Riassunto esame Geografia economica, prof. Mininno, libro consigliato Teorie e metodi, Conti
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comparativamente superiori o a causa di diseconomie di aggregazione. La naturale tendenza
degli imprenditori a concentrarsi è quindi il f attore propulsivo della crescita economica, che
determinerà il progressivo ampliamento del divario economico tra le regioni “sviluppate” e
quelle “non sviluppate”. Per Hischerman la soluzioni ai problemi dello sviluppo regionale
avverrebbe in maniera spontanea, in quanto la crescita dei livelli di sviluppo nelle aree
sviluppate determinerebbe un aumento anche nelle regioni sottosviluppate innescando in
queste i processi di espansione economica. Se ciò non fosse sufficiente, si dovrebbero
definire specifiche strategie di sviluppo (da parte degli organismi pubblici) volte a correggere
le dualità insite nell’operare dei meccanismi di mercato.
Anche secondo Myrdal, la polarizzazione spaziale è conseguenza dell’operare dei
meccanismi di mercato che, se non corretti, producono inevitabili differenze di sviluppo fra
le regioni. Myrdal però nega qualsiasi possibilità di una riequilibrazione spontanea dei livelli
di sviluppo per affermare la necessità dell’intervento pubblico. La sua teoria è quella del
“processo della causazione circolare e cumulativa”, che ha origine dall’esistenza di particolari
condizioni che determinano un vantaggio iniziale per lo sviluppo economico di alcune
regioni centrali. In esse si innescherebbero dei processi cumulativi di sviluppo economico,
tali da coinvolgere anche le altre regioni (periferiche). Il funzionamento del meccanismo
della causazione circolare e cumulativa poggia sull’operare congiunto degli effetti di
“riflusso” e di “diffusione”. I primi si riferiscono ai trasferimenti ai trasferimenti di capitale e
di altri fattori produttivi verso i centri in rapido sviluppo; privando così le regioni
sottosviluppate non solo della ricchezza generata localmente ma anche della mano d’opera
più qualificata. Dall’interazione di regioni sviluppate e non , si generano anche altre forze
centrifughe che possono tradursi in processi di “diffusione” dello sviluppo: infatti l’economia
centrale in sviluppo può stimolare la domanda nell’economia periferica (di prodotti agricoli e
materie prime) e se questo processo riesce ad annullare i precedenti effetti di riflusso, porta
alla creazione di un surplus disponibile per essere investito localmente e permettere
l’eventuale innesco di processi cumulativi nelle aree periferiche.
Il processo di differenziazione fra le economie segue, secondo Myrdal, tre fasi successive:
Una fase preindustriale, nella quale non vi sono elevate differenze di sviluppo
economico tra le regioni.
Una fase successiva in cui l’operare della causazione circolare e cumulativa origina
consistenti tassi di crescita in più poli- e non nelle altre regioni- con il conseguente
ampliamento degli squilibri fra i livelli di sviluppo
Una terza fase in cui l’eventuale innesco di effetti di diffusione riduce le differenze
createsi.
Comunque per Myrdal in nessun caso gli effetti di diffusione potrebbero ripristinare la
condizione di equilibrio.
Dalla teoria Perroussiana è possibile cogliere due fondamentali dimensioni: analtica e
descrittiva. La prima è volta a descrivere e interpretare il processo di sviluppo economico in
termini contrapposti a quelli lineari dell’equilibrio. La dimensione normativa si riferisce
invece all’utilizzo che è stato fatto di questa teoria per la definizione di possibili strategie di
sviluppo, sia su scala nazionale che regionale. Il polo è un’agglomerazione spaziale di attori
(imprese , persone, istituzioni) che beneficiano del vantaggio della prossimità. In senso
normativo la teoria della polarizzazione è intesa come il modo per favorire la crescita delle
regioni sottosviluppate, che si baserà sulla creazione artificiale di poli che, per via degli effetti
di propagazione, favoriranno processi di industrializzazione. Questa operazione di
trasformare concezioni teoriche in assunti operativi ha trovato piena espressione nel
funzionalismo.
Il funzionalismo persegue l’idea di spiegare la società come un insieme di elementi e
relazioni: un sistema che, in virtù dell’insieme di rapporti e delle relazioni fra gli individui,
costituisce un “tutto” ben distinto dalla somma dei medesimi. Qui, lo spazio (città, regione,
nazione) viene considerato e interpretato come un insieme di relazioni fra le parti che
diventano fra loro complementari. Ne discende che la sua strutturazione dipende non già dai
caratteri intrinseci (storico-sociali o fisico-naturali), bensì dal complesso gioco dei legami e
delle complementarietà fra i suoi elementi. Nella rappresentazione di Juillard lo spazio
funzionale è riconducibile a tre fondamentali componenti:
L’armatura urbana, che esprime diversi gradi di centralità, da cui traggono origine gli
impulsi al funzionamento del sistema.
I corridoi di comunicazione, su cui si svolge il gioco combinato dei fattori di mercato
e accessibilità.
I processi di diffusione della modernizzazione.
L’idea di spazio funzionale appare coerente con l’assunto della polarizzazione e il concetto
di regione polarizzata: uno spazio eterogeneo le cui diverse parti sono complementari e
realizzano fra di loro, e soprattutto col polo centrale, un numero maggiore di scambi che con
la regione vicina.
Secondo Parson l’equilibrio del sistema è dato dal mantenimento della struttura, cioè di un
insieme di variazioni stabili ed equilibrate fra gli individui.
Per Friedman l’organizzazione spaziale si modificherà in ragione dei cambiamenti della
domanda e della produzione, dei livelli tecnologici e dell’organizzazione politica e sociale
della nazione, il cui sviluppo si riflette infatti nella struttura della rete degli insediamenti e in
quella dei trasporti e dei flussi di beni e persone. L’approcci di Friedman si configura come
un deciso superamento sia della concezione dello spazio “astratto” di Perroux, sia delle
semplificazione di Myrdal e Hirschman. Il problema dello sviluppo viene inscindibilmente
connesso con l’evoluzione del sistema delle relazioni fra i centri che compongono l’armatura
urbana di un paese e fra questi centri e le aree ad essi circostanti: a ogni stadio dello sviluppo
economico corrisponderà uno specifico modello di organizzazione spaziale, il quale a sua
volta si trasformerà con il procedere dello sviluppo.
Lo spazio economico è scomponibile in almeno quattro tipi di sottoinsiemi funzionali:
Un centro urbano-industriale, caratterizzato da elevate concentrazioni di tecnologia,
capitale, lavoro ecc
Aree transazionali a tendenza ascendente, periferiche rispetto al centro e da questo
economicamente dipendenti, caratterizzate da sostenuta crescita economica
Regioni di frontiera, dove i fenomeni di immigrazione sono associati allo
sfruttamento di risorse recentemente rinvenute
Infine aree transazionali a tendenza decrescente, collocate in posizione ancora più
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunti di Geografia Economica, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Teorie e metodi, Conti. con particolare attenzione ai seguenti argomenti: impresa motrice, processi di polarizzazione sociale e demografica, il modello di Hischman che parte dalla teoria della polarizzazione, Myrdal, teoria perroussiana, i processi di diffusione della modernizzazione.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bari - Uniba o del prof Mininno Antonio.
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