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Protoconversazioni

Il bambino si inserisce nei turni verbali e comunicativi della madre, attraverso l’uso di

articolate vocalizzazioni (che si associano a movimenti delle labbra, della lingua e delle

mani) → che rievocano le caratteristiche formali e dinamiche delle componenti

paralinguistiche (in particolare, di tono, volume e ritmo).

Questi comportamenti sono reciprocamente modulati: equilibrio dinamico reciprocamente

orientato e finalizzato all’omeostasi (se ti attivi troppo dobbiamo un attimo smettere, se ti

attivi troppo poco ci dobbiamo un attimo risollecitare).

Tale stato omeostatico è garantito dalla disponibilità emotiva materna della madre ad

accogliere le iniziative o motivazioni interattive del bambino.

Osservazioni microanalitiche sull’interazione differita

(Murray, Trevarthen, 1985; Trevarthen, 1979)

Trevarthen conduce un altro studio che dimostra che il bambino, già a due mesi di vita, è in

grado di reagire alla mancanza di sintonia della mimica materna, mediante cambiamenti

nelle espressioni facciali, vocali e gestuali → al bambino non basta vedere soltanto che

davanti ha una madre sorridente che lo chiama per essere reattivo perché se la vede

attraverso una registrazione, il bambino si stressa perché intuisce che la madre non è

presente nella sua contingenza.

→ Mancanza della contingenza interattiva (bambino capisce che tale relazione è

inautentica)

Il bambino non è solo sensibile alla forma e all’animazione del viso materno, ma

anche alla qualità dinamica della sua mimica.

Il bambino ha la capacità di rilevare la contingenza: non conta solo vedere mamma che ride

e lo riconosce attraverso un video preregistrato, ma è importante che sia lì a interagire

veramente con lui, altrimenti il bambino quella relazione la vive come stressante perché non

autentica. Questo ha a che fare anche con la sintonizzazione affettiva

Marked Mirroring

Da una prospettiva teorica molto vicina a quella di Stern, Fonagy e colleghi (2005) hanno

voluto sottolineare l’azione trasformativa operata dalla madre sul comportamento che

viene ripresentato al bambino.

La madre tende a riprodurre una versione marcata (marked) dello stato affettivo

originale del bambino

→ Riproposizione enfatizzata o rallentata delle espressioni affettive del bambino, oppure

loro accompagnamento con lo spalancamento degli occhi e l’inclinamento lento della testa.

La componente amplificata del rispecchiamento segnala al bambino che la madre sta

riproponendo il “suo” (di lui) stato affettivo e non il proprio → il bambino può, quindi,

riconoscere le proprie esperienze emozionali come analoghe e non identiche a quelle

espresse dalla madre.

Il marked mirroring disfunzionale

Il marked mirroring è particolarmente importante quando la madre deve gestire stati affettivi

altamente negativi nel figlio: in questi casi, può fallire se le rappresentazioni che la madre

restituisce sono:

Troppo aderenti all’esperienza affettiva del Troppo lontane dall’esperienza

bambino: affettiva del bambino:

la ri-proposizione non trasformata degli

affetti perde il proprio significato simbolico,

innescando intensi stati di paura nel bambino. la disponibilità di rispecchiamento

→ Il bambino attribuisce all’espressione della appare assente o contaminata dalle

madre una valenza realistica → ciò induce preoccupazioni materne.

un’escalation di ansia nel bambino.

Fallimento della madre nella sua funzione contenimento emotivo: farebbe emergere nel

bambino ansie “impensabili” (come il sentimento di andare in pezzi, di essere senza

orientamento, di precipitare senza limiti) e talmente distruttive da influenzare i processi di

costruzione ed integrazione del suo Sé.

L’abilità della madre di assolvere la funzione di “contenimento” (reverie, Bion) deriva

dalla sua capacità di riflettere (→ funzione riflessiva) sulle emozioni – sia positive sia

negative – del bambino e di contenerle, al fine di restituirgliele in una modalità

trasformata.

Differenze tra Marked Mirroring e Sintonizzazione affettiva

Il Marked Mirroring avviene più precocemente nello sviluppo (es. nelle protoconversazioni la

madre ripropone la stessa cosa ma la marca, quel di più è il marked mirroring)

→ più precoce

Perché è più precoce? Perché si fonda su quello che il bambino sa fare; l’imitazione precoce

è tra le prime competenze che compaiono. Tuttavia c’è la componente imitativa, ma non solo

perché c’è anche una componente enfatizzata che fa capire al bambino che la madre sta

facendo cose di lui per raggiungere un obiettivo che è quello di regolarlo.

Mentre Stern con la sintonizzazione affettiva proponeva un comportamento che era CON

quello del bambino, ma utilizzando un altro canale percettivo-comportamentale, nel marked

mirroring invece c’è una forte componente imitativa: la madre rifà esattamente quello che sta

facendo il bambino ma marcandolo, mettendo qualcosa in più.

→ Sebbene si fondi su comportamenti imitativi, NON è tuttavia una semplice

imitazione perché è marcata (NON è un’imitazione, ma è più imitativo della

sintonizzazione affettiva perché qui i canali sono gli stessi)

Per Stern, la madre si sovrappone all’espressione vocale del bambino facendo un’altra cosa

(es. gesti o sguardi) e facendolo nella stessa intensità e durata e contemporaneamente al

bambino. Nel marked mirroring l’intensità non è la stessa.

