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LE ATTIVITÀ INDUSTRIALI: UN'ANALISI PER SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI

Premessa: questo capitolo tenterà di fornire un quadro generale sulle attività industriali europee e politiche correlate dando particolare attenzione alla presenza delle piccole medio imprese, e puntando molto sull'osservazione dei cluster o sistemi produttivi locali che si svilupparono durante gli anni settanta e che costituiscono la spina dorsale delle attività industriali di molti paesi europei come per esempio l'Italia.

4.1 Dalla crisi del modello fordista ai nuovi spazi industriali

Il modello fordista o della produzione industriale di massa ha caratterizzato l'organizzazione statunitense fino alla fine degli anni settanta. Esso era caratterizzato dalla concentrazione di tutte le fasi di produzione all'interno dell'impresa, attraverso una precisa divisione del lavoro. Alla base dell'organizzazione industriale fordista vi erano due condizioni:

  1. La disponibilità
importanti le economie di scala.-l'apertura dei mercati internazionali ha portato a una maggiore concorrenza tra le imprese e ha reso necessario adattarsi ai cambiamenti del mercato.-l'innovazione tecnologica ha reso possibile la produzione di beni e servizi più efficienti e di alta qualità.-l'importanza delle risorse umane è aumentata, con un maggiore focus sull'addestramento e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori.-la globalizzazione ha reso possibile la produzione e la distribuzione su scala globale, aprendo nuove opportunità di mercato. Questi cambiamenti hanno portato alla fine del modello fordista e all'emergere di nuovi modelli di produzione e organizzazione aziendale, come il modello post-fordista e il modello lean.i vantaggi.

Nascono due tipologie di processi produttivi:
- nascita della grande impresa multinazionale che segmenta i propri processi produttivi e tende a superare il modello fordista.
- Nascita dei cluster industriali che rappresenta un tipico processo di sviluppo basato su piccole medie imprese.

Un cluster può essere definito come una concentrazione territoriale di imprese fortemente interdipendenti.

Oliver Williamson: spiegazione del successo dei cluster:
bisogna distinguere tra:
gerarchia e mercato.

gerarchia: processo produttivo al interno del impresa in cui vi sono gerarchie tra i componenti, si da più attenzione alla creazione del valore e meno all'organizzazione dei componenti.

Mercato: luogo in cui le imprese decideranno di vendere o acquistare, se l'impresa deciderà di cogliere la via di mezzo tra gerarchia e mercato tenderà ad affidare compiti ad altre imprese operanti sul mercato al fine di trarne vantaggi.

nel caso della gerarchia i costi saranno maggiori e

gravano sulla singola impresa mentre agendo nel mercato e segmentando la produzione in varie industrie, i costi diminuiranno e si avranno vantaggi, anche attraverso il fare con che consente per esempio alle imprese cooperanti di dividere i costi.

Micheal Porter: analizzando il vantaggio competitivo sostenne che: la competitività è legata a vantaggi geografici non riproducibili e alla presenza di quattro fattori che costituiscono il diamante della competitività:

  • condizioni dei fattori (mano d'opera qualificata o disponibilità di capitali finanziari)
  • condizioni della domanda (capacità di interagire con l'offerta)
  • presenza di settori industriali di sostegno
  • strategia, struttura e grado di concorrenza dell'impresa nel settore industriale

Questo schema analizza il rapporto co-evolutivo tra impresa ed ambiente perché in base alle scelte localizzatrici le imprese possono trarne vantaggi come: aumenti di produttività, imprenditorialità e innovazione.

tecnologica. Aumento produttività: utilizzo di input specializzati anche a costo inferiore provenienti dai fornitori di beni o servizi all'interno dei cluster. Incremento dell'imprenditorialità: circolazione di molte informazioni riguardanti le opportunità di mercato che porterà vantaggi all'azienda. I cluster recepiscono in fretta i bisogni del cliente ed hanno meno rischi legati all'introduzione di innovazioni, inoltre la vicinanza fisica all'interno dei cluster permetterà alle imprese coalizzate di collaborare e trarne vantaggi. 4.2 Non solo innovazione: le determinanti del successo dei cluster industriali Distinzione tra fattori locali ed economici: quelli locali hanno determinate caratteristiche legate al territorio come ad esempio la disponibilità dei lavoratori, relazioni tra imprese ed istituzioni locali, capitale sociale. Questo insieme di fattori riduce i rischi all'interno dei cluster. Fattori economici: diffusi, perché riconducibili a

Scelte di scala nazionale come La condizione didomanda, quindi riproducibili.

4.3 una geografia dell'industria europea

La principale area industrializzata si colloca lungo la dorsale centrale europea dal regno unito al nord Italia, situate in particolare lungo il corso del Reno, la maggior parte delle città interessate sono anche capitali politiche, e molte industrie si collocano vicino ai centri che possiedono materie prime. Città come Amsterdam, Londra, Atene sono legate al porto commerciale. In Italia non vi è collegamento tra vita politica ed economica, lo squilibrio tra diverse regioni di un paese è notabile in: Danimarca, Irlanda, Portogallo, Grecia, Svezia e Finlandia. Vi sono contrapposizioni di regioni industrializzate al' interno del paese come nel caso del triangolo industriale italiano, in Francia vi è contrapposizione tra Parigi e regioni orientali ed occidentali, Spagna: costa atlantica e catalogna contrapposte alle ragioni interne, Gran

: maggior industrializzazione nel area londinese, : concentrazione industriale a Berlino e Bonn. Il fenomeno delle piccole medio imprese è più diffuso nei paesi mediterranei. 4.3 i sistemi produttivi locali: alcuni paesi europei. Dibattito italiano: durante gli anni settanta al divario nord-sud, venne affermata una nuova realtà: la realtà del Italia di mezzo caratterizzata dalla proliferazione DELLE piccole medio imprese, i cluster italiani sono distretti industriali che pongono l'accento su caratteristiche socio-territoriali, come clima cooperativo, conduzione familiare, orientamento politico omogeneo, presenza di organizzazioni sensibili allo sviluppo locale. ITALIA: sistemi produttivi locali sviluppati in: centro e nord-est ma anche nel mezzogiorno (Campania, Basilicata, Puglia), Spagna: possiamo contare 21 sistemi produttivi locali, e individuare tre aree: area metropolitana di Madrid-regione Valenciana-sistemi di mondragón e pines de soria oltre a.cluster in Europa è quella di promuovere la concentrazione geografica delle attività industriali in specifiche aree. Questo approccio mira a favorire la collaborazione tra imprese, istituzioni e centri di ricerca, al fine di stimolare l'innovazione e la competitività. In Francia, ad esempio, si osserva una concentrazione quasi totale nell'area parigina, con altri centri urbani nella zona nord occidentale e nelle regioni mediterranee. In Gran Bretagna, le concentrazioni si trovano principalmente nella capitale e nelle aree circostanti, mentre al di fuori di Londra molte attività si concentrano nelle midlands, cuore dell'industrializzazione inglese. In Danimarca, la maggiore concentrazione si trova a Copenaghen, con una predominanza di industrie alimentari, medicina e applicazioni elettroniche. Nella dorsale centrale europea, che comprende la Francia orientale e la Germania occidentale, si osserva una concentrazione di cluster, soprattutto nella zona nord di Parigi. In Portogallo, le attività si concentrano principalmente a Lisbona e Porto. Nella penisola scandinava, invece, si osserva una distribuzione equilibrata dei cluster. Le politiche dei cluster in Europa si basano su una riflessione teorica e su prassi applicative. L'obiettivo principale è quello di favorire la collaborazione tra le imprese e di creare un ambiente favorevole all'innovazione e alla competitività.miglioramento del contesto produttivo ed innovativo del territorio, focalizzando l'attenzione sulle esternalità, sulle reti e sulle istituzioni in grado di rendere competitivo un cluster.

Politica industriale tradizionale contrapposta a quella dei cluster: alcuni settori industriali sono più desiderabili in quanto caratterizzati da una crescita economica maggiore. In questa ottica, le politiche industriali tradizionali hanno un occhio di riguardo verso determinati settori rispetto ad altri.

Politiche cluster: non vi sono settori privilegiati, non vi è competizione.

Linee cluster politiche di maggior successo:

  • chiara e comune percezione del funzionamento dei cluster
  • innovare ed incrementare la produttività, e la diffusione del informazione e conoscenze
  • ampia partecipazione degli attori economici e delle istituzioni locali: vengono incentivate le imprese di tutte le dimensioni, ed è importante l'intervento pubblico
  • favorire la promozione di
relazioni personali: Grazie alla diffusione di reti di comunicazione e conoscenze. orientamento pratico: raggiungimento di risultati tangibili. In genere la politica dei cluster è condotta da governi nazionali, alcuni interventi includono: - Intervento catalizzatore: improntato nel favorire il dialogo tra le imprese. - Interventi diretti: incentrati sul rinnovamento del tessuto economico e locale. In molti paesi vi sono interventi rivolti alle politiche dei cluster. Nel consiglio europeo di Lisbona (2000), quando l'Unione Europea si è prefissa di diventare la maggior realtà economica e innovativa, per realizzare ciò si sono posti tre tipi di interventi: 1. Promozione delle politiche dei cluster attraverso forum internazionali, gruppi di lavoro. 2. Finanziamento diretto delle PMI (Piccole Medio Imprese) attraverso programmi di finanziamento pluriennale, programmi di ricerca e sviluppo, miglioramenti sistemi di produzione, cooperazione, accesso ai nuovi mercati. 3. Miglioramento delle competenze e delle risorse umane attraverso programmi di formazione e sviluppo professionale.del contesto su cui operano le PMI attraverso l'istituzione di specifici programmi in grado di promuovere fattori territoriali alla base dello sviluppo del vantaggio competitivo: - Reti di cooperazione: creazione di processi di cooperazione tra le imprese, centri di impresa e innovazione, programmi che favoriscono la nascita di reti di cooperazione tra imprese. - Euro sportelli: fornire informazioni e consulenze specifiche. - Strumenti di formazione professionale. Cap. 7 - Politica agricola comune e organizzazione degli spazi rurali Il settore agricolo è stato da sempre fondamentale per le relazioni comunitarie, per la sua valenza economica, occupazionale e a livello delle politiche di sviluppo. In particolare, il concetto fondamentale delle politiche agricole comunitarie è quello di multifunzionalità dell'agricoltura, che agisce al fine di preservare la posizione economica della popolazione agricola europea, ma non solo, infatti garantisce anche la tutela attiva del territorio evitando.l'insorgere di problemat
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A.A. 2009-2010
70 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Homerigho di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Celata Filippo.