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Determinismo e Possibilismo
Il determinismo è un importante fattore per la salute umana ed è strettamente connesso all'organizzazione ed evoluzione sociale. Nella teoria del determinismo si afferma con chiarezza e convinzione che l'ambiente naturale "determini" caratteri e comportamenti umani. Secondo Ratzel, il tempo e la tecnologia sono cruciali. Tuttavia, per lui, il tempo della storia è troppo breve e gli uomini troppo mobili per poter ritrovare nella loro organizzazione territoriale le condizioni naturali esercitate per un periodo sufficientemente lungo da costituirne il fondamento causale.
Il possibilismo, invece, nasce in Francia. Secondo questa corrente, l'ambiente naturale fornisce delle possibilità, che poi la società sceglie sulla base dei propri gusti ed esigenze. Vidal vede nel "paesaggio" l'oggetto centrale della ricerca geografica e lo strumento di riconoscimento delle regioni. La storia serve esclusivamente a spiegare le scelte fatte dalla società.
Le relazioni tra i fatti e le forme del paesaggio e alcune categorie (descrittive) dell'economia e sociologia servono per descrivere i "generi di vita". Il paesaggio ne riceverà una forte impronta, che lo renderà "riconoscibile" attraverso le forme impressi, appunto, dal genere di vita; la società sarà fortemente omogenea, in dipendenza dell'esigua divisione del lavoro; l'economia di mercato sarà assente o ridotta al minimo. Nel pensiero di Ratzel c'è un soggetto politico potente universale ed essenziale, lo stato; Vidal invece immagina una società regionale definita dal suo insediamento e dal genere di vita, rappresentata dal suo paesaggio. Reclus pone l'accento sull'importanza delle risorse, sulla crucialità dell'organizzazione umana, sulle possibilità di progettare consapevolmente l'intervento politico sull'ambiente.
Sull'essenzialità della conoscenza delle leggi della natura per intervenire correttamente su essa. Su questo filone di pensiero Nice ricerca il nuovo significato del rapporto uomo-ambiente, mettendo in luce l'importanza della soggettività e delle scelte, nell'ambito di un intervento volontario e "pianificato" sull'ambiente.
Nel frattempo una scienza specifica delle relazioni ambientali nasce e si sviluppa (dalla fine del XIX sec), il suo fondatore è Haeckel, la scienza è l'ecologia. Essa si preoccupa dei rapporti tra piante e animali e ambiente, ma all'inizio del XX sec le idee ecologiche avevano raggiunto le scienze sociali. Nel periodo tra le due guerre prende avvio la "pianificazione territoriale", definita da Nice come attività che si propone lo sviluppo economico e sociale di una determinata regione mediante programmi di interesse pubblico che la investono in tutta la sua estensione ed aspetti.
armonizzando traloro le varie necessità ed esplicandosi nel tempo, in vista del vantaggio collettivo. L'urbanistica è lo studio delle condizioni ed esigenze di sviluppo delle città e del territorio, allo scopo di orientare le azioni legislative e amministrative verso la creazione di insediamenti il più possibile favorevoli alla vita della comunità. Marx ed Engels criticano aspramente gli utopisti. La città industriale, analizzata da Engels, è una pietra miliare della critica alla società borghese. Howard, mescolando cultura e buonsenso, creò il movimento delle città-giardino (insediamenti industriali non superiori a determinate dimensioni e circondate dal verde). Le città giardino realizzate furono due. Boulding parla di necessità di sostituire all'ideologia produttiva "alla cow boy" adatta a spazi larghi e sostenuta da ampi consumi, criteri di governo delle risorse adatti per la“navicella spaziale” prossimaventura. La metafora di Boulding rende noto l’obiettivo di un sistema geonomico atto a mantenere con ilminimo di flussi il massimo livello di stock, anzicchè massimizzare i flussi di produzione-consumo.
L’ottimo è costituito dal minimo di consumi che consenta di mantenere un certo stato.
Passmore come Eraclito, confuta aristotele che affermava che la natura consiste di sostanze con diverseproprietà, ognuna delle quali può essere modificata separatamente senza che le modificazione alterino lealtre. L’alternativa di eraclito consiste nel vedere la natura come un insieme di sistemi complessi e diprocessi di relazione in evoluzione dinamica. Ogni sistema, incluso l’uomo, sopravvive finchè sarà apertonei confronti degli altri sistemi e può morire soffocato dai propri scarti e dall’esaurimento di risorse.
La soluzione è l’avvio di una politica immediata di conservazione.
Il problema dell'inquinamento fa emergere la questione delle priorità tra gli investimenti, per la salvaguardia delle risorse ambientali e gli interventi di politica sociale, per la soluzione del problema della povertà.
