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CRITICHE AL MITO DELLO SVILUPPO
Per Golub e Bairoch, le considerazioni riguardano 3 elementi:
- Tale meta-racconto ignora tutto ciò che è avvenuto nel mondo prima della Rivoluzione industriale europea, come se la storia moderna fosse cominciata soltanto con l'ascesa dell'Occidente e la sua irruzione sulla scena mondiale. Invece è opportuno ricordare che, prima della Rivoluzione industriale, il mondo non era verticale, gerarchico ed accentrato, ma orizzontale, decentrato e policentrico. Va ricordato che fino alla fine del XVIII secolo non c'erano un sistema e un mondo al singolare, ma sistemi e mondi. Soprattutto, non esisteva un'economia mondiale, ma una molteplicità di "economie mondo" (l'Europa, la Cina, l'India, l'Impero ottomano, ecc..), per cui l'economia di una parte soltanto del pianeta forma un tutto economico. Le economie mondo comprendevano al proprio interno l'organizzazione e la
divisione del lavoro, le conoscenze scientifiche e le capacità tecnologiche; tra le diverse economie mondo c'erano interrelazioni, scambi e fusioni, ma senza una vera e propria dimensione globale. In particolare, il racconto mitico occulta il fatto che le economie mondo che prosperavano in Asia avevano strutture economiche, produttive e commerciali di livello equivalente o persino superiore alle economie mondo europee.
2) Il meta-racconto ignora il ruolo della violenza e della coercizione nell'espansionismo europeo in Asia (e altrove) nel corso del XIX secolo. Sebbene i fattori esogeni non possono spiegare interamente il declino relativo dell'Asia nell'Ottocento, l'imperialismo resta comunque una variabile esplicativa determinante.
3) Il meta-racconto ignora il carattere per nulla liberale dell'espansione capitalista che ha avuto luogo, alla fine del XIX secolo, in Europa e negli Stati Uniti, dove il liberalismo era fortemente limitato sia nello
spazio sianel tempo. Teorie e pratiche del contro sviluppo:
Si tratta di criteri che hanno portato gli osservatori progressisti a promuovere la conoscenza critica delle concezioni del benessere, dell'accumulazione, dello scambio. Il contesto in cui maturano tali evoluzioni concettuali risponde, a considerazioni inerenti l'impatto della crescita economica nell'ambiente naturale. Si tratta di posizioni teoriche ambientaliste o ecologiste che partono dalla considerazione che lo sfruttamento incontrollato delle risorse arrivi a inficiare lo stesso effettivo svolgimento. In questo clima matura il concetto di decrescita in seguito alla valutazione delle conseguenze che la crescita ha portato: basti pensare alle modificazioni ambientali che si determinano a monte e a valle del sistema produttivo del capitalismo attuale (spreco frenetico di risorse, cambiamenti climatici globali, guerre per il petrolio e per l'acqua, ecc..). La crescita economica ha prodotto il saccheggio senza
limiti della natura, l'occidentalizzazione del mondo, la scomparsa di comunità e minoranze indigene. La decrescita non è definita come un processo oppositivo alla crescita, quanto una pratica atea. Partendo dalla Rottura (prima fase) dei legami tra il Nord (ricco) e il Sud (povero), l'avvio di un processo generale di rigenerazione si compone delle pratiche del "rivalutare, ridefinire, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare, tutti obiettivi interdipendenti tra loro e in grado di avviare il circolo virtuoso di una decrescita serena" (Processo delle 8 R). Il grande limite di tale teoria emerge nella premessa che il Nord si dimostri disponibile a restituire il "maltolto" al Sud negli anni di colonizzazione, dipendenza e dominio. Non si tratta di un processo esclusivamente economico, strategico ed evolutivo, quanto finalizzato alla cancellazione del sottosviluppo intesa nel superamento della crescita. SecondoMax Weber sostiene che il capitalismo sia caratterizzato dalla razionalizzazione dell'attività economica e dalla separazione tra la sfera familiare e quella produttiva. Secondo alcuni filoni dell'economia, l'espansione del Terzo Mondo potrebbe rappresentare una minaccia allo sviluppo dei paesi più sviluppati: lo sviluppo dei più poveri potrebbe mettere a rischio la crescita dei più ricchi, poiché le condizioni di sottosviluppo dei primi favoriscono lo sviluppo dei secondi. È necessario analizzare i meccanismi che sostengono le politiche di finanziamento del debito e di cooperazione allo sviluppo, nonché le strutture internazionali che le promuovono: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la Banca Interamericana di Sviluppo, ecc. Si verifica un meccanismo di esclusione legato al grado di rappresentanza politica ed economica dei paesi meno potenti (ineguaglianze). Non sarebbe corretto pensare che gli interessi e le politiche di sviluppo siano uguali per tutti i paesi.l'egoismo dei più ricchi rappresentino la sola categoria interpretativa per la comprensione e la valutazione delle relazioni tra il Nord ricco e il Sud povero. Infatti, i paesi industrializzati collaborano con i più arretrati tramite aiuti e progetti di collaborazione allo sviluppo. Una forma corrente di cooperazione è quella in cui i progetti di aiuto prevedono l'obbligo, per i paesi beneficiari, di utilizzare le somme ricevute acquistando beni e servizi presso imprese del paese "donatore".
