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GEOGRAFIA DEI COMMERCI E DELLE COMUNICAZIONI
DEFINIZIONI E CONCETTI LEGATI ALLA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione per certi aspetti annulla le distanze. Essa è espressione dell'espansione della grande impresa multinazionale e questa ha contribuito a portare ad una omogeneizzazione delle culture e dei gusti.
Definizione "geografica": cambiamento di scala nell'organizzazione di molti fenomeni.
E.g.: organizzazione della produzione: oggigiorno è impossibile pensare ad una produzione organizzata soltanto su scala locale (e per molti aspetti su scala nazionale). Oggi la produzione è frammentata su scala internazionale. Questa conformazione è caratteristica della produzione industriale (ma risulta applicabile anche al mondo dei servizi).
L'effetto della distanza non si è annullato, ma certamente si è ridotto. Invece di pensare alla globalizzazione esclusivamente in termini di riduzione della distanza, pensiamola invece come ad un ampliamento.
ad una intensificazione, ad una accelerazione delle relazioni tra soggetti che sono localizzati in differenti aree del nostro pianeta, comportando una interconnessione anche tra i luoghi in cui questi soggetti sono localizzati.
Questa intensificazione delle relazioni coinvolge non soltanto la dimensione economica (quella più apparente) ma tutte le dimensioni del vivere e dell'agire umano. Pensiamo alla dimensione ambientale, alla dimensione culturale, a quella politica.
Se si legge la globalizzazione in questo senso, siamo in grado anche di vederla come l'esito di un percorso storico. Quando pensiamo alla globalizzazione pensiamo ad un fenomeno tipico dell'ha radici più profonde, basti pensare all'integrazione dellanostra epoca. In realtà CEE. Questo processo di integrazione delle economie è in atto, seppur con caratteristiche diverse, ormai da diverso tempo. Già la scoperta dell'America innescò una forte accelerazione dei flussi
commerciali, costituendo una prima forma di integrazione. Nell'800 si verifica invece l'evento che ha poi cambiato il corso della storia in occidente e in tutto il resto del mondo, ossia la rivoluzione industriale. Dall'800 ad oggi possiamo dunque vedere fasi di "globalizzazione": diverse - Dai primi decenni dell'Ottocento fino alla fine del secolo: è il periodo che accompagna la diffusione della rivoluzione industriale dal suo centro di origine (l'Inghilterra) con il predominio commerciale dell'impero britannico e un primo forte sviluppo dei traffici legati alle innovazioni tecnologiche, soprattutto nei traffici navali; - Dalla prima parte del 900, e soprattutto nel secondo dopo guerra (anni 60 e 70): questa fase prima vera affermazione dell'impresa multinazionale (americana e europea) che iniziava la loro introduzione in mercati differenti, anche con produzioni in paesi del Sud del mondo. In questo periodoc'è anche quella che chiamiamo la grande rivoluzione dei trasporti;
COSA CAMBIA RISPETTO ALLA GLOBALIZZAZIONE ATTUALE?
Perché oggi diciamo che è in atto qualcosa di diverso rispetto a queste due fasi di globalizzazione?
Tra i ricercatori e gli storici c'è accordo nel ritenere che il passaggio dalla seconda globalizzazione alla terza, si collochi all'incirca nella seconda metà degli anni 80 e 90 del secolo scorso.
Effettivamente in questo periodo sono cambiate alcune cose e sono queste ad aver prodotto questa intensificazione e accelerazione delle relazioni tra soggetti e tra aree.
L'intensità del fenomeno è cambiata soprattutto ed il numero di soggetti e di aree che sono entrate in questo gioco di relazioni.
EVENTI CHE HANNO IMPRESSO UN'ACCELERAZIONE AL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE
Sono diversi. Alcuni esempi sono:
- Geografia delle comunicazioni e del commercio internazionale | Michelle Baitan A.A. 2020/2021- la
liberalizzazione commerciale, effetto delle azioni di un grande organismo internazionale, l'organizzazione mondiale del commercio. A partire soprattutto dagli anni 80 e 90 vi è stata una ulteriore intensificazione del processo di liberalizzazione, che ha rilanciato i traffici commerciali.
L'innovazione tecnologica, non soltanto a livello di trasporti ma anche di innovazioni che "effettoriguardano la telematica. Tutto questo ha reso possibile una riduzione consistente della distanza", perché se pensiamo ad Internet, ad esempio, ha reso possibile comunicare e realizzare rapporti di produzione in maniera pressoché istantanea da un punto all'altro del pianeta ed è stato anche questo che ha reso possibile quella frammentazione della divisione spaziale del lavoro di cui già accennato.
