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Generi teatrali del 600 e Molière Pag. 1
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MOLIÈRE

Quando Molière inizia a scrivere all’età di 40 anni il teatro comico non ha dei

modelli ben definiti a cui si ispira nella letteratura francese. C’è la farsa, la

tragicommedia e c’è anche l’esempio della commedia dell’arte, gli italiani che

praticano una comicità ,una comicità non percepita come elevata perché non si

fonda sul testo scritto, ma sull‘improvvisazione, sull’utilizzo delle

maschere(Arlecchino, Colombina ecc) e gestualità, una gestualità che in alcuni

momenti è vicino alla farsa.

Molière fonda la Grande comédie che rimarrà un modello per i secoli a venire.

Grande comédie vuol dire un genere che possa essere percepito come

letterariamente elevato come quello tragico, diverso dalla tragedia ,ma

letterariamente elevato e per poter rivaleggiare con la tragedia la prima cosa da

fare è rivendicare alla commedia la possibilità di occuparsi di argomenti seri,

elevati. Invece Moliere mette in scena una serie di argomenti scottanti come ad

esempio l’educazione dei figli, la medicina come scienza, l’ipocrisia, il fenomeno del

preziosismo (“les précieuses ridicules ” con cui inizia la sua carriera o “les femmes

savantes”), il tema più scottante ed è anche l’oggetto del Tartuffe è quello della

falsa devozione. La commedia quindi incomincia ad occuparsi di elementi elevati.

Per parlare di questi argomenti scottanti, non bastano più tre atti e quindi la grande

comédie è una comédie in 5 atti come la tragedia, è una comédie scritta in versi

non più in prosa, si occupa di questioni elevate, scottanti e però la genialità di

Molière è che nel far tutto questo non rinuncia al riso, a tutti i tipi di riso.

Molière utilizza tutta la gamma del riso dall’ironia sottile che solo persone colte

possono cogliere alla risata che nasce dall’equivoco lessicale a sfondo erotico,

utilizza tutta la gamma del’ironico.

La grande comédie è una commedia che non è più fondata sull’intrigo ma è

centrata sul carattere dei personaggi, è una commedia di carattere; Molière mette

in scena dei personaggi sommamente ridicoli nell’eccesso delle loro manie. La

critica di Molière è diretta nei confronti dell’eccesso. Ad esempio nel L’Avare si ride

dell’amore ossessivo, maniacale del protagonista per questa sua cassetta d’oro, gli

parla come una fidanzata, è per lui il suo affetto più caro, non parla cosi nemmeno

nei confronti dei suoi figli e della sua compagna.”Le Misanthrope” , quest’uomo che

vuol dire sempre la verità, le cose cosi come sono, non sopporta l’ipocrisia( è uno

dei vizi maggiori in questo secolo). Dire sempre la verità è anche un modo per

allontanare ogni uomo, dando sempre i propri giudizi offende continuamente le

persone(eccesso). “Le Malade imaginaire” altro personaggio ossessionata dall’idea

appunto di essere malato,quest’opera diventa un modo per ridicolizzare i medici. In

questo nell’attacco alla medicina dell’epoca, Molière è l’erede un po’ di Rabelais e

di quella corrente libertina legata non solo alla filosofia, ma anche del piacere

epicureo del libertinismo scettico. Quest’opera quindi non è soltanto la satira di

quest’uomo ipocondriaco, ma è anche l’occasione per fare una satira dei medici e

dei loro sedicenti metodi che in realtà sono causali. “ L’école des femmes”, la

mania, l’ossessione estremamente ,socialmente pericolosa è quella di un uomo che

ne terrore di essere cornuto compra una bambina di 4 anni e la rinchiude in

convento, la fa crescere separata dal mondo e una volta che ha raggiunto l’età di

14 -16 ani, esce dal convento a la rinchiude in un appartamento sotto la

sorveglianza di due servi con l’idea che la vuole stupida e ignorante perché questo

gli assicurerà la fedeltà. Di queste manie, ossessioni ,Molière ci mostra la

pericolosità sociale.

Il precetto di Orazio(poeta latino) che Molière riprende ,che è alla base della sua

concezione di teatro della commedia8concezione alta) è il CASTIGAT RIDENDO

MORES -attraverso il riso, punisco in qualche modo, mi prendo gioco degli usi e

costumi che sono pericolosi, profondamente immorali. Molière ci dice questo nella

preface del Tartuffe: un trattato di morale non lo fa cosi bene come lo fa una bella

satira, perché le persone ci dice Molière non sopportano di essere ridicoli,

sopportano che gli si fa la predica ma non sopportano di essere ridicolizzati, ecco

perché il riso è più efficace di un trattato di morale per correggere i costumi. Il re

luigi XIV lo premia con una pensione.

Molière usa tutta la gamma del riso, mentre Corneille esclude il riso più diretto, più

aperto e punta invece al sorriso, cioè ad un divertimento decente, che rimanga

nella decenza,Molière ha anche il coraggio di essere indecente.

La genialità di Molière è quello di rivolgere ad un pubblico vasto.

(Il don Juan di Molière-nel v atto si tratta di un Tartuffe travestito, è anche lui un

falso devoto, perché ad un certo punto fa finto di esser devoto a Dio)

Molière aveva studiato preso i gesuiti di Parigi, è figlio di una borghesia benestante,

il padre è tappezziere del re. A 20 anni saluti tutti innamorandosi di Madeleine

Bejart e comincia ad abbracciare la vita di attore tragico. Alla commedia arriva a 40

anni. Fonda una compagnia insieme a Madeleine Bejart, ma questa compagnia

fallisce e quindi vive le difficoltà del mestiere del teatro, farà dei giorni di prigione

per insolvenza. E la conseguenza di questo suo primo fallimento sarà 20 anni di

teatro in provincia, fa la vita nomade. E all’inizio farà l’attore tragico con risultati

grotteschi. Le cose cambiano quando ad un certo punto Molière rappresenta di

fronte alla corte una tragedia, quando alla tragedia fa seguire la farsa ha un

successo straordinario e li inizia a mutare il suo destino perché viene gratificato dal

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 2016.vale2016 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Silvestri Agnese.