LA BANCA MONDIALE:
La Banca Mondiale rappresenta la più importante istituzione di credito internazionale insieme al Fondo Monetario Internazionale. La Banca Mondiale "finanzia lo sviluppo", ovvero mette in pratica le indicazioni del Fondo Monetario, e presta denaro a tassi particolarmente favorevoli ai paesi del Terzo Mondo. Si tratta di un'istituzione che garantisce il prestito e il debito dei paesi in via di sviluppo.
In seno alla Banca Mondiale,
ogni paese dispone di un numero di voti proporzionale al capitale versato alla Banca (un dollaro = un voto). Nel 2004 i 5 maggiori azionisti erano gli USA, il Giappone , la Germania, la Francia e la Gran Bretagna.
La composizione del Consiglio dei 24 direttori esecutivi (organo che ha il compito, tra l'altro, della concessione dei prestiti) corrisponde alla stessa logica: i 5 grandi donatori più Cina, Arabia Saudita e Federazione Russa sono rappresentati da un loro membro permanente, mentre gli altri 16 rappresentano raggruppamenti di Stati (quello italiano svolge lo stesso ruolo anche per la Grecia, Malta, Portogallo, Albania e Timor Est).
Le decisioni del Consiglio vengono assunte con maggioranze altamente qualificate (85%) e appare chiaro come gli USA da soli o pochi paesi europei compatti, possano facilmente esercitare un diritto di veto e ripetere così la logica che protegge i donatori più dei beneficiari. Anche la consuetudine consolidata di nominare alla
La presidenza della Banca è un cittadino statunitense riprova la concentrazione del potere nelle mani dei paesi più forti e conferma il sistema spartitorio di controbilanciare il peso internazionale con la presidenza del Fondo Monetario Internazionale sempre appannaggio di un europeo.
Gli scopi della Banca sono:
- Contribuire alla ricostruzione ed allo sviluppo dei territori dei paesi membri favorendo l'investimento di capitali per scopi produttivi;
- Promuovere l'investimento privato straniero per mezzo della fornitura di garanzie o mediante la partecipazione a prestiti ed altri investimenti effettuati da investitori privati;
- Promuovere lo sviluppo bilanciato ed a lungo termine del commercio internazionale ed il mantenimento dell'equilibrio nelle bilance dei pagamenti incoraggiando gli investimenti internazionali per lo sviluppo delle risorse produttive nei paesi membri;
- Organizzare i prestiti effettuati o le garanzie concesse in relazione a prestiti internazionali.
Attraverso altricanali in maniera tale che i progetti più utili ed urgenti vengano trattati per primi;
Condurre le proprie operazioni con il dovuto riguardo agli effetti degli investimenti internazionali sulle condizioni degli affari nei territori dei paesi membri.
Strumenti e misurazione dello sviluppo: Limiti del PIL e nuovi indicatori
Lo sviluppo è legato ai procedimenti tecnici adottati per misurarne i livelli, per individuare le cause dei possibili limiti e le misure da adottare per il loro superamento. La costruzione di tali strumenti (o procedimenti) presuppone la conoscenza di dati che spesso non sono comparabili a causa delle tecniche di rilevamento; tali indicatori soffrono inoltre di limiti concettuali. Il sottosviluppo era considerato solo in termini di consumo e di scambi, ora si valuta anche in base alla salute, all'istruzione e alla speranza di vita: ciò dimostra che non vengono considerate solo le variabili quantitative, ma anche quelle qualitative.
Il livello di sviluppo economico di un paese è "quantificato" attraverso una serie di indicatori, i più significativi sono:
- PIL calcolato con riferimento all'intera economia
- PIL pro capite inteso come dato medio per abitante
- Tasso di crescita media annua
- Tasso di crescita della popolazione
- Tasso di disoccupazione lavorativa
- Tasso di utilizzazione degli impianti
- Variazione percentuale degli investimenti
- Tasso della concentrazione della ricchezza
Il più noto indicatore di ricchezza di un paese è il PIL, in cui si sommano i Valori Aggiunti prodotti nell'anno. Il PIL sommato alle rimesse degli emigrati e i profitti delle aziende nazionali operanti all'estero e sottraendo i redditi da lavoro e da capitale degli stranieri presenti nel territorio, costituisce il PNL (Prodotto Nazionale Lordo).
Si tratta di indici che consentono una comparazione tra differenti paesi e la costruzione di una gerarchia.
tra gli stessi. Difetti del PIL:- Nel suo montante rientrano tutti gli elementi che hanno valenza economica, ma anche gli elementi che il buonsenso e il vivere civile considerano negativi (x es. pendolarismo dei lavoratori).
- Impossibile effettuare una stima contabile delle esternalità (x es. inquinamento).
- Impossibile contabilizzare effettivamente tutta la ricchezza creata (x es. lavori domestici).
- Presenza di errori dovuti al fatto che molti hanno l'interesse di dimostrare un risultato positivo (x es. pratiche corruttive degli apparati amministrativi).
- GPI: distingue nel suo procedimento la valutazione positiva (quelle in beni/servizi che aumenterebbero il benessere) o negativa (criminalità, catastrofi, inquinamento) delle spese virtuose.
- ISU (Indice di Sviluppo Umano): sintetizza attraverso quantità quelle che sono in realtà qualità dello sviluppo; è composto da 3 serie di dati essenziali: la longevità (calcolo...
dell'indice di aspettativa di vita), i risultati scolastici (calcolo dell'indice di istruzione) e lo standard di vita (calcolo del PIL). L'ISU dà un quadro chiaro