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L'imprenditorialità nell'industria culturale e creativa
La portata globale della crisi finanziaria ha prodotto effetti negativi su molti settori strutturali dell'economia europea i quali, rispetto ai Paesi delle economie emergenti, scontano mancanza di competitività e rigidità sistemica. Tuttavia, recenti ricerche sembrano indicare che le Industrie Creative e Culturali non soffrono come gli altri settori, ma sono addirittura in crescita, dimostrando di essere molto dinamiche ed innovative. Possono, quindi, rappresentare il perno su cui costruire una efficace "exit strategy" dalla crisi. Analizzando questo scenario, Ravello Lab 2011 si propone di individuare soluzioni innovative e fissare criteri per indirizzare le politiche rivolte alla creazione di impresa nel settore culturale e creativo; rispetto alla quale, come sostiene Tim Brown, è necessario immaginare percorsi fondati su una cultura progettuale, orientata dal design thinking.In grado generare progetti ed esperienze capaci di connettere e ibridare filiere, saperi e metodologie. Interrogarsi su significati e fabbisogni dell'imprenditorialità nel settore significa, altresì, partire da un assunto basilare ben sintetizzato da Santagata: "Material cultural goods are also relational goods. The latest trend in fashion design and cuisine is not decreed by an isolated individual. Trends are social phenomena". La riflessione di Ravello Lab, non potrà, dunque, prescindere da un richiamo costante al valore delle reti relazionali e dei processi collaborativi che sono assieme causa ed effetto dello sviluppo dell'impresa creativa e culturale.
Europa: modelli a confronto
Il modello latino (Francia, Spagna e Italia) inizialmente culture driven e poi il modello misto. Hanno meno autonomia gestionale delle regioni, ma dagli anni '90 si ha un cambiamento, ossia il processo di decentralizzazione delle competenze, operano su una selezione
qualitativa e pongono come obiettivo la centralità del progetto
Il modello continentale (Germania, Nord Europa) utilizzano l'economy driven, hanno più autonomia gestionale delle regioni, operano una selezione automatica e la centralità della struttura è quella industriale
Mappatura dei fondi
Le modalità operative dei fondi differiscono per:
- fonte normativa
- autorità competente
- prerequisiti di eleggibilità
- natura e dimensione del contributo
- regime di aiuto e sostegni pubblici
- tipologia di prodotto
- vincoli territoriali di spesa in loco
- organi e criteri di valutazione
- periodicità dei bandi
Analisi delle ricadute
Il calcolo degli impatti è complesso in tutti i settori. È difficile individuare un moltiplicatore per i fondi regionali, le cause sono:
- Natura del prodotto cine-audiovisivo e struttura del flusso di ricavi
- Frammentazione e disomogeneità degli strumenti
- Mancanza di strumenti tecnici e di competenze adeguati
Per misurare le ricadute, vista anche la giovaneetà delle iniziative attivate:
- Obiettivo minimo: misurazione di impatti diretti e stime di quelli indiretti
Fonti:
- Brown Tim, 2009, Change by Design, Harper Collins.
- Santagata, 2009.