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Con la CEEA si sceglie di investire nella ricerca tecnica e applicata dell'uso pacifico dell'energia
atomica.
Quindi si tornò sul piano economico decidendo di abbandonare l'idea di includere tutta l'Europa, ma
facendo propria l'idea, sotto consiglio degli USA, che un'unione interna era anche un modo per
alleviare e risolvere pacificamente i vari problemi tra gli stati europei.
I 2 trattati di Parigi e Roma gettano le basi e rappresentano il momento costitutivo della Comunità
Europea, cercando di affrontare la forte cesura dei singoli stati attraverso una rete sociale sia interna
che esterna, poi definita globalizazione, e cercando di importare materie grezze al fine di produrre,
agevolati dai dazi minori dovuti allo sdoganamento.
Conseguenza economica di tutto ciò fù la nascita del MEC, il mercato europeo comune, vale a dire
la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali su tutto il territorio dei 6 Paesi aderenti.
L'Italia essendo povera di materie come carbone, acciaio o petrolio, fondò il suo mercato
economico sulle industrie manufatturiere, in quanto da sempre molto bravi nell'artigianato. Allo
stesso tempo venne sfruttata anche la nostra posizione geografica, dato che in quel momento
eravamo lo stato più a sud e quello con più “sbocchi” sul mediterraneo, bacino di utenza
commerciale molto importante, soprattutto per quei paesi che non vi si affacciano.
Gli anni '60 sono un buon periodo per l’economia, grazie anche al fatto che i paesi dell’Europa non
applicano più dazi doganali agli scambi reciproci. Essi si accordarono inoltre sul controllo
comune della produzione alimentare, garantendo così il sufficiente approvvigionamento di tutta la
popolazione, cominciando addirittura a registrare un surplus di produzione agricola.
Dal '57 e in particolare negli anni 60, si iniziano ad intavolare le prime vere politiche di coesione.
Nella prima fase delle politiche regionali si cercava principalmente di diminuire il gap
infrastrutturale tra le aree europee, quindi si inizia ad investire in risorse umane e sulla
competitività.
Il 1 Gennaio 1973, entrano nell'Unione Europea la Danimarca, il Regno Unito e l'Irlanda, il
numero degli stati membri dell’Unione Europea sale a nove, seguendo il principio di limitrofità.
Il breve conflitto arabo-israeliano dell’ottobre 1973 scatena una crisi energetica e problemi
economici in Europa.
La caduta del regime di Salazar in Portogallo nel 1974 e la morte del generale Franco in Spagna nel
1975 decretano la fine delle ultime dittature di destra al potere.
Nasce la politica regionale comunitaria e si comincia a destinare ingenti somme di denaro alla
creazione di nuovi posti di lavoro e di infrastrutture nelle aree più povere, per favorire
comunicazioni e commercio.
Nel 1974 viene creato il Consiglio Europeo, formato dai capi degli stati e dal presidente della
commissione europea, si riuniva 2 volte l'anno e prendeva le decisioni più importanti.
Nel 1979 nasce lo SME (Sistema monetario europeo), per fissare i rapporti di cambio tra le
diverse valute nazionali in relazione a un'unica moneta fittizia, l'ecu.
Nel 1981 si aggrega anche la Grecia, a differenza degli altri paesi non segue il principio di
limitrofità. Diventa il paese più a est e svolge la funzione di ponte con l'est stesso.
Ha una morfologia particolare, prevalentemente marittima e montagnosa, ci sono più di 1000 isole
ed alcuni grandi realtà portuali(Salonicco, Pireo, Patrasso, Iogumenitsa), ma allo stesso tempo
montagne molto alte nell'entroterra.
Tutto ciò rende molto difficile raggiungere isole e monti, quindi nel corso degli anni e grazie ai
fondi provenienti dal MEC(da commissione dopo il 92), si sceglie di potenziare le infrastrutture
urbane per il trasporto, commerciali, ma anche culturali.
Uno dei maggiori investimenti verrà fatto per la realizzazione della Via Ignazia, che ricalca
grossomodo l'antica via romana, da Durazzo ad Istanbul.
La Grecia ricopre un ruolo fondamentale in Europa sopratutto negli ultimi 15 anni, perchè mentro
ad inizio 2000 era una delle realtà economiche con una crescita maggiore, dal 2008 è entrata in una
crisi profondissima, che si è poi ripercossa su tutto il resto dell'Unione.
Nel 2008 c'è stata una crisi sia nel settore del turismo che in quello della distribuzione, i due
capisaldi dell'economia nazionale, inoltre come se non bastasse, un anno dopo con il cambio del
governo il nuovo leader ha dichiarato che in precedenza era stato commesso un falso in bilancio,
reiterato più volte.
La prima con l'obbiettivo di entrare nell'Eurozona rispettando alcuni parametri impossibili da
raggiungere senza la frode, la seconda per ricevere fondi da investire, ma affossando
consapevolmente il futuro del paese per un presente migliore(voti e politica!). A questo bisogna poi
aggiungere le ingenti spese dovute alle olimpiadi del 2004 e l'evasione fiscale, circa 30mld annui.
Quindi quando è uscito tutto allo scoperto, il paese si è trovato indebitato e costretto a chiedere
prestiti con tassi molto più alti di prima(perdita di fiducia da parte degli altri stati).
Si iniziano a proporre manovre di sovvenzione per 30mld, ma rendendosi conto tutti che la
situazione era oltre modo grave, alla fine nel 2012 ci si accorda per 130mld e fortissime manovre di
austerità.
