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I TRE SAGGI SULLA TEORIA SESSUALE

Il sintomo sostiene Freud → formazione di compromesso che riassume in se i termini di un

.

conflitto tra desiderio e rimozione

I tre saggi sulla teoria sessuale (1905) sono la diretta emanazione della svolta del '1897:

Se non è il trauma, in molti casi, ad aver determinato il disturbo, deve esserlo un conflitto

interno, che si produce nel paziente in seguito a dinamiche intrapsichiche a prescindere

.

dagli eventi esterni

Il concetto di pulsione che è centrale nei tre saggi può essere definito come un processo

dinamico. Consiste in una spinta, una carica energetica, che ha origine nell'organismo

dell'individuo e che tende verso una meta, cioè una particolare modalità di scarica della

tensione energetica che caratterizza la pulsione. L'energia che si esprime nella pulsione è

chiamata da Freud LIBIDO. La pulsione si situa al limite tra lo psichico e il somatico e la

libido designa propriamente il suo aspetto psichico. é l'espressione dinamica nella vita

psichica. Questa tensione energetica ha origine in un eccitamento somatico che viene

considerato quindi la fonte della pulsione. Per raggiungere la sua meta cioè eliminare la

tensione energetica, la pulsione si rivolge verso un oggetto. FONTE,META,OGGETTO,

.

sono dunque i tre aspetti caratteristici di una pulsione

Il conflitto che determina il disturbo deve quindi verificarsi tra una pulsione che per il

.

soggetto è inaccettabile e inammissibile e la rimozione

La pulsione si è detto rappresenta un punto di contatto tra lo psichico e il somatico. Essa

produce infatti al livello psichico, un suo rappresentante, qualcosa che viene percepito o

come forma di idea, immagine o sotto forma di affetto, piacevole-spiacevole. Dunque il

conflitto che si produce nell'individuo, creando il sintomo è fra il rappresentante della

pulsione e la rimozione. Il rappresentante deve risalire all'infanzia, quindi la pulsione

rimossa deve risalire all'infanzia e dato che la pulsione ha sempre un carattere sessuale

bisogna postulare l'esistenza di una sessualità infantile. La differenza tra pulsione e istinto

è che l'istinto disegna un comportamento animale, ereditario, rivolto ad un oggetto definito.

La pulsione invece ha una variabilità soggettiva, importante anche la distinzione tra

pulsione sessuale e pulsione di autoconservazione "pulsioni dell'io", di cui il prototipo è la

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fame

Nel primo dei tre saggi Freud affronta il tema della perversione. Lo intende come una

forma di deviazione del processo naturale della procreazione a cui la sessualità è

finalizzata. Le perversioni sono dunque caratterizzate da mete e oggetti differenti da quelli

della sessualità procreativa e consistono dal punto di vista psicodinamico in un arresto del

processo di sviluppo della sessualità dell'individuo che inizia nei primi mesi di vita e che

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dovrebbero procedere fino alla sessualità procreativa matura

Qui entriamo nel secondo saggio dedicato alle fasi dello sviluppo sessuale infantile. Freud

stabilisce che in realtà le pulsioni sessuali sono presenti fin dalla prima infanzia e vengono

prodotte dall'eccitabilità di alcune zone erogene. Queste pulsioni si esprimono

esattamente in quei modi che nell'adulto vengono chiamate perversioni. Parla quindi di

pulsioni parziali, perchè la loro esistenza è collegata a singole parti del corpo e

l'appagamento correlato è ottenuto direttamente con pratiche autoerotiche. In particolare

circa fino ai 18 mesi l'area eccitabile è quella della bocca, anche chiamata Fase orale: il

piacere che il bimbo ottiene dalla stimolazione della mucosa buccale, la pulsione diviene il

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ciucciare ad esempio il dito o altri oggetti

Dai 18 esi ai tre anni circa, l'area di eccitazione è l'ano. Si parla dunque di fase anale.

L'autoerotismo relativo a questa parte è praticato dal bimbo sopratutto attraverso il

trattenimento-controllo delle feci. Infine dai tre ai 5 anni la zona erogene si trasferisce sul

pene e sul clitoride e l'autoerotismo è esercitato mediante l'autostimolazione di questo

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organo. Questa fase viene chiamata Fase fallica

Collegato a questa fase infatti si ha la nascita di quella particolare relazione libidica

triangolare tra bimbo e genitore che prenderà il nome più tardi il nome di "complesso

edipico" o "castrazione del bambino". I due temi sono collegati. Il complesso edipico porta

infatti il bambino a sviluppare un particolare investimento libidico per il genitore dell'altro

sesso e sentimenti aggressivi per il genitore dello stesso sesso.Da parte del bambino

maschio, l'edipo positivo, cioè l'investimento libidico per la madre e l'aggressività nei

confronti del padre viene vissuto con angoscia, la quale ha un'origine specifica nel timore

della reazione aggressiva del padre e nella conseguente minaccia di castrazione che il

bambino avverte da parte di lui. Freud chiama questo vissuto angoscia di castrazione. Si

ha dunque la fase successiva, che è la fase di latenza, la quale dura fino al risveglio della

sessualità nella prima adolescenza. Il periodo di latenza come organicamente e

geneticamente determinato, ma anche come prodotto dall'educazione e come frutto del

dispiacere, che il bambino proverebbe se dovesse rimanere legato alle sue pulsioni

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parziali o al desiderio per il genitore

