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REGIONI GERARCHICHE E POLARIZZATE
All'interno delle regioni monocentriche se ne distinguono due tipi: gerarchiche e polarizzate.
È GERARCHICA qualora tra i diversi centri della regione ci sia una gerarchia legata al numero e alla qualità dei servizi che ciascun centro offre. Più alto sarà il livello, maggiore sarà la qualità e la quantità dei servizi offerti, e di conseguenza anche il bacino di utenza dello stesso.
La struttura di queste regioni è stata studiata da WALTER CHRISTALLER che ha sviluppato un modello delle località centrali: ciascun centro di offerta dei servizi serve un'area circostante ampia quanto la qualità e rarità dei servizi che tale centro offre. Ciascuna area di influenza sarà inscatolata in un'altra così da costituire un'unica regione (vd disegno pag. 17). Il modello si basa su delle ipotesi abbastanza irrealistiche: spazio omogeneo, centri a distanza regolare.
la dispersione delle risorse e delle opportunità) delle aree circostanti. Questo fenomeno è noto come diseconomie di agglomerazione. Inoltre, la polarizzazione delle città può portare a disuguaglianze sociali ed economiche, con una concentrazione di ricchezza e potere nelle aree urbane più sviluppate a discapito delle aree rurali o meno sviluppate. Per contrastare questi effetti negativi, è importante promuovere una pianificazione territoriale equilibrata, che favorisca lo sviluppo delle aree meno svantaggiate e riduca le disuguaglianze territoriali. Inoltre, è fondamentale investire in infrastrutture e servizi pubblici nelle aree periferiche, al fine di migliorare la qualità della vita e attrarre investimenti e opportunità di lavoro. In conclusione, la polarizzazione delle città è un fenomeno complesso che può avere effetti positivi in termini di sviluppo economico e attrazione di risorse, ma può anche generare diseconomie e disuguaglianze territoriali. È necessario adottare politiche e strategie adeguate per promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle aree urbane e rurali.attività servizi e popolazione che si ridistribuiscono). DECONCENTRAZIONE E NUOVE STRUTTURE REGIONALI A RETE A partire dalla fine del XX secolo, le grandi città manifatturiere hanno subito un lungo ma inesorabile processo di trasformazione che le ha rese oggi delle strutture regionali POLIGENTRICHE INTERCONNESE, cioè l'attività industriale non si realizza e concentra tutta in una stessa area, ma si delocalizza verso i luoghi in cui il lavoro costa meno, il tutto favorito dallo sviluppo della rete e quindi dalla possibilità di rendere vicini luoghi che in realtà sono distanti migliaia di chilometri (nelle grandi città tendono a rimanere i servizi di rango più elevato, il management e le attività tecnologicamente più elevate). Le strutture a rete di queste regioni (intese come insieme di relazioni orizzontali) sono sempre più il segreto della loro sopravvivenza ed assumono così una rilevanza strategica nonIndifferente attenzione al mantenimento dei rapporti sia interni che esterni alla rete.
SISTEMA TERRITORIALE LOCALE è una microregione che si va a creare quando più soggetti si accordano fra loro per realizzare una serie di relazioni orizzontali, con l'interno e con l'esterno, ed verticali con il CAPITALE TERRITORIALE (MILLEAUTERRITORIALE). Tutto ciò per realizzare il proprio sviluppo tramite l'utilizzo e la valorizzazione di quelle risorse tipiche del loro territorio che si sono formate per processo di sedimentazione di caratteristiche naturali (clima e paesaggio), culturali, sociali ed istituzionali del SISTEMA TERRITORIALE LOCALE.
Ovviamente l'STL è un organizzazione volontaria e come tale esiste solo se tali soggetti intendono realizzare queste relazioni (e solitamente se la pubblica autorità realizza una buona opera di coordinamento). In alternativa infatti, i soggetti locali possono anche limitarsi ad attrarre investitori esteri.
ma in tal senso il gioco sarà a somma zero perché a fronte dei vantaggi di tale investimento (es. nuovi visitatori, più tasse e occupazione) dall'altra parte si presenteranno dei costi che nel lungo periodo li uguaglieranno (es. inquinamento, congestione del traffico). Quindi gli STL che riescono ad organizzarsi e a valorizzare il proprio milleau saranno anche gli unici che manterranno una propria identità al cospetto della globalizzazione e a valorizzare la propria comunità.CAPITOLO 2 - IL SISTEMA MONDO - GLOBALIZZAZIONE
Ampliamento, intensificazione ed accelerazione delle relazioni fra soggetti localizzati in differenti aree del mondo. Relazioni che possono riferirsi a più questioni di più generi: dalla economia alla cultura passando per la moda (es. crisi del mercato subprime negli USA ha portato ad una crisi economica mondiale di cui hanno risentito anche paesi molto distanti dagli Stati Uniti. E' comunque un fenomeno relativo,
del quale si possono dare molteplici definizioni a seconda dell'ottica d'analisi; L'unica punto in forse in comune a ciascuna di esse è la tendenza a ridurre l'importanza della distanza, anche per l'avvento delle reti già esposto in precedenza. Qualunque fenomeno appare sempre meno di portata locale e sempre più di portata globale. Due osservazioni sul PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE:- Il suo processo evolutivo non è uniforme ma diverso a seconda delle zone di osservazione; In altre parole le varie economie non vanno alla stessa velocità ma ad una diversa velocità di sviluppo a seconda delle zone. Questo è testimoniato anche dalle forti differenze in termini di disuguaglianza nel tenore di vita che ci sono fra i vari paesi.