Per la prima volta dal 51 si rischia la diminuzione dei paesi membri, che potrebbe avere
ripercussioni economiche molto pesanti su tutti gli stati, in particolare sui più deboli, inoltre
aprirebbe ulteriori scenari di abbandono, a cui l'UE non vuole neanche pensare.
L'Accordo di Schenghen è un trattato internazionale firmato il 14 giugno 1985 tra Benelux,
Germania Ovest e Francia, che prevedeva la creazione di uno spazio comune, tramite una
progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere tra i cinque stati interessati, sia delle merci sia
delle persone.
Nel 1990 gli stessi stati hanno firmato la Convenzione di Schenghen, che definisce le condizioni di
applicazione dell'Accordo e a cui hanno in seguito aderito altri Stati.
Nel 1986 entrano Spagna e Portogallo, anche loro limitrofi ai precedenti membri.
Con queste annessioni si apre un nuovo fronte sia sulla vicinissima Africa, sia con le Americhe in
quanto ci sarà la possibilità di voli con scalo per collegare in modo più efficace i due continenti.
Con la morte di Franco nel 1975 la Spagna entra in un contesto sociale e politico molto più
democratico, riuscendosi ad adattare al modello europeo grazie ad infrastrutture all'altezza come
alta velocità, aereoporti, musei e urbanistica in generale.
Inoltre si sviluppano flussi economici positivi grazie alle varie riforme e trattati, sia
precedenti(Parigi-Roma) che in corso d'opera(Maastricht).
Buona parte dell'economia si basa sul turismo e sui continui investimenti su di esso, a Barcellona si
inventano beni culturali, come la Sagrada Familia, o la casa di Gaudì ed ancora oggi si vende il
posto trami te l'uso di slogan accattivanti “A Barceloneta c'è il mare” in modo da unire cultura e
A questa si contrappone una realtà più conservativa e istituzionale come quella di Madrid, dovuta
anche alla dislocazione geografica, ma di grande impatto economico, essendo l'aereoporto di
Madrid uno dei principali per i voli continentali.
Le altre citta, tra cui Valencia e Tenerife trovano i loro spazi tramite grande iniziative o investimenti
su infrastrutture(Città della scienza, Gp F1, America's Cup), che corrispondono a grande visibilità
quindi sponsor remunerativi e maggiore turismo.
Anche il Portogallo, dopo la caduta della dittatura di Salazar nel 1974 si affaccia alla democrazia.
Anche loro come la Spagna, anche se in maniera più piccola capiscono l'importanza del turismo e
degli investimenti nelle infrastrutture come modello vincente.
Lisbona e Porto sono senza dubbio le due realtà più grandi, dove è possibile visitare e conoscere la
cultura portoghese, ma ci sono anche iniziative sportive, come MotoGP e campionati di Surf che
attirano grandi capitali.
Inoltre va considerata anche la caratteristicità del paesaggio, che alterna altopiani ad una costa
molto grande, dove ci sono sia scogliere a picco sia grandi spiagge, che attirano molta gente.
Attraverso questi si riescono a rielaborare, riallacciare e migliorare i rapporti politici e socio-
economici con tutte le realtà europee.
Nel 1987 viene firmato l'Atto Unico Europeo, che aveva come compiti sia completare la
costruzione del mercato interno, ormai al palo dopo le crisi economiche degli anni settanta(carenza
di petrolio 73-74), sia avviare un primo accenno di unione politica, iniziando a lavorare per
obiettivi.
Grazie a queste decisioni ci fù nelle 25 aree più povere, un aumento del PIL del 7% rispetto la
media europea, nel decennio 86-96.
Dopo '88 le politiche regionali verranno definite “di coesione”, si cercava attraverso un processo
di convergenza di raggiungere quella coesione territoriale necessaria, tramite politiche
settoriali(trasporti), per diminuire gli squilibri territoriali dell'epoca e per creare occupazione.
Trasporti: asse ferroviario Atene-Sofia-Budapest
asse ferroviario ionico adriatico(Grecia del Sud)
Tuttavia nonostante i risultati positivi, il processo di coesione ha avuto delle critiche, in quanto
non sempre ha raggiunto i risultati prefissati:
– europeizzazione nelle decisioni ma non nella loro attuazione.
– è stato ed è un processo gravoso per i contribuenti.
– ha rallentato la divergenza, ma non si è mai giunti ad una vera e propria convergenza.
Una grande svolta ci fù nel 1989 con la caduta del muro di Berlino, considerato il simbolo della
cortina di ferro, linea di confine europea tra la zona d'influenza statunitense e quella sovietica
durante la guerra fredda.
L'evento impattò non solo la Germania ma tutto il mondo, cambiando per sempre i ruoli socio-
politici dell'area europea.
La Germania raggiunse la completa unificazione nel 1990.
Anche l'anno successivo il 1991 fù determinante, segna la fine della grande potenza sovietica, che
negli anni precedenti aveva dovuto affrontare la sempre maggiore richiesta di indipendenza degli
stati baltici e dell'Ucraina, e vede la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti(9 stati).
Per la prima volta ci furono i presupposti storici per la creazione di un grande mercato unico
europeo, che entrò in vigore nel 1993, creato per consentire ad ogni cittadino europeo di
approfittare pienamente dei vantaggi di poter vivere, lavorare, trasferirsi, studiare, produrre, vendere
e acquistare in qualunque località dell'Unione Europea, liberamente e s