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Gli psicologi dell'Io

Anna Freud, Heinz Hartmann, Edith Jacobson, René Spitz e Margaret Mahler sono tutti autori post-freudiani che si sono focalizzati principalmente sul ruolo dell'Io nella psiche umana. Partendo dal modello di Freud che vede la psiche composta da Io, Es e Super-Io, questi psicologi hanno studiato la struttura, le funzioni, i meccanismi e lo sviluppo dell'Io, considerato fondamentale nello sviluppo psichico. Per questa ragione vengono chiamati psicologi dell'Io. Inoltre, hanno dato importanza sia allo sviluppo normale che a quello patologico.

René A. Spitz (1887 – 1974)

Il pensiero di Spitz è stato importante e innovativo, da un punto di vista teorico, principalmente per due motivi:

  • Si è interessato allo sviluppo delle funzioni dell'Io che permettono al bambino di essere consapevole dell'oggetto e della relazione oggettuale creatasi attraverso l'Io stesso;
  • Ha dato importanza alle esperienze relazionali reali dell'individuo, soprattutto quelle con la madre (il suo tema principale).

centrale è proprio la relazione con la madre), in quanto contribuiscono allo sviluppo dell'Io, e quindi alla costruzione del mondo interno del bambino. A differenza di Freud che privilegiava l'esperienza simbolica, nella teoria di Spitz le relazioni reali (e le conseguenze di una loro mancanza, specie nei riguardi delle cure materne nei primissimi anni di vita) sono poste in primo piano.

Da un punto di vista metodologico, invece, l'innovazione apportata da Spitz, condivisa dagli altri psicologi dell'Io, consiste nel tentativo di introdurre il metodo sperimentale con il metodo osservativo longitudinale nell'osservazione infantile, in particolare nell'osservazione degli scambi interattivi tra madre e bambino (vedi la successiva Infant Research), per la formazione di ipotesi psicoanalitiche. Nasce una psicoanalisi prospettica evolutiva, in contrasto con quella retrospettiva e narrativa di Freud: non si va più dal paziente adulto in senso

retrospettivo verso le prime fasi dello sviluppo, ma in senso inverso, prospettico. L'importanza che Spitz dà alle cure materne, sia fisiche che affettive, indispensabili per un sano sviluppo dell'Io, deriva dalle sue osservazioni sui bambini ospedalizzati negli orfanatrofi: questi, non avendo relazioni affettive con un adulto di riferimento, mostravano un ritardo generale sotto vari aspetti. Spitz osservò in certi bambini quella che definì depressione anaclitica, ossia la sindrome, che si manifesta intorno ai 9 mesi, dovuta alla separazione dalla madre con la quale per i primi 6 mesi il bambino ha avuto una buona relazione. Tale depressione si manifesta con sintomi di apprensione, tristezza, piagnucolio, ritiro e rifiuto a nutrirsi. Se la separazione dura più di 3 mesi, i sintomi possono aggravarsi e portare fino ad apatia o morte. In una delle sue opere principali, "Il primo anno di vita del bambino", l'autore spiega come la relazione oggettuale.nei primi 12 mesi di vita sia di fondamentale importanza per un sano sviluppo dell'Io, o meglio dei precursori delle funzioni dell'Io che andranno a delinearsi successivamente. Nel periodo in cui l'Io del bambino non è ancora sviluppato, la madre funge da "Io ausiliario" attraverso gli scambi micro-dinamici tra i due, che il bambino non percepisce ancora come qualcosa che implica una persona al di fuori di lui (fase di non differenziazione, pre-oggettuale). Lo sviluppo delle funzioni dell'Io del bambino e del suo mondo interno si svilupperanno grazie alla presenza dell'adulto di riferimento che lo accudisca sia da un punto di vista fisico che, soprattutto, emotivo, quindi grazie all'ausilio delle funzioni dell'Io materno. Gradualmente, poi, si assiste alla progressiva acquisizione delle competenze evolutive che porteranno alla differenziazione e, di conseguenza, alla fase della relazione oggettuale con la madre (fase in cui

L'Io funziona autonomamente). La transizione dalla fase di non differenziazione alla fase di relazione oggettuale è dovuta a delle riorganizzazioni psichiche che avvengono in periodi critici, in cui compaiono delle asincronie tra le competenze del bambino e le caratteristiche del contesto, in costante mutamento. Spitz basa la sua teoria, secondo cui la riorganizzazione si verifica in seguito ad un disequilibrio psichico, sulla teoria della spinta pulsionale di Freud. Queste riorganizzazioni prevedono la presenza di organizzatori, contenuti nell'Io, e la comparsa di indicatori: gli indicatori sono tutti quei comportamenti osservabili esternamente che stanno ad indicare l'avvenuto cambiamento interiore, avvenuto grazie agli organizzatori. Dunque, gli organizzatori (concetto tratto dall'embriologia, dove rappresentano dei tessuti che, se innestati in un certo momento della riproduzione cellulare, modificano permanentemente la futura conformazione del tessuto in cui