In entrambi i casi lo scopo ultimo è quello di far sentire il bambino riconosciuto e quando si

sente riconosciuto, si sente anche agente di quello che sta facendo.

Come fa il bambino a riconoscere quali risposte dell’ambiente sociale derivano dal proprio

stato affettivo e dalle proprie manifestazioni comportamentali?

Modello del Biofeedback Sociale

(Gergely, Watson, 1996, 1999)

Le reazioni rispecchianti della madre riescono ad essere collegate alla mente del bambino

attraverso un meccanismo definito “modulo di rilevamento della contingenza”:

Meccanismo automatico, immediato ed intuitivo che monitora e valuta nel tempo il grado

di contingenza tra il comportamento del bambino e gli stimoli del contesto di attaccamento,

modulando in parallelo l’equilibrio di tre diversi aspetti della reciprocità:

1. il grado della contingenza temporale (“le espressioni facciali della mamma sono

contemporanee alle mie?”);

2. la somiglianza spaziale (“le espressioni facciali della mamma sono in qualche modo

simili a quelle che sto facendo io?”);

3. l’intensità relativa (“l’intensità dell’emozione manifestata dalle espressioni facciali

della mamma è l’esagerazione di quelle che sto provando io?”).

Attenzione condivisa

Intorno ai 9-10 mesi:

In virtù dei progressi della muscolatura del tronco, della testa e delle braccia, il bambino

inizia ad interessarsi agli oggetti lontani nello spazio; ha inoltre più possibilità di movimento,

di indicare gli oggetti.

La presenza di un oggetto terzo favorisce il decentramento della diade e la costruzione di

significati affettivi condivisi. L’oggetto su cui si dirige l’attenzione decentra la diade e si

cominciano a creare dei significati condivisi che non riguardano più solo la coppia, ma anche

tutto quello che c’è fuori (bambino indica, madre osserva, guardano insieme l’oggetto

indicato e dopo la madre farà sicuramente delle considerazioni su quanto visto).

Il bambino acquisisce una maggiore consapevolezza del focus attentivo dell’altro

Sviluppo dell’attenzione condivisa (riconoscere che si può prestare attenzione insieme su

qualcosa → Il bambino diventa consapevole dell’attenzione dell’Altro sugli oggetti)

Il bambino autistico arriva al pointing richiestivo: non alterna sguardo tra oggetto e persona,

non manifesta intenzione di attenzione condivisa. Social referencing quando con un

estraneo la madre dice con il comportamento “non ti preoccupare, va tutto bene”.

Dall’analisi microanalitica dell’interazione diadiche precoci, emerge un’immagine del

bambino stesso molto diversa da quella descritta dalla psicoanalisi (“bambino

indifferenziato”).

LE INTERAZIONI VENGONO CO-COSTRUITE:

Ogni individuo modula la forma, la durata e l’intensità delle

proprie espressioni emotive, al fine di creare scambi

armoniosi e complementari con l’altro.

Processo di mutua regolazione affettiva

Le CONDOTTE AUTOREGOLATIVE precoci consentono al bambino di modulare la

tensione generata da eventi nuovi o stressanti di tipo ambientale (stimoli visivi o

uditivi) o interattivi (ad esempio, un caregiver ipostimolante o iperstimolante).

Si esprimono mediante:

● l’evitamento dello sguardo dallo stimolo stressante (condotta che ricorda l’evitamento

rilevato dalla Fraiberg).

● comportamenti autoconsolatori (come, dondolarsi, succhiare o manipolare parti del

corpo).

● condotte centrate sull’immobilizzazione della mimica espressiva (freezing).

Regolazione reciproca dell’arousal

Rottura e riparazione Il bambino sviluppa una

rappresentazione della relazione

come riparabile e di se stesso come

competente a livello interattivo.

Nei momenti di rottura interattiva:

Il bambino cerca di ristabilire una contingenza.

➔ La madre sensibile si sintonizza con stati affettivi del figlio e risponde ai suoi segnali.

Quando il bambino si disimpegna dall’interazione per rivolgere altrove la propria

attenzione, la madre sensibile può:

● Limitare le iniziative interattive, in attesa che il bambino si mostri maggiormente

disponibile a livello interattivo

● Sottolineare con le parole e gli incoraggiamenti le sue iniziative di esplorazione

autonoma

Still-Face Paradigm

(Cohn, Tronick, 1983)

Sviluppato per rilevare le specifiche modalità interattive delle diadi con madre

depressa.

Si compone dei seguenti episodi:

1. madre e bambino sono osservati durante un’interazione faccia-a-faccia (2 min)

2. alla madre viene chiesto di rimanere impassibile e di non rispondere ai segnali del

bambino (2 min) → Still- Face (rottura)

3. la madre torna ad interagire in modo normale con il bambino (2 mini)

→ Riunione Interattiva (riparazione)

I bambini di madri depresse sperimentano continui insuccessi di riparazione

interattiva:

Rappresentazione personale dell’interazione con la madre come non riparabile e di se stessi

come non competenti a livello interattivo.

In questo caso il bambino sviluppa uno stile difensivo personale

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher violette26 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Trentini Cristina.
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