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La rappresentazione politica nei atlanti

Nelle carte politiche dei comuni atlanti l'unica entità politica che viene considerata è quella statale e delle sue emanazioni di livello inferiore (regioni, ecc.), senza alcun riguardo ad altri soggetti politici come per esempio organismi sovranazionali. Ad esempio, nel periodo della Guerra Fredda la frattura che divideva in due l'Europa (cortina di ferro) raramente veniva rappresentata sugli atlanti. Al giorno d'oggi la preferenza attribuita allo Stato produce una sottorappresentazione dell'UE. La ragione è che la cartografia moderna si è sviluppata in funzione degli interessi dello Stato e non è più riuscita a liberarsi da questa condizione originaria.

Per gli elementi materiali rappresentati sulla carta il cartografo ritrae quello che vede, per gli elementi immateriali ritrae ciò che ritiene importante. Dominano tra gli elementi immateriali quelli di significato politico (numerosissimi e presenti anche su carte non politiche).

Ciò induce a riflettere sull'importanza che i produttori di carte attribuiscono al valore politico del territorio. Quindi: simbologia relativa a elementi politici in uso nelle carte privilegia un unico soggetto: Stato. Altri soggetti sono sottovalutati, altri ignorati. Le carte politiche riproducono effettivamente gli spazi politici, ma lo fanno in un'ottica statocentrica, cioè orientata a valorizzare il dato statale e sottovalutare le altre dimensioni geografiche della politica. La cartografia politica non ha vissuto un processo di aggiornamento corrispondente all'evoluzione a cui è andata incontro la realtà politico-territoriale. 3. La falsa imparzialità delle convenzioni cartografiche Le convenzioni sono uno strumento molto potente perché tendono a far apparire naturale e scontato ciò che è invece attribuibile a un accordo o a consuetudini e prassi consolidate. Inoltre, le convenzioni tendono a imporre il punto di vista.del più forte al più debole. 3.1 Il baricentro della carta La Terra è rotonda, quindi non ha un inizio e fine naturali. È prassi diffusa mettere l'Europa al centro della carta. Non è una prassi neutrale sulla lettura degli spazi mondiali, soprattutto se si considera che l'Europa è il continente più piccolo e privata della sua centralità perderebbe peso. Posta al centro, invece, acquista una sua dimensione e rispettabilità. L'abitudine di centrare la carta sul proprio territorio non è stata una prerogativa europea. Tutti i popoli che hanno sviluppato una qualche forma cartografica, in ogni epoca, hanno fatto la stessa cosa. Pare scontato che quando una comunità mappa lo spazio ponga al centro se stesso, se non altro perchè il proprio territorio è quello che conosce meglio e man mano che vi si allontana, le conoscenze diminuiscono. Quindi il punto non è perchè le carte europee

Sono concentrate sull'Europa, ma perché lo sono anche la maggior parte delle carte in circolazione negli altri continenti. Pensando ai secoli di dominio dell'Europa sul resto del mondo emerge il ruolo della carta geografica come prodotto culturale ed egemonico. Esistono anche altre rappresentazioni del mondo oltre a quella eurocentrica: quella sinocentrica, quella americocentrica (centrata sull'America) e quella australocentrica, detta anche upside-down map (centrata sull'Australia e con il nord e il sud "invertiti").

Nel suddividere il mondo tra le tavole che costituiscono l'atlante il cartografo tende ad assegnare ogni tavola a uno Stato. Ma gli Stati del mondo sono circa 200 e pochi atlanti hanno così tante tavole. Si è costretti quindi a inserire più Stati sulla stessa tavola, compiendo un'operazione di attribuzione di caratteri omogenei cercando di collocare in ogni tavola i Paesi affini secondo

un carattere predefinito (operazione soggettiva e arbitraria). Le ripartizioni delle grandi aree variano a seconda delle circostanze storiche, ad esempio Europa tagliata latitudinalmente (settentrionale e meridionale) secondo la contrapposizione etnico-culturale tipica nel mondo classico (popoli civilizzati/barbari); Europa tagliata longitudinalmente (occidentale e orientale), secondo la contrapposizione politico-ideologica tipica del periodo della Guerra Fredda (mondo capitalista/comunista). La delimitazione delle aree convenzionali varia anche da popolazione a popolazione, ad esempio Medio Oriente non è costituito dallo stesso territorio per tutti: a est alcuni lo fanno terminare con l'Iran, altri la prolungano fino all'Afghanistan o al Pakistan. Inoltre le aree convenzionali possono cadere in disgrazia (es. Mitteleuropa durante la Guerra Fredda) e riemergere (es. Padania oggi) a seconda delle circostanze politiche e degli interessi.

