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QUINTA LEZIONE: LA COMPOSIZIONE
Il taglio dell’inquadratura: si sceglie in base alla forma e al tipo di soggetto che si vuole fotografare; torri,
alberi, persone in piedi preferiscono un’inquadratura verticale, panorami e gruppi di persone
un’inquadratura orizzontale. Contrariamente a quanto si pensa centrare nella nostra inquadratura il
soggetto che ci interessa fotografare è decisamente sbagliato.
La prospettiva: la fotografia è una rappresentazione piana che deve risultare, per chi la osserva, il più
rispondente possibile alla realtà, deve quindi dare una certa idea di profondità e per questo ci sono alcuni
espedienti. Ad esempio se intendiamo fotografare un paesaggio ci converrà trovare un elemento, un albero
o una persona, che ci definisca la lontananza.
Il punto di ripresa: va ricercato spostandoci lateralmente o in alto e in basso. Una ripresa frontale da una
prospettiva normale, quella che siamo abituati a vedere; una prospettiva dal basso slancia le figure.
La composizione fotografica: la regola più nota è la c.d. “regola dei terzi” che deriva da una dottrina molto
precedente, ovvero il “Principio delle Proporzioni Armoniche” derivante da Pitagora di Samo, che
prevedeva la scomposizione delle linee guida in rapporti scalari. La Regola dei Terzi prevede la
scomposizione dell’immagine in 3 riquadri verticali e in 3 orizzontali e collocare il soggetto in uno dei 4
punti di intersezione.
SESTA LEZIONE: I GENERI DI FOTOGRAFIA PROFESSIONALE
La fotografia pubblicitaria: il primo servizio pubblicitario fu un’idea del parigino Renaudot che fonda una
gazzetta per raccogliere e pubblicare annunci pubblicitari che da quel momento fanno il giro del mondo,era
il 1630. La pubblicità trova nell’800 due mezzi di comunicazione: il quotidiano dove appaiono sempre più
frequentemente le inserzioni pubblicitarie, e i manifesti nel quale si mescolano immagine,parola e colore
spesso firmati da importanti artisti come Toulouse Lautrec. Daniel Stach nel 1925 pubblica un trattato nel
quale vengono fissate le cinque regole fondamentali di ogni messaggio pubblicitario: 1)deve essere visto
per cui deve risultare attraente all’occhio dell’osservatore. 2)essere letto.
3)essere creduto, quindi deve convincere il probabile acquirente. 4) essere ricordato. 5)essere capace a
spingere un acquirente ad agire. La pubblicità odierna non si ferma alla sola pubblicizzazione del prodotto
ma fa leva sulla marca, specialmente se in commercio da numerosi anni, oppure cerca di imporsi come
modello e spesso utilizza il corpo femminile e maschile.
Il fotografo pubblicitario: un messaggio pubblicitario deve essere immediato e a forte impatto visivo.
Il fotografo ha il compito di promuovere un prodotto, o un’azienda o un marchio e deve indurre in
tentazione l’osservatore. Oggi assieme al fotografo pubblicitario lavora un’equipe specializzata come gli
scenografi, i mock-upisti (che rendono in scala l’oggetto), parrucchieri, visagisti. A determinare la scelta del
fotografo per la nuova campagna pubblicitaria è una figura del XXI secolo,ovvero l’ART BUYER, che lo
seleziona guardando i book fotografici.
Dal lay-out allo scatto: dopo che l’art buyer ha scelto una ristretta rosa di professionisti provvede a
mandare loro il “lay-out” dell’annuncio. Il fotografo elabora un preventivo che comprende anche l’affitto
delle apparecchiature, le giornate lavorative e il compenso per tutti gli assistenti e sulla base di questi
preventivi si decide il “timing” di lavorazione con il fotografo. Il lay-out non limita le libertà del fotografo in
quanto a inventiva ma dà uno spunto sulla richiesta dell’azienda e una base dalla quale partire.
Le figure retoriche in pubblicità: nel linguaggio comune non vengono usate ma in pubblicità costituiscono
l’elemento fondamentale,impressionano l’osservatore perché conosce quel linguaggio semantico e
rimangono impresse. Quelle più utilizzate sono la Ripetizione (“fino a quando scherzerai,fino a quando
riderai”); Luogo Comune (bambino che soffia sulle candeline); Antonomasia (“E’ un Ercole”); Ironia;
Metafora; Allegoria.
Still life: si può tradurre in natura morta, quindi è la ripresa di uno o più oggetti, piccoli o di media
dimensione, come gioielli, soprammobili, posate, cristalleria. La composizione è molto importante come
anche la disposizione delle luci.
La fotografia di moda: è indifferente alle leggi che regolano la comunicazione fotografica. Nel settore moda
vi sono dei codici stereotipati ridotti per lo più alla modella e alla griffe. La moda è legata allo stilista, non ci
sono mai due abiti identici da dover differenziare,ma una marca deve sopraffare l’altra ed è così che stilista
e fotografo devono creare un’immagine accattivante del marchio. Gli strumenti della comunicazione della
moda sono molteplici ad esempio le sfilate, le vetrine, pubblicità televisiva indiretta come vestire le
presentatrici. La magia della fotografia di moda sta nel cogliere i nuovi trend,filtrarli e trasformarli in
immagini da riproporre al pubblico come stili di vita. Importante nell’analisi di una fotografia sono gli
elementi descrittori di essa: il luogo in cui si svolge l’azione, i personaggi, i loro movimenti, la distanza della
ripresa. Gli scatti di una sfilata di moda vanno suddivisi in “beauty” cioè prodotti di cosmesi e trucco;
“people” ritratti dei personaggi presenti alla sfilata; “close up” accessori, borse cinte, capigliatura;
“backstage” preparazione delle modelle; “moda” gli abiti esposti. La postazione del fotografo è sopra una
scalinata alla fine della passerella.