- La globalizzazione ha dato adito ad un processo di compressione dello spazio e del tempo, nel senso che i prodotti durano sempre di meno e la moda e l'evoluzione tecnologica li rende
semprepiù velocemente obsolete.Nel tempo molte sono state le risposte e le strategie adottate dai vari stati per sfruttare le potenzialità diquesto processo; particolare menzione la merita il NEOLIBERISMO. E’ una ideologia socio economica cheritiene che le forza del libero mercato siano in grado di portare ad un mercato efficiente ed ad uno sviluppoequo. Tutto ciò si realizza tramite deregolamentazione del mercato, privatizzazione dei servizi pubblici,riduzione delle tasse e delle barriere all’entrata. Questa corrente è stata comunque fortemente criticataperché favorisce l’inserimento di capitali esteri che portano si sviluppo ma una forte disuguaglianza fra lapopolazione, allargando ancora di più la forbice fra i poveri ed i più ricchi ( IMPERIALISMO ECONOMICO).Un esempio di tale degenerazione è l’Argentina, che aveva raggiunto un adeguato livello di sviluppo tramitele liberalizzazioni ed una politica
economica liberista, ma è stata strangolata dagli elevati interessi sul debito e da politiche di risposta alla crisi sbagliate ed indotte da una classe politica corrotta (es. manovra disvalutazione del peso). Quindi una stessa politica economica può portare a risultati diversi a seconda del sistema economico dove la si vuole applicare. MOLTEPLICI ASPETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE GLOBALIZZAZIONE DEL SAPERE SCIENTIFICO – TECNOLOGICO, le innovazioni tecnologiche, sempre più motore dell'economia, sono sempre più frutto di una cooperazione internazionale di ricerca e sviluppo, che si avvale di una rete globale di centri di ricerca. GLOBALIZZAZIONE AMBIENTALE, la sua manifestazione più evidente è l'effetto serra; Più in generale i nuovi ritmi di vita e le nuove forme tecnologiche hanno causato la scomparsa di molte specie animali e vegetali e forte cambiamento nelle condizioni climatiche. GLOBALIZZAZIONE CULTURALE, cioèscomparsa di dialetti usanze locali, fenomeni culturali e tradizioni accompagnate da una riduzione drastica del numero di lingue parlate.GLOBALIZZAZIONE GEOPOLITICA, cioè l'interdipendenza delle decisioni prese sulle scenario politico mondiale, sempre più frutto del confronto fra i vari leader politici e sempre meno della loro singola volontà.
Tutti questi aspetti della globalizzazione ci mostrano come ci siano elevati rischi dovuti alla non uniformità del processo stesso.
VECCHIA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO
La vecchia tradizione economica credeva che ciascun paese fosse naturalmente orientato ad una specifica produzione di settore e perciò ciascun paese avrebbe trovato il proprio posto nel mondo. A partire dagli anni 70 tale pensiero è stato messo in discussione perché emergeva come c'era si una specializzazione del lavoro, ma essa stessa portava forti disuguaglianze fra i paesi coinvolti. In particolare i paesi più
CENTRO, ma che comunque hanno una certa autonomia economica. Secondo Wallerstein, il sistema economico mondiale è caratterizzato da una gerarchia tra i paesi, in cui i paesi del CENTRO sono quelli più sviluppati tecnologicamente e con maggiori opportunità di mercato e consumo. Al contrario, i paesi della PERIFERIA sono fortemente dipendenti e subordinati ai paesi del CENTRO, caratterizzati da arretratezza tecnologica e povertà. Infine, i paesi della SEMIPERIFERIA sono quelli in via di industrializzazione, con un sistema di relazioni meno sviluppato rispetto ai paesi del CENTRO, ma comunque con una certa autonomia economica. Questo sistema basato sulla divisione internazionale del lavoro provoca forti disuguaglianze e divari tra i vari paesi, con i paesi più ricchi che si caratterizzano per un export di prodotti altamente tecnologici e redditizi, mentre i paesi più poveri si caratterizzano per un export orientato a materie prime o prodotti semilavorati molto semplici.centro.Il sistema così descritto non è statico, anzi!! Paesi che sono al centro possono passare alla semi periferia eviceversa e lo stesso vale per quelli periferici. Questo ci mostra come il sottosviluppo di alcuni paesi non èpiù imputabile alle varie realtà locali ma bensì alla stessa economia mondiale, in quanto essa stessa nonpuò essere analizzata come un puzzle di tessere indipendenti fra loro, ma bensì come una interazioni disistemi paese modellati su scala mondiale. Il sottosviluppo di alcuni provoca la maggiore ricchezza di altri.
NUOVA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO
A partire dagli anni ottanta si è diffusa una nuova idea di divisione internazionale del lavoro, anche alla lucedelle nuove dinamiche sviluppatesi: la delocalizzazione e il frazionamento della filiera produttiva in più stati( intesa come insieme di attività necessarie per passare dal fattore produttivo alla commercializzazione delbene).
Questo processo di frammentazione dei processi produttivi ha reso la specializzazione funzionale dei vari paesi sempre più sfumata, in virtù soprattutto di tre ragioni:
- Presenza