3.3 La nomenclatura toponimica

Nomi geografici sono

soggetti ad un uso strumentale, es. popoli tendono a considerare mari come parte del proprio territorio, infatti mare che separa Giappone dalla Corea è chiamato in modi diversi dai due Paesi e nei rispettivi atlanti: in Corea "mare dell'est", in Giappone "Mar del Giappone". Anche le catene montuose possono cambiare nome: in un atlante del 1911 la sezione alpina che taglia in due il Tirolo è chiamata Alpi Tirolesi, nel 1917 Alpi Trentine (italiani volevano occupare il Tirolo meridionale, o Alto Adige), negli anni 20 Alpi Tridentine (riferimento alla nuova regione italiana della Venezia Tridentina, oggi chiamata Trentino-Alto Adige). 3.4 L'ordine delle tavole Le tavole degli atlanti non hanno un ordine prestabilito, non c'è una regola universale, ma questo non significa che sia indifferente dal punto di vista della comunicazione: il lettore tenderà a percepire il 1° argomento trattato come quello più importante.l'ultimo come quello più trascurabile. Una volta stabilito l'ordine dei continenti, ci sono Paesi che non è possibile attribuire a un solo continente, es. alcuni atlanti riportano Russia nella sezione europea (criterio politico-culturale), altri la dividono: porzione a ovest degli Urali in Europa, quella a est in Asia (criterio geografico-fisico). La questione di fondo è quale criterio di vuole seguire. Molti atlanti europei collocavano le proprie colonie non nel proprio continente ma subito dopo le tavole del Paese colonizzatore. 4. Dalle deformazioni inevitabili ai condizionamenti intenzionali Ci sono elementi di una carta che non sono necessari ma che tornano utili per orientare il messaggio che la carta intende comunicare. 4.1 L'uso del colore L'accrescersi delle esigenze informative delle carte geografiche ha dato luogo nel corso del tempo a un ricorso sempre più al colore, che è la prima cosa che percepiamo di un'immagine. Non tutti idi distinguere e identificare facilmente gli elementi presenti sulla carta politica, creando una gerarchia visiva tra i diversi Paesi e le loro colonie. Inoltre, il colore può influenzare l'interpretazione e la percezione del lettore, generando emozioni e sensazioni diverse. Nell'atlante del 1921 dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche, l'Italia e le sue colonie erano colorate di un rosso che spiccava sugli altri colori. Questo colore era utilizzato per contraddistinguere gli Stati possessori di colonie dagli altri, creando una gerarchia visiva. I colori hanno un effetto psicologico e simbolico che influisce sulle reazioni sensoriali e percettive. Alcuni colori e accostamenti producono effetti piacevoli, mentre altri possono suscitare sgradevolezza o indifferenza. Il colore consente quindi di influenzare la percezione del lettore e di creare una rappresentazione visiva più chiara e distintiva della carta politica.esaltare la visibilità di un oggetto e suscitare una specifica emozione. Nelle carte fisiche, il colore fornisce un'informazione essenziale, di solito l'altimetria (gradazioni di verde e marrone) e la batimetria (gradazioni di blu). Nelle carte politiche il colore non è strettamente indispensabile: non rappresenta un'informazione esclusiva, ma si configura come un artificio comunicativo ed estetico, infatti la carta a colori è più bella di quella in bianco e nero, ma non dà informazioni aggiuntive. Il colore produce anche l'effetto di rafforzare ed esaltare la sensazione di frammentazione dell'area sulla base di un elemento: la sovranità dello Stato. In una carta che rappresenta fenomeni quantitativi, il colore introduce una graduatoria che risponde a una gerarchia logica; mentre se il fenomeno è qualitativo, il colore dovrebbe avere la sola funzione di distinguere più nettamente gli oggetti rappresentati, ma

Non è sempre così: a volte esso attribuisce una gerarchia agli oggetti stesso frutto di una valutazione soggettiva orichiama su di loro un giudizio di valore. Fino a pochi anni fa c'era l'abitudine di riportare lo stesso colore per le coloniee la madrepatria, ma alcuni atlanti lo fanno ancora: es. India, Canada e Australia stesso colore del Regno Unito.

4.2 Il titolo della tavola

La carta geografica non si esaurisce nella rappresentazione del territorio in senso stretto. Ci sono elementi nonstrettamente geografici, interni o esterni alla cornice che delimita la carta, che condizionano il messaggio complessivo. Tra questi, il titolo è molto importante. Due tavole identiche ma con titoli diversi possono comunicare messaggi diversi. Es. inizio '900 tavole che rappresentavano l'India, alcune titolo "India", altre "India britannica". Carte che adornavanoscuola nell'Italia post-unitaria erano spesso intitolate "Carta

del Regno d'Italia". Il termine "Regno" connota il messaggio che il produttore della carta vuole trasmettere.

4.3 La legenda e le altre scritte al margine della carta

Ogni segno è collocato proprio nella posizione in cui si trova sul territorio l'oggetto che esso identifica. Invece la disposizione dei segni presenti in legenda è lasciata alla libertà del cartografo. Non c'è nessuna regola prestabilita che imponga l'ordine delle categorie in legenda. È implicita nella sua struttura, invece, una gerarchia.

Le carte geografiche sono soggette a obsolescenza, s'invecchiano e riflettono unicamente la situazione presente al momento della loro realizzazione. È buona norma quindi che una carta riporti al margine una data dalla quale l'utente possa contestualizzare il fenomeno rappresentato. Spesso quest'indicazione manca e spesso contiene una data che non è quella di realizzazione ma di pubblicazione.

volte è ravvisabile il desiderio di forzare l'inserimento di informazioni anche se esse possono apparire fuori luogo o inopportune. I periodi immediatamente successivi alle guerre richiedono sempre una revisione degli atlanti in circolazione, operazione condotta dai vincitori e second
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher deboraccah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Mastrununzio Marco.