La fotografia industriale: nasce per dare importanza e forza comunicativa di un’azienda. Essa valorizza le
linee guida dell’azienda, gli strumenti di produzione, i processi industriali,il team. Una campagna
pubblicitaria fatta bene può ribaltare le sorti di un’azienda, rivalutarne l’immagine. Il fotografo ha il
compito di trasmettere al futuro cliente solidità, competenza e affidabilità dell’azienda e del suo team.
Queste fotografie sono importantissime per noi, soprattutto quelle antiche poiché testimoniano
l’avanzamento tecnologico del nostro paese.
La fotografia di cerimonia: è snobbata dai professionisti perché non permette al fotografo di esprimere la
sua creatività fatta com’è di pose d’obbligo e luoghi imposti; ma è anche molto apprezzata perché è
particolarmente fruttuosa.
SETTIMA LEZIONE: DESCRIVERE IMMAGINI
Il reportage: è una documentazione di fatti o di avvenimenti o di fenomeni fisici. È un descrizione per
immagini di un accaduto contemporaneo, come un’inchiesta giornalistica, una guerra in corso, un fatto di
cronaca.
Il racconto fotografico: può essere una ricostruzione vera o inventata di un fatto. Non deve
necessariamente seguire la realtà ma può cogliere significati profondi.
Lo story board: è una serie di disegni che illustrano cosa sarà girato sul set. In genere sotto i disegni
vengono aggiunti i movimenti della macchina da presa (panoramica a dx, carrello in avanti). Il primo ad
utilizzarlo fu Walt Disney per i suoi cartoni animati. Negli anni ’50 tutti i film prodotti dagli Studios
americani erano provvisti dello storyboard questo perché i produttori potevano seguire il film che
finanziavano prima che esso fosse finito. Negli spot pubblicitari sono essenziali perché si ha poco tempo per
pubblicizzare un prodotto per cui si necessita di poche sequenze ma che siano efficaci.
Il fotomontaggio: in esso sono combinate immagini e frammenti di immagini o slogan o parole. Largo uso
nella politica. La paternità è affidata a Hausmann tra il 1918-23, l’intento era quello di shockare il pubblico e
rompere gli schemi convenzionali.
OTTAVA LEZIONE: LA FOTOGRAFIA DIGITALE
La fotocamera digitale: Rappresentano una vera e propria rivoluzione, non richiedono l’utilizzo della
pellicola,ne lo sviluppo e rendono possibile la visione immediata delle immagini. La normale pellicola viene
sostituita da un sensore di immagini che legge i segnali ottici emessi dalle foto e rende possibile la
visualizzazione su un PC. La qualità delle immagini non raggiunge ancora i livelli di una comune macchina
fotografica classica ma la comodità sta nel trasferimento immediato delle immagini su un supporto
visualizzatore o la possibilità di invio istantaneo. Il contenuto della fotocamera digitale è un “chip di silicio”
ricoperto da elettrodi chiamati “photoside”,è il numero di essi che determina la risoluzione della foto.
Per ottenere con le digitali una buona fotografia non occorre una risoluzione altissima ma necessita di un
buon numero di “PIXEL” ovvero un’ottica di qualità. I formati utilizzati nelle fotocamere digitali per il
salvataggio delle immagini sono: JPG che è il più utilizzato dalle fotocamere economiche che perdono alcuni
dettagli ma che sono visibili sono ingrandendole; TIFF formato che salva l’immagine senza la perdita di
informazioni. Il Pixel è l’unità minima gestibile dal computer sul monitor; meno sono visibili i pixel
all’interno della foto più è alta la risoluzione. Lo “Zoom Ottico” è composto da una serie di lenti allineate
concentricamente e da un meccanismo capace di muoverle avanti, indietro e sul loro asse; questo
meccanismo determina la lunghezza focale e quindi l’avvicinamento o l’allontanamento dell’obbiettivo.
Gli zoom ottici vengono differenziati dall’escursione focale e la luminosità. Lo “Zoom Digitale” ingrandisce
artificialmente l’area dell’immagine, esso prende un particolare della foto e lo ingrandisce,ovviamente
sgranando l’originale. Il ritocco fotografico è l’insieme dei procedimenti che portano alla modifica di una
fotografia per migliorarne l’estetica, la luce, eliminare particolari e per fare ciò il programma comunemente
più utilizzato è “Photoshop”. Il termine “Megapixel” indica la quantità di milioni di pixel da cui è formato il
sensore della fotocamera digitale; a seconda della quantità sappiamo la qualità dell’immagine che ne uscirà
e la massima estensione della stampa.
NONA LEZIONE: LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA
Introduzione: l’invenzione della fotografia risale alla XIX secolo e portò una radicale innovazione nella
riproduzione della realtà. Inizialmente erano i pittori a rendere paesaggi o ritratti, per cui fortemente di
gusto personale e limitato a una ristretta cerchia dal punto di vista economico. La fotografi