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T I G H Ch P

Spettro biologico del 13 <1 4 27 9 47

globo (Raunkiaer)

CONFRONTO TRA SPETTRI BIOLOGICI DI ZONE DEL MONDO CLIMATICAMENTE MOLTO DIFFERENZIATI

• Zona equatoriale e tropicale – prevalenza di fanerofite (P) – CLIMA DELLE FANEROFITE

• Zone desertiche subtropicali con scarsa piovosità – prevalenza di terofite (T) – CLIMA DELLE TEROFITE

• Zone con clima temperato e temperato freddo – prevalenza di emicriptofite (H) – CLIMA DELLE

EMICRIPTOFITE

SPETTRO BIOLOGICO DELLA FLORA ITALIANA

Nella flora italiana le fanerofite (P) comprendendo anche le

nanofanerofite (NP) sono poco rappresentate mentre le piante erbacee

hanno l’assoluta prevalenza. In particolare, la categoria più

rappresentativa è data dalle emicriptofite (H) seguita poi dalle terofite

(T). Nel territorio italiano la massima percentuale di emicriptofite si

riscontra nelle Alpi e, sia pure con valori meno elevati, sull’Appenino.

Per quanto riguarda le terofite invece, sul territorio italiano i valori più

elevati si hanno nelle zone calde delle coste meridionali e delle isole.

La distribuzione delle terofite e delle emicriptofite risulta fortemente

correlata al fattore climatico in particolare quello termico.

Per la distribuzione delle geofite intervengono anche altri fattori oltre

quello climatico, si osserva comunque che le percentuali più elevate si

registrano lungo la fascia montana dell’Appennino.

Ad esempio, per quanto riguarda lo spettro biologico della flora del Parco del Conero, si riscontra un’elevata

percentuale di terofite (T) seguita dalle emicriptofite (H) che si correla con la posizione geografica del Monte Conero

al limite settentrionale del macroclima Mediterraneo lungo il versante adriatico italiano.

COROLOGIA (lo studio degli areali)

Ogni specie vegetale ha un suo areale di distribuzione che riflette l’area all’interno della quale essa vive

spontaneamente ed è determinato da fattori ecologici e storici. È possibile raggruppare le specie che presentano

un’analoga distribuzione, che hanno quindi areali simili in categorie denominate tipi corologici o corotipi.

Nella classificazione si tiene conto semplicemente dell’areale geografico di una specie senza considerarne

l’ecologia e la posizione tassonomica per cui possono trovarsi raggruppate nello stesso gruppo corologico specie

con ecologia e posizione tassonomica completamente diversa.

Generalmente il nome del corotipo considerato riflette quello della regione geografica corrispondente. Esempio:

P scap Orof . S.-Europ. Abies alba miller

Ch suffr Orof. S.-Europ. Genista radicata (L.) Scop.

AREALE

Indica l’area geografica all’interno della quale una specie vive e si riproduce spontaneamente.

La linea che identifica un areale esclude le zone geografiche in cui la specie, in base allo stato delle conoscenze, è

considerata non presente. Viene fatta su basa cartografica e può avere diversi metodi di rappresentazione:

reticolo geografico

1) Con una linea continua 2) Con un simbolo 3) Su

(es. areale di Ampelodesmos mauritanicus) (es. areale di Maerhingia papulosa) (es. areale di Quercus suber)

ESTENSIONE E FORMA DEGLI AREALI

L’estensione e la forma degli areali è determinata essenzialmente da cause

storiche (evoluzione della flora) e climatiche attuali.

Il fattore temperatura è in genere responsabile dei limiti degli areali nel senso

Nord-Sud mentre il fattore umidità determina soprattutto i limiti est-ovest.

Esempio in figura, limite orientale e settentrionale degli areali di Fagus

sylvatica, Quercus robur e Picea abies. In altri casi invece, come per la Rubia

peregrina in Europa, l’isoterma di 4,5 °C di gennaio costituisce un limite

climatico di distribuzione della specie.

Per quanto riguarda la forma degli areali questa può essere:

1) UNITARIO 2) DISGIUNTO Gli areali possono essere ridotti o in

espansione anche a seguito dell’azione

dell’uomo (diffusione di specie antropogene)

Quando le porzioni di un areale (aree secondarie) sono rappresentate da superfici molto ridotte si parla di stazioni

relitte e la popolazione presente viene denominata relitto geografico.

L’estensione degli areali invece può essere di tipo:

1) PUNTIFORMI 2) SPECIE AD AMPIA DISTRIBUZIONE

Appartengono a Si definiscono

specie rarissime che cosmopolite o meglio

hanno una multizonali le specie il cui

distribuzione molto areale si estende a tutta

limitata nel territorio la superficie del globo,

(specie che con diverse condizioni

qualificano la flora), climatiche (molto

possono anche essere distribuite, areale

a rischio d’estinzione ampliato).

se si perde l’habitat Si ripetono in condizioni

in cui vivono. ecologiche simili.

VARIAZIONI DEGLI AREALI

Possono avvenire per fenomeni naturali (mutazioni climatiche, trasformazioni geologiche) o per l’intervento

dell’uomo.

RIDUZIONE – in alcuni casi è stato ridotto l’areale di distribuzione di una specie che è stata completamente

 eliminata in alcune stazioni, l’areale di distribuzione originario può essere ricostruito in base a resti

subfossili, testimonianze scritte, campioni d’erbario etc. (es. Anthyllis barba-jovis al Conero)

Le specie possono essere protette stilando una lista di specie da salvaguardare e determinando delle aree

floristiche protette, al cui interno sono contenute specie di particolare interesse, necessità di conservazione

dell’habitat per il mantenimento della biodiversità.

ESPANSIONE – l’espansione dell’areale di distribuzione di alcune specie è stato in alcuni casi involontario con

 il trasporto accidentale di semi da un continente all’altro mentre in altri casi è stato volontario per scopi di

coltivazione. Le specie avventizie sono quelle che tendono a diffondersi spontaneamente al di fuori del loro

areale di distribuzione originario. Se la permanenza nel nuovo territorio diventa duratura e definitiva poiché

la specie trova le condizioni ideali per espandersi e riprodursi la specie viene definita naturalizzata.

Alcuni esempi: Robinia pseudoacacia, Ailanthus glandulosa, Opuntia ficus-indica.

Casi particolari di avventizie naturalizzate sono le specie infestanti le colture, tra queste vanno distinte le

archeofite, introdotte in tempi antichissimi come il Papaver rhoeas, Centaurea cyanus, Agrostemma githago,

tutte specie originarie dell’Asia minore dalle neofite, specie di più recente introduzione, molto spesso

originarie dell’America (Amaranthus retroflexus, Conyza canadensis etc.)

ELEMENTI COROLOGICI O COROTIPI (Corotipo = tipo distributivo)

I corotipi sono categorie che raggruppano le specie che presentano un’analoga distribuzione, che hanno quindi areali

simili. I corotipi prendono il nome della regione geografica corrispondente, hanno un significato storico oltre che

geografico in quanto mettono in evidenza le specie che hanno avuto una comune vicenda post-glaciale.

Nell’ individuazione dei corotipi si tiene conto semplicemente dell’areale geografico di una specie senza

considerarne l’ecologia e la posizione tassonomica per cui possono trovarsi raggruppate nello stesso gruppo

corologico specie con ecologia completamente diversa.

Le specie della flora italiana possono essere suddivise nei seguenti gruppi (a loro volta suddivisi in sottogruppi):

1. Endemiche

2. Mediterranee (stenomediterranee / eurimediterranee / mediterraneo – montane)

3. Orofite sudeuropee

4. Eurasiatiche

5. Atlantiche

6. Settentrionali

7. Cosmopolite

1) ENDEMICHE

Sono le specie che occupano un areale ristretto, l’isolamento favorisce l’endemismo quindi le specie endemiche

sono più frequenti nelle isole e sui sistemi montuosi isolati mentre in generale sono rare nelle pianure.

L’endemismo (insieme delle specie endemiche) rappresenta l’elemento più caratteristico e qualificante di una

flora. In genere si tratta di specie che per la loro rarità possono essere considerate minacciate, spesso in pericolo

d’estinzione. Nel mondo i territori più ricchi in specie endemiche sono la Nuova Zelanda e il Madagascar.

Una causa che può portare alla formazione di endemismi è l’isolamento geografico, il quale agisce generalmente

attraverso due meccanismi:

1) Frammentazione degli areali (cause storiche) e contrazione dell’areale

2) Speciazione (cause genetiche)

Per quanto riguarda l’Italia, non esistono specie endemiche italiane in senso stretto, per cui le specie endemiche

italiane sono specie ad areale ristretto (endemiche delle Dolomiti, delle Alpi Marittime, delle Alpi Apuane,

Appennino abruzzese, Sardegna, Sicilia, etc.). l’Italia è un territorio abbastanza ricco di specie endemiche (732) che

nel loro complesso costituiscono il 13 % del totale della flora (a questo valore vanno aggiunte le subspecie e le circa

80 agamospecie), ne è ricco sia la penisola (isolata dal sistema alpino) che le isole.

Esempi di specie endemiche: Moerhingia papulosa (Marche), Campanula tanfanii (zona appenninica dell’Italia

centrale) e Saxifraga australis (presente soprattutto in Sicilia).

I Paleoendemismi (endemismi relitti) hanno un’origine terziaria preglaciale (o più antica), a causa della contrazione

dell’areale per eventi ecologici o geologici avversi. Tra i paleondemismi rientrano specie tassonomicamente molto

antiche dal punto di vista sistematico, di cui rappresentano spesso l’unico taxon superstite di interi generi o

famiglie. Si parla in questo caso di relitti tassonomici, in passato avevano areali di distribuzione molto ampi che si

sono ridotti a causa di eventi geologici. Esempi: (endemica di una piccola regione della Cina),

Ginko biloba

(endemica di alcuni rilievi montuosi della California) un tempo presenti in tutto

Sequoiadendron giganteum

l’emisfero boreale e in parte di quello australe.

2) MEDITERRANEE

Si tratta di specie il cui areale è centrato sul bacino del Mediterraneo, si distinguono le:

STENOMEDITERRANEE – vivono direttamente sulle rive del Mediterraneo, nelle zone influenzate dai venti

 marittimi, o anche lontano dal mare, ma con clima analogo (Garda). Per lo più si tratta di specie sempreverdi

(lentisco, leccio, olivo, ecc.). Esempi:

Corbezzolo (Arbutus unedo L.), forma biologica fanerofita (P caesp), tipo corologico stenomediterranea

(Stenomedit.)

EURIMEDITERRANEE – sia nel Mediterraneo che nelle zone più calde dell’Europa media (ginestra, vite, ecc).

 Spartium junceum L., forma biologica nanofanerofita (NP), tipo corologico eumediterranea (Eurimedit.)

MEDITERRANEO-MONTANE – sui rilievi montani in condizioni microclimatiche favorevoli (santoreggia).

 Satureja montana L., forma biologica camefita (Ch suffr), tipo corologico mediterraneo-montano

(Medit. -Mont.)

3) OROFITE SUD-EU

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Publisher
A.A. 2019-2020
51 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pingu1897 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ecologia vegetale e geobotanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Allegrezza Marina.