura, sulla direzione e l'intensità delvento, sulla durata e la

persistenza della nebbia. Le carte meteorologiche sono un particolare tipo di carta climatica che documenta la variazione del tempo. È una carta dinamica, che deve essere aggiornata ora per ora.

Carte geopolitiche: esistono per darci contezza dei fenomeni di natura geopolitica. Possono rappresentare situazioni geopolitiche riconducibili, ad esempio, a determinati periodi storici (es. guerra fredda) e ci fa vedere la posizione che sul planisfero assumono diversi contendenti.

Carte geostrategiche: ci indicano strategie e divisioni dal punto di vista militare.

Carte geostoriche: che descrivono eventi storici.

Demografiche: illustrano gli insediamenti umani o particolari tipi di insediamenti.

Carte geopolitiche di scenario: teoriche, fatte da studiosi che ipotizzano scenari geopolitici futuri.

Per quanto riguarda invece il concetto di posizione, possiamo affermare che questo sia il concetto più importante della geografia politica. La posizione di uno stato è

infatti assolutamente rilevante: si pensi ad esempio alla posizione di Singapore, città stato sullapunta meridionale della penisola indocinese e in posizione strategica sullo stretto diMalacca, punto di scambio commerciale ed economico fra est e ovest. Oppure si pensi allaposizione strategica del canale di Suez, punto di snodo fondamentale per il passaggio delpetrolio negli anni '60 che con la sua chiusura mandò in crisi la catena diapprovvigionamento stesso del petrolio e, di conseguenza, il sistema economico nella suainterezza (crisi petrolifera). Tramite questi esempi è facilmente comprensibile come lacompromissione di un singolo territorio possa avere ripercussioni importantissime su scalamondiale: ne consegue l'estrema importanza del concetto di posizione.

La posizione assoluta è data dalla posizione geografica che uno Stato occupa su unacarta geografica, ed è rappresentata dalle coordinate geografiche di longitudine elatitudine.

La posizione relativa, al contrario, è per l'appunto relativa ad un determinato contesto, che sia ad esempio commerciale, strategico-militare, storico; va messa in relazione sia al contesto geografico, sia al fenomeno che vogliamo prendere in considerazione.

Lo stato può essere compatto, arcipelagico (una condizione di insularità potrebbe costituire un fattore di debolezza a causa della scarsa compattezza del territorio statale, ma potenziali fattori di frattura possono essere superati dal potere dello stato), disomogenei (come l'Australia).

Lo stato può essere poi classificato in base alla forma e all'estensione (micro-stati o macro-stati).

Lezione del 09/10

La nascita della geografia politica è vista come un itinerario fra scienza e politica. La storia del pensiero geopolitico è peculiare per una serie di motivi. Innanzitutto, a differenza delle altre scienze, la geopolitica ha avuto sin dall'inizio un rapporto molto particolare.

Con il potere e con la politica; i primi grandi pensatori di geopolitica ebbero un rapporto con la politica pregiudiziale: era inevitabile che parlando di geopolitica essi si interessassero anche all'agone politico. Non si può parlare della storia di questa disciplina senza avere come punto di riferimento le vicende politiche di quegli anni e il rapporto peculiare con il potere.

La geografia moderna nasce tedesca e filosofica: i primi grandi pensatori che iniziarono ad utilizzare categorie utilizzate poi in ambito geopolitico erano tutti tedeschi. Per l'epoca, inoltre, unire competenze apparentemente molto diverse era sufficientemente normale. Questo ci fornisce un elemento interessante per capire meglio la nascita geografia politica, studiata da personalità dotate di una cultura vasta su più ambiti disciplinari. Friedrich Ratzel, geografo e studioso di fenomeni politici, era di formazione uno zoologo. Non a caso nei suoi testi, sebbene indirettamente, è

Compresa una critica alla rivoluzione del naturalismo darwiniano. Negli anni successivi Ratzel fu totalmente frainteso, e ciò anche perché chi lo leggeva (e lo legge) non ha le basi naturalistiche per capire di cosa egli stia parlando. Tutti questi studiosi hanno la caratteristica di essere polivalenti, di avere la capacità di studiare i fenomeni geografici e politici in rapporto alla dimensione ambientale e naturale. I geografi nascono dunque come una classe polivalente, sono studiosi che sebbene guardino alla specializzazione del sapere mantengono per tutto l'Ottocento un carattere polivalente.

A inizio Ottocento la geografia inizia ad essere regionalista, differenziandosi dalla geografia settecentesca che veniva definita dagli studiosi del secolo successivo come "statistica" e istituzionalizzata. La geografia del Settecento viene definita geografia statistica perché non era altro che un sapere descrittivo, e ciò per motivi politici: le

descrizioni erano funzionali alle catalogazioni che rendessero conto al principe di ciò che era ricompreso all'interno del suo stato, funzionali al potere affinché questo potesse implementare politiche efficaci. La geografia di stato, riassumendo, era dunque catalogatrice perché catalogare era un'esigenza concreta del potere affinché potesse esercitare la propria sovranità al meglio delle sue possibilità. La relazione con il potere è la chiave di volta per la comprensione di questo tipo di geografia. Per rilanciare la geografia dal punto di vista scientifico, Richter e Humboldt portarono avanti all'inizio dell'Ottocento il concetto di regione: un concetto naturale che faceva parte del mondo ambientale. Partendo dal presupposto che il mondo che noi conosciamo da un punto di vista naturale non presenta necessariamente confini, quello che provarono a domandarsi e a chiedersi era: questo mondo, che è uno, puòessere scomposto in sub-unità che abbiano degli elementi in comune tali da poter dire di essere in comune con le altre? I confini politici sono falsi, ossia non dotati di naturalità. E la polemica che i primi geografi scientifici fanno nei confronti della geografia settecentesca è questa: il potere ha oggettivizzato in maniera politica ciò che oggettivo non è. Richter e Humboldt, partendo da questo presupposto, iniziarono a pensare ad un'alternativa che si concretizzò nel concetto di regione. Arrivarono a questo concetto mediante due ragionamenti. In primo luogo vi era l'idea che ogni regione fosse composta da molte cose; in secondo luogo, da qui svilupparono il concetto di coerenza ed armonia, dal quale scaturì quello di "regione": uno spazio di terra nel quale possano coesistere in maniera armoniosa anche elementi di differenziazione. La regione esprime un territorio coerente; quando siamo in presenza di una certa.

Coerenza nelle relazioni territoriali possiamo configurare una regione, anche se si parla di territori molto

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
48 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simoferra0707 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economico politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sellari Paolo.