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La teoria più accreditata, che ancora oggi gli storici medioevali seguono è proprio quella di
Calasso, che fa riferimento a una spontaneità creatrice dello spirito associativo, che si riscontra
ne decenni successivi al 1000.
Elementi costitutivi del comune:
•Territorio/Territorium: il territorio del comune è costituito, prima di tutto, dalla città murata o
urbes. Sempre del comune fanno parte la continentia aedificia, ossia gli edifici che sono addossati
alle mura e sono compresi nel mille passus.
Si ha poi il territorium inteso come campagna, che si trovava in contraddizione con l’istituzione
comunale era da questa assoggettata, la campagna era considerata dal comune come proprio
territorio.
La contrapposizione tra campagna e città è data dal fatto che la campagna rappresenta un
elemento di conservazione “conservatrice tenace delle tradizioni anche economiche, che
derivavano dall’alto medioevo”, mentre la città è il nuovo che avanza, è un’organizzazione, che si
apre verso l’economia di mercato.
La campagna è ancora legata ad un ottica di economia curtense, un’economia di sopravvivenza,
mentre la città si apre ad un economia di mercato.
• Popolazione: La popolazione è data dai cives (Cives è un termine latino che può essere tradotto
col termine cittadino, anche se questo termine richiama troppo l’esperienza rivoluzionaria
francese).
In questo caso è forse meglio tradurlo con abitanti della città, quindi il cives è colui che sopporta
gli oneri del comune ed è titolare, in varia misura, di diritti politici.
Vi sono delle diversificazioni fra gli abitanti della città, infatti i cives non sono tutti uguali fra loro.
Le classi della città erano 3:
- Nobiltà: sono quei signori che rappresentano i residui della feudalità medioevali,
soprattutto feudatari minori che si erano stabiliti in città; ma non solo in questa categoria
rientrano i nuovi ricchi che avevano comprato il titolo nobiliare ed avevano ottenuto la
nobilitazione del loro casato, definibili come nobili di nuova generazione.
- Burgenses : era la parte più attiva della popolazione.
Erano coloro che abitavano i borghi e le continentia aedificia, quegli edifici che si trovavano
intorno alle mura e che ospitavano le botteghe degli artigiani, dei mercanti, i magazzini. Era
un ceto mediano tra nobili e popolo.
- Popolo: composto dai soggetti che non hanno la piena partecipazione alla vita pubblica.
Il popolo è costituito da “una variopinta massa” di operai, braccianti, artigiani etcc… che
non hanno un peso consistente nella vita pubblica, però non è del tutto esclusa da questa.
Ha qualche riconoscimento nell’ambito dell’istituzione comunale, però non ha una piena
cittadinanza all’interno del comune.
Accanto a queste classi vi sono poi una serie di soggetti che sono esclusi totalmente
dalla vita del comune: “popolo minuto” era una fetta di popolazione molto numerosa
costituita dai soggetti addetti ai lavori più umili tra cui i servitori e gli operai di basso livello;
contadini e comitati accanto al popolo minuto anch’essi erano esclusi, essi però erano
assoggettati al comune.
Infine si avevano gli stranieri a cui non erano riconosciuta alcuna tutela nelle città in cui si
trovavano. Vedi appunti storia I Bartolo e la questione degli stranieri.
Il governo comunale è sicuramente un governo oligarchico perché il potere del governo cittadino
era in mano alle famiglie appartenenti alla ricchezza nobiliare, che aveva dato vita, con la
coniuratio, all’istituzione comunale e, come visto analizzando le classi sociali, la maggior parte
della popolazione era esclusa dalla gestione del governo cittadino.
Ordinamento comunale come funzionava questa istituzione:
L’ordinamento comunale si divide in due periodi fondamentali:
1. Primo periodo comunale che va dall’inizio dell’istituzione fino alla pace di Costanza del
1183
2. Ultima fase dei comuni (1200) fino all’età moderna avanzata
1. - Assemblea : l’organo più importante in questa prima fase.
L’assemblea poteva assumere nomi differenti a seconda del comune, ma manteneva
ovunque il suo potere, essa era infatti titolare del potere deliberativo.
In origine era composta da tutti i cives, successivamente per questioni di funzionamento
quest’organo viene presieduto solo dai capi famiglia, delle famiglie nobiliari.
I poteri dell’assemblea erano quello deliberativo e quello di fare gli statuti, il cui nome
“statuti” deriva dal fatto che queste norme fossero statuite dall’ assemblea (statutum est in
assemblea si è stabilito che…); gli statuti generalmente erano costituiti da 3 tipi di norme:
A. Brevia: Con i brevia i magistrati giuravano l’osservanza delle istituzioni cittadine, ma
non solo sono brevia anche le norme giurate di sottomissione dell’Assemblea al magistrato
che si impegna ad osservare l’ordinamento comunale, quindi è un giuramento bilaterale.
B. Consuetudini: fonti fatto messe per iscritto. Le consuetudini talmente tanto diffuse da
essere conosciute da tutti, vengono ad essere messe per iscritto in occasione della
redazione statutaria.
C. Deliberazioni assembleari o statuti in senso stretto: norme frutto della deliberazione
assembleare.