I processi interni sono insiemi di processi interni che determinano il raggiungimento di una svolta, ossia di una riorganizzazione, a livello sia psichico che biologico, e che si manifesta attraverso schemi comportamentali (gli indicatori). Spitz distingue tre tipi di organizzatore e, quindi, tre momenti di riorganizzazione, che si verificano nei primi 18 mesi di vita:

  1. Il sorriso indifferenziato

    Appare intorno al 2° mese e segnala importanti precursori della competenza sociale e un buon sviluppo sotto vari punti di vista (affettivo-relazionale, neurologico, cognitivo e comportamentale). Si tratta di un sorriso riflesso, non rivolto ad un oggetto specifico, ma appunto indifferenziato, rivolto alla Gestalt umana. La comparsa del sorriso indifferenziato non implica che il bambino percepisca l'oggetto come qualcosa di diverso da Sé, ma comunque indica una direzione verso la differenziazione.

  2. L'angoscia dell'estraneo

    Appare intorno al 9° mese e segnala

l'altro.

L'oggetto. Questo avviene in maniera graduale, a partire dalle competenze motorie che il bambino inizia ad acquisire dopo il 9° mese e che lo rendono sempre più autonomo, a seguito delle quali la madre inizierà ad imporre dei limiti a certe sue azioni e desideri. L'opera di riferimento è Il sì e il no. La teoria di Spitz è molto attuale, soprattutto per quanto riguarda l'emergere dei primi due organizzatori. Molte patologie attualmente in fase di studio, come le patologie dello spettro autistico, sembrano legate al fallimento di una fase di riorganizzazione. È chiara, dunque, l'importanza di queste tre fasi nello sviluppo delle capacità di costruire relazioni oggettuali e di essere consapevoli di questo scambio interattivo. Da un punto di vista sociale, secondo Spitz, relazioni oggettuali disturbate del primo anno di vita (deviate, improprie o insufficienti) possono avere gravi conseguenze anche nella società:

bambini senza amore diventeranno adulti pieni d'amore, in quanto non saranno in grado di mettersi in relazione con l'altro.
MARGARETH MAHLER (1897 - 1986)
Un primo aspetto centrale nel lavoro di Mahler è, anche qui, l'uso del metodo osservativo longitudinale, innovativo per il suo periodo (anni '50), su gruppi di bambini con le loro madri per tutto il periodo coincidente con la fase di separazione-individuazione, da cui derivò la sua teoria.
Un altro aspetto centrale riguarda la distinzione tra il concetto di nascita biologica e quello di nascita psicologica nell'individuo. La nascita biologica, infatti, non coincide con quella psicologica, dato che la vita psichica del neonato si trova simbioticamente legata, ancorata, a quella della madre. Questa fase viene chiamata da Mahler fase simbiotica. In questa fase il bambino, non possedendo ancora le competenze necessarie per interagire attivamente con il mondo esterno, si trova in una fase di

Assoluta dipendenza e simbiosi con la madre. Il processo di separazione tra sé e oggetto, e l'acquisizione delle competenze necessarie per una relazione oggettuale, avviene solo intorno al 2° anno di vita. Attualmente si può dire che questa teoria sia stata superata, in quanto vi sono diversi studi che dimostrano come il neonato interagisca attivamente sin da subito e, anche se molto connesso con la madre, nasce già separato da lei. Il neonato, infatti, già da subito è in grado di interagire con il mondo esterno e di creare, conseguentemente, un proprio mondo interno. Il processo di separazione e individuazione proposto da Mahler e il suo modello osservativo, invece, rimangono interessanti anche attualmente. Questo processo si manifesta secondo certe sottofasi e conseguentemente a due fasi anticipatorie pre-oggettuali:

  1. Fase autistica normale (0-2 mesi): Fase di assoluta indifferenziazione tra il sé e il mondo esterno. La psiche del bambino è

fusa con quelladella madre, perciò non vi è ancora una nascita psicologica e non vi è una relazione oggettuale. Questafase corrisponde alla fase del narcisismo primario proposto da Freud, in quanto può essere considerata unafase senza oggetto (la madre è parte di sé). Stern criticherà questa fase, dato che secondo lui il bambino èin relazione con la madre fin dalla nascita.

2. Fase simbiotica normale (2-4 mesi)L’Io non è ancora differenziato da quello della madre, ma vi è una progressiva distinzione tra l’interno el’esterno. In questa fase appare il sorriso indifferenziato, che segnala lo spostamento dell’investimentolibidico dal sé verso la madre e che determina una confusione tra sé e l’oggetto. Ad ogni modo, non si puòparlare di una differenziazione tra sé e l’oggetto, né di una relazione oggettuale vera e propria. Si osservasolo un abbozzo

della relazione, il bambino ha solo una vaga consapevolezza dell'oggetto. Anche questa fase rappresenta il narcisismo primario. Stern critica questa fase affermando che il bambino nasce con un senso di Sé ed è perfettamente in grado di distinguere tra Sé e l'altro. 3. Fase di separazione individuazione:
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
56 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Angela.M.R. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Simonelli Alessandra.