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In un osso possiamo distinguere:
- Eminenze: si possono suddividere in articolari e non articolari. Quando parliamo di eminenza
articolare, parliamo della superficie articolare che si va ad articolare con altre ossa. Le
eminenze non articolari, sono protuberanze ossee, che non si articoleranno con altre ossa,
ma daranno origine ed inserzioni a muscoli e legamenti.
- Cavità: possono essere conosciute anche come fosse o solchi, anche queste possono essere
articolari e non articolari. La cavità articolare è quella che ospita un osso, quindi quella cavità
che si va ad articolare con un osso. La cavità non articolare non ha rapporti con le ossa, ma
che ospita strutture tendinee o legamentose.
- Fori (o canali): essi possono essere o di tipo nutritizio o di trasmissione. I fori nutritizi sono
quei fori all’interno di un osso che ospitano dei vasi arteriosi e venosi che vanno a nutrire
quest osso. I fori di trasmissione sono quei fori che danno passaggio sia a strutture arteriose,
venose o nervose che non andranno a irrorare o innervare l’osso dove esse passano, ma
l’osso o strutture vicine. Solitamente questi fori li troviamo nelle ossa della base del cranio.
FRATTURE: è la rottura parziale o totale della continuità di un osso. Esse possono essere:
Trasverse
Lineari
Oblique senza allontanamento
Oblique con allontanamento
Spirale
A legno verde
Comminute (si va a disgregare)
Queste fratture si possono rimarginare solitamente in 5-6 settimane per un soggetto giovane.
Durante la prima settimana si ha la formazione dell’echimosi (ematoma) e si ha un’infiammazione
all’interno dell’osso in modo che attiri molti vasi, quindi una ipervascolarizzazione di questo tessuto
che va formare un callo fibrocartilagineo che mano a mano diventa callo osseo fino al
rimodellamento dell’osso con la formazione dei nuovi vasi che si mettono in comunicazione con il
vecchio tessuto osseo circostante.
Formazione ematoma Formazione callo fibrocartilagineo Formazione callo osseo
Rimodellamento osseo
Osteologia: studio delle ossa. ARTICOLAZIONI
Le articolazioni si suddividono in 2 grandi famiglie:
- Sinartrosi: parliamo di articolazioni non mobili, quindi senza movimento (vengono classificate
anche come articolazioni non sinoviali perché tra i capi articolari non si presenta una cavità
articolare e vengono anche classificate come articolazioni per continuità, cioè per continuità
di tessuto)
- Diartrosi: sono articolazioni mobili (sono articolazioni sinoviali, perché tra i capi articolari
troviamo una cavità articolare e sono articolazioni definite per contiguità o contatto, dove i 2
capi articolari si vanno a congiungere)
Solitamente le sinartrosi le troviamo tra le ossa del cranio, mentre le diartrosi le troviamo in tutto
il corpo.
Quindi il base al tessuto che troviamo interposto tra i capi ossei possiamo definire diversi tipi di
sinartrosi come:
- Sinartrosi fibrose: abbiamo l’unione dei capi articolari attraverso fibre di tipo collagenico o di
tipo elastico suture, sindesmosi, sinelastosi, schindilesi e le gonfosi.
- Sinartrosi cartilaginee: l’unione dei capi articolari avviene attraverso la cartilagine ialina o
cartilagine articolare.
- Sinartrosi fibrocartilagine: i capi articolari si uniscono attraverso la fibrocartilagine.
- Sinartrosi ossee: tra i capi articolari viene interposto tessuto osseo
Le sinartrosi cartilaginee vengono classificate come sincondrosi
Le sinartrosi fibrocartilaginee vengono classificate come sinfisi
Le sinartrosi ossee vengono classificate come sinostosi (secondarie alle sincondrosi)
Tra le sinastrosi fibrose possiamo distinguere le suture ammonite (o piane), dentate, squamose,
schindilesi, sindesmosi, sinelastosi e le gonfosi.
Le suture si trovano principalmente a livello del cranio e con i processi di ossificazione queste suture
possono andare in contro a delle sinostosi. Quindi il tessuto fibroso di tipo collagene può essere
sostituito da tessuto osseo (negli anziani).
Nelle suture ammonite (o piane), i margini ossei sono rettilinei es. le possiamo trovare tra le ossa
nasali.
Nelle suture dentate, i margini ossei sono dentati ed incastrati l’uno con l’altro es. tra l’osso frontale
e i 2 parietali.
La sutura squamosa (l’unica) è quella parieto-temporale e i margini sono tagliati di sbieco in modo
che non aumenti lo spessore tra le 2 ossa, quindi si vanno ad incastrare.
Nella schindilesi (l’unica) è costituita da un capo osseo che ha la forma di una cresta lineare (vomere)
e l’altro di una doccia (sfenoide).
Le sindesmosi vanno ad unire le ossa tra di loro (permettono piccoli movimenti ma non
l’allontanamento), solitamente sono costituite dai legamenti a distanza o dalle membrane
interossee. Sono quindi costituite da fibre collagene.
Le sinelastosi si differenzia dalla sindesmosi poiché presenta fibre elastiche.
Le gonfosi le possiamo trovare sia a livello delle ossa mascellari, che a livello della mandibola. Esse si
vanno a costituire tra l’alveolo dentale e la radice del dente. Il legamento che andrà a rinforzare
questa articolazione si chiamerà legamento parodontale.
Un esempio di sinfisi è la sinfisi pubica (tra i 2 pubi), o tra le varie vertebre (poiché vi è la presenza di
un disco fibrocartilagineo).
Le sincodrosi solitamente sono temporanee poiché verranno sostituite dalle sinostosi.
Es. sincondrosi articolazione sfeno-occipitale o tra le vertebre sacrali.
L’unica sincondrosi perenne è tra la prima costa con lo sterno.
Le sinostosi sono una conseguenza delle sincodrosi.
Le diartrosi sono articolazioni mobili che troviamo principalmente a livello degli arti. Esse sono
articolazioni per contatto o contiguità. Durante il movimento, le superfici articolari scivolano tra di
loro per cui cambiano i punti di contatto.
Il contatto tra le superfici è mantenuto oltre che dalla capsula articolare che riveste i 2 capi articolari
e dai legamenti connettivali che rinforzano la medesima dalla pressione atmosferica e dalla azione
dei muscoli attivatori dell’articolazione. Quindi all’interno della cavità articolare non troviamo la
presenza di aria.
Si descrivono elementi comuni a tutte le articolazioni ed elementi accessori
Le articolazioni (diartrosi) si classificano tenendo conto della forma dei capi articolari.
Esse possono essere condiloidee, enartrosi, a sella ecc..
Elementi comuni delle diartrosi:
- Superficie articolare (quindi le eminenze delle cavità articolari, cioè le estremità delle ossa
rivestite da cartilagine articolare o ialina)
- Capsula articolare (che è un manicotto fibroconnettivale che riveste i 2 capi articolari e che si
suddivide in 2 parti: una parte interna che si chiama membrana sinoviale e una parte esterna
che si chiama capsula fibrosa)
- Cavità articolare (che si forma all’interno della capsula articolare tra i 2 capi articolari, essa
non contiene aria perciò la pressione atmosferica contribuisce a mantenere a contatto i capi
articolari. All’interno della cavità articolare troviamo però un liquido chiamato liquido
sinoviale prodotto dalla membrana sinoviale che produce una glicoproteina molto
importante che si chiama lubricina che lubrifica le superfici articolari)
Il liquido sinoviale è molto importante perché non solo lubrifica le superifici articolari, ma poiché le
superfici articolari non sono nè vascolarizzate, né innervata, ma hanno bisogno di nutrimento, questo
viene effettuato per perfusione dal liquido sinoviale.
Quindi il liquido sinoviale lubrifica e nutre la superficie articolare.
In condizioni patologiche (es. infiammazione da trauma), la membrana sinoviale produrrà molto
liquido sinoviale, quindi all’interno della cavità articolare troviamo molto liquido sinoviale che
provocherà impotenza funzionale ovvero va a ridurre il cosiddetto ROM (range of motion).
La cartilagine articolare è costituita da molti strati che sono: (da quello superficiale a quello più
interno) zona superficiale, transizione, radiale, basale.
Quando abbiamo una degenerazione cartilaginea, questi strati della cartilagine vanno in contro a
degenerazione. Poiché non è né innervata, né vascolarizzata, non viene sentito dolore, ma quando la
degenerazione arriva a livello subcondrale (che è un tessuto molto vascolarizzato) allora si sente
dolore ma è già tardi.
A livello della membrana sinoviale troviamo 2 tipi di sinoviociti, ovvero le cellule della membrana
sinoviale, che si suddividono in sinoviociti di tipo “A” e “B”.
I sinoviociti di tipo “A” sono delle cellule macrofagiche, mentre i sinoviociti di tipo “B” sono dei
fibroblasti.
Abbiamo 3 tipi di articolazione:
- Semplice: 2 capi articolari e una capsula articolare
- Complessa (doppia): tra i 2 capi articolari troviamo un disco (o un menisco) articolare di
natura fibrocartilaginea. Quindi presentano 2 cavità articolari.
- Composta: all’interno di un’unica capsula articolare troviamo 3 articolazioni diverse es.
articolazione gomito.
Elementi accessori delle diartrosi:
- Legamenti esterni ed interni
- Tendini interni
- Cercini glenoidei
- Dischi e menischi
I legamenti esterni vanno a rinforzare la capsula articolare esternamente (possono essere anteriori,
posteriori o laterali conosciuti come legamenti collaterali).
I legamenti interni che vengono classificati come intrarticolari (all’interno dell’articolazione) come ad
esempio articolazione coxo-femorale.
Abbiamo dei tendini all’interno dell’articolazione, l’unico tendine intrarticolare è dato dal capo lungo
del muscolo bicipite brachiale.
I cercini glenoidei sono delle strutture fibrocartilaginee che vanno ad ampliare la superficie articolare
di un capo osseo.
In alcune articolazioni troviamo strutture (sempre fibrocartilaginee) che prendono il nome di
menischi o dischi articolari. I menischi hanno la funzione di ammortizzare il carico, ma soprattutto
rendere concordanti le superfici articolari.
Abbiamo anche la presenza di borse che si trovano nelle grandi articolazioni che sono dei sacchetti
dove all’interno troviamo il liquido sinoviale. Esse le troviamo tra le ossa e i legamenti e hanno il
compito di impedire che i legamenti con i movimenti si possano rompere a causa di una
degenerazione data da sfregamento.
Abbiamo anche delle guaine sinoviali che troviamo principalmente a livello della gamba e del piede
(o braccio e mano) che accolgono tutti i tendini che vanno verso il piede o la gamba (o mano e
braccio) es. tendini muscoli flessori o estensori delle dita. Queste guaine a volte sono racchiuse da
delle fasce che prendono il nome di retinacoli, questi retinacoli va