Azione delle multinazionali: molto più intensa; non parliamo più solo delle multinazionali americane o europee, ma sono entrati in gioco molti
altri paesi che erano, nelle fasi precedenti, ancora in via di sviluppo; - Cambiamenti geopolitici: in Europa, la caduta del muro di Berlino ha aperto uno spazio di produzione enorme per le imprese occidentali; negli anni 80 e 90 assistiamo alla progressiva affermazione della Cina dopo l'apertura delle frontiere agli investimenti stranieri. Quindi in questo periodo vanno a convergere un insieme di fenomeni che spiegano il salto di qualità fatto dal processo di globalizzazione. Per non confondere le diverse fasi della globalizzazione è meglio dunque utilizzare il termine "globalizzazione" per la fase attuale e il termine di "internazionalizzazione" per quelle che sono le fasi precedenti. Quando noi parliamo di internazionalizzazione della produzione parliamo dunque degli anni del secondo dopoguerra e che corrisponde alla prima fase di espansione delle imprese multinazionali. La globalizzazione è dunque un fenomeno della nostra epoca, ma nato esviluppatosi ben prima con caratteristiche diverse, oggi molto più intense che in passato. Rappresenta perciò l'esito di processi che si sono susseguiti nel corso del tempo.
Esempio di omogeneizzazione: prodotto visto oggi come italiano, utilizzato nella nostra cucina ma di origine non europea, ossia il pomodoro. Lo stesso vale per il mais. Certamente il processo di omogeneizzazione dei nostri giorni è molto più forte e più veloce, grazie mezzi che abbiamo oggi, ma non è peculiarità esclusiva dei nostri tempi.
DEFINIZIONI
De Matteis: uno dei più importanti geografi del panorama italiano.
La definizione di Veltz aggiunge un altro tassello al ragionamento perché considera la globalizzazione come un aumento delle interdipendenze territoriali in cui giocano un ruolo rilevante la scala globale e quella locale. Se ci guardiamo attorno non
è vero che la globalizzazione è una omogeneizzazione che cancella le differenze ma sempre più spesso si vede una sorta di rivalutazione del locale di fronte a processi omologanti della globalizzazione. Si può ben vedere nella diffusione che hanno oggi i prodotti locali, enogastronomici ad esempio, che sono espressione dei modi di produzione legati al territorio e alle società locali. Un'altra espressione di questa reazione del locale è il fatto che oggi molti territori, in particolare i soggetti che operano all'interno di questi territori, cercano di rendersi sempre più competitivi e di differenziarsi rispetto agli altri, cercando di valorizzare quelle che sono le loro specificità. Questa importanza del locale è presente anche in molti aspetti che riguardano la produzione, ad esempio sulla scena internazionale, e giocano un ruolo fondamentale le imprese multinazionali; tuttavia persistono oggi, seppur in mododiverso rispetto al passato, delle concentrazioni di imprese fortemente specializzate che esportano a livello globale, dividono la produzione, quindi sono integrate nelle grandi reti in produzione, però allo stesso tempo sono profondamente radicate nel loro territorio (distretti industriali).
altre espressioni di questa rivalutazione e affermazione del locale nella globalizzazione si possono vedere ad esempio nell'architettura. Per questo, oggi si tende a sostituire il termine globalizzazione con il termine "glocalizzazione".
Le due scale prese in considerazione, quella globale e quella locale, oggi più che essere separate tendono a incrociarsi, ovvero il globale entra per certi aspetti nel locale, ma è anche il locale che a sua volta si connette con queste grandi reti della globalizzazione.
La definizione di Harvey suscita alcune riflessioni sul senso della globalizzazione. È il primo ad utilizzare questa espressione "compressione Questa non
CHE COS’È LA CONVERGENZA SPAZIO -TEMPORALE?
È una riduzione della distanza funzionale che ha a che fare in primo luogo con le innovazioni tecnologiche nel settore dei trasporti, tali da creare una percezione di riduzione della distanza di (la distanza funzionale per l’appunto) percorrenza tra due luoghi.
Si è detto che grazie allo sviluppo dell'alta velocità ferroviaria, le distanze funzionali (misurate in termini di tempo di percorrenza) tra le diverse città in Europa si stanno via via riducendo (shrinking Europe). Le distanze fisiche sulla carta sono sempre quelle ma i tempi di percorrenza sono diminuiti.
Questo ragionamento è tuttavia basato su dati oggettivi, quali le innovazioni nel settore dei trasporti e le
politiche adottate. Invece, parlando di compressione, che è apparentemente la stessa, porta l'attenzione sulHarvey un'esperienzafatto che la compressione non è sempre un dato oggettivo, ma è spesso sociale. Infatti, Harvey si interroga se questo senso di riduzione della distanza venga ugualmente provatodal cittadino che vive in una grande metropoli e il contadino che vive in un'area rurale dell'India. Inoltre, noi possiamo sperimentare questa riduzione delle distanze, in particolare quella dovuta a internet, poiché abbiamo accesso a queste nuove tecnologie. Dunque, l'esperienza della globalizzazione in realtà non è la stessa per tutti: ci sono ancora al mondotante differenze, ci sono difficoltà di accesso alle nuove tecnologie, ci sono barriere che ostacolano il movimento delle persone (e.g. barriere politiche di stati non confini). La globalizzazione ha diverse dimensioni: - visibile nell'intensificazione
degli scambi commerciali, degli IDE,
La dimensione dell'economia,
dei flussi finanziari;