Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Freud. Prima e seconda topica (processo primario e secondario;principio di piacere e principio di realtà) Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

FREUD: PRIMA E SECONDA TOPICA.

La struttura della mente è concepita, secondo Freud, da due modelli definiti prima e seconda topica.

La prima topica corrisponde ad un modello topografico, nel senso che la mente è strutturata in

province definite Inconscio, Preconscio, Conscio.

L’ INCONSCIO.

L’ inconscio è la parte primaria, più importante ed estesa della psiche umana. Paragonando la mente

ad un iceberg, la porzione visibile corrisponde al Conscio, mentre quella sommersa rappresenta

l’Inconscio. Il Preconscio è la zona intermedia che collega le altre due. I contenuti dell’Inconscio

sono i rappresentanti pulsionali, (cioè la componente delle pulsioni che corrisponde alle

rappresentazioni), ed i contenuti rimossi, tanto che l’Inconscio viene definito, in relazione a questi

ultimi, come il ‘’deposito del rimosso’’. I processi psichici inconsci non sono conoscibili ma

possono essere ricostruiti attraverso i loro derivati, come i sogni, i sintomi, gli atti mancati.

L’Inconscio funziona secondo il processo primario, per cui in esso l’energia scorre liberamente

passando da una rappresentazione inconscia all’altra. Gli aspetti tipici del funzionamento mentale

inconscio sono:

 La mancanza di reciproca contraddizione (nell’Inconscio non esiste il ‘’no’’; un contenuto

inconscio può significare contemporaneamente un concetto ed il suo contrario).

 La mobilità degli investimenti connessi all’energia libera che attraversa l’Inconscio.

 La mancanza di riferimenti temporali.

 La sostituzione della realtà esterna con la realtà psichica.

La presenza di meccanismi mentali quali: la condensazione (una rappresentazione può

 consistere nella sovrapposizione e nella fusione di altre rappresentazioni) e lo spostamento

(una rappresentazione inconscia può aver preso il posto di un’altra rappresentazione)

Il nucleo dell’Inconscio coincide con le prime esperienze infantili rimosse. Le tracce mnestiche

dell’Inconscio sono prevalentemente visive (rientrano nelle rappresentazioni di cosa) e nell’analisi

devono essere verbalizzate per divenire comunicabili. Si tratta di una trasformazione di non poco

conto, poiché consiste in una vera e propria traduzione da un codice (quello dell’immagine) ad un

altro (quello della parola). L’Inconscio funziona secondo il principio di piacere.

IL PRECONSCIO.

Il Preconscio è una zona intermedia tra l’Inconscio ed il Conscio, in cui i pensieri latenti ed i

contenuti inconsci si possono riversare nel momento in cui riescano ad attraversare la censura posta

tra Inconscio e Preconscio. Questa censura rappresenta una barriera tenuta chiusa da un costante

investimento di energia psichica. Il Preconscio accoglie ciò che sfugge alla censura quando questa

risulti meno efficace ed attenui la propria impermeabilità. Il caso più evidente si riscontra durante il

sonno, quando l’attenzione vigile si riduce ed alcuni contenuti inconsci passano attraverso le maglie

allentate della censura, dando origine, in questo caso al sogno. La censura del Preconscio è

deformante, nel senso che deforma i contenuti inconsci, i quali una volta giunti nel Preconscio sono

trasformati tanto da non essere facilmente riconoscibili. L’energia del Preconscio è legata, per cui

non trascorre liberamente da una rappresentazione all’altra, ma si lega ad una rappresentazione. Il

Preconscio funziona in base alle leggi del processo secondario. Il contenuto del Preconscio è

costituito da rappresentazioni di parola. Come la rappresentazione di cosa non coincide con il dato

esterno oggettivo ma ne costituisce l’immagine mentale, così la rappresentazione di parole è

l’immagine mentale del segno verbale.

IL CONSCIO.

Il Conscio è la provincia psichica che comprende i contenuti mentali di cui il soggetto è

consapevole. Costituisce il collegamento tra la realtà esterna e la dimensione psichica

dell’individuo. Per questo Freud, a tal proposito, parla di Sistema Percezione-Coscienza.

L’estensione del Conscio è di gran lunga inferiore a quella dell’Inconscio ed il suo funzionamento è

condizionato dalla parte inconscia della mente. Allontanandosi radicalmente dalla prospettiva

razionalistica, Freud ritiene che il pensiero ed il comportamento dell’uomo siano determinati dal

magma nascosto dell’Inconscio, mentre la componente razionale e conscia costituiscano solo una

porzione ridotta della psiche. Anche il Conscio, come il Preconscio, funziona secondo il processo

secondario e l’energia che lo attraversa è legata. Inoltre è in relazione con il principio di realtà.

Anche tra Preconscio e Conscio esiste una censura, che funziona diversamente da quella che si

trova tra Preconscio e Inconscio; quest’ultima è deformante, mentre la prima è selettiva. Dunque i

contenuti inconsci vengono deformati dalla prima censura, per poi essere selezionati dalla seconda,

la quale agisce da filtro che lascia transitare alcuni contenuti verso la coscienza respingendone altri.

PROCESSO PRIMARIO E PROCESSO SECONDARIO.

Con l’espressione ‘’processo’’ Freud indica il modo di funzionamento dell’apparato psichico. Il

PROCESSO PRIMARIO caratterizza il sistema inconscio. Il suo funzionamento è basato sull’uso di

energia psichica libera che fluisce senza incontrare ostacoli, passando da una rappresentazione

inconscia ad un’altra, senza legarsi a nessuna di esse. Funziona secondo il PRINCIPIO DI

PIACERE ed il soddisfacimento della pulsione non può venire differito nel tempo, ma la scarica

deve essere immediata (la dimensione del tempo non appartiene all’Inconscio, quindi la possibilità

di una dilazione del soddisfacimento non è possibile. L’obiettivo del processo primario è quello di

stabilire una IDENTITA’ DI PERCEZIONE. Questa consiste nella riproduzione allucinatoria delle

rappresentazioni alle quali l’esperienza di soddisfacimento originaria ha conferito un valore

privilegiato. Ad esempio il lattante quando ha fame trova soddisfacimento attraverso l’intervento

della madre che lo nutre. L’oggetto che procura soddisfacimento (in questo caso il seno materno)

diventa un oggetto elettivo e privilegiato che trova una sua rappresentazione mentale inconscia nel

soggetto. Se in una successiva occasione l’oggetto reale non è presente quando il lattante ha fame,

egli lo attualizzerà secondo una logica allucinatoria, ossia lo concepirà come presente anche se

effettivamente non c’è. Si parla in questo caso di soddisfacimento allucinatorio del bisogno o del

desiderio. Questa esperienza viene definita ALLUCINAZIONE PRIMARIA, perché costituirà un

modello su cui si plasmerà ogni successiva operazione psichica di ricreazione allucinatoria

dell’oggetto assente. Il soddisfacimento attraverso un oggetto allucinatorio non è stabile né

definitivo, e non ostacola la ricerca successiva dell’oggetto reale di soddisfacimento da parte del

soggetto. Dunque il processo primario funziona sul modello dell’allucinazione primitiva e non

richiede l’attivazione del pensiero.

IL PROCESSO SECONDARIO caratterizza il Preconscio ed il Conscio. Funziona con energia

legata, che appunto si lega ad una rappresentazione. In questo modo si spiega la capacità del

pensiero di soffermarsi sui concetti, di elaborarli, di vagliarli, di modificarli. Il processo secondario

comprende le categorie di spazio e di tempo che rendono possibile il differimento del

soddisfacimento e la tolleranza della frustrazione. L’energia legata consente l’esecuzione di

operazioni mentali che vagliano le migliori strategie possibili. Al processo secondario, che compare

più tardi rispetto al processo primario, fanno riferimento il pensiero vigile, l’attenzione, il giudizio

ed il ragionamento. Il processo secondario riguarda non più esclusivamente la sfera mentale

dell’individuo, ma anche la realtà esterna. Il PRINCIPIO DI REALTA’ emerge dal contatto con gli

oggetti esterni reali e si affianca al PRINCIPIO DI PIACERE, che deve fare i conti con la realtà e

quindi con l’inevitabile frustrazione. Mentre il processo primario è basato sull’identità di

percezione, il processo secondario si centra sull’identità di pensiero. Il primo è caratterizzato da un

funzionamento immediato e quasi automatico, orientato a trovare la via più breve per scaricare la

tensione attraverso il soddisfacimento allucinatorio (identità di percezione); il secondo invece si

misura con la realtà e ricerca il soddisfacimento del bisogno attraverso strategie attivate dal

pensiero. La meta anche qui coincide con la scarica della tensione.

PRINCIPIO DI PIACERE E PRINCIPIO DI REALTA’.

Il funzionamento mentale dell’individuo è regolato, secondo Freud, da due principi: il principio di

piacere ed il principio di realtà. L’attività psichica ha come obiettivo principale quello di evitare il

dispiacere e, in maniera complementare, di procurare il piacere. Dato che il dispiacere è connesso

all’aumento di eccitazione, il piacere dipende dalla scarica e quindi dalla riduzione della tensione.

Si tratta di un meccanismo che tende a regolarsi automaticamente e produce oscillazioni su

un’immaginaria scala graduata che presenta ad un’estremità il piacere e all’altra il dispiacere, limiti

all’ interno dei quali la tensione può aumentare o diminuire. Il piacere è un limite di fatto

inattingibile, perché porterebbe ad una riduzione completa della tensione che, coinciderebbe con la

morte dell’individuo. Quello di piacere-dispiacere è un concetto di ordine qualitativo, che però

appare strettamente legato a riferimenti di natura quantitativa, relativi all’energia e alla tensione. Il

principio di piacere, che è geneticamente primario, si centra sulla scarica e sul soddisfacimento

pulsionale ottenuti per la via più breve ed immediata. Esso è alla base del funzionamento del

processo primario e caratterizza la prima fase della vita individuale in cui, secondo Freud, è assente

qualsiasi confronto con il mondo esterno. In seguito l’individuo deve fare i conti con i limiti e gli

ostacoli che la realtà oppone al soddisfacimento immediato della pulsione. Il piacere deve misurarsi

con il suo differimento temporale e con la scelta di strategie da parte del soggetto che gli consentano

di raggiungere il proprio obiettivo. In questo snodo si colloca il passaggio dall’ identità di

percezione all’ identità di pensiero e dal principio di piacere al principio di realtà. Il principio di

realtà si lega al processo

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serena8484 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Ruggieri Ruggero.