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Il paesaggio nella pittura di Georg Forster, Alexander von Humbolt e Caspar David Friederich

Se consideriamo, invece, Caspar David Friederich il paesaggio assume due funzioni:

  1. Una di riproduzione della località o il paesaggio dona il luogo;
  2. Messa in opera di quello che appare.

La località è la forma minimale del paesaggio in pittura, non esiste un paesaggio senza un minimo di località. La modalità principale di produzione paesaggistica è l'ingrandimento, che viene ottenuto attraverso espedienti pittorici che generano campiture spaziali, che convergono o divergono rispetto all'asse visivo dell'osservatore, ossia l'orizzonte. Il territorio è creato dal lavoro che è trascendente al concetto di paesaggio inventato dalla società per darsi una rappresentazione della natura antropizzata e derivata dalle sue diverse attività. Il paesaggio è la manifestazione del territorio. Il territorio è diventato paesaggio quando ha cominciato ad.

essere paesaggio ed essere pensato significa che la realtà territoriale è radicata in un sistema di rappresentazione formale in cui i concetti sono in grado di costruire una nuova realtà. Per costruire questa unità è necessario avere a disposizione un linguaggio o scambiare la realtà del territorio con un'immagine prodotta dal meccanismo del linguaggio scelto. L'origine dell'unità del paesaggio risiede in quello che Simmel chiama STIMMUNG: è molto importante in quanto è un fattore che riunisce i pezzi di un paesaggio che viene colto nella sua unità; Stimmung e unità sono due aspetti di una sola cosa attraverso la quale l'anima dello spettatore costruisce il paesaggio; Stimmung evidenzia quello che è importante di un paesaggio, ma non quello che è fondamentale in altri paesaggi; corrisponde allora all'unità di tutti quegli elementi particolari riuniti.

In tutto ciò che è lo spettatore.

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Lo spazio diventa territorio per effetto del lavoro e quest'ultimo è il mediatore degli scambi tra uomo e natura. Ogni ecosistema è il risultato della proiezione del lavoro umano nella natura offerta. I territori rurali appartengono ad una realtà che non esiste più ormai, erano i luoghi della vita quotidiana, quelli del lavoro inteso nel senso tradizionale. Questi territori sono diventati paesaggi dopo la scomparsa della territorialità precedente. Questo significa che, nella nostra società, un territorio diventa paesaggio quando le relazioni che lo hanno creato, tendono a scomparire. Il paesaggio si costruisce sulla base degli elementi del territorio che hanno un significato solo come reminiscenze del passato.

Sul piano teorico, la distinzione tra: il corpo è il luogo dell'immagine, ma tutte le immagini non sono materializzate. È il caso di una

fusione imperfetta ma senza traccia visibile. In essa troviamo un'immagine visibile del mondo esterno che è stata materializzata con l'aiuto di un qualunque dispositivo. Ci sono numerose fissioni possibili, visto che ci sono supporti e sguardi diversi. Le immagini dei luoghi hanno un ruolo importante, perché possiamo scoprire luoghi geografici anche soltanto con delle immagini. La fissione è creatrice di un modello in grado di stabilire una mediazione con la realtà materiale. In questo modo, l'immagine diventa uno strumento di relazione che permette di aiutare l'osservatore a ricostruire l'ambiente psicologico della prima osservazione. È importante, perché ci consente di comprendere che probabilmente non c'è un'evoluzione che ci dia la possibilità di seguire nel tempo la comparsa delle diverse forme di paesaggio e la loro trasformazione. L'idea di fissione è stata esposta

correttamente da Belting, dimostrando che la natura amatadallo scrittore e descritta a distanza come un'immagine, era la stessa natura temuta dalcontadino, la cui vita dipendeva dal lavoro. La trasformazione del territorio in paesaggio è unprocesso che passa attraverso una materializzazione fotografica che privilegia i luoghi sacri, chehanno una probabilità debole nella realtà. Il territorio costruito è l'oggetto originale, necessario perla creazione di immagini o rappresentazioni del paesaggio. Il territorio si trasforma e suoi elementipossono essere cambiati nel corso della storia, dal momento che non esiste spazio per territori diversinello stesso luogo. Il territorio è un palinsesto di cui possiamo riconoscere i diversi momenti e in questolavoro di ricostruzione le rappresentazioni possono esserci di aiuto. Lo sguardo dipende dai mediatori adisposizione per capire l'oggetto.La parola designata per esprimere l'idea del

paesaggio è abbastanza recente nelle lingue indoeuropee, comparve tra il Quattrocento e il Cinquecento. Per i secoli anteriore all'epoca moderna, il paesaggio è sentimento della natura, natura che delinea un concetto molto ampio, ma che si limita a seconda di come viene usato. Durante il Medioevo, la natura può essere vista come qualcosa da ammirare, perché l'uomo viene rappresentato congiunto alla natura. Questo periodo ci ha fornito una famosa LETTERA AL VENTOSO di Petrarca, che può essere considerata la prima introduzione del paesaggio nella letteratura; trovare in essa l'invenzione del paesaggio, può essere postulato soltanto se poniamo alcune condizioni:

  1. Consisterebbe nel dichiarare che il paesaggio è un'immagine;
  2. È che quest'immagine non ha niente a che fare con la realtà materiale, è soltanto un pretesto;

Il paesaggio moderno la parola.4. La contemplazione del paesaggio non è di alcuna utilità. Durante il Rinascimento il paesaggio viene vissuto come il rapporto dell'io con il mondo e per questo costituisce un orizzonte mentale. Il sentimento di natura è un prestito dalla letteratura dell'antichità e di conseguenza la natura è espressa mediante gli occhi di questi autori. Nella prima metà del Seicento c'è una rinascita del sentimento e del gusto per la natura espressa attraverso i giardini e in particolare quelli botanici delle piante medicinali. Alcuni autori danno più spazio alla natura rispetto ad altri. Il sentimento di natura corrisponde spesso con il gusto per la campagna. Ci sono stati dei precursori che hanno contemplato le Alpi non come un territorio scomodo, ma come un luogo da ammirare, come un paesaggio degno di rappresentazione. Generalmente la montagna era vissuta come un luogo pericoloso, una minaccia.

persino dagli stessi abitanti. Lo sguardo sulla montagna è condizionato dai mediatori negativi e la rappresentazione che ne consegue è sfavorevole. Ciò succede perché gli elementi del territorio inclusi nella rappresentazione sono condizionati dai mediatori del soggetto: è per questo motivo che lo stesso territorio può realizzare diversi paesaggi come oggetto di conoscenza. I mediatori cambiano e anche gli oggetti rappresentati. Possiamo seguire l'evoluzione sulle Alpi attraverso indizi rintracciabili nei testi della fine del Seicento e del Settecento:

Un primo momento è quello della pubblicazione nel 1729 del poema DIE ALPEN di von Hallen, tradotto anche in italiano. Questo poema coinvolgerà la visione delle Alpi. La sua visione risulta essere per i lettori un po' ideologica e, sebbene l'autore ne sia consapevole, la visione sarebbe stata accettata in tutta Europa. Contribuì a rendere di moda i paesaggi.

sua espressione attraverso l'arte e l'immaginazione. L'immagine del paesaggio è il risultato dell'immaginazione umana, che a sua volta è al centro del processo di conoscenza. Per abitare poeticamente il territorio, l'uomo deve mettere in moto la ragione, la memoria e l'immaginazione. Queste facoltà sono essenziali per pensare al paesaggio e per creare una rappresentazione paesaggistica del territorio. La visione delle Alpi comincia a modificarsi nel periodo tra il 1770 e il 1850. Hegel, nel suo viaggio alla fine del Settecento, è profondamente condizionato dall'arte e dai suoi mediatori, le Prealpi. È importante sottolineare che la visione delle Alpi di Hegel non è rappresentativa di tutte le Alpi, ma è influenzata dalla sua esperienza personale. In conclusione, l'uomo abita il territorio in modo poetico, attraverso l'arte e l'immaginazione, creando una rappresentazione paesaggistica che riflette la sua relazione con il territorio.propria finalità: Non solo nella produzione di materiale dell'insediamento; Ma anche nella produzione della rappresentazione dell'insediamento. Non è possibile abitare la realtà senza avere un'immagine di essa: abitare è un atto puramente materiale e cercare di abitare anche l'immagine è un atto estetico che avviene quando gli altri bisogni di base sono già stati soddisfatti. All'origine del paesaggio, ci sono sempre elementi della realtà, anche se questa può essere frammentata dalla ragione, che costruisce dei paesaggi ideali. Il territorio, inteso come costruzione, decostruzione e ricostruzione, continua attraverso il tempo, accumula depositi che possono essere cifrati attraverso il mondo materiale e che costituiscono la base della memoria storica della realtà. Le immagini delle rappresentazioni, al contrario, costituiscono la memoria diacronica virtuale. Il paesaggio

è una narrazione imperfetta del territorio reale, e un territorio immaginario perfetto. Il geografo che più ci ha fornito un’immagine interessante del paesaggio è DARDEL.

L’analisi filosofica dimostrerà molto bene come l’idea del paesaggio dipenda:

  • più dalla cultura che non dalla natura;
  • più dalla metafisica che dalla fisica;
  • più dalla mataspazialità che dalla spazialità.

Rosario Assunto alla domanda su che cos’è il paesaggio, risponde riconducendolo al concetto di spazio. Il paesaggio è lo spazio che si costituisce come oggetto di esperienza estetica e oggetto di giudizio estetico. Il paesaggio è spazio, ma non tutti gli spazi sono paesaggi. (vedi pag.99-102)

Come prodotto del desiderio, il paesaggio è perfetto e lo è in quanto la rappresentazione costituisce una maniera per fermare il tempo dell’oggetto rappresentato. Il tempo si chiude

sull'istante e diventa in questo senso eterno, come sospeso nel tempo. Per quanto riguarda il territorio, l
Dettagli
A.A. 2012-2013
13 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Micelli Francesco.