Non tutte tutti gli affari erano trattati nell’assemblea generale, infatti per questioni più
rilevanti ed importanti, venivano trattate dal Consiglio di Credenza, un organo, anch’esso
con vari nomi, che veniva delegato dall’assemblea generale per trattare casi di estrema
importanza.
I componenti del Consiglio erano scelti tra le persone più influenti della città ritenute
“homines credentes”, cioè uomini ritenuti degni di fede; i membri del Consiglio duravano in
carica 1 anno il tempo necessario per trattare l’importante e specifica questione per cui
quest’organo ristretto era stato chiamato a decidere.→ Assemblea dotata di potere
deliberativo a cui si affianca un Consiglio ristretto in cui si trattano questioni di
particolare importanza, che non possono essere trattate in maniera plenaria
dall’Assemblea generale.
-Consoli: magistratura a cui è affidato il potere esecutivo e giudiziale; i consoli non solo
erano degli esecutori di ciò che l’assemblea aveva deliberato, ma erano anche titolari del
potere giudiziario.
Nella magistratura consolare esistevano i consules de iustizia (consoli che esercitavano la
giurisdizione).
Le caratteristiche principali di quest’organo erano la collegialità, i consoli venivano eletti
con la votazione da part delle famiglie nobiliari e duravano in carica 1 anno con
possibilità di rielezione; durante il loro mandato i consoli ricevevano una
retribuzione chiamata “feuduum”.
Queste caratteristiche però portarono numerose problematiche: infatti il fatto che fosse una
magistratura collegiale (di due o più membri) comportava la difficoltà di arrivare alla
determinazione della volontà consolare, era difficile arrivare all’unanimità perciò serviva un
migliore criterio per esprimere la maggioranza; anche il criterio maggioritario comportava
delle problematiche perché se i consoli erano solo due, con opinioni differenti si arrivava ad
un blocco dell’attività del comune, una totale paralisi del governo cittadino.
Altra problematica era data dalla cooptazione da parte delle famiglie più potenti, perché
creava una sorta di elité decidente, che ovviamente approfittando della possibilità di
rielezione dei consoli riproponeva sempre i soliti soggetti a ricoprire quella magistratura,
con la conseguenza che il potere restava nelle mani di un ceto ben preciso, impedendo
l’accesso ad altri. In sostanza la carica consolare era ricoperta sempre dalle solite persone.
Tutte queste problematiche portarono ben presto alla crisi dell’ordinamento comunale.
2. Dal 1183-in poi :
La magistratura consolare entra in crisi, mentre le assemblee restano in piedi come istituzioni
fondamentali.
Dopo pace di Costanza si assiste ad una progressiva sostituzione dei consoli con un
magistratura monocratica: il PODESTA' un’unica persona che sostituiva la magistratura
collegiale.
Con il podestà si ha la seconda fase dell’ordinamento comunale.
Il podestà è colui che detiene il potere esecutivo e il potere giudiziario, istituito al fine di ovviare a
quegl’inconvenienti che il sistema consolare aveva prodotto: innanzitutto essendo un organo
monocamerale non c’era più il problema della maggioranza, mentre per quanto riguarda il
problema della cooptazione, gli statuti cominciarono a prevedere che il podestà dovesse essere
un forestiero, in questo modo era molto probabile che il podestà non avesse alcun rapporto con le
potenti famiglie cittadine e ciò permetteva di evitare che fossero sempre i soliti soggetti a ricoprire
questa carica, che aveva una durata limitata di 6 mesi-1 anno e non era immediatamente
rieleggibile.→ merum et mixtum imperium no paralisi del sistema come con i consoli.
Al fine di garantire che l’attività del podestà fosse esercitata nel miglior modo possibile, gli statuti
prevedevano, né prevedevano un controllo sull’attività: al termine del suo mandato il podestà
poteva essere soggetto al giudizio di sindacato da parte dei sindaci, ovvero dei magistrati
nominati dall’Assemblea per verificare l’attività del podestà durante il suo mandato.
I sindaci valutavano l’operato del magistrato e nel caso ci fosse stato un cattivo esercizio
potevano chiedere trattenere lo stipendio del podestà al fine di risarcire i danni fatti.
Questi rimedi furono elusi dai podestà e ciò portò alla Nascita della Signoria.
Secndo gli storici italiani di fine seco paradossalmente la soluzione ospposta l comune è la
riscossa dell elemnto italico la popolazione italico che si srolla di dosso il secolare servaggio
/servitu che aveva visto il popolo italico spottomesso rispetto al germanesimo, con il comune i
popoli italici vedno liberati dal giogo feudale e crea la nuova istituzione che richiama i fasti di
Roma anche nelle sue maigstratura. Questa tesi a sfondo nazionalistico non convinve pèerche
anche qi si sexziona l istituto per capire quanto c'è di germanico e di romano in tale istiotuto
Queste tesi n0n convincono quella sostenuta sul comune è la tesi di Calasso e da Volpe
Calasso con la sua tesi dice che nel periodo basso medioevale il comune si trova a sorgere
accanto ad altre trasformazioni che investono la societa da alcuni c'è da notare uan spontaneita
cretrice cio