La via (valutazione dell'impatto ambientale) è stata formalizzata in una direttiva comunitaria approvata nel 1985; è in via di accoglimento nel nostro ordinamento nazionale. La Via nasce dall'esigenza di tener conto delle variabili ambientali nei grandi progetti e con effetti di evidente turbativa degli equilibri esistenti (centrali nucleari, costruzione di grandi bacini artificiali). Essa si fonda su tecniche che hanno il carattere innovativo di prescindere dal valore monetario, utilizzando al suo posto misure fisiche e descrizioni qualitative degli intangibili, ossia dei beni che non solo sono fuori dal mercato, ma per i quali risulta arbitraria l'attribuzione di un qualsiasi prezzo simulato. I prezzi sono impiegati solo
nelle merci. Il procedimento del suo operato è: Specificazione del concetto sistemico d'impatto; Individuazione delle sue dimensioni rilevanti (ecologica, chimica, paesaggistica, economica); Scelta degli indicatori adeguati per osservare e misurare quelle dimensioni; Costruzione di "indici sintetici di impatto ambientale. Ecumène: territorio capace di fornire risorse per la sopravvivenza di gruppi umani insediativi. Anacumène: territorio privo di risorse locali. Queste aree sono individuabili in corrispondenza di zone altimetriche sopra certe altitudini, ad elevata latitudine, polari e subpolari, e di aree desertiche. Si considerano regioni con densità alta quelle con più di 100 abitanti per km². I mesospazi, compresi tra 30mila e 300mila km². Aree ad alta densità di popolazione sono Europa, India, Cina, Usa, Messico. L'America meridionale ha soltanto i distretti urbani ad alta densità. La crescita demografica, haAndamenti caratteristici per il sud e per il nord. La dinamica demografica della popolazione mondiale è il risultato della somma algebrica tra la popolazione all'inizio del periodoⁿסconsiderato (P ) e il movimento naturale (S questo a sua volta è pari alla differenza tra il numero dei);= ס סnati (N) e il numero dei morti (M). P P Sⁿ= Pţ + + N – M
Teoria di Malthus: limiti critici alla capacità di popolamento, superati i quali il riadeguamento della popolazione umana all'ambiente è catastrofico (fame, malattie, guerra). Un limite alla crescita esponenziale della popolazione, verificata nell'epoca moderna e contemporanea, si presenterà con un'elevata probabilità in tempi relativamente brevi.
Marx: propone una teoria della crescita demografica, legata ai modi di produzione e all'esigenza del capitale di disporre di un "esercito industriale di riserva" ma, se questa serve a spiegare la crescita che
si è avuta in Europa durante il XIX/XX secolo, non sembra esplicativa dell'attuale boom, riguardante soprattutto i paesi sottosviluppati e derivante da riduzioni della mortalità. La transizione demografica: in essa si distinguono quattro fasi: 1. Fase contraddistinta da bassa densità e stabilità della compagine demografica 2. " " " crescita intensa e accelerata 3. " " " crescita ancora sostenuta ma rallentata 4. " " " stabilità con densità elevata. L'espansione deriva da un declino della mortalità (fase 2) antecedente al declino della natalità, cosicché lo scarto tra le due componenti si accresce fino a raggiungere un massimo (al confine tra fase 2 e 3), dopo il quale il declino della natalità subisce un'accelerazione, quello del tasso di mortalità rallenta e le 2 curve si riaccostano su un basso livello (fase 4). Le migrazioni: la mobilitàDà luogo alle migrazioni. Le molle dei fenomeni migratori sono economiche, politiche, culturali, ma la più importante è quella del confronto tra la possibilità di vita nell'area d'origine e in quella di destinazione. Le tendenze migratorie si possono riassumere come tendenze "centripete" verso le aree di nuovo sviluppo, di insediamento e organizzazione territoriale, indipendentemente dalla densità e antichità del popolamento. Due sono le migrazioni internazionali:
- Verso i "paesi nuovi", colonizzati dagli Europei, a partire dal XVI secolo
- Verso i paesi industriali, a partire dal XIX secolo
Oggi che l'industria caratterizza tutti i paesi non arretrati, nessun paese avanzato (Italia, in primis) ha più un'importante emigrazione, mentre sono importanti le emigrazioni internazionali dai paesi del terzo mondo a quelli avanzati, e tra paesi arretrati. Le migrazioni interne riguardano, invece, tutti i paesi.
Le città sono i luoghi più affollati del mondo, e la percentuale di popolazione urbana nel mondo sta aumentando. Nei paesi avanzati si infittiscono soprattutto intorno alla città, i movimenti pendolari con l'accentuarsi della separazione spaziale tra i luoghi dell'abitazione e i luoghi del lavoro. Il pendolarismo si pone come comportamento spazializzato derivante dalla ricerca di maggiore benessere. Se il bilancio individuale o familiare dei "costi e benefici" non è considerato soddisfacente, ovvero se la localizzazione residenziale è considerata non attrattiva, si avrà migrazione (cambiamento di residenza) verso un luogo più accessibile dal posto di lavoro. Insediamenti: in geografia umana, sono strutture costruite o adattate dall'uomo per stanziarsi nell'ambiente. Le società meno progredite s'insediano in piccoli nuclei, preferendoli all'abitazione isolata per esigenze di difesa e di.L'organizzazione tribale o patriarcale del lavoro e della proprietà è caratterizzata dalla presenza di una struttura sociale basata su tribù o famiglie allargate. In questo tipo di organizzazione, il lavoro e la proprietà sono gestiti in modo collettivo, con una forte enfasi sulla condivisione delle risorse e delle responsabilità.
Tuttavia, le comunità che adottano questo tipo di organizzazione sociale spesso incontrano difficoltà nell'organizzarsi in insediamenti popolosi. Questo è dovuto alla mancanza di una divisione del lavoro efficace, che rende difficile la gestione di comunità di grandi dimensioni.