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N
Si utilizza quindi il volume di ritenzione specifico (Vg) per confrontare il comportamento di
diverse colonne con ugual riempimento e che quindi dipende dalla massa della fase stazionaria.
Vg → costante di equilibrio correlata alla costante di distribuzione Kc.
.
- Kc e k dipendono dalla temperatura che è importante nella GC, infatti più la temperatura è alta
più il gas è volatile e quindi è più facile il trasferimento del gas nella fase mobile.
La fase mobile si arricchisce del gas perciò avviene lo spostamento dell'equilibrio gas-liquido.
Rapporto di fase: β= V /V
G L
Nelle colonne capillari β è dato dal raggio e da df (spessore film fase stazionaria) e si può
modificare β agendo sul diametro e sullo spessore del film
.
1) SELETTIVITA'
In GC è espressa da α e dipende dalla temperatura e dal tipo di fase stazionaria. Le colonne
capillari a causa della loro geometria operano a temperature leggermente più basse. Quindi meno
temperatura vuol dire maggior selettività.
2) EFFICIENZA
Colonne capillari: sono più lunghe e non subiscono perdita di pressione, presentano H più
• piccolo che si trova a maggiori portate e ha una pendenza minore dovuta a C → miglior
efficienza (alta velocità e alta pressione).
B
H u
= +C∗
⃗
Equazione di Van Deemter: dove C = Cs+Cg che deve essere molto
u
⃗
piccolo e il valore A non esiste in quanto non esistono percorsi multipli.
√ → efficienza ottimale e migliore.
Hmin=2 BC
Colonne impaccate: sono più corte e hanno un numero di piatti inferiori, Hmin corrisponde
• a un solo valore e perciò necessita di una portata precisa.
B
H A+ u
= +Cs∗
⃗
Equazione di Van Deemter: dove C = Cs perché Cg può essere
u
⃗
trascurato e A contribuisce all'altezza del piatto teorico.
Miglioramento Efficienza
- scegliere colonne lunghe
- nelle colonne impaccate le particelle devono avere un diametro piccolo
- usare film sottile
- liquido di ripartizione poco viscoso e deve avere bassa tensione di vapore
- ridurre diametro interno della colonna
- il carrier deve avere grande massa molare
3) RISOLUZIONE
Le colonne capillari hanno una maggiore risoluzione perché si lavora a temperatuira inferiore.
Per migliorare la risoluzione bisogna avere K grande, le colonne impaccati hanno K maggiore per
cui hanno una maggiore risoluzione.
programmare la pressione permette di lavorare a velocità costante
– aumentare gradualmente la temperatura durante le analisi riduce i tempi di lavoro
–
RIDUZIONE TEMPI DI LAVORO
avere risoluzione compresa tra 1 e 5
– avere α grande (maggior selettività)
– K vicino a 2
– velocità (u) relativamente grande
–
FASE MOBILE
Idrogeno, elio, azoto, infatti la fase mobile o eluente deve:
essere inerte e puro
– non presentare umidità, ossigeno e idrocarburi
– scegliere accuratamente viscosità e densità
– avere compatibilità con il rivelatore
–
FASE STAZIONARIA
1) SOLIDO
Adsorbimento: presenza di siti attivi che interagiscono con legami dipolo-dipolo.
Le molecole da separare se sono polari si utilizza una fase stazionaria poco adsorbente, se le
molecole sono non polari se ne utilizza una molto adsorbente.
Più usati: silice, carbone attivo, alluminia
2) LIQUIDO
Deve essere inerte, avere un buon grado di bagnabilità e bassa resistenza al flusso del gas
3) LIQUIDO DI RIPARTIZIONE
Liquido che ricopre un supporto e funge da fase stazionaria, il più usato è la fase polisilossaniche.
devono avere bassa tensione di vapore
– elevata stabilità termica
– devono essere inerti
– hanno un buon effetto solvente
– bassa viscosità
–
4) LEGATE
La fase liquida con il tempo si impoverisce, questo fenomeno è detto bleending e può incidere
negativamente sull'analisi perché fa aumentare il disturbo del segnale di fondo. Per evitare questa
perdita, il liquido si può legare chimicamente ai gruppi ossidrilici della silice, così che si avrà una
linea di base più stabile e minor rumore di fondo.
STRUMENTAZIONE GC
TECNICHE DI INIEZIONE
La frazione che entra in colonna deve essere compatta e avere stessa composizione del campione
da analizzare. Il campione, essendo eterogeneo, si comporta in modo diverso in fase di iniezione a
causa della diversa velocità di diffusione o della diversa volatilità. Per evitare ciò: iniettore split.
1) Iniettore Spilt →mediante lo splitter, sistema di selezione, viene inviata in colonna solo
una piccola frazione di campione. Lo splitter è costituito da una camera di iniezione
termostatata ad elevata temperatura, dove il campione evapora velocemente e si miscela
con il carrier. Il carrier viene diviso in due parti: una verso il setto per mantenerlo pulito,
l'altra trascina il campione in colonna e verso l'esterno.
2) Iniettore Splittes → miglioramento del sistema split. Prima dell'iniezione viene chiusa la
valvola di split e si inietta la miscela, dopo poco si riapre la valvola e si ripristina lo split. Il
campione entra in colonna, vengono eliminati i vapori e la sensibilità aumenta. I picchi,
così, non si allargano nonostante venga introdotta maggior quantità, grazie a un effetto di
compattamento della banda in testa alla colonna che può sfruttare:
Effetto Solvente: durante l'iniezione, temperatura sotto il punto di ebollizione del
▪ solvente. Dopo la fase di vaporizzazione il solvente condensa sulle pareti e i
componenti della miscela si trovano per lo più sulla coda della colonna. Questo
comporta a uno spostamento più lento della banda perché in contatto con film
sottile di fase liquida. Formazione di bande strette.
Effetto Termico: temperatura inferiore di 150° dal punto di ebollizione medio così i
▪ componenti della miscela vengono condensati, mentre il solvente è allo stato di
vapore.
RIVELATORI
I rivelatori Universali servono per individuare tutti i componenti della miscela con una sensibilità più
o meno elevata, mentre i rivelatori Selettivi per individuare solo alcuni tipi di composti.
I più usati sono di tipo differenziale, cioè che forniscono una linea di base piatta quando esce solo
carrier, mentre danno un picco simmetrico in corrispondenza di una banda di eluizione.
.
Selettività → dipende dalla capacità di rivelare le sostanze da separare. Il segnale fornito dal
rivelatore è proporzionale alla concentrazione del componente eluito oppure alla sua massa.
Rumore di Fondo → segnale fornito dal rivelatore quando nel carrier non è presente nessun
componente della miscela. I rivelatori hanno elevata velocità di trasmissione e il sist. di
elaborazione dei dati alta velocità di acquisizione, però troppa velocità comporta un elevato rumore
di fondo e aumento della sensibilità.
La quantità minima rivelabile (limite di rivelabilità) è legata all'andamento del disturbo di fondo e al
segnale minimo che può distinguere.
Deriva → instabilità intrinseca del rivelatore. Rappresenta la componente lente della variabilità del
sistema di rivelazione.
Intervallo Linearità → intervallo di masse entro il quale la sensibilità del rivelatore rimane costante.
Intervallo Risposta Dinamico → intervallo masse entro il quale un aumento di queste causa un
aumento della risposta del rivelatore.
1) Rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID)
= rivelatore universale e distruttivo in cui le sostanze separate vengono bruciate e portate allo stato
di ioni in fase gassosa.
Il carrier viene convogliato in un ugello (catodo) dove si miscela con aria e idrogeno, alimentando
una piccola fiamma avvolta da un collettore a carica positiva (anodo).
La fiamma produce una corrente ionica fra gli elettrodi che viene trasformata in tensione e inviata
al sist. di elaborazione del segnale. Se solo carrier, si registra una debole corrente di fondo.
Quando la sostanza eluita raggiunge la fiamma, viene bruciata e i prodotti di combustione
contenenti ioni, causano l'aumento dell'intensità della corrente fra i due elettrodi.
Dipende dal rendimento del processo di ionizzazione e quindi dalla temperatura, dal flusso di aria
e di idrogeno.
2) Rivelatore a cattura di elettroni (ECD)
= rivelatore selettivo e non distruttivo che ha una sensibilità maggiore del FID e può fornire
informazioni qualitative sulle sostanze rivelate.
La sorgente radioattiva è posta all’interno di un blocco schermato e può essere costituita da:
lamina di acciaio
• lamina d’oro rivestita, usata in strumenti più recenti.
•
La sorgente radioattiva costituisce l’anodo di una coppia di elettrodi che generano un
campo elettrico di intensità regolabile; il catodo, all’uscita del rivelatore, funge da col-
lettore.
Gli elettroni primari (veloci e che non vengono catturati dal campo elettrico) quando colpiscono le
molecole del carrier, le ionizzano formando elettroni secondari (più lenti e che vengono catturati dal
circuito elettrico) il cui flusso dà luogo alla corrente di fondo, di intensità variabile secondo la d.d.p.
applicata fra i due elettrodi.
.
Sensibilità → dipende tensione di eccitazione, tipo e portata del carrier, tipo e stato della sorgente
radioattiva e dalla d.d.p. applicata fra i due elettrodi che deve essere ottimizzata in modo da
generare una corrente di fondo non troppo eccessiva.
Per migliorare le prestazioni dell’ECD, gli elettrodi possono essere alimentati mediante una
tensione pulsante. Si ottiene così una risposta che dipende esclusivamente dalla elettroaffinità
della sostanza presente nel rivelatore.
Infatti durante la fase di «riposo» gli elettroni secondari si pongono in equilibrio termico con il gas e
quindi il segnale risulta più stabile.
3) Rivelatore a termoconducibilità (TCD)
= rivelatore universale e non distruttivo.
È formato da due sensori termosensibili; uno su cui scorre carrier puro e sull’altro gas in uscita
dalla colonna. I due sensori sono percorsi da una corrente elettrica di piccola intensità e la loro
resistenza varia in funzione della temperatura a cui si trovano.
Il segnale fornito dal rivelatore è direttamente proporzionale alla concentrazione delle sostanze
presenti nel gas in uscita dalla colonna. Quando il gas che si trova nella cella di riferimento e
quello in uscita dalla colonna hanno la stessa c