In questa fase nascono contemporaneamente il disgusto, il sentimento del pudore, gli

ideali estetici, cioè l'energia sessuale rimane latente, o meglio viene derivata verso altre

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mete e oggetti per il meccanismo che Freud chiama Sublimazione

Il bambino vive un rifiuto del altro sesso come se le femmine fossero evirate. !quando si

accorge della mancanza del pene nelle bambine e nella madre. Per quanto riguarda il

complesso edipico al femminile, Freud dirà che l'invidia del pene produce una particolare

attrazione per la figura paterna nelle bambine, come se il padre potesse in qualche modo,

farle partecipi di quell'organo che ad esse manca. Rispettivamente una svalutazione della

figura materna. Il desiderio del pene sarà sostituito più avanti da quello di avere un figlio. Il

passaggio da una fase all'altra del periodo preedipico non è così preciso e automatico e

spesso si hanno ritardi o sovrapposizioni tra fasi. A questo punto il quadro è completo per

tornare a descrivere il meccanismo della perversione ed il suo rapporto con la nevrosi.

Questo rapporto è definito da Fredu con la celebre ricorrente formula: " La nevrosi è per

così dire la negativa della perversione": Infatti ciò che produce la rimozione nelle nevrosi

sono proprio i tratti di sessualità perversa creditati dal periodo preedipico. I sintomi isterici

sono determinati dal conflitto tra un bisogno sessuale eccessivo ed un severo rifiuto della

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sessualità. Mentre questi residui impulsi autoerotici sono rimossi nelle nevrosi

Infine nel terzo capitolo dei tre saggi Freud sviluppa il tema dello sviluppo della genitalità

dell'adolescenza. I primi segni di un'uscita dalla latenza e di un risveglio della sessualità si

hanno già verso gli 8 anni. Se la zona erogena direttiva nella pubertà diviene per il

maschio il pene e per la femmina è secondo Freud più complicata. Infatti il suo pene è il

clitoride e qui inizialmente si concentra la fonte di stimolo che sollecita pratiche

masturbatorie. Questa fase fallica al femminile è contemporanea al mantenimento di un

forte legame con la madre. Successivamente però la bambina inizia ad odiare la madre.

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Manterrà al lungo con lei un legame ambivalente di amore ed odio

IL PICCOLO HANS

Le teorie dei tre saggi trovano applicazioni e conferma immediatamente nell'analisi di un

bambino di cui Freud non si occupò direttamente, ma solo seguendo l'intervento dei

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genitori

Dopo aver assistito all'età di quasi 5 anni alla caduta di un cavallo, sviluppò una fobia per

questi animali e per altri di grandi dimensioni. Aveva paura sopratutto di essere morso. Il

tutto venne interpretato da Freud come un effetto del complesso edipico: vedendo cadere

il cavallo, aveva temuto come un effetto che suo padre potesse morire a causa dell'odio

che il ibmo provava per lui. Al tempo stesso aveva paura del padre e della castrazione e

aveva spostato questa paura sui cavalli, gli animali dotati di un grande pene così come il

padre era dotato di un pene più grande del suo. Hans ammise al padre di desiderare la

sua morte, per poter sposare la mamma. Dopo di che i sintomi fobici cominciarono a

.

recedere

'

NARCISISMO E OMOSESSUALITA

Freud inizia a ragionare sul tema del narcisismo. Un ricordo di infanzia di Leonardo da

Vinci. Prende in esame un ricordo d'infanzia, questi ricorda una fantasticheria. Un nibbio si

posava sulla sponda e gli infilava ripetutamente la coda nella bocca. Dato che si parla di

culla, a quell'età non restano in genere tracce di memoria e si tratta per questo di un

ricordo ricostruito che ha probabilmente riferimento ad un atto omosessuale di tipo passivo

o al ciucciare il seno materno. Leonardo racconta un rapporto molto stretto ed esclusivo

con la madre, la quale lo tratto come sostituto maschile del marito perduto. Freud sembra

influenzato da Jung. L'avvoltoio in Egitto era il geroglifico della madre. La testa

dell'avvoltoio è un organo maschile. Nelle teoria sessuali infantili tutti sono dati di un pene,

anche le donne. Il bambino, tardivamente scopre con orrore che le donne ne sono prive. In

questo modo furono create le premesse per l'omosessualità di Leonardo. Appare qui per

la prima volta il concetto di narcisismo collegato all'omosessualità. Freud ipotizza che una

fase di libido narcisistica possa essere collocata tra il periodo dell'autoerotismo e quello

dell'amore oggettuale. Cioè nel momento in cui le pulsioni sessuali stanno unificandosi

sotto l'organizzazione genitale che prelude la scelta dell'oggetto dell'amore. Il soggetto

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assume innanzitutto se stesso, il proprio corpo e il proprio genitale come oggetti d'amore

NARCISISMO E DELIRIO

Nel paranoico il nucleo del conflitto è la fantasia-desiderio omosessuale di amore un

uomo. Ma la dichiarazione inaccettabile "lo amo" o "lo desidero", viene capovolta in quella

"lo odio". Poi interviene un meccanismo di protezione dell'odio sull'altro, per cui alla fine il

paranoico si convince che sia l'altro ad odiarlo e perseguitarlo e può dire a se stesso "io lo

odio, perchè lui mi odia". I paranoici sono particolar

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giulis0000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mazzoni Silvia.
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