Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Oltre queste più comuni abbiamo (per lo strato arborescente):
Myrtus communis: il mirto appartiene alla stessa specie degli eucalipti. Ha androceo con molti
stami, il frutto p una bacca perché deriva da ovario intero, spesso la troviamo lungo la zona umida
della duna, ha le foglie fortemente porose;
Arbutus unedo: il corbezzolo matura durante il periodo autunnale e contemporaneamente
crescono i fiori. I frutti sono grandi e carnosi proprio per la doppia gestazione data dalla crescita dei
fiori insieme ai frutti;
Viburnum tinus: ha foglie lobate grandi e sono dette laurifille. Si riconosce per le foglie molto ampie
e ha sul margine dei peli molto evidenti
Lo strato lianoso è fatto da:
Rubia peregrina: è sarmentosa rampicante con foglie verticillate. Si riconosce perché lungo fusto e
foglie ha peli uncinati rivolti verso il basso;
Tamus communis: foglie cuoriformi che si forma quando aumenta l’umidità;
Smilax aspera: è lianosa rampicante che compatta foreste e macchia. Lungo il fusto ha tante spine
che si trovano anche sul margine della foglia che è acuminata con base cordata (cuoriforme). I frutti
sono drupe carnose a maturità autunnale
Lo strato arbustivo basso del sottobosco è fatto da:
Ruscus aculeatus: il pungitopo ha foglie spinescenti. È provvisto di cladodi, fusti trasformati che
hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti.
Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti,
che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie. Si torva nei
boschi caducifogli termofili;
Asparagus acutifolius: ha foglie aghiformi spinescenti che prima della maturità sono carnose.
(09/05/18)
Il bioma mediterraneo oltre alla foresta a sclerofille sempreverdi quando il fitoclima è termo –
mediterraneo presenta normalmente la macchia mediterranea. In alcune aree dove le condizioni sono
maggiormente calde e secche invece di avere la foresta a sclerofille sempreverdi si ha la pineta a Pinus
halepensis. Appare come una foresta molto rada, costituita da alberi di diversa età, a bassa densità con il
sottobosco ricco di macchia mediterranea. Alcune pinete arrivano da rimboschimenti altre sono spontanee.
La pineta spontanea ha una struttura rada con alberi mescolati con la macchia mediterranea. Nel bacino
mediterraneo è una specie diffusa lungo tutte le coste in maniera piuttosto discontinua. In Italia il Pinus
halepensis ha maggiore distribuzione in Puglia: Gargano e Isole Tremiti, Arco Jonico, Murgia. Per quanto
riguarda la macchia mediterranea nella stragrande maggioranza delle volte generalmente è secondaria e la
troviamo un po' dappertutto. Per le macchie mediterranee primarie, una macchia molto particolare diffusa
nel bacino del mediterraneo e anche in Puglia è la macchia litoranea che troviamo sui suoli sabbiosi. Questa
macchia mediterranea è costituita da ginepri essenzialmente da due specie:
Juniperus turbinata, con foglie squamiformi, nel suo aspetto generale ricorda un cipresso.;
Juniperus macrocarpa, con foglie ensiformi e appartiene al gruppo del Juniperus oxycedrus e come
questo è caratterizzato dall’avere sulla pagina superiore della foglia due bande stomatifere. Il nome
macrocarpa è dovuto alla presenza di grandi frutti. È più comune della specie turbinata
I ginepri sono gimnosperme con strobili globosi, con squame carnose (galbuli). Ci sono sia specie con foglie
aghiformi schiacciate che specie con foglie squamiformi, in alcune specie ci sono entrambe. La macchia a
ginepri è tipica dei suoli sabbiosi.
Molto più comune è la macchia secondaria dominata da specie come lentisco, fillirea, alaterno e mirto, a
queste specie se ne aggiungono a volte malacofille. La classica macchia mediterranea secondaria delle
malacofille è quella in cui penetrano alcune specie della famiglia delle leguminose che appartengono al
genere Calicotome che presentano delle modificazioni nel calice che invece di aprirsi si rompe e con la
formazione del fiore viene portato verso l’esterno e successivamente perso. Sono generalmente arbusti
spinescenti perché i rami laterali appaiono appuntiti. Questi rami spinosi in un certo periodo dell’anno
svolgono funzione fotosintetica, perché le foglie spesso cadono precocemente. In Italia ci sono diverse
specie e in Puglia le più comuni sono:
Calicotome spinosa: presenta fiori portati singolarmente;
Calicotome infesta: fiori raggruppati, Calicotome villosa
Di macchie mediterranee ne esistono tante e molto diversificate. La macchia mediterranea quando viene
degradata viene sostituita dalla gariga che presenta una struttura disomogenea e discontinua.
Cistus salvifolius: le foglie ricordano quelle della salvia;
Cistus creticus: cisto rosso, con foglie con abbondante pelosità. In Puglia ci sono due sottospecie;
Cistus monspeliensis: a fiore bianco, foglie allungate e voluminose.
Altre specie che si mescolano con i cisti sono:
Erica multiflora: È un arbusto sempreverde, a fusto legnoso, molto ramificato e con foglie
aghiformi, lunghe 5–10 mm. I fiori, roseo‐violacei, lunghi fino a 7 mm, sono riuniti a formare fitte
infiorescenze all'apice degli steli;
Rosmarinus officinalis: è una specie molto frequente lungo il Tirreno. Pianta arbustiva sempreverde
che raggiunge altezze di 50–300 cm, con radici profonde, fibrose e resistenti, ancoranti; ha fusti
legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati, i giovani rami
pelosi di colore grigio‐verde sono a sezione quadrangolare.
La gariga è una comunità dove è massimo il numero di pirofite attive generative. Nella macchia
mediterranea invece dominano le pirofite attive vegetative.
Tutte le comunità sono legate tra loro da un disturbo antropico come taglio, incendio, pascolamento ecc.
Queste degradazioni fanno si che da strutture più complesse si passa a una struttura meno complessa. Il
numero delle specie tende ad aumentare passando da una foresta a una macchia a una gariga, ma quando
le comunità spontanee vengono sostituite dagli insediamenti il numero di specie tende a diminuire. Con il
passaggio dagli ambienti naturali verso quelli antropici non solo abbiamo una diminuzione del numero di
specie ma anche un loro cambiamento qualitativo. Per esempio le specie che appartengono alla famiglia
delle fabacee e delle poacee tendono ad aumentare dalla foresta alla gariga ma poi di colpo crollano in
funzione degli insediamenti invece aumentano quelle specie della famiglia delle chenopodiaceae (spinaci)
Bioma delle foreste subtropicali – Laurisilva
Transizione tra regioni subtropicali e temperate. È un bioma che non occupa una fascia continua sul
pianeta, ma si trova in diverse aree specialmente in quelle di transizione dove il clima è subtropicale o
temperato – caldo, fresco e umidissimo di tipo oceanico con piogge distribuite lungo l’intero anno. Le
regioni interessate sono comprese soprattutto sui bordi orientali dei continenti tra le latitudini 30 e 35 °C
dei due emisferi e sono influenzati dagli alisei e dai monsoni (Cina, Giappone, Florida, Canarie, Argentina e
Australia orientale)
Se guardiamo la distribuzione delle precipitazioni sono abbondanti e costanti in entrambe le parti quello
che cambia è la distribuzione delle temperature durante il corso dell’anno nella foresta equatoriale le
temperature sono costanti, nella Laurisilva siamo lontani dall’equatore per cui l’escursione annua è
piuttosto spinta. Questo bioma si trova nella stessa fascia e con le stesse condizioni termiche di quello
mediterraneo, quello che cambia è la distribuzione delle precipitazioni e dell’umidità. Le sempreverdi
mediterranee sono caratterizzate da almeno due mesi di aridità estiva nelle sempreverdi della Laurisilva
l’aridità non c’è mai. Nelle Canarie il diagramma climatico ci mostra una certa aridità estiva, la vegetazione
a Laurisilva qui è presente perché le correnti umide che arrivano dall’Atlantico depositano masse di umidità
elevatissime e grandi quantitativi di piogge occulte.
Vegetazione:
Foresta di latifoglie sempreverdi, le famiglie più rappresentate sono:
Lauraceae: Persea, Laurus (Canarie, dove c’è il Laurus azorricus), Cinnamomum (canfora, presenti
non solo nelle Azzorre ma soprattutto in Cina e Giappone);
Magnoliaceae: Magnolia (Cina, Giappone e Nord America), presenta fiori con petali, sepali e carpelli
esposti in maniera fillalata a spirale e l’ovario è apocarpico con carpelli separati;
Fagaceae: Castanopsis, Quercus (Sud – Est Asiatico), Nothofagus (Sudamerica, Nuova Zelanda e
Australia)
Bioma delle foreste temperate
Localizzazione tra 30 e 55° di latitudine N e S (fascia temperata dell’emisfero boreale, Nuova Zelanda,
Tasmania, Patagonia (Nothofagus), manca in Australia), mentre a N costituisce una fascia continua a S lo
troviamo in aree discontinue.
Clima
Clima temperato freddo caratterizzato da breve periodo di gelo, con estati calde e piogge distribuite
durante tutte le stagioni; 8 – 9 mesi favorevoli all’attività vegetativa che sono quelli primaverili estivi con
stasi invernale. La risposta adattativa delle piante è la perdita delle foglie prima del periodo invernale.
Temperature medie annue comprese tra 7 – 13 °C;
Precipitazioni in genere tra 500 – 1000 mm (precipitazioni analoghe a quelle del clima
mediterraneo, quello che cambia è la distribuzione delle precipitazioni lungo tutto il periodo
dell’anno);
Assenza periodo arido
Milano risente del clima mediterraneo infatti le precipitazioni tendono ad assumere un minimo durante il
periodo estivo senza però avere un periodo arido.
Il fitoclima secondo Rivas è caratterizzato da i vari Ios sempre maggiori di 2. Il fitoclima temperato in Europa
ha degli scenari più ampi rispetto ai precedenti e possiamo trovarlo lungo tutta la valle Padana e anche
sulle cime dell’Etna. Per quanto riguarda l’Italia molte aree sono caratterizzate da fitoclima temperato e in
coincidenza di questo fitoclima troviamo la foresta caducifoglia con caratteri di mediterraneità. Un esempio
classico in Puglia è quello della Roverella specie che ha un comportamento che le permette di penetrare nel
bacino mediterraneo, come la tomentosità della foglia, dei rami e delle gemme. La tomentosità intrappola
l’umidità e riduce l’evapotraspirazione. Nella fase giovanile di plantula si comporta da sempreverde che
consente loro di approfittare del periodo invernale per svolgere attività vegetativa. In Italia questo bioma è
presente anche lungo le